Mostraglielo

Il seguito di “Raccontaglielo

Lui è partito. Un viaggio di lavoro in giro per l’Europa. Io ho dormito da loro. Nel loro letto, con lei. Lui ha dormito nella camera degli ospiti. Io e lei non abbiamo dormito molto. Lei era assonnata stamattina, con indosso soltanto una vestaglia di seta aperta sul davanti, mentre salutava il marito sulla porta con un bacio sulla guancia. Era scalza, si è sollevata sulle punte dei piedi per baciarlo. Poi si è intinta un dito nella figa sporca e glielo ha passato sul labbro inferiore, come ultimo saluto provocatorio.

Durante il giorno siamo andati in giro a fare shopping. Io mi sono comportato come se fossi la sua guardia del corpo. Negozi costosi e acquisti mirati. Scarpe, vestiti, lingerie tutti molto sofisticati eppure provocanti. In uno dei camerini, nel negozio che consentiva maggiore discrezione e intimità, mi ha fatto un pompino e si è bevuta tutta la mia sborra.

Quando siamo tornati a casa mi ha fatto entrare dal portone principale. Sono stato registrato. Ora sono uno che può passare dalla portineria e andare a casa loro, senza problemi. Il portiere non ha fatto domande, sa che parte del suo lavoro è la discrezione.

Lei chiama suo marito. È sera. Lui è in hotel. Ha finito i suoi impegni.

“Ciao, amore. Come stai?”

“Ciao cara. Stanco ma giornata positiva.”

Chiacchierano un po’. Discorsi di una coppia sposata. Lei cambia stanza. Sono cose loro, cose che non riguardano il sesso. Poi torna, mi guarda e cambia discorso.

“Ti ho chiamato perché volevo raccontarti alcune cose del weekend che non ti ho ancora raccontato.”

“Aspetta. Fermati.” dice lui, nervoso quasi spaventato.

“Cosa c’è? Non vuoi sentirlo? Mi sembravi curioso.”

“Sì, sì. Certo, lo voglio sapere. Ma non puoi raccontarmelo per telefono. Me lo dirai quando torno.”

“Perché? Io voglio raccontartelo ora. Ne ho voglia. Ne ho bisogno. Devo fartelo sapere.”

“No, cara. Al telefono no, lo sai. Queste cose al telefono no.”

“Ma perché?”

“Lo sai bene il perché. Uno nella mia posizione ha sempre il rischio che lo stiano intercettando per qualche motivo. E lo sai come vanno a finire poi queste cose, anche se non ho fatto niente di male se poi viene fuori qualcosa finisce che pubblicano anche le parti che non c’entrano nulla, quelle più pruriginose…”

“Ho capito…” dice lei delusa. “Quindi?”

“Quindi aspettiamo. Me lo dirai quando torno. Fra qualche giorno.”

“Uffa, amore… io… io ne avrei proprio bisogno… più ti tengo nascoste queste cose e più…”

“Dai, cara. Qualche giorno di pazienza. Non immagini anche io quanto voglia ascoltarti.”

I due si salutano. Lei chiude la telefonata. Voleva far eccitare il marito a distanza. Voleva raccontarle il weekend passato con me, aveva bisogno di confessargli le nostre trasgressioni. Per lei tutto questo fa parte di come è diventato il loro rapporto di coppia con la mia introduzione fra loro.

“Perché non glielo fai vedere, invece che raccontarglielo?” le propongo.

“In che senso?” mi chiede non capendo cosa voglio dire.

“Videochiamalo. E non c’è bisogno che parliate. Non gli dici niente, così non intercettano nulla. Glielo mostri.”

“Davvero? Dici che si può fare?”

“Sì. Mostraglielo.”

Lei lo richiama. Lui è stupito del fatto che lei lo abbia chiamato mostrandosi in video. Lei gli fa il gesto dello stare in silenzio portandosi il dito davanti al naso.

“Sssh. Non c’è bisogno che te lo racconto, amore. Guardaci.”

Lei mi passa il telefono. Io mi occupo di riprenderla mentre lei si spoglia sensuale come l’altra sera. Lui dall’altra parte si vede che si sistema sul letto della sua camera d’hotel. Si abbassa i pantaloni e inizia a masturbarsi. Lei una volta nuda si occupa della mia patta dei pantaloni, aprendola e tirando fuori il cazzo.

