Quando le mascherine servono a qualcosa di più divertente…
È tardi e non ho ancora cenato ma sto rientrando ora dal lavoro. Ho parcheggiato l’auto e sto camminando per le viuzze del centro. Sono quasi arrivato a casa. In giro non c’è nessuno. Incrocio una coppia. Li noto perché la donna è bellissima e vestita in modo molto sensuale. Cammina incerta su tacchi altissimi e mette in mostra gambe perfette. Ha qualcosa di familiare. Quando gli passo vicino la riconosco. È una attrice, non famosissima ma una delle più belle. L’uomo che è con lei non lo conosco. Danno l’impressione di cercare qualcosa e di non sapere bene dove andare. Appena li incrocio mi volto e le guardo il culo.
Arrivo presso il mio portone e comincio ad armeggiare con le chiavi per trovare quella giusta.
“Mi scusi.” sento la voce di lui. Mi giro. L’uomo si avvicina a me. La donna rimane in disparte, sembra quasi volersi nascondere, o non farsi riconoscere.
L’uomo mi chiede dove si trova un posto. Dice un nome che non riconosco. Lo dice male, non lo capisco bene. Faccio la faccia interdetta.
“Aspetti.” mi dice e si infila una mano in tasca. Ne estrae un foglio piegato, lo apre e me lo porge. Mi indica un nome scritto sopra. Do una veloce letta al foglio. C’è scritta poca roba tra cui il nome di un affittacamere di lusso. Non lo conosco, ma sotto c’è l’indirizzo e capisco dov’è.
Lo indico all’uomo. È pochi metri più avanti, devono entrare in quel vicolo in fondo alla strada. Lui mi ringrazia. La donna invece continua a rimanere in disparte, sembra quasi che si vergogni di aver chiesto indicazioni.
Li osservo allontanarsi. Lei è veramente bella e guardarla da dietro che ancheggia è uno spettacolo. La situazione mi ha incuriosito, loro avevano un atteggiamento strano e aspetto ad entrare nel mio portone. Li guardo fino a quando girano nel vicoletto. Sto per infilare le chiavi nella toppa ed entrare quando vedo arrivare nella via un’altra coppia. Anche questi sono vestiti molto eleganti e la donna è molto provocante nel suo vestito da sera con i tacchi altissimi. Vanno nella stessa direzioni di quelli di prima. Li seguo in modo discreto, a distanza. Girano nel vicolo e li vedo entrare in una porta aperta da cui esce un po’ di luce.
Resto lì qualche istante a cercare di capire se l’idea che queste due coppie mi hanno dato sia plausibile o no. Mentre sono lì arriva un uomo da solo, vestito sempre con un completo giacca e cravatta ed entra anche lui in quel luogo. Mi guardo. Anche io sono vestito elegante. Ci penso su qualche minuto. Sono curioso. E se provassi ad entrare anche io in quel posto?
Mentre indugio sul da farsi arriva un’altra coppia. Le mie convinzioni che sia in corso un qualche tipo di festa privata si rafforzano. E l’impressione che mi hanno dato tutti è che sia una festa privata di un certo tipo. Mi intrigherebbe molto scoprire se la mia sensazione è corretta.
Mi decido ad entrare. Mi trovo davanti ad una reception di un affittacamere di lusso. Sembra non esserci nessuno ma mi accorgo subito che c’è qualcuno abbassato dietro al bancone, mi sporgo per guardare. Senza farlo apposta l’occhio mi cade su un foglio appoggiato. Leggo un nome.
Una bella ragazza giovane e vestita elegante si alza e mi saluta amichevole.
“Ah, buonasera, ben arrivato. Mi scusi stavo tirando fuori…” indica in basso poi interrompe la spiegazione, in fondo non è importante.
“Mi dica: parola della serata?”
Non mi aspettavo una domanda così. Non capisco neanche bene cosa voglia dire. Rimango un attimo interdetto e spero che non si sia notato troppo. La domanda è insolita ma mi conferma l’idea che mi ero fatto: una festa privata ad inviti ristretti. Sto per scusarmi ed andarmene ma ho una illuminazione: nel foglio che mi aveva passato l’uomo c’era scritta una parola che stonava con tutto il resto. Era scritta da sola, slegata dal resto, e non aveva apparentemente significato.
Dico quella parola. La ragazza mi sorride.
“Benvenuto. Lei è un singolo? Signor…”
Qui mi viene in soccorso ancora la buona sorte di quella serata. Mentre mi ero sporto per vedere se ci fosse qualcuno avevo visto quel foglio appoggiato. C’erano scritti dei nomi seguiti dall’iniziale del cognome e da un numero. Istintivamente ne avevo letto e per fortuna memorizzato uno. Lo dico. Vedo gli occhi della ragazza che scorrono il foglio.
