Una moglie che ama provocare, una coppia appena conosciuta, una mostra d’arte e tradimenti che ci sono o che non ci saranno.
“Si vede tanto che sotto sono nuda?”
Mia moglie Francesca mi fece questa domanda seguita subito dopo da una piroetta sul posto per farmi ammirare il suo corpo da ogni angolazione. Indossava una sorta di tuta aderente di maglia, tutta traforata, che partiva dal collo e arrivava ai polsi e alle caviglie dove si allargava. Mia moglie aveva quasi una decina di anni meno di me, ne aveva poco più di trenta ed era in gran forma, con un corpo tonico e sodo ed un paio di tette grosse e un culo che faceva girare gli uomini.
Quella sera eravamo invitati ad una inaugurazione di una mostra di un artista piuttosto trasgressivo. Era l’ambiente adatto per mettersi in mostra e osare qualcosa in più. Ma forse quello era troppo. Sì, si vedeva che sotto era nuda.
“Beh… se uno ti guarda bene… sì, se ne accorge…”
“Dici che è troppo?”
Sì, pensavo che fosse un po’ troppo. Anche il mio cazzo lo pensava, duro com’era.
“Beh… è un po’ audace…”
“Dici che dovrei cambiarmi?”
Si girò e mi mostrò il culo. Il tessuto si insinuava tra le chiappe disegnandone perfettamente la forma. Si piegò in avanti. Tra i forellini del tessuto credetti di intravedere il suo buco. Era decisamente eccessiva.
“Forse sì…”
“Bene. Era l’effetto che volevo ottenere. Andiamo.” disse con decisione entrando nell’ascensore.
“Ti è venuto duro?” mi chiese mentre scendevamo.
“Sì. Che intenzioni hai?” chiesi un po’ preoccupato.
“Non lo so. Non mi voglio porre limiti. Quello che succede, succede.”
Da un po’ di tempo era cambiata. Non era stata sempre così, ma aveva deciso di abbandonare le remore morali e godersi la vita. Da parte mia questo suo cambiamento aveva comportato parecchi benefici, a partire da una rinnovata passione sessuale tra noi. Però a volte mi spaventava un po’ perché era diventata imprevedibile e priva di pudori.
Prendemmo un taxi per arrivare al luogo del vernissage. Verso il termine del viaggio mi rivolsi al tassista:
“Mi scusi posso farle una domanda?”
“Prego, dotto’, mi dica.”
“Secondo lei mia moglie è vestita in modo troppo provocante.”
Il tassista diede uno sguardo veloce dietro, come già aveva fatto diverse volte durante il viaggio.
“Posso parlare liberamente, dotto’?”
“Certo.”
“Ho fatto fatica a guidare senza girarmi troppe volte a guardarla. Sua moglie è una gran fregna e vestita così è da far incidenti. Non camminate troppo in vista che se no ne causerete qualcuno oppure…”
“Oppure?”
“Oppure la scambiano per una prostituta. Le dico la verità: quando siete saliti non pensavo foste marito e moglie ma cliente ed escort. Senza offesa, eh, signora.”
Francesca sembrava divertita e soddisfatta. Erano esattamente le reazioni che voleva causare. Sarebbe stata una serata divertente, oppure molto difficile. Il tassista ci fece uno sconto e si fermò a rimirarla mentre ci allontanavamo ed entravamo nella galleria d’arte.
La guardavano tutti. Uomini e donne. Alcuni apparivano scandalizzati, altri incuriositi, altri arrapati. Lei se la godeva. Fingeva di non accorgersi degli sguardi e invece li apprezzava tutti e non faceva nulla per passare inosservata. Parlava con tutti, stuzzicava gli uomini divertendosi del fatto che non la guardassero mai negli occhi. C’era qualcuno che cominciò a tenerla d’occhio e a seguirla ovunque andasse. Io, al suo fianco, ero praticamente invisibile. Nessuno faceva caso a me e chi capiva che ero il marito non so cosa pensasse. Forse che non ero un vero uomo a far andare in giro la mia donna così. Oppure il contrario, che avevo capito tutto dalla vita scegliendo la moglie giusta.
