Tra moglie e marito la classe operaia va in paradiso
Uscendo per andare al lavoro passammo come tutte quelle mattine davanti al cantiere vicino a casa nostra. Avevano demolito una casa e la stavano ricostruendo. Io e mia moglie camminavamo l’uno a fianco all’altra, persi ciascuno nei propri pensieri. Ad un certo punto mi accorsi che lei non stava più camminando al mio fianco. Mi girai e la vidi ferma immobile che guardava verso il cantiere. La raggiunsi, seguii il suo sguardo che mi sembrò fisso verso un operaio giovane che stava lavorando poco lontano.
“Che c’è?” le chiesi.
“Eh? Ah, niente, niente.” disse ridestandosi e riprendendo a camminare con me.
La mattina seguente, mentre passavamo a fianco del cantiere, osservai il suo comportamento. Mi accorsi che cercava qualcosa con lo sguardo fino a quando lo trovò. Di nuovo quel giovane muratore. Lo guardai bene anche io. Era indubbiamente un bellissimo ragazzo, moro con gli occhi chiari, un bel viso e un corpo di chi fa un lavoro duro fisicamente.
“Ti piace quel ragazzo?” le chiesi prendendola un po’ in giro.
Lei si sentì scoperta e arrossì. Poi lo ammise:
“È bellissimo, l’ho notato ieri.”
“Da quando ti piacciono così giovani?” la canzonai.
“Scemo!” mi disse colpendomi per scherzo. “Da sempre. Anche tu avevi la sua età quando mi sei piaciuto.” mi fece una linguaccia.
“E adesso? Sei in cerca di un toyboy?”
“Ma smettila! Ora non si può neanche più guardare qualcosa di bello per strada? Tu non guardi una bella ragazza se la vedi passare? Anche se potrebbe essere tua figlia?”
“Beh, sì. Ma mi sembri così allupata mentre lo guardi…”
Mi mandò a quel paese, sempre con tono scherzoso, e ci incamminammo verso i nostri rispettivi lavori.
“Mi sei sembrata più… come dire… calda.” dissi a mia moglie al termine di un furioso amplesso, quella sera.
“E ti dispiace?” mi chiese lei.
“No. Certo che no. Anzi.”
“E allora perché me lo chiedi con quel tono?”
“Che tono?”
“Non so. Sospettoso, quasi contrariato.”
“No. No. Cioè forse non sospettoso ma curioso. Mi chiedo il motivo.”
“Non posso essere calda senza un motivo preciso?” rispose lei sulla difensiva.
“Sì, certo, ma…”
“Ma cosa?”
“Ma di solito un motivo ce l’hai.”
Mia moglie sì giro, come se fosse offesa, dandomi la schiena. Ma invece di chiudere lì quella serata di sesso, poco dopo cercò con la mano il mio cazzo, riportandolo in vita. Io allorai scivolai su di lei, salendole sopra e facendo per prenderla da dietro.
“Io credo di saperlo perché stasera sei così calda…” le sussurrai mentre entravo in lei.
“Ah sì? E perché?” mi provocò lei.
“Secondo me perché stai ancora pensando all’operaio di stamattina…”
Non mi rispose. Girò la faccia contro il cuscino e aprì maggiormente le gambe per farsi scopare meglio. Poco dopo, con una mano, fece scivolare fuori il mio cazzo dalla sua vagina e, tutto bagnato dai suoi umori, se lo puntò poco più in alto, sul suo buco del culo. Io spinsi lentamente e la sodomizzai.
“Stai pensando che sia lui a incularti, eh troia?” le grugnii nell’orecchio.
Lei non disse niente, ma stava godendo ed ebbi l’impressione che le mie parole le amplificarono il piacere.
Qualche sera dopo, a cena, sorpresi mia moglie raccontandole un episodio di quella giornata.
“Sai, stasera quando sono rientrato c’erano gli operai che avevano concluso il turno. C’era quel ragazzo, quello che ti piace…”
Vidi lei prestarmi più attenzione istantaneamente.
“Era lì che si fumava una sigaretta, allora mi sono fermato per chiedergli se aveva da accendere. E ci ho fatto due chiacchiere.”