“Benvenuto.” e ripete quel nome. “Buona serata e…” si piega in basso e poi mi porge una cosa. “Questa è sua. La indossi tutto il tempo.”
Mi rigiro tra le mani quell’oggetto. È una maschera rigida, tipo quelle da carnevale, da mettere intorno agli occhi e sopra al naso, lasciando liberi mento e bocca.
La ragazza mi indica le scale e mi invita a salire. In quel momento capisco di aver fatto un cazzata. Mi sono imbucato col nome di un altro in una festa privata. C’è solo una cosa che mi tranquillizza e che conferma la mia buona sorte di quella sera: il fatto che debba indossare una maschera. Nessuno mi riconoscerà, nessuno capirà, forse, che io a questa festa non ero invitato. Mentre salgo le scale spero ardentemente che il tipo di vesta sia quello che mi sono immaginato.
Arrivo di sopra. C’è molta gente che passeggia o chiacchera per i saloni di quel palazzo. C’è musica classica di sottofondo. Sparsi per le sale ci sono dei buffet con qualcosa da mangiare e da bere. In quel momento mi viene in mente che io non ho ancora mangiato e il mio interesse per tutto il resto passa in secondo piano.
Mangio qualcosa e cerco di ambientarmi e studiare la situazione. Penso che ce la farò a rimanere anonimo. Non sembra che sia gente che abbia tutta familiarità fra loro. Qualcuna dà l’impressione di conoscersi, ma molti sembrano spaesati come me o comunque sembra che stiano facendo conoscenza in questo momento. Indossano tutti la maschera. Si vedono bocca e occhi. Si è sufficientemente anonimi per lasciarsi andare. Sono quasi tutte coppie. Alcuni uomini soli e ancor meno donne sole.
Dopo alcuni minuti in cui sembra non succedere niente percepisco un po’ di agitazione. Vedo diverse persone che cambiano stanza. Mi reco anche io di là. Al centro della stanza, su un grande divano ci sono seduti due uomini a gambe aperte, appoggiati allo schienale. In mezzo a loro c’è una donna inginocchiata. Le sue mani hanno aperto le patte dei pantaloni dei due. Lei si china alternativamente a succhiarne uno e poi l’altro. Quello che non succhia lo sega con la mano. Tutto attorno diversi spettatori osservano la scena. Diverse coppie cominciano ad amoreggiare mentre osservano.
C’è un uomo in piedi vicino alla donna. Ha un bicchiere in mano. Poi si china e solleva il vestito a lei. Sotto ha un reggicalze ma per il resto è nuda. Colgo un qualcosa che brilla tra le sue chiappe. Ha un plug piantato dentro.
L’atmosfera si accende. Altre donne si inginocchiano e iniziano a succhiare i loro uomini. Una donna viene spinta sul divano ed un uomo infila la testa fra le sue gambe. Un’altra si denuda davanti a tutti. Dopo pochi minuti la metà dei presenti che non fa da spettatore sta dando spettacolo impegnata in varie attività sessuali.
Tutto ciò è ancora meglio di quello che mi ero immaginato. Sono eccitato e non vedo l’ora di approfittare di questa situazione. Ma il mio obiettivo è, a questo punto, principalmente uno. Cerco la prima coppia che ho incrociato in strada. L’uomo e l’attrice. Mi aggiro per le stanze fino a quando li trovo. Sono in una camera da letto. Lui è appoggiato al muro. Ha un bicchiere in mano, così come lei, e con l’altra mano l’abbraccia scendendo spesso a palparle con vigore il culo. Stanno guardano un gruppetto, tre uomini e due donne, che, completamente nudi, stanno scopando fra loro nel letto.
Mi avvicino, mi metto a fianco a lei. Per un attimo ho paura che mi possano riconoscere, ma lei non mi aveva neanche guardato e lui era troppo agitato per trovare il posto per fare caso a me.
Rimango lì qualche minuto a osservare quel sesso di gruppo. Sento i miei vicini che lo commentano fra loro. Lui le parla nell’orecchio. Qualche parola la colgo. Le chiede se vorrebbe essere lì in mezzo. Lei annuisce. Si capisce che è eccitata.
“Pensa se sapessero chi sei…” sento che lui le dice queste parole. Colgo in lei un turbamento. Intuisco che la differenza tra la sua immagine pubblica e questa perversione la eccita e la spaventa allo stesso tempo.
Poi sento una mano che mi tocca il pacco. Mi giro. Lei mi sta toccando facendo l’indifferente. Non mi guarda. Lui invece mi sta sorridendo, fiero della sua donna.
“Ce l’ha duro?” sento che le chiede. Lei annuisce. “Tiraglielo fuori.”