Di fronte ad una delle opere ci mettemmo a chiacchierare con una coppia di sconosciuti cinquantenni. La donne era una appassionata d’arte, un po’ come me, e ci scambiammo qualche opinione su questa e altre mostre. Il marito intervenne di meno nella conversazione, così come Francesca, e notai che spesso il suo sguardo si spostava dalle opere al corpo di mia moglie. La conversazione tra me e la donna diventò più coinvolgente dato che la pensavamo in modo diverso su alcune cose e ci estraniammo un po’ non facendo caso che i nostri partner iniziarono a parlare per i fatti loro. Dopo una decina di minuti il marito si introdusse nel nostro dialogo interrompendoci.
“Hanno aperto il buffet. Vogliamo andare a prenderci qualcosa?”
“Sì, certo.”
E interrompemmo la conversazione. Io presi Francesca sotto braccio e mi diressi verso la zona dove c’era il buffet. Lei si strinse a me, un po’ per camminare sicura sui tacchi altissimi e un po’ per allungarsi verso il mio orecchio e dirmi delle cose sottovoce.
“Senti, amore, potresti tenere ancora un po’ occupata la moglie di quella coppia?”
“Occupata? In che senso?”
“Sì, cioè, continuare a parlare con lei, a far sì che sia distratta…”
“Ma… e perché?” chiesi già temendo cosa aveva in mente Francesca.
“Così… suo marito è libero… ci sta provando spudoratamente con me.”
“Davvero? E a te fa piacere?”
“Mh… sì, è un bell’uomo, è interessante. Mi guarda con una voglia di scoparmi che mi eccita.”
“E che intenzioni hai? Cosa vuoi fare?”
“Non so… me lo porto in bagno e poi vediamo…”
“Ma… ma…”
Venimmo interrotti proprio dall’uomo che gentilmente ci porse due flute di prosecco con cui fare un brindisi. Tutti e quattro avvicinammo i bicchieri e brindammo “all’arte”. Notai lo sguardo arrapato di lui sul seno di Francesca. Sua moglie invece sorrideva apparentemente ignara di tutto.
Mangiammo qualche stuzzichino facendoci largo tra la folla di appassionati d’arte apparentemente molto affamati. Io mi guardai attorno e poi dissi rivolgendomi a tutti ma in particolare alla donna:
“Forse questo sarebbe il momento migliore per dare una occhiata alle opere da vicino, visto che sono tutti qua a mangiare.”
Lei si girò e le si illuminò il volto. Francesca mi guardò sorridendo maliziosa.
“In effetti è vero. Andiamo?” disse contenta.
“Io un po’ di fame ce l’ho.” disse il marito girandosi poi verso Francesca.
“Andiamo noi.” dissi io prendendola sotto braccio e accompagnandola verso l’esposizione. Mi girai un attimo e vidi Francesca che mi faceva un piccolo saluto con la mano.
Camminando a braccetto con quella donna mi venne una poderosa erezione che cercai di nascondere spostandomi la giacca con la mano libera. Stavo facilitando l’avvenire di un paio di corna doppio. A me e a lei. Io consapevole, lei ignara.
Lei non smise un attimo di parlare.
“Che noioso mio marito. Me lo devo sempre trascinare a questi eventi. Fosse per lui rimarrebbe sempre a casa a guardare il calcio in tv. Sua moglie invece è appassionata di arte?”
“Non particolarmente, ma a questi eventi viene sempre volentieri, si diverte a stare in mezzo alla gente, a fare amicizia.”
“Ah, spero allora che trovi qualcuno di più interessante di mio marito con cui fare conversazione.”
“Non credo che per lei sia un problema.”
“Il problema è che a me non va di andare da sola a vedere le mostre o andare a teatro e non ho molte amiche. E quindi devo sempre portarmi dietro mio marito. Dovrei trovarmi un altro accompagnatore.”
Nel dire questo mi guardò e mi sorrise in maniera complice. Da quella frase e dall’atteggiamento di lei che cambiò mi sembrò quasi che stesse provandoci con me.