“E cosa gli hai chiesto?”
“Ma, niente, due robe sul cantiere, gli ho chiesto cosa stavano facendo. Cose così.”
“Ah, ok.” disse lei quasi delusa.
“Poi gli ho chiesto se ti aveva notato.”
“In che senso?” mi chiese sgranando gli occhi stupita.
“Gli ho chiesto se aveva notato mia moglie in quei giorni, se ti aveva vista mentre uscivi e rientravi passando davanti al cantiere.”
“E lui?”
“Lui ha sorriso. E mi ha chiesto se eri quella bella donna, ben vestita. Mi ha detto che in cantiere ti hanno notata tutti. Era un po’ titubante nell’esprimersi ma gli ho fatto capire che poteva farlo senza problemi.”
“Mi stai prendendo in giro.”
“No, no. Mi ha anche detto come ti hanno soprannominato…”
“Davvero? E come?”
“Sì. La Milf in carriera, perché ti vedono andare e tornare sempre vestita così elegante ma anche sexy.”
“Non ci credo! E tu cosa gli hai detto? Cioè ti ha parlato così di tua moglie e tu?”
“Io gli ho detto che lui ti piace.”
“Come sarebbe a dire? Gli hai detto così?”
“Gli ho detto che lo hai notato, che trovi che sia una gran bel ragazzo e che…”
“Cosa? Cosa gli hai detto?” mi incalzò agitata.
“Gli ho detto che lo hai immaginato mentre scopavamo.”
“Oddio che vergogna! Ma sei pazzo? Non riuscirò più a passare davanti a quel cantiere.”
“E perché?”
“Come perché? Ora lui sa che…”
“Invece dovresti passarci davanti al cantiere. Domani, mentre gli operai sono in pausa pranzo. Ci sarò anche io, ti accompagno.”
“In che senso? Cosa facciamo nel cantiere mentre non ci sono gli operai?”
“Lui ci sarà. Gli ho detto di trovare una scusa e non seguire gli altri.”
“Ma per fare cosa? Ma tu sei scemo! Sei pazzo! Io non vengo di certo.”
“Non ti piaceva? Non sognavi di fartelo?”
“Sì, ma che c’entra! Non posso andare a farmi così un ragazzo, dai…”
“Va beh, peccato…”
Lasciai cadere la conversazione con un sorriso sardonico dipinto sul volto. Dovevo lasciare che ci pensasse un po’ su da sola. Dovevo aspettare quando saremmo andati a letto quella sera e tirare di nuovo fuori il discorso, mentre la masturbavo con le dita sul clitoride. Doveva ripensarci mentre era eccitata, mentre godeva.
La mattina successiva mia moglie evitò di passare davanti al cantiere e fece il giro largo dall’altra parte per andare al lavoro. Poi continuò a mandarmi messaggi. Mi diceva di scordarmelo, che non avrebbe fatto niente. Poi nel messaggio successivo mi chiedeva cosa avrei voluto che facesse con lui. Poi ancora si rifiutava e poi mi confessava che era eccitata al pensiero.
Insomma ci ritrovammo all’ora di pranzo a casa.
“Andiamo?” le chiesi.
“No, dai.” mi rispose.
Mi avvicinai. Le infilai a sorpresa una mano tra le gambe.
“Andiamo?” ripetei.
Lei cercò di bloccarmi il braccio ma non ci riuscì. E si sciolse.
Era agitata e nervosa mentre ci avvicinavamo all’area di cantiere. Sembrava lei la ragazzina e non lui che invece era in piedi tranquillo che fumava al bordo della strada. Ci salutò con un cenno e ci aprì per farci entrare. Notai che con me sembrava spavaldo ma con mia moglie aveva invece più soggezione.
Entrammo nell’edificio in costruzione.
“Che… che dobbiamo fare?” chiese mia moglie guardandomi mentre era in piedi davanti al ragazzo.
“Quello che volete. Qua ci sono un paio di preservativi.” dissi lanciandoli al ragazzo.
“Ma… magari ti faccio un pompino.” disse mia moglie rivolta a lui che accolse la proposta con un gran sorriso.
