Gli amici si vedono nel momento del bisogno
Col senno di poi in quella serata c’erano molte cose strane che avrebbero dovuto insospettirmi fin dall’inizio. La mia amica Silvia mi aveva invitato a casa sua a cena e già questo era un po’ anomalo. Sì, eravamo amici fin dalle scuole superiori ma raramente ci vedevamo da soli. Di solito c’era come minimo anche la mia ragazza, ma in quel periodo era in Spagna per l’Erasmus.
Silvia abitava in un bilocale in centro. Mi aveva invitato perché, a sentire lei, voleva un po’ di compagnia, fare quattro chiacchiere e poi le piaceva cucinare per qualcun altro che non fosse sé stessa. Ci conoscevamo da anni, tra noi non c’era mai stato niente per cui non pensai a nessun secondo fine sessual-sentimentale nel suo invito. Silvia era una ragazza carina, con un viso simpatico dagli occhioni grandi, il nasino a patata e un sorriso contagioso. Fisicamente aveva un corpo ben proporzionato e morbido, con un seno abbondante ed un culetto bello sporgente.
Mi accolse vestita in modo un po’ più provocante del suo solito, ma anche a quello non diedi subito troppa importanza. La situazione era inconsueta e ci poteva stare che si fosse voluta vestire in modo elegante per una cena. D’altronde per il resto mi sembrava la solita Silvia, allegra e coinvolgente.
L’altro indizio che avrebbe dovuto farmi capire che c’era qualcosa sotto a quella cena per due era che aveva messo in tavola un bel po’ di vino, che mi offrì più volte e che soprattutto gustò lei stessa, evidentemente per sciogliersi.
E infatti finito di mangiare la situazione era piuttosto allegra e gli argomenti di conversazione stavano virando su quelle confidenze che ci si fa tra amici molto stretti. Io e Silvia lo eravamo ma raramente eravamo scesi nei particolari della nostra vita erotica e di cosa ci piacesse o meno fare.
E invece, dopo l’ennesimo bicchiere di rosso, lei mi fece una domanda strana:
“Posso chiederti una cosa privata?”
“Chiedi, al massimo non rispondo.” dissi ridendo.
“Volevo sapere… tu e Carlotta… sì, insomma, il sesso tra voi… come va?”
“Va… ehm… cioè andava bene… adesso lei è via e quindi… sai com’è… ci si arrangia.” risposi un po’ imbarazzato.
“Sì, ok, questo capisco. No, ma intendevo, cioè fisicamente vi trovate bene quando lo fate.”
“Sì, direi di sì…”
“Quindi, voglio dire, non ci sono ostacoli fra voi? Cioè intendo cose che non riuscite a fare?”
“Mah… non so se capisco bene quello che vuoi sapere, ma direi di no.”
“Quindi lei ti soddisfa in tutto… cioè non ti fa mancare niente?”
Cominciavo a chiedermi dove volesse arrivare. Sembrava una che volesse proporsi per fare sesso e l’idea non sapevo bene come prenderla. Cioè difficilmente mi sarei tirato indietro rispetto ad una proposta di quel genere da parte di Silvia, però avevo una ragazza che era amica di entrambi ed era lontana… insomma, nella mia testa stavo cominciando a farmi dei viaggi. Silvia vista la mia esitazione non mi diede il tempo di rispondere e mi fece la domanda che aveva in canna da un po’ e me la fece avvicinandosi e usando un tono cospiratorio.
“Quello che volevo sapere è se voi due fate sesso anale.”
Sobbalzai e la guardai storto. Che strana richiesta.
“Beh… sì, qualche volta sì…”
“Solo qualche volta?” indagò lei, come se sospettasse che io non fossi sincero.
“Diciamo… che quando me lo concede io ne approfitto sempre… tutte le volte che posso…”
“Quindi è vero…”
“Cosa?”
“Che è la tua passione…”
“In che senso? Come fai a saperlo?”
“Me l’aveva detto la Fede…”
“Federica?” chiesi io stupito del riferimento ad una mia fidanzata di qualche anno prima.
“Sì, una volta tra amiche eravamo in vena di confessioni e lei ci aveva detto di come tu volessi sempre farlo in quel modo…”
“Ah…” ero sorpreso che i miei gusti sessuali fossero di dominio pubblico ma in fondo non me ne dispiaceva, ne ero orgoglioso.
