Un posto (ancora più) romantico

Il prima e il dopo di “Un posto romantico

“Ho conosciuto uno.” mi disse un giorno la mia fidanzata come se nulla fosse.

“Conosciuto uno? Cioè?” chiesi curioso.

“Sì, dai, uno che ci sta provando con me.”

“Non mi sembra una novità. Ci provano tutti con te. Perché me lo dici?” sapevo qual era la risposta.

“Beh, perché… perché lui non mi dispiace…”

“Non ti dispiace oppure…?”

“Sì, dai, insomma, è un bel figo.”

“Me lo stai dicendo perché in realtà ci stai già uscendo?”

“No. Però lui mi ha chiesto di uscire.”

“E tu gli hai detto di sì?”

“Ancora no, ma gli sto facendo capire che ci sto… che sono disponibile…”

“Disponibile fino a cosa?”

“Chiaramente non gliel’ho detto, ma sono abbastanza allusiva nei messaggi.”

“E a me lo dici fino a cosa sei disponibile con lui?”

Mi venne vicino e mi tasto il cazzo da sopra i pantaloni. Lo sentì già duro. Mi parlò nell’orecchio, quasi ansimante.

“Lo sai fino a cosa sono disponibile con quelli che mi piacciono. Lo sai che faccio tutto quello che a te piace che io faccia con gli altri… per farti crescere ancora un po’ quel paio di corna che ti ho messo in testa…”

“Sei una troia…” le risposi con voce rotta dall’eccitazione.

“Come piace a te amore, no?”

“Sì…”

“Allora dimmelo.”

“Cosa?”

“Dimmi fin dove devo essere disponibile con lui.”

“Devi essere disponibile fino a… fino a farti scopare…”

“Fin dalla prima sera che ci esco?”

“Sì.”

“Ma penserà che sono una troia…”

“Non lo sei, forse?”

“Sì, ma… sono la tua troia…”

“Devi essere la sua troia, la sera che ci esci.”

“Davvero, amore?”

“Sì. Mi piace che tu sia troia con altri.”

“Come sei carino, amore. Lo sai quanto mi piace fare la troia…”

Lei stava continuando a strofinare la mano sul tessuto teso dei miei pantaloni mentre ci parlavamo a vicenda nell’orecchio, ma le fermai il polso, bloccandola.

“Ok. Basta.” le dissi.

Lei scoppiò a ridere. Aveva capito, ma lo chiese per conferma:

“Sei venuto?”

“Sì.”

Ridacchiò nuovamente e si staccò da me.


“Questo o questo?” la mia ragazza mi comparve davanti improvvisamente. Aveva appena fatto la doccia. Era completamente nuda. In ognuna delle due mani reggeva un appendiabiti con appeso un vestito. La scelta era fra due dei suoi vestiti più provocanti.

“Che scarpe metti?” le chiesi prima di esprimere una preferenza.

“Aspetta.” mi disse lanciandomi addosso i due abiti e correndo di là.

Tornò poco dopo calzando un paio di sandali aperti con il tacco altissimo a spillo. Riprese in mano i due vestiti e se li portò prima uno e poi l’altro davanti al corpo per darmi una idea di come stavano abbinati alle scarpe.

Indicai senza esitazione quello fatto a tubino, che sapevo che le fasciava il corpo in una maniera che lasciava giusto quel poco di curiosità di scoprire come era fatta che uno voleva proprio togliersela.

Mi ringraziò per il consiglio e se ne tornò in camera. Io le guardai il culo e poi feci uscire il cazzo dai pantaloni per segarmelo un po’, visto quanto si era indurito all’idea che la mia ragazza uscisse così vestita per farsi auspicabilmente scopare da un altro.

Dopo qualche minuto ricomparve pronta per uscire.

“Allora io vado.” mi annunciò.

“Aspetta. Lasciati salutare.” le dissi. Entrambi sapevamo cosa significava quella mia richiesta.

Andai verso di lei. Poi mi inginocchiai e mi chinai. Le baciai un piede. Poi con la lingua risalii lungo il polpaccio e la coscia. Lei intanto si era tirata su la gonna. Spostai il tessuto della mutanda per leccarle un po’ la figa. Era dolce e bagnata. Poi mi spostai dietro di lei per infilarle la lingua dietro. Il suo buco del culo era morbido, liscio e particolarmente profumato. Sapevo benissimo cosa significasse la cura con cui se lo era preparato. Era pronta a farselo sfondare. Da un ragazzo con cui usciva per la prima volta.