Poi lui si rivolse a me.
“Tu vai fuori a controllare che non arrivino i miei colleghi. Che non manca molto.”
“Ma veramente…” feci io che in realtà volevo assistere alla scena di sesso.
“Sì, amore, è meglio anche per me se tu non ci sei. Mi sento più libera.” mi comunicò a sorpresa mia moglie.
“Ma… e… e come vi avverto se arrivano?”
“Fammi uno squillo.” disse lei.
“E poi? Come fate a non farvi vedere?”
“La faccio uscire dal retro. Dai, amico, vai a fare il palo che io ho da fare con tua moglie.”
“Sì, amore, vai.” mi intimò lei che aveva superato l’imbarazzo e non vedeva l’ora di succhiarlo al ragazzo.
Un po’ deluso ma nonostante questo molto eccitato dalla folle situazione uscii dal cantiere. Diedi solo un ultimo sguardo alle mie spalle e vidi mia moglie inginocchiata che stava slacciando i pantaloni dell’operaio. Fu una immagine così forte che capii che non avrei resistito molto se avessi osservato il resto. Bastò quella per farmi quasi sborrare nelle mutande.
“Amore, sono a casa!” annunciai rientrando quel pomeriggio. Al lavoro non avevo combinato niente, troppo sconvolto dagli avvenimenti di quel giorno. Ero stato a ripensare a quando l’avevo vista arrivare dall’altra parte della strada, dopo aver fatto il giro da dietro, tutta contenta e divertita. Le avevo chiesto come era andata e lei di rimando mi aveva baciato in bocca. Cioè aveva appena succhiato il cazzo a uno e mi baciava in bocca. Avevo sborrato in quel momento ma glielo avevo tenuto nascosto. Poi era scappata via, per tornare al lavoro che già aveva dovuto anticipare la pausa pranzo per sottostare a quei miei folli piani perversi. Quindi ci eravamo dati appuntamento a quella sera, per parlarne, ed ero finalmente arrivato a casa.
Non mi rispose nessuno. Possibile che non fosse in casa? La cercai in sala, in cucina e pure nel giardinetto dietro casa. Salii allora al piano di sopra e lì sentii dei rumori. Mi affacciai sulla porta della nostra camera da letto e vidi un corpo nudo maschile col culo che faceva rapidamente su e giù e un paio di gambe di donna puntate verso l’alto.
Si stava facendo scopare e stava godendo come una cagna.
Potevo incazzarmi. I patti non erano questi. Già non avevo potuto assistere prima e ora tornavo a casa e la trovavo che si faceva scopare senza avermi detto niente. Mi aveva trattato da cornuto invece che da compagno di giochi trasgressivi. Potevo fare un casino, potevo cacciare via in malo modo il ragazzo e prendermela con lei.
Ma il mio cazzo non era d’accordo. Il mio cazzo stava esplodendo. E allora entrai in camera, mi spogliai più velocemente possibile e salii sul letto.
“Sei una troia.” dissi.
“Ciao, amore.” rispose appena prima che io le puntassi il cazzo verso la sua bocca.
Ma lei mi respinse subito.
“Aspetta.” mi disse e respinse anche il ragazzo.
Cambiò posizione, si mise a pecorina in modo da avere lui dietro e da potermelo succhiare meglio. Lui la afferrò per i fianchi e fece per riprendere a scoparla. Le diede un paio di colpi mentre lei cercava di non perdere contatto con il mio cazzo in bocca. Poi lui si fermò e chiese, con tono gentile:
“Posso, di nuovo, nel culo?”
“Certo, caro.” rispose lei girandosi un attimo verso di lui e accarezzandolo sul petto.
Quando lei si girò di nuovo verso di me venne inondata in viso dalla mia sborrata. Quella sua richiesta era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso e non avevo resistito. Era stato quel “di nuovo”, soprattutto.
Mia moglie, con la faccia impiastricciata e premuta contro la mia pancia, venne sodomizzata davanti a me da quel ragazzo che le piaceva tanto e che, ormai ne ero certo, sarebbe diventata una presenza costante in casa nostra.