Camera con vista

Una donna posa per un obiettivo fotografico ma poi si accorge che non si tratta solo di quello…

Per l’ultimo giorno di vacanza eravamo abituati a pernottare in un posto che fosse un po’ al di sopra delle nostre possibilità, per chiudere “in bellezza”, e anche al termine di quella settimana su quell’isola greca avevamo scelto di passare l’ultima notte in una stanza lussuosa con terrazzo e piscina privata.

Io e mio marito avevamo preso possesso della camera nel primo pomeriggio e avevamo ovviamente deciso di passare lì l’intero pomeriggio, rilassandoci in piscina, prendendo il sole sul terrazzo, leggendo, bevendo qualcosa e rientrando ogni tanto in stanza per fare l’amore sul letto.

Mio marito ogni tanto aveva scherzato sul fatto che potevamo farlo anche lì sul terrazzo, che tanto non ci avrebbe visto nessuno. Io mi ero guardata attorno ed in effetti sembravamo nascosti alla vista di chiunque. Lì per lì, però, non me l’ero sentita e gli avevo risposto: “Magari dopo…”

Nel tardo pomeriggio il mio uomo aveva tirato fuori la macchina fotografica e mi aveva proposto di fare qualche foto per sfruttare quella bella location. Io ero vanitosa ma avevo sempre bisogno di rompere un po’ il ghiaccio prima di sentirmi a mio agio per posare davanti al suo obiettivo. Mi feci dunque un po’ pregare ma poi acconsentii.

Mi scattò varie foto mentre ero in piscina o sui lettini, in costume. Per avere lo sfondo del mare lui si era posizionato quasi dentro la stanza mentre io mi spostavo sulla terrazza seguendo le sue indicazioni su come mettermi. Sapevo dove voleva arrivare con quelle foto ma lasciai che fosse lui a dirlo, e così puntualmente capitò:

“Dai, perché non ti togli il costume e facciamo qualche foto un po’ più spinta?”

Gli risposi subito di no. Un po’ mi imbarazzava. Non è che non volessi farlo, ma avevo bisogno di essere spinta e di sentire la sua insistenza e voglia. Mi guardai di nuovo attorno. Dei muretti alti delimitavano buona parte dei lati del terrazzo nascondendolo ai vicini e dall’altra parte si apriva sul fianco della collina e il mare o le altre costruzioni erano troppo lontane per permettere la vista. Da quel punto di vista mi sentivo abbastanza tranquilla.

Iniziai un po’ riluttante rimanendo in topless. Poi mi feci passare un pareo con il quale rimanevo parzialmente coperta anche nel momento in cui mi decisi a togliermi la parte sotto del bikini.

“Che bella che sei… Sei stupenda…” lui mi elogiava mentre scattava le sue foto. Io cominciavo a rilassarmi e un po’ anche ad eccitarmi.

Poi mio marito rientrò in stanza lasciando la macchina fotografica sul cavalletto, per cercare un altro obiettivo da sostituire a quello che stava usando per avere un tipo di inquadrature diverso.

Dunque potevo prendermi una piccola pausa dalla mia attività di modella e mi rilassai lasciando andare la testa all’indietro. Nel fare così, con la coda dell’occhio, percepii un movimento proveniente da un punto in alto. Guardai meglio e mi accorsi che nel mio perlustrare i possibili punti di visuale sul terrazzo ne avevo saltato uno. Poco più in alto sul fianco della collina, infatti, c’era l’affaccio di un terrazzo di un’altra costruzione e proprio in quel punto c’era un uomo. E quell’uomo stava guardando verso di me. Mi alzai gli occhiali da sole per aguzzare la vista e capii senza dubbio che stava proprio ammirando la mia sessione fotografica da un punto privilegiato. Si accorse che lo avevo notato e mi fece un cenno di saluto, sollevandosi brevemente il cappello che portava. Sembrava un uomo di mezza età.

Lì per lì provai un forte imbarazzo per essere stata osservata mentre posavo seminuda per mio marito. Ma ebbi poco tempo per rifletterci su perché tornò, pronto per scattarmi altre foto. Da dove era lui non poteva vedere che avevamo uno spettatore.

“Ecco, ho messo un teleobiettivo, con questo posso cogliere anche qualche particolare. Se rifai tutte le pose che hai fatto prima ti scatto altre foto…”

In quel momento fui assalita da un dubbio. Non sapevo se far sapere a mio marito che un uomo mi stava guardando, oppure non sapevo se interrompere tutto, oppure… L’essere osservata da uno sconosciuto si rivelò inaspettatamente intrigante. Provai piacere nell’allietare la vista non solo di mio marito ma anche di quell’uomo. La vergogna si stava trasformando in eccitazione. Feci finta di niente e mi misi di nuovo in mostra per l’obiettivo della macchina fotografica e anche per quello sconosciuto.