Sembra timida nel modo in cui si inginocchia senza mai guardarmi in faccia e si mette a succhiarmi il cazzo. Per certi versi questo suo atteggiamento mi salva da una venuta istantanea. Io preferisco donne un po’ più spigliate, quindi questo suo modo di agire apparentemente non tanto partecipato, compensa la folle consapevolezza di avere il cazzo in bocca di quella bella attrice.
C’è infatti un momento, in cui lei alza un attimo gli occhi incrociando i miei e sembra appassionata al gesto che sta compiendo che quasi mi fa venire.
“Dai basta.” dice l’uomo con lei prendendola per i capelli e tirandole la testa all’indietro. Con l’altra mano si sta toccando da sopra i pantaloni. “Fatti scopare da questo bel ragazzo. Non ce la faccio più a vederti solo con il suo cazzo in bocca.” aggiunge trafelato.
La fa alzare. La fa appoggiare al muro con le mani. Poi le tira su il vestito e le abbassa il perizoma. Fa tutto lui. Prende un preservativo da una ciotola poco lontana che ne è piena, lo apre e me lo srotola sul mio cazzo, toccandomelo senza neanche porsi il problema che io magari potessi non gradire mani maschili che me lo manipolassero. Ma con quel culo davanti avrei accettato di tutto anche da quelle mani.
Si sputa in una mano e gliela mette fra la gambe. Poi mi tira per il cazzo e me lo punta contro di lei.
“Hai un bel cazzone, amico. Incula questa troia. Le piace.” mi dice eccitato.
“No, non è vero…” mormora lei ma mi accorgo che si posiziona per prenderlo meglio.
“Zitta, troia.”
Le tiene aperte le chiappe e mi invita a procedere. Io spingo. Il culo, quel culo da sogno, si apre come niente e mi accoglie.
“No… no… fermi…” mormora lei.
Io esito per un istante. Voglio essere sicuro che lei stia gradendo tutto ciò, che non sia tutto solo una volontà dell’uomo che è con lei. Ma appena sto fermo per qualche secondo mi accorgo che lei mi viene a cercare. Si fa indietro col culo. E si incula da sola. Non mi muovo più ed è lei a muovere il culo su e giù per il mio cazzo.
“Ma quanto sei troia…” sento lui che le parla all’orecchio. Lei gode. Sembra che cerchi di trattenersi ma gode. Lui si sega e continua a dirle porcate nell’orecchio.
“Pensa se lui sapesse chi…” sento che le dice questo e sento l’ano di lei che si contrae, spaventato e poi immediatamente si rilassa, eccitato. “E se glielo dicessi? Ora glielo dico.”
“No, no…” si lamenta lei. “Non dire niente.”
La sento che gode. Ha un orgasmo incontrollabile. Si vergogna di quello che fa ed è terribilmente eccitata e terrorizzata che di lei, donna pubblica, si venga a sapere che frequenta feste per scambisti.
Lui le mette una mano sulla fica e inizia a masturbarla mentre continua a sussurrarle: “Ora glielo dico, ora glielo dico, ora lo dico a tutti…”
Lei crolla. Le sue gambe non la reggono. Trema e gode.
“Tu sei venuto, amico?” mi chiede lui.
“Non ancora.” rispondo io incredulo io stesso di fronte a questa situazione pazzesca.
Mi fa inginocchiare avvicinare il cazzo al volto di lei che intanto si è accasciata a terra. Poi me lo prende in mano, sfila il preservativo e inizia a segarmelo lui.
“Ok?” mi chiede con un cenno di intesa. Io acconsento, non mi farò certo problemi a farmi segare da un uomo dopo quello che lui mi ha offerto.
“Sborrale in faccia.” mi dice e subito dopo si allunga verso di lei e le slaccia la maschera. Il volto di lei, il famoso volto di lei, mi si presenta agli occhi. Lui sorride diabolico. Lei sembra quasi che non se ne sia resa conto, ha gli occhi chiusi, ma è impossibile. Io sborro. Le ricopro quel bel viso di sostanza bianca e densa. Tanti schizzi, abbondanti.
Lui poi le rimette la maschera. Mi fa l’occhiolino e mi fa cenno di non dire niente. Poi l’aiuta a rialzarsi e dopo poco escono dalla stanza. Io sono seduto a terra, esausto.
Più tardi provo a cercarli di nuovo. Non tanto per fare ancora cose con loro, ma per vedere cosa fanno. Non li trovo. Se ne saranno andati. Io penso che quella serata mi è andata fin troppo bene. Non voglio sfidare ulteriormente la sorte e me ne vado anche io. Forse non voglio neanche sporcare con altri ricordi le immagini che ho ben impresse nella mente del culo perfetto e del viso sborrato di lei.
Appena mi ricapiterà di vederla in televisione sono sicuro che sborrerò all’istante.
Molto bello.. Mi piace soprattutto la figura dell’attrice
Grazie