Quei discorsi mi stavano facendo eccitare. Cercai di sedermi diversamente in modo che non fosse così evidente il mio stato, ma pensai che Silvia lo avesse già notato.
“Io volevo chiederti un favore…” continuò lei abbassando lo sguardo come se si vergognasse.
“Dimmi.”
“È una cosa un po’ imbarazzante.” iniziò dopo aver buttato giù un altro po’ di alcool. “E per spiegartela devo raccontarti una cosa.”
Non avevo ancora capito dove saremmo finiti quella sera. Avevo la sensazione che Silvia volesse scopare ma aveva nello stesso tempo un comportamento strano. Decisi di lasciarla parlare, per chiarirmi le idee.
“Allora, io da qualche mese ho iniziato a usare una app, diciamo così, di incontri. Non ho ancora incontrato mai nessuno ma mi diverto ogni tanto a chattare anche di argomenti hot. Ho iniziato così, per scherzo, per noia, senza l’intenzione di incontrare veramente qualcuno.”
“Ok.” dissi io per confermare che la stessi ascoltando con attenzione.
“Però poi ho iniziato a chattare con questo. È uno… è un uomo, diciamo così, più vecchio di noi.”
“Quanti anni ha?”
“Più di quaranta.” Silvia ne aveva ventiquattro.
“E cos’ha quest’uomo di particolare? Perché me ne stai parlando?”
“Non so neanche io spiegare bene il perché. Diciamo che mi ha preso. Mi ha coinvolto. Rispetto al parlare con i ragazzi è diverso. È un uomo maturo, che sa quello che vuole, deciso. Ci sono rimasta un po’ sotto.”
“Ti sei innamorata?” chiesi io stupidamente.
“No. Non direi così. Però mi intriga, non riesco a fare a meno delle chat con lui. Poi lui mi dice di fare delle cose, io le faccio, poi gli mando le foto… insomma… non so come dire.”
“Che cose ti chiede di fare?”
“Preferirei non dirti tutto, mi vergogno.”
“Ok. E quindi cosa ci posso fare io? Che favore devi chiedermi?” cominciai a temere che mi chiedesse di intervenire in qualche modo nel loro rapporto.
“Allora. Lui non abita qui vicino, per fortuna, però mi ha chiesto di incontrarci.”
“E tu non avrai accettato, immagino.”
“Anche io non avrei mai pensato di poter accettare questa proposta… però l’ho fatto, gli ho detto di sì e… in realtà ne ho una voglia pazzesca. Non vedo l’ora di incontrarlo. So che non sarà l’uomo della mia vita, lui è anche sposato, ma mi intriga troppo. Lo voglio.”
“Ok, e io?” insistetti per capire perché me lo stesse dicendo.
“Lui dovrebbe venire qua la prossima settimana. Solo che c’è un problema. Io, presa dalle cose che ci raccontavamo, su di giri ed eccitata dalle sue parole, gli ho raccontato qualche balla su di me. In particolare una.”
“Quale?”
Silvia si rese conto di essere arrivata al momento più imbarazzante di tutta quella serata. Aveva organizzato tutto per arrivare lì, per chiedermi quella cosa, solo che se ne vergognava. Il suo tono di voce si abbassò involontariamente.
“Lui vuole vedermi in particolare per fare una cosa. Una cosa che io gli ho detto essere molto abituata a fare, una cosa che adoro e che non vedo l’ora che mi faccia anche lui…”
“Cioè…” cominciai a intuire.
“Sì, ecco, lui mi ha detto di essere un grande cultore ed esperto del sesso anale. Io gli ho mandato un sacco di foto del mio culo e lui è super eccitato all’idea di prenderselo. Solo che…”
“Solo che?”
“Solo che io sono vergine e invece lui mi crede una grande esperta.”
“Tanti uomini adorano poter essere i primi.” commentai.
“Non lui. Anzi lui dice che preferisce quelle esperte ed io, così giovane e così esperta, a quel che ho detto, lo attiro tantissimo.”
“E quindi?” la incalzai.
“Quindi qui arriva il favore che vorrei chiederti.”
“E cioè?”