“Sa, mi ci vorrebbe qualcuno come lei con cui discutere alla pari di cultura. Sono begli argomenti di cui parlare, argomenti che fanno nascere belle amicizie secondo me, argomenti che fanno entrare in sintonia. Che ne dice?”
“Ma… non so… sì, si potrebbe fare…”
Quella donna mi guardò come l’avevo vista guardare le opere d’arte. Ci stava provando con me. Non cercava solo un accompagnatore per mostre e teatro. Cercava un amante. Pur essendo più vecchia di me la trovavo una bella donna e da un certo punto di vista mi ispirava. Probabilmente mi sarebbe stato molto facile cominciare ad uscire con lei e poi finirci a letto. Ma non potevo. Francesca per quanto amasse condurre una vita libertina con il mio appoggio era nei miei confronti gelosissima. I patti fra noi erano chiari: lei era totalmente disponibile con me sessualmente ma non dovevo azzardarmi a toccare altre donne. Poteva sembrare una imposizione egoista nel nostro rapporto ma in fondo a me non pesava per nulla fin quando con lei riuscivo a fare tutti i giochi erotici che sognavo.
Tornammo a chiacchierare riguardo alla mostra anche se la mia mente era altrove. Per fortuna lei parlava e parlava e io potevo dedicarmi a celare la mia erezione mentre pensavo a mia moglie che a quel punto doveva già essere arrivata in bagno con l’uomo e chissà cosa stava facendo. Forse gli stava facendo un pompino… forse addirittura si stava facendo scopare… Dio quanto avrei voluto andare a controllare cosa stessero facendo. Ma dovevo tenere occupata la moglie di lui.
Passarono diversi minuti. Tanti per una semplice sveltina in bagno. Che fine avevano fatto mia moglie e quell’uomo. Ogni tanto provavo a guardarmi attorno ma non li vedevo. Cominciai a spazientirmi.
La donna fece un commento su un’opera ad alta voce e qualcuno da dietro ringraziò e approvò ciò che aveva detto. Lei si girò e, con aria sorpresa, esclamò:
“Ah, ma lei è l’artista! Complimenti!”
Iniziò a parlare con lui dimenticandosi di me. Io ne approfittai. Mi inserii nella conversazione dicendo che mi allontanavo un attimo, ma forse neanche fecero caso a me e mi diressi verso i bagni.
Entrai in quello degli uomini. Erano spaziosi, puliti e apparentemente vuoti. Mi mossi in silenzio e subito sentii un leggero ansimare. Mi infilai in quello a fianco. Purtroppo non c’erano spiragli per sbirciare: erano aperti in alto ma troppo in alto. Dovevo soltanto ascoltare.
Riconobbi il rumore di una scopata, il modo di gemere di Francesca quando si tratteneva dall’urlare il suo piacere.
“Ok. Riprova.” la sentii sussurrare. Lui grugnì.
“Aspetta.” disse sempre lei dopo un po’.
“No. In questa posizione non riesco a rilassarmi abbastanza e tu sei troppo grosso.” la sentii dire con tono deluso.
“Ok.” rispose lui. “Dai, torniamo allora.”
“Aspetta. Ti faccio venire in bocca.” rispose lei dopodiché sentii i rumori inequivocabili di un pompino seguiti dall’ansimare di lui.
Dopo capii che si risistemarono. Si dissero qualcosa che non udii e poi la voce di Francesca che diceva:
“Ti lascio il mio numero. Rifacciamolo in una situazione più comoda. Non voglio rinunciarci.” e poi dettò a lui il suo cellulare.
Lui uscì dal bagno mentre lei finiva di risistemarsi. Poi uscì anche lei e dopo un po’ lo feci anche io, ma solo dopo essermi tirato una sega. La ritrovai fuori che mi stava cercando. Era tutta sorridente. Da lontano vidi che anche l’altra coppia si era riunita. Francesca mi venne vicino e mi baciò.
“Si sente che ho appena scopato?” mi chiese con tono fiero. “Mi sento nuda e mi sento come se tutti capissero che l’ho appena fatto.”
“Emetti sesso in qualunque forma. Andiamo a casa?”
