Rumori

Le porte delle stanze degli hotel sono sottili e si sente tutto.

L’hotel presso cui lavoro ha una dependance di poche camere più lussuose delle altre a qualche centinaio di metri dall’edificio principale. Come capita quasi tutte le mattine sto spingendo il carrello lungo il viottolo che collega l’hotel alla dependance con sopra una ricca colazione per due persone. Arrivo a destinazione, sistemo le ultime cose sul carrello, controllo l’orario e poi ricontrollo ancora una volta il numero della stanza a cui è destinata la colazione. Tutto coincide.

Sto per bussare, ma sento un rumore. Poi di nuovo. Si sente forte, impossibile non sentirlo. E anche impossibile non capire di cosa si tratta. Però non ci posso credere e ascolto meglio. Di nuovo. Sono urla, gemiti, rumori sordi di qualcosa che sbatte. È una voce di donna, di donna che sta facendo sesso e sta godendo rumorosamente in seguito alle spinte del suo uomo. Stanno scopando dentro la camera e non stanno facendo nulla per non farlo sentire.

Per un attimo ho un dubbio. Magari è solo qualcuno che sta guardando un porno ad alto volume. Ma mi avvicino alla porta e capisco che è tutto vero. Il suono è troppo realistico, troppo tridimensionale. Sono gli occupanti della stanza a farlo.

Mi eccito. Il mio cazzo diventa duro. Sentire questa donna sconosciuta godere in questo modo mi provoca delle voglie.

Vanno avanti molto. Evidentemente lui è molto resistente. Io nel frattempo non so che fare. Non oso bussare, non oso interromperli. Forse poi neanche mi sentirebbero. E poi capirebbero che li ho sentiti. Mi imbarazza. Quindi rimango lì come uno scemo fuori dalla porta della stanza, col carrello della colazione tutto imbandito. Spero che non si raffreddi troppo il caffè.

Passano i minuti. Sento una porta di un’altra stanza che si apre. Pochi istanti dopo passano al mio fianco un signore e una signora un po’ anziani. Mi vedono. Li guardo un po’ a disagio. Ci scambiamo un cenno di saluto. Dalla stanza i rumori di sesso continuano ad uscire incontrollati.

“Anche stanotte li abbiamo sentiti.” scherza il signore facendo un cenno con la testa verso la porta davanti alla quale staziono.

“Che vergogna.” dice la donna con aria offesa.

Io rispondo con una alzata di spalle imbarazzata.

Poi se ne vanno, lasciandomi di nuovo solo. La donna dentro la stanza sembra avere un orgasmo continuo. Urla dei sì e dei no apparentemente senza senso. Si sentono chiaramente i due corpi che sbattono l’uno contro l’altro.

Quando tutto sembra essere finito non oso bussare subito. Farei capire che ero lì fuori ad aspettare che finissero. Quindi lascio passare alcuni minuti. Anche per essere sicuro che non riprendano. Alla fine mi decido. Busso e dico “Colazione in camera.”

Passano pochi secondi e la porta si apre. È lei, la donna. Una bella ragazza intorno ai trent’anni. È scalza e indossa un accappatoio corto. Subito immagino che sotto sia nuda, vista l’attività in cui era impegnata fino a pochi minuti prima. È spettinata, ha proprio l’aria di chi ha appena fatto del gran sesso. Avrei potuto indovinarlo anche senza averla sentita. L’uomo non lo vedo, ma sento il rumore dal bagno di qualcuno che sta facendo la doccia.

Mentre spingo il carrello dentro alla camera il mio cazzo ritorna duro.

Illustro brevemente l’offerta della colazione mentre la dispongo sul tavolino. Lei mi ringrazia. Poi quando ho quasi finito vedo che guarda l’ora e le viene un broncio.

“Però sei in ritardo. Noi la colazione l’avevamo chiesta per mezzora fa.” si lamenta.

“Ah, mi scusi. Ci deve essere stato un disguido.” cerco di giustificarmi.

“Eh però non va bene.”

“Mi scusi di nuovo.”

“Non ce l’ho con te, tranquillo. Mi farò sentire con la reception.”

“No, guardi, non è il caso.”

“Perché? Se noi chiediamo la colazione per una certa ora vogliamo che siate puntuali.”

“Sì, ma…”

“Ma?”

“No è che…”

“Spiegati.”

“Siamo stati puntuali, la colazione era pronta per l’ora giusta. È colpa mia.”

“Ah. E perché hai ritardato?”

“Perché…” non so cosa dire, non so cavarmi fuori da questa situazione. “Perché non volevo… disturbare.”

Lei mi guarda per un attimo interdetta. Poi vedo che l’espressione del viso cambia. Ha capito. Le viene da sorridere, quasi da ridere.

“Ah… ci hai sentito.” dice.

“Ehm…”

“Ci hai sentito scopare.” dice lei diretta. “Lo so, sono una che si lascia un po’ andare…” aggiunge con un tono che sembra quasi malizioso.

“Mi scusi, non volevo.” cerco di giustificarmi.

“Quindi sei stato lì fuori dalla porta tutto il tempo, ad ascoltare?” mi chiede con un tono che non sembra accusatorio, ma complice.

“Beh…” vorrei mentire ma non sono bravo a farlo.

“Ti è piaciuto quello che hai sentito?” domanda lei e sembra ancora più maliziosa, addirittura con una mano sembra aprirsi un po’ l’accappatoio sul seno.

Io arrossisco e distolgo lo sguardo. Il mio cazzo è duro. Spero che non si veda sotto l’uniforme da cameriere che indosso, che però è un po’ tesa sul davanti.