“Mi potresti inculare? Insegnarmi, allenarmi e prepararmi per lui?”
Nonostante avessi ormai intuito rimasi a bocca aperta a questa proposta. Non che fossi un appassionato del romanticismo ma una ragazza che me lo chiedeva in quel modo non mi era mai capitata e mai avrei pensato che capitasse. Se il mio cazzo nei pantaloni avesse potuto urlare mi avrebbe chiesto cosa stavo indugiando nel risponderle di sì. In effetti il culetto di Silvia era un bell’obiettivo, ci avevo fantasticato su qualche volta. E in quel momento mi veniva offerto su un piatto d’argento. Anzi avrei proprio potuto disporne come e quanto volevo.
“Sei sicura?” chiesi invece rispettosamente.
Lei non mi rispose a parole. Allungò una mano per sentirmi tra le gambe. Sorrise trovandomi duro. Poi si alzò in piedi, fece qualche passo dandomi la schiena e lentamente iniziò a sollevarsi la gonna. Sotto indossava un sottile perizoma, che ben presto abbassò piegandosi in avanti.
Io mi alzai e lo andai a palpare. Era bellissimo, sodo e abbondante. Portai un dito in corrispondenza del buchino.
“Davvero sei proprio vergine?”
Lei mi guardò e sembrò imbarazzata nel dirmi la verità.
“In realtà ho cercato di prepararmi da sola, usando il mio vibratore, ma sono sicura che non sia la stessa cosa… non posso farlo con lui senza averlo mai fatto prima con un cazzo vero…”
“Ce l’hai del lubrificante?” le chiesi.
Silvia si destò e ridendo corse nella camera da letto. Io la seguii, lei me lo porse.
“Quindi? Ci stai? Mi sodomizzi?” mi chiese tutta contenta.
Io mi rigirai fra le mani il lubrificante. Lei aveva anche preparato i preservativi. Era pronta a tutto. Mi guardava impaziente.
“Ok. C’è una cosa però su cui ti devo avvisare…”
“Cosa?” chiese lei curiosa e incalzante.
“Ecco, non per vantarmi ma… diciamo così… non sono proprio agevole da prendere in culo, Carlotta fa ancora fatica in effetti… Federica invece era particolarmente abile…”
“In che senso?”
“Nel senso che ce l’ho abbastanza largo, più della media. Non sono proprio l’ideale forse con cui iniziare.”
“Tranquillo. Lo sapevo.”
“Lo sapevi?”
“Sì, Federica ci aveva detto anche questo.”
“Chiacchierona la Fede…” commentai sarcastico ma compiaciuto.
“Ma ti ho scelto anche per questo.”
“Ah, quindi mi hai scelto?”
“Certo che ti ho scelto. Mi serviva uno affidabile, uno che ci sapesse fare e uno che… fosse ben dotato.”
“Perché quest’ultima cosa?”
“Per questo motivo.” disse Silvia e poi prese in mano il cellulare e me lo mostrò. C’era la foto di un cazzo nudo ed eretto.
“È lui?” domandai.
“Sì.”
Era un cazzo decisamente notevole. Ecco perché le cercava esperte. Ad una novellina avrebbe fatto solo male e paura.
“Come mi metto?” chiese poi Silvia impaziente mentre si denudava.
La feci mettere a pecorina sul letto ed iniziai ad esplorarla con le dita ben unte dal lubrificante. Mi atteggiai a massimo esperto della materia mentre in realtà avevo soltanto avuto la fortuna di avere avuto tra le mie ragazze una come Federica col quale avevamo insieme imparato a farlo e che condivideva con me quella passione e poi una come Carlotta che si era abituata ad accontentarmi, pur con reciproco piacere, quando poteva.
Allargai ed ammorbidii l’ano di Silvia spiegandole che quando avrei provato a infilarle il cazzo lei avrebbe dovuto rilassare i muscoli, non opporsi alla mia penetrazione e anzi spingere in fuori come se stesse andando in bagno. La rassicurai dicendo che io sarei andato piano e mi sarei fermato in caso di troppo dolore.
“Ma lui non so se si fermerà.” commentò lei.