Poi appoggiamo il telefono in modo che continui a filmare senza bisogno di tenerlo in mano. Io poi mi denudo e le ripresento il cazzo da succhiare. Io sono in piedi e lei per terra in ginocchio. Mi lecca tutta l’asta e si dedica molto alle palle. Io allora mi giro e le spingo la testa verso il mio culo. Le faccia infilare la lingua tra le mie chiappe. L’altra sera le ho chiesto se al marito aveva mai leccato il culo. Lei senza interrompersi mi fece capire di no. Stasera non c’è bisogno di chiederglielo di nuovo. Non dobbiamo parlare e tanto il marito che ci guarda sa benissimo che per la sua raffinata mogliettina è una cosa nuova quella di leccare l’ano di un maschio. Dai gemiti di lui che giungono dal telefono capisco che ne soffre e ne gode allo stesso momento.

Poi la prendo, la scopo, la fotto, la inculo. Cerco di replicare tutte le posizioni che abbiamo fatto e la stessa intensità. Anche se so benissimo che ciò che lei vuol far sapere al marito, ciò che lei voleva raccontargli arriverà dopo la scopata. Per certi versi è un peccato non sentire con quali parole avrebbe confessato al marito di aver fatto una cosa così oscena, ma per altri sarà interessante vedere la reazione di lui di fronte all’evidenza. In fondo un racconto può sempre essere mediato e non del tutto veriterio, ma le immagini non mentiranno.

E così dopo averla scopata a lungo la prendo per i suoi capelli corti e la trascino con me verso il bagno. Mi porto dietro il telefono e lo posiziono in modo che riprenda bene la loro grande vasca. La faccio entrare nella vasca e lei si inginocchia proprio come la sera precedente. Controllo che dal telefono si veda bene. Vedo che lui è incuriosito dal cambio di scena. Lei invece è impaziente, lo guarda con l’aria di chi si vergogna ma non vede l’ora di essere umiliata.

Entro in vasca e mi metto in piedi vicino a lei. Lei mi guarda, golosa. Ogni tanto guarda verso il telefono. Lei comincia a toccarsi. Come aveva fatto l’altra sera. L’unica cosa diversa è che manca il dialogo fra noi, quello con cui l’ho stuzzicata e apostrofata in modo volgare, lo scambio di battute che è terminato con la richiesta di lei di fare quello che le avevo proposto.

Lei è sotto di me, in ginocchio. Guarda verso l’alto e apre la bocca tirando fuori la lingua. Io mi sto maneggiando il cazzo che non è del tutto duro. L’ho appena scopata a lungo, non riesce ad essere in completa erezione, ma è perfetto per quello che devo fare. Lo indirizzo e lo piego verso il basso, verso la sua faccia e verso la sua bocca. Poco dopo dal mio cazzo comincia a zampillare l’urina calda. Il getto la colpisce in faccia, le finisce in bocca, le bagna pian piano tutto il corpo. Lei non smette di toccarsi e inizia a godere per quella umiliazione a cui la sto sottoponendo. Lei, una donna distinta, di classe, elegante, dell’alta società, una donna per bene si sta facendo pisciare addosso.

“Cazzo…” sentiamo mormorare dall’altro capo della telefonata dal marito stupefatto.

Non crede ai suoi occhi nel vedere la moglie trattata così. Forse se lei glielo avesse raccontato non ci avrebbe creduto. E poi ancor più che la pratica perversa che stiamo facendo davanti a lui, a soprenderlo e a sconvolgerlo è il fatto che lei stia palesemente avendo un orgasmo mentre io le urino addosso.

Guardo verso il telefono e sorrido in modo diabolico. Mi accorgo che anche lui sta venendo spruzzandosi addosso lo sperma.

Prendo il telefono e la inquadro da vicino, in modo che la veda meglio tutta bagnata mentre ancora percepisce le ultime ondate di piacere dell’orgasmo.

“Ti amo…” mi sembra di sentire mormorare e poi metto giù.

(Continua…)

2 commenti su “Mostraglielo”

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