Non so bene cosa avessi in mente quando ho proposto a mia moglie di fare un weekend nella sua vecchia città, la città dove, incidentalmente, viveva il suo ex amante. Pensavo a qualcosa di trasgressivo ma forse non così tanto.
Eravamo nella stanza dell’hotel. Era pomeriggio. Mia moglie era sotto la doccia. Stavamo parlando.
“Se vuoi sono ancora in tempo a dirgli di no.” mi disse lei con tono un po’ seccato.
“Ma tu cosa gli hai detto?”
“Gli ho detto quello che mi hai suggerito tu: che ero in città a trovare un’amica e che se voleva potevamo vederci.”
“Non gli hai detto di me? Che c’ero anche io?”
“No.”
“E lui ti ha proposto una cena? Solo una cena?”
“Senti, sei stato tu a proporre di venire qua, a dirmi di dirglielo. Cosa c’è? Ora non vuoi più che lo veda? Sei diventato geloso? Basta che me lo dici e io mi invento una scusa all’ultimo.”
“No, no. Va bene. È solo che non ho capito bene le vostre intenzioni.”
“Vuoi che ti dica le sue intenzioni? Lui vuole portarmi a cena, vuole ricordare i bei tempi andati quando facevamo le porcate insieme e poi vorrà portarmi a casa sua e fottermi come faceva anni fa. Contento?”
“E tu? Quali sono le tue intenzioni?”
Mia moglie chiuse l’acqua della doccia e si affacciò fuori con aria torva.
“Ne abbiamo già parlato, mi sembra.”
“Sì… ma…”
“L’accordo era che se lo rivedevo dovevo sentirmi libera. Libera di fare ciò che mi sento. Mi sembrava che a te non dispiacesse. Avevi il cazzo durissimo quando ne abbiamo parlato…”
“Sì… ma…”
“… Ma non sto uscendo per scopare con lui. Cioè non lo so. Non credo. Sono passati anni. Non ha più su di me quel fascino che aveva. Però ciò non toglie che se capita qualcosa e mi va di farlo qualcosa succederà.”
“Cosa può succedere?” chiesi timoroso.
“Dal niente al tutto. I patti erano questi. Se lo vedo sono libera. Se non sono libera non ci vado. Ok?”
“Ok.” ammisi abbassando gli occhi.
Mia moglie uscì dalla doccia. Notai che si era depilata totalmente il pube. Erano anni che non lo teneva così. Si accorse che glielo stavo fissando.
“A lui piaceva così.” disse secca.
“Quindi…”
“Ti ho detto che non lo so. Ma se per caso gliela faccio vedere sarà contento. È un piccolo regalo che gli faccio.”
Osservai mia moglie che si asciugava, si spalmava la crema su tutto il corpo, poi si vestiva e si truccava. Era bellissima. Molto sexy, molto provocante.
“Non hai indossato le mutande.” commentai con un tono un po’ acido.
“No.” mi rispose lei tranquilla, sorridendomi.
Scendemmo giù nella hall e poi uscimmo in strada. Notai che molti uomini la guardavano. Chiamammo un taxi.
“Sei sicuro che mi vuoi accompagnare fino al ristorante?”
“Sì.”
“Ok. Però non farti vedere.”
Il tassista ci portò fino a davanti ad un ristorante rinomato.
“È lì davanti che aspetta. Deve essere proprio impaziente di vedermi. Stai giù se no ti vede.” mi sussurrò mia moglie. Mi domandai se il tassista avesse sentito e se avesse capito che in che razza di situazione mi ero cacciato.
“E tu sei impaziente?” le domandai a bassa voce.
“Sì.” mi rispose lei sincera.
Scese dal taxi. Io dissi brevemente al tassista che io rimanevo su, che mi doveva riportare indietro, ma che non doveva ripartire subito. La osservai mentre sculettava verso il suo ex amante. Gli gettò le braccia al collo. Si baciarono. In bocca. Sentii un abisso crearsi al posto del mio stomaco. Forse ero ancora in tempo per fermare quella pazzia.
“Mi dica lei quando partire.” commentò il tassista mentre guardava la scena poco lontana e me nello specchietto. Chissà che idea si era fatto.
“Sì, sì, ok. Parta pure.” gli dissi a denti stretti per cavarmi da quell’impaccio.
Arrivai di nuovo all’hotel che avevo ancora il cazzo duro.
….in attesa della terza parte…