“Intanto facciamo in modo che tu ti abitui ad essere penetrata nel culo. Poi se lui è l’esperto che dice di essere saprà come regolarsi per farlo in modo che piaccia anche a te. Oppure è uno che ama far male alle donne che incula? Spero di no.”
“No, no. Dice che adora quando le donne godono col culo. Dice che mi farà anche squirtare col suo cazzo nel culo… Non vedo l’ora.”
“Su questo non so aiutarti. Nessuna mia ragazza ha mai squirtato.”
“Magari lo faccio io stasera… lui mi ha detto che se mi masturbo col cazzo nel culo potrei riuscirci, dice che è questione di lasciarsi completamente andare e dice che col cazzo che tiene dilatato l’ano non posso che essere inerme, sottomessa e sopraffatta.”
“Ok. Beh, da quello che dice credo sia uno che ci sa fare, quindi non credo ti farà male.”
“Va bene, ma intanto proviamo noi. Tu non ti preoccupare se mi fai anche un po’ male, devo abituarmi, devo sentire com’è.”
“Ok.”
“Dai, prova a mettermelo.”
Mi infilai il preservativo e appoggiai la punta del cazzo al posto delle mie dita. Spinsi un po’. Silvia si aprì. Poi si bloccò. Ansimò profondamente qualche secondo e poi sentii il suo ano rilassarsi. Spinsi ancora. La cappella era dentro.
“Sei dentro?” mi chiese.
“Solo la punta.” risposi.
“Ok.” disse e non sembrò sollevata.
“Spingo.” dissi.
Le entrai nel culo.
“Tutto ok?” le chiesi.
Non rispose ma mi accorsi che impercettibilmente si mosse all’indietro verso di me, dimostrando volontà di essere penetrata ancora più a fondo invece che desiderio di fuggire. Dunque iniziai ad ondeggiare i fianchi. Un po’ dentro e un po’ fuori.
“Sì.” disse lei.
Aumentai il ritmo e l’ampiezza degli affondi. La stavo scopando nel culo.
“Oddio sì.” disse lei.
“Ti piace?”
“È bellissimo. Mi sento… completamente tua.”
“Sei brava… è stato facile.”
Provammo varie posizioni. Io venni diverse volte. Lei poche ma, mi spiegò, era troppo concentrata nel capire le proprie sensazione e come si sarebbe dovuta muovere.
“Sono stata brava? Pensi che potrò passare per una esperta?”
“Sei stata bravissima. Io credo che a lui interessi soprattutto una che non ha paura di farlo, poi si immaginerà che non potrai avere chissà quale esperienza. E poi saprà bene che come lo si fa dipende molto anche da come lo sa fare l’uomo e credo si immaginerà che non hai avuto nessuno come lui.”
“Anche tu mi sei sembrato molto bravo. Fortunata Carlotta. E io rispetto alle tue esperienze come ti sono sembrata?”
“Beh… meglio.”
“Davvero? Anche meglio di Federica?”
“Sì, contando che era la tua prima volta… mi sembri una a cui piace farlo ancora più di quanto piaceva a lei.”
“In effetti è una mia fantasia da sempre… è anche per questo che quell’uomo mi ha intrigato così tanto, perché ha subito parlato di sodomia…”
“Mi raccomando, con lui fai solo quello che vuoi fare, fermalo se non ti piace quello che fa.”
“Tranquillo. Che carino che sei a preoccuparti.”
“Beh, sei una mia amica…”
“Forse qualcosa in più, ora…”
“In effetti…”
“Trombamici?” mi chiese Silvia ammiccando.
“Nel senso che… che lo vorresti rifare anche in futuro?”
“In futuro… non so. Domani sera di sicuro.”
“Domani?”
“Perché? Hai da fare?”
“Ma… pensavo…”
“Ho ancora cinque sere prima di incontrarlo. Non penserai che averlo fatto una volta mi basterà per fargli credere che sono esperta.”
“Ah, quindi…”
“Sì, se domani sera vuoi puoi venire qui a incularmi di nuovo.”
Io ridacchiai.
“Credo sia la frase più bella che una donna può dire a un uomo.”
“Ahah, che scemo che sei!” mi disse Silvia ridendo e dandomi uno schiaffetto sul braccio.
Avercele amiche così 😅
😏
racconto simpatico 😉
Grazie, l’intento era quello