L’eccitazione mi diede coraggio. Lasciai cadere il pareo e rimasi così completamente nuda ed esposta, per la gioia di mio marito e, immaginavo anche dell’uomo. Senza farmi notare ogni tanto davo una occhiata nella sua direzione e lui era sempre là e sembrava quasi sorridermi se si accorgeva che lo guardavo anche se a quella distanza non sapevo se fosse possibile.

“Brava, così…” mi disse mio marito pensando che le pose sempre più audaci che stavo assumendo fossero soltanto per lui.

Invece stavo diventando più esplicita principalmente a causa dell’osservatore ignoto. Ad un certo punto assunsi una posizione a quattro zampe con il culo rivolto e completamente esposto verso di lui. Rimanere così diversi secondi mentre mio marito scattava le foto mi eccitò terribilmente. Mi sentivo bagnata e calda.

Mio marito si accorse che ero cambiata e io glielo feci capire:

“Vale ancora quella proposta di farlo qui sul terrazzo?” gli chiesi ammiccante.

Lui immediatamente lasciò perdere la fotografia e venne verso di me spogliandosi dei boxer e mostrando un cazzo già in erezione. Si tuffò in piscina invece che girarci attorno e con tre bracciate raggiunse il bordo dove ero io. Io mi sedetti sul bordo con le gambe immerse. Lui spuntò dall’acqua proprio fra le mie gambe. Aveva la mia fica a pochi centimetri ed ci fiondò su immediatamente la sua bocca.

Io, già eccitata, non ci misi molto ad iniziare a godere della sua lingua sul mio clitoride. Con le mani ero appoggiata alla sua testa e lo tenevo lì in modo che non smettesse. Alzai lo sguardo in direzione del nostro spettatore. Era sempre lì. Ci osservava e, se la vista non mi ingannava, si era infilato una mano nei boxer. Due uomini erano arrapati in quel momento entrambi a causa mia. Questo pensiero mi faceva impazzire.

“Dai, vieni in acqua, voglio scoparti in acqua…” bofonchiò mio marito interrompendo il cunnilingus.

Ci pensai un attimo e decisi di no. Volevo rimanere fuori, ben in vista per il nostro voyeur. Non fu difficile convincere il mio uomo. Lui mi voleva scopare, come e dove per lui era secondario. Per me invece no. Lo feci stendere sul lettino in modo che avesse le spalle nella direzione dell’uomo ed io salii sopra di lui. Così potevo cavalcarlo, dosare a mio piacimento la penetrazione e nello stesso tempo potevo tenere d’occhio il nostro spettatore senza che mio marito se ne potesse accorgere.

Venni, più volte, fissando l’uomo che intanto si stava platealmente masturbando guardandoci. Sotto di me mio marito stava apprezzando questo mio coinvolgimento totale e questa mia eccitazione incontenibile.

Non ci fermammo. Cambiammo diverse posizioni e scopammo senza sosta. La mia unica preoccupazione era che mio marito non avesse mai la visuale verso l’uomo. Se io riuscivo ad averla meglio, altrimenti l’importante era sapere di essere osservati.

Quando, infine, mio marito esaurì le forze, ci stendemmo abbracciati sul lettino. Subito dopo mi accorsi che l’uomo se ne era andato. Ne fui un po’ delusa ma mi diede modo di ragionare sul fatto di dirlo o meno a mio marito. Fu lui a darmi modo di farlo.

“Wow” commentò. “Sembravi non volerlo fare qui all’aperto e invece… eri scatenata… è stato fantastico… sei fantastica…”

“Davvero? Ti sono sembrata diversa dal solito?”

“Beh… un po’ sì… più… più… calda… più eccitata e quindi eccitante…”

“Puoi anche usare le parole giuste eh… non mi offendo…”

“Ok. Eri più troia, più cagna, più zoccola. Va bene così?”

“Sì…” ridacchiai. “E sai forse perché ero così?”

“Uhm… perché hai posato per le foto forse? Ti ha eccitato farlo e quindi eri più disinibita?”

“Quasi… non proprio… c’entrano le foto ma c’è un altro motivo.”

“Ah sì? E quale?”

“Vedi là?” gli dissi indicando il punto esatto dove fino a poco prima c’era quell’uomo.

“Cosa?”

“Quello, anche se non sembra, è il balcone di quella costruzione che si intravede dietro.”

“Ah sì? E come lo sai? E quindi?”