“Sì.” mi rispose entusiasta.
Uscimmo salutando l’altra coppia. La donna mi fece capire che mi avrebbe chiamato. Lui non lo fece capire a Francesca ma era implicito che l’avrebbe fatto. Io avevo già di nuovo il cazzo duro. Non vedevo l’ora di arrivare a casa e scoparla e la voglia era così tanta che feci tutto il viaggio di ritorno in taxi toccandole la figa da sopra al vestito. Una masturbazione silenziosa con lei che faceva finta di niente guardando fuori dal finestrino, ma io sentivo l’umidità uscire.
“Allora? Racconta. Cosa hai fatto nel bagno?” le chiesi mentre con foga e difficoltà cercavo di sfilarle quel vestito intero che tanto era provocante quanto scomodo da indossare e togliere.
“Cazzo, questo vestito! Sai che l’ho dovuto togliere completamente per farmi scopare. Ero totalmente nuda.”
“Ti sei fatta scopare? Quando ti ho lasciato pensavo ti saresti limitata ad un pompino.”
“Beh, anche io subito non sapevo fino a dove mi sarei spinta, ma dopo che ho iniziato a leccarglielo ho capito che mi sarei fatta scopare.”
“Perché?”
“Perché aveva un cazzo… come dire… maestoso.”
“Davvero? Ce l’aveva grosso?”
“Sì. Decisamente.”
“E come mai ci avete messo così tanto?” le chiesi mentre intanto ero riuscito a spogliarla e le stavo leccando la figa, ancora sporca da prima.
“Te l’ho detto, un po’ per spogliarmi che dentro a quel bagno non era facile e poi… mi scopava bene, non veniva… e abbiamo provato varie cose, varie posizioni.”
“Varie cose?”
“Mi ha detto che desiderava il mio culo dal momento in cui l’aveva visto fasciato dalla mia tutina.”
“E glielo hai dato?”
“No, non siamo riusciti. Non riuscivo a trovare una posizione comoda per farmelo entrare, grosso com’era, senza neanche il lubrificante.”
“Se no tu avresti dato il culo ad uno che conoscevi da un quarto d’ora?”
“Beh, già mi stavo facendo scopare, non c’è questa gran differenza.”
“Ma quanto cazzo sei diventata troia?”
“Ti dispiace?”
“No… no, affatto. Posso fartelo io il culo, allora?”
“Certo, è tutto tuo.” mi rispose Francesca girandosi. Io glielo leccai un po’ e poi mi alzai e le puntai il cazzo sul buco.
“E tu? Con la moglie? Come è andata?” mi chiese mentre io iniziavo a spingermi in lei.
“Bene. Credo ci stesse provando con me.”
“Davvero? Ah, che puttanella anche lei… E tu che hai detto?”
“Niente, ma credo mi cercherà per andare a vedere altre mostre. A quanto pare al marito non piace, gli piace fare altre cose.”
“Tipo scoparsi le mogli degli altri.”
“Già. Quindi se lei mi cerca cosa devo fare?”
“Uhm… lo sai cosa ne penso di quelle che ci provano con te… ma direi che puoi andarci sapendo che dovrai rifiutare tutte le sue avances…”
“Potrà essere difficile…”
“Ma sarà divertente sapere che sei costretto a respingerla.”
“E se non ci riesco?”
“Ci riuscirai.”
“E come?”
“Comprerò una di quelle gabbiette per il cazzo, quelle che impediscono l’erezione. Uscirai con quella. Pensa l’umiliazione se dovesse saltarti addosso e sentire che la porti.”
“No, ti prego!”
“Invece sì anche perché quando tu uscirai con lei io uscirò con lui. Abbiamo qualcosa in sospeso. E quindi so che staresti tutto il tempo con il cazzo duro e con il cazzo duro non ragioni e non resisteresti se lei ci prova.”
“Ti giuro che ce la farò. Tutto ma non questo.”
“Uhm… vedremo… intanto scopami.”
(continua? …forse)
Mi piace la Lei dominante, ma sarà ancor più interessante se la storia ” continua”… per leggere a quali umilianti condizioni saprà concedere lo scambio…