“Attento. Mi raccomando.” mi disse senza specificare a cosa si riferiva. Ma lo sapevamo entrambi: non voleva che miei schizzi di sborra (mi stavo segando nel frattempo) le sporcassero i sandali.

Infatti io venni ma stessi attento a sborrare solo sul pavimento.

“Allora ciao, amore, ti faccio sapere qualcosa, forse. Se torno oppure no, dipende come va la serata. Mi raccomando, pulisci.”

“Grazie. Ti amo.”

“Anch’io.”

Si chiuse la porta alle spalle. Ascoltai i suoi passi affrettati. Poi guardai dalla finestra che saliva in auto e sgommava via, impaziente di donarsi all’altro uomo.


Squillò finalmente il telefono. Era lei.

“Ciao, tutto bene?”

“Sì, sì, tutto bene. Anzi, tutto benissimo”

“Quindi lui ci ha provato?”

“Sì, ci ha provato.”

“Com’è? Ti piace?”

“È un bel tipo, te l’avevo detto.”

“Dove ti ha portato?”

“Siamo stati in questo ristorantino, si mangia benissimo… dovremmo venirci anche noi due qualche volta… un posto bellissimo…”

“Davvero? Poi mi dici dov’è.”

“Sì, ci tornerò con te.”

“Ma oltre la cena… avete fatto qualcosa?”

“Come?… sì, poi dopo ci siamo appartati qui vicino.”

“Appartati?”

“Sì.”

“Cioè per fare… cose?”

“Sì… ci siamo baciati.”

“Bacia bene?”

“Sì, bacia bene.”

“Mi sto già segando. Posso?”

“Come?… sì, sì, fai pure, segati pure, ti piacerà quello che ti sto per dire.”

“Quindi non vi siete solo baciati?”

“Sì, non ci siamo solo baciati… me l’ha leccata.”

“Te l’ha leccata bene?”

“Sì, molto bravo… seduta sul muretto… mi ha fatto godere…

“E tu glielo hai succhiato?”

“No, io non gliel’ho succhiato.”

“Come mai?”

“Eh, come mai, perché non c’è stato tempo.”

“Cioè è finita così? Te l’ha solo leccata?”

“No, nel senso che poi mi ha subito scopato.”

“Oddio, ti ha scopato?”

“Sì, mi ha scopato, mi ha presa da dietro.”

“Mmh”

“Ti piace? ti stai segando, bravo amore.”

“Poi che è successo?”

“Poi arrivava gente… allora ci stavamo per fermare ma io ho voluto continuare fino a godere… abbiamo rischiato, quasi ci beccavano.”

“Cazzo! Mi hai fatto venire.”

“Come? sei già venuto? ma no, amore! ti manca ancora la parte migliore.”

“Oddio, che altro avete fatto?”

“Va beh, allora te la racconto quando arrivo a casa, ok?”

“Ok.”

“Tu ricaricati.”

“Ma siete ancora insieme?”

“Come? sì, sono ancora qui con lui.”

“Ma quindi ha sentito che parlavi con me?”

“Sì, ha sentito tutta la telefonata.”

“Che troia che sei…”

“Come? sono una troia? sì, amore, è come mi vuoi tu, no?”

“Sì…”

“Bravo… dai ora ti lascio, ci vediamo fra un po’ a casa, ok?”

“Ok, ti amo. Ti aspetto.”

“Sì, ciao, ti amo anche io.”


Mi misi alla finestra. Non vedevo l’ora che rientrasse per farmi raccontare il resto, magari mentre si lasciava leccare tutta da me.

Finalmente vidi la sua auto. Parcheggiò e scese, ma subito rimasi a bocca aperta per la sorpresa. Dall’auto scese anche un ragazzo. Lo aveva portato qui. Non l’aveva mai fatto prima e… Si aprì anche la portiera dietro e scese un’altra persona. E quello chi era? Era uscita con uno, si era fatta scopare da lui e adesso tornava a casa in compagnia di due? Aveva sempre saputo sorprendermi ma mai come questa volta.

L’aspettai con la porta aperta. Lei arrivò sculettando sui tacchi e mi buttò le braccia al collo.

“Chi.. chi sono?”