“Lo so perché fino a poco fa c’era un uomo affacciato.”

“Un uomo?” mi chiese stupito.

“Sì. Un uomo. E mi guardava. Mentre tu facevi le foto.”

“Ti guardava? Anche quando ti eri spogliata?”

“Sì e anche…”

“Anche mentre scopavamo?” mi chiese alzando il tono di voce.

“Sì…”

Mio marito si sollevò puntellandosi su un gomito per guardarmi meglio.

“Cioè, vuoi dirmi che un uomo ti guardava mentre eri nuda e ti facevi fotografare e poi mentre ti facevi scopare…”

“Sì…”

“… e vuoi dirmi che tutto questo ti ha eccitato in questo modo?”

“Sì.”

“Co… come mai? Perché ti ha eccitato così tanto?”

“Non… non lo so. Ma è così. Forse il pensiero che stavo eccitando più di un uomo. E nello stesso tempo era lontano e quindi non poteva farmi niente. E poi era uno sconosciuto. Quindi ero libera di essere come volevo…”

“Wow. Eccitante questa cosa…”

“Davvero? Ti eccita? Non pensi che io sia una troia perché faccio questi pensieri?”

“Uhm… sì, lo penso… ma mi piace… proprio perché li fai… guarda!” mi indicò il suo cazzo che si era rimesso dritto e duro nonostante gli straordinari fatti fino a poco prima.

“Ti piace avere la moglie un po’ troia…”

“Mmh, sì. Mi piace… dai, fatti scopare di nuovo… fai ancora la troia, anche se lui che ci guarda non c’è più. Dai. Ho troppa voglia. Voglio fare una cosa.”

“Cosa?” gli chiesi ma conoscendolo già intuivo.

“Voglio scoparti nel culo. Dai, sii troia fino in fondo. Quando sei così eccitata ti piace, lo so.”

Lo guardai in modo malizioso pensandoci su. Aveva ragione, non mi dispiaceva, ma quella era sempre una cosa che gli facevo sudare. Senza un particolare motivo. Era un po’ un gioco fra di noi. Un modo per mantenere qualcosa da riservare ai momenti particolari ed eccezionali. Anche un modo per avere un certo potere su di lui, lo ammetto.

“Va bene. Ma ad una condizione.”

“Tutto ciò che vuoi.” mi rispose prevedibilmente.

“Che dopo tu vai fuori, cerchi di raggiungere quella casa e cerchi di contattare quell’uomo.”

“Davvero? E poi?”

“E poi lo porti qui.”

“Lo porto qui? E poi?” sembrava abbastanza sconvolto, ma non sembrava avere intenzione di rifiutare.

“Non lo so. Dopo si vedrà.” dopo avergli detto così mi girai e mi allargai le chiappe mettendo in mostra il buchino.

“Va bene. Dopo lo vado a cercare e lo porto qui. E poi puoi farci quello che vuoi.”

“Posso anche scoparmelo?”

“Quello che ti pare, basta che adesso mi dai il tuo culo.”

“È tutto tuo…” gli dissi guardandolo in modo diabolico.

Scoprii soltanto il giorno dopo che mio marito inizialmente aveva pensato che mi fossi inventata tutto. Che l’uomo che mi guardava fosse una mia fantasia e che gliela avessi detta solo per eccitarlo. Uscì in cerca di quell’uomo pensando facesse tutto parte del gioco. Era convinto che quella costruzione che si intravedeva in realtà non avesse l’affaccio dove avevo indicato. Quindi andò alla ricerca dell’uomo convinto di non trovarlo. Ma giunto lì si accorse che in effetti poteva essere e suonando gli venne ad aprire uno che corrispondeva alla descrizione che gli avevo fatto. Con tono imbarazzato ed incespicando nel suo inglese riuscì a chiedergli se ci aveva visto e quando l’uomo gli rispose affermativamente capì che era tutto vero. E gli venne una erezione che non gli svanì per tutto il tempo che gli ci volle a portarlo da me e a farmelo incontrare.

Fu una serata indimenticabile, in quella nostra bella camera con terrazzo a vista e piscina. Due uomini per me, due erezioni a mia disposizione. Uno dei due guardava mentre l’altro mi scopava. Si alternavano, in modo poi da avere il tempo per riprendersi. Mi eccitava avere qualcuno che mi guardava. Era la cosa più erotica che avevo mai provato. Fino forse al momento in cui l’uomo, ripresosi più in fretta del previsto mentre io cavalcavo mio marito, si posizionò dietro di me e appoggiò la punta del suo cazzo sul mio sfintere anale. E spinse. Ed io ero in estasi.

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