“Dimmi, cosa hai sentito?”

“No, ma niente di che…” deglutisco nervoso nel momento in cui lei si slaccia l’accappatoio e lascia che rimanga aperto. Vedo lo spazio fra le tette e il suo pube peloso.

“Cosa pensavi mentre eri lì fuori ad ascoltarci?”

Lei si appoggia con le mani allo schienale di una sedia. È a un metro da me. Alza una gamba e struscia il suo piede nudo lungo la mia. Arriva fino a toccarmi tra le gambe. Sente il mio cazzo duro sotto ai pantaloni. Io sono immobile.

Lei mi guarda sorridendo in modo provocante. Io mi guardo attorno e faccio dei cenni allarmati verso la zona del bagno. Non si sente più il rumore dell’acqua della doccia. Ho paura che arrivi il marito e ci colga sul fatto mentre sua moglie è seminuda con un piede sulla mia patta. Lei capisce i miei timori e dice:

“Tranquillo. Non è un problema.”

Poi si inginocchia sfilandosi del tutto l’accappatoio. É nuda. Armeggia con i miei pantaloni e mi tira fuori il cazzo. In un attimo ce l’ha tutto in bocca.

“O mio dio!” mormoro.

Compare lui. Un uomo più vecchio sia di lei che di me, a occhio verso in cinquant’anni ma con un fisico molto in forma. Con un asciugamano si sta sfregando i capelli. Un altro asciugamano lo tiene legato in vita e per il resto non indossa altro. Ci vede. Non sembra particolarmente stupito. Sorride. Ci guarda con aria compiaciuta.

Lei interrompe il pompino, ma lo sostituisce subito con una sega, mentre si gira verso il proprio uomo.

“Sai che ci ha sentiti scopare? Era qui fuori dalla porta che aspettava di portarci la colazione.”

“Sarai contenta, dicevi che volevi farti sentire da tutti.”

Ridacchiano fra loro.

“Vuoi sentirla di nuovo gridare?” dice lui rivolto a me.

Poi non aspetta veramente una mia risposta. Si avvicina a noi, si sfila l’asciugamano lasciandolo cadere ai suoi piedi e mettendo in mostra un cazzo già duro e di dimensioni notevoli. La prende per mano e la tira su. Lei smette di segarmi. Poi lui la spinge sul tavolo spostando e facendo cadere diverse cose della colazione. Io istintivamente mi prodigo per sistemarle e raccoglierle. Lui invece se ne frega. È impegnato in altro. In particolare nel puntare il suo cazzo contro il culo di lei. Spinge ed entra in un attimo. Lei urla. Un po’ dolore e un po’ piacere. Le è entrato nel culo. La sbatte senza ritegno. Lei gode, geme e urla. Il tavolo si muove, le tazzine e i cucchiaini tintinnano.

Io mi sego guardandoli. Sono uno spettacolo. Lei è completamente in balia di lui che la sottomette con suo grande piacere. Il viso di lei è trasfigurato. Dei suoi occhi si vede solo la parte bianca. È una scena da film porno, a pochi centimetri da me.

Poi ad un certo punto lui la tira su. La prende per le gambe e la solleva come niente. Si girano verso di me. Lui ha ancora il suo cazzo piantato nel culo di lei che è a gambe spalancate. Lui la tiene sollevata da sotto alle ginocchia e la fa sobbalzare in modo che faccia su e giù sul suo cazzo. Lei con la schiena aderisce al busto di lui e, girando la testa, cerca di baciarlo.

“Avvicinati.” mi dice lui. “Sbattiglielo in figa.”

Io per un attimo sono indeciso. Davvero posso approfittarne e scoparla in doppia penetrazione insieme a lui?

Lei si gira e mi guarda facendomi capire che non desidera altro. Io mi avvicino. Punto il cazzo tra le sue labbra della figa e alzandomi in punta di piedi le entro dentro come niente. Lei butta le braccia al mio collo e mi bacia.

È complicato sincronizzare i movimenti ma dopo un po’ i nostri due cazzi si coordinano e la fottiamo in modo alternato. È una situazione eccitante. Troppo. E infatti vengo quasi subito. Lui invece continua imperterrito a fotterla nel culo.

Lei continua a godere e urlare. Da fuori la sentono sicuramente.

Sembra un po’ delusa dal fatto che io sia già venuto, ma ha già in mente come farmi rimediare. Mi spinge la testa in basso e senza bisogno di chiedere niente io capisco. Mi inginocchio e la lecco. Osservo da pochi centimetri il cazzo di lui piantato nel culo e le lecco la figa pelosa e sporca della mia stessa sborra. Poi lei mi tira per i capelli e mi rimetto in piedi. Mi bacia. Assaggia la mia sborra dalle mie labbra. Il mio cazzo torna duro.

Cambiano posizione. Lui la fa mettere a quattro zampe per terra. Continua a scoparla mentre lei riprende in bocca il mio cazzo. Mi fa venire una seconda volta.

Poi mi congedano.

“Domani la colazione alla stessa ora. Lasciamo la porta aperta. Entra pure.”

Mi ricompongo ed esco. Devo avere un aria beata e sconvolta mentre incrocio i signori di prima. Arrossisco come se potessero capire che sono stato coinvolto nei giochi di quella coppia rumorosa. Mi sembra che la signora mi guardi con aria di rimprovero. Ma io le sorrido.

2 commenti su “Rumori”

  1. un classico dell’erotismo il cameriere che porta la colazione e che viene coinvolto in um menage di sesso, 🙂

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