Divertita e quasi imbarazzata me li presentò. Uno era il ragazzo con cui era uscita, in effetti un gran bel ragazzo, che mi strinse la mano con aria di superiorità. D’altronde si era appena scopato la mia donna e sapevo che io avevo goduto di questo. L’altro invece mi disse che era un cameriere del ristorante. Lo aveva notato durante la cena, anche lui un bel ragazzo, e poi lo aveva visto che staccava a fine turno, allora le era venuta l’idea di invitare anche lui a casa nostra per continuare la serata.

“Continuare come?” le chiesi ingenuamente.

“Continuiamo che mi faccio scopare da loro due insieme e tu guardi, ovviamente.”

Non poteva che andare così, in effetti. Passai la serata a segarmi, a sborrare, a riprendermi e a segarmi di nuovo mentre i due ragazzi si davano da fare su di lei. Spesso insieme. Quasi sempre ne teneva uno in bocca e l’altro in figa. Poi mi guardava sorridendo in modo diabolico.

L’ultima sborrata la feci mentre lei veniva penetrata da entrambi, uno in figa e uno in culo. Non che dopo quello smisero di scopare ed io smisi di segarmi, ma dal mio cazzo non poteva più fisicamente uscire più nulla.


Far sapere ad altri che ti piace che la tua donna scopi con altri è già una situazione umiliante e imbarazzanti. Farglielo fare davanti a te lo è ancora di più, soprattutto se il tuo ruolo nel gioco è soltanto quello di guardare e segarti. Ma quella sera l’apice dell’umiliazione arrivò successivamente.

Lei era stesa sul letto, sul nostro letto, esausta, coperta di sborra e con gli orifizi indolenziti per l’eccessivo lavoro. Aveva detto basta e i due si stavano rivestendo. Fu a quel punto che mi parlò.

“Amore, li riaccompagni tu al ristorante dove hanno le loro auto?”

E così mi ritrovai a guidare nella notte per fare da autista a due che mi avevano appena scopato la ragazza in tutti i modi possibili. C’era un imbarazzante silenzio all’interno del veicolo, ma venne rotto da domande ancora più imbarazzanti.

“Cosa ci trovi di così bello nel far scopare la tua ragazza con altri?… Come mai ti piace così tanto essere cornuto?… Ma tu la scopi?… Perché lei non si accontenta di scopare con te?… Non la fai godere?…”

E così via.

Io risposi cercando di far capire il mio punto di vista e di non apparire troppo sfigato nell’accettare, anzi nel desiderare di essere fatto cornuto da lei. Non credo che loro riuscirono a capire fino in fondo il mio punto di vista, però erano molto felici che io ce l’avessi. Si erano guadagnati, grazie ad esso, una gran scopata con una gran troia.


“Perché non andiamo fuori a cena questo weekend?” mi chiese lei una sera.

“Ok. Dove vuoi andare?”

“Non siamo ancora stati insieme in quel ristorantino… quel posto romantico…”

“Ah. Ok.”

Rimanemmo un po’ in silenzio. Lei mi guardava cercando di leggermi nella mente.

“Non ti vedo convinto.” mi disse dopo un po’.

“Ci sarà… quel cameriere.”

“Uhm, sì, probabilmente sì.” mi disse come se questo non avesse sottointesi. “Spero di sì.” aggiunse poi facendomi capire le sue vere intenzioni per l’eventuale proseguio di serata.

“Ok.” accettai io. Mi piaceva quando organizzavamo giochi basati sulle nostre fantasie, ma la sensazione di imbarazzo provata quella sera ancora un po’ mi frenava. Rifarlo con uno di quei due mi metteva un po’ a disagio.

“Dai, sarà romantico, vedrai.” mi disse lei contenta.

8 commenti su “Un posto (ancora più) romantico”

    1. Grazie. Qualche idea arriva da esperienze fatte, qualche altra da esperienze raccontate, molte da semplici suggestioni che poi rielaboro e arricchisco nella mia mente, altre ancora infine sono frutto solo di immaginazione. Questo racconto, ad esempio, nasce da una cena in un posto effettivamente romantico e da un dopocena effettivamente interessante… ma a cui ho aggiunto qualche personaggio in più e qualche intreccio in più. Sono partito da una situazione stimolante ma nel complesso “normale” e ci ho aggiunto qualche perversione per renderla narrativamente interessante. E tu dove prendi le tue?

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