Cam girl

Una storia d’amore ed esibizionismo

I

Quella domenica mattina accesi il computer, scaricai foto e video dalla macchina fotografica e mi misi al lavoro. Le foto non avevano bisogno di molto fotoritocco, la luce con cui le avevo scattate era già buona e misi mano soltanto un po’ ai livelli di luminosità, contrasto e saturazione dei colori. Anche i corpi raffigurati non avevano bisogno di nessuna correzione, erano perfetti così soprattutto quello di lei.

Mi era già diventato duro. Cazzo se era bella!

Sui video invece operai un po’ di tagli, per selezionare le inquadrature migliori, per montare alternativamente la ripresa fissa e quella che avevo fatto a mano e per togliere le parti preparatorie e finali.

Avevo ancora in testa tutte le scene dalla sera prima, ma rivederla in azione era estremamente eccitante. Era bellissima e sapeva scopare con l’intensità di una pornostar navigata.

Andai in bagno a finire di tirarmi la sega che stavo portando avanti da quando mi ero messo a lavorare sulle foto. Se volevo finire il lavoro dovevo placare la mia eccitazione. Almeno per un po’.

Dopo cinque minuti ero di nuovo duro.

II

Il mio amico Alessandro mi aveva scritto un po’ di tempo prima per chiedermi se potevamo incontrarci in un bar. Arrivato lì vidi che con lui c’era la sua nuova ragazza, con cui stava da qualche mese. L’avevo vista poche volte fino ad allora. Si chiamava Chiara ed era una ragazza decisamente bella.

Scambiammo due chiacchiere di cortesia e poi loro due cambiarono atteggiamento, sembrarono un po’ nervosi, si guardarono fra loro come per decidere chi dovesse parlarmi. Fu Chiara a rompere il ghiaccio.

“Mi ha detto Ale che tu sei un bravissimo fotografo.”

“Beh, bravissimo… Diciamo che me la cavo, è un mio hobby.” mi schernii.

“No, dai, sei molto bravo, guarda il suo Instagram.” intervenne Alessandro mostrando il suo telefono alla sua ragazza.

“Sì, l’ho visto.” commentò lei. “No, sei molto bravo, soprattutto a fare ritratti e ecco…”

Si ingarbugliò un attimo con le parole, come se cercasse quelle giuste. Poi continuò.

“Noi vorremmo qualcuno che ci facesse delle foto… e anche dei video. Qualcosa di fatto bene, diciamo quasi di livello professionale, solo che non ci possiamo permettere di pagare un professionista e poi, diciamo così, lo vogliamo fare solo come sfizio personale. Quindi vorremmo fare una cosa in amicizia, chiaramente solo se ne hai voglia…”

A me piaceva scattare foto e fare ritratti. Lo facevo come passatempo e non per soldi. Alessandro era un mio amico e quindi un favore glielo avrei fatto volentieri. E poi, ecco, l’idea di fotografare Chiara non mi dispiaceva affatto. Mentre mi parlava ero rapito dalla sua bellezza. Speravo che non si accorgessero come la guardavo imbambolato.

“A me va bene.” risposi. “Che tipo di foto pensavate di fare? Dove? Tipo ritratti in studio? Se volete ho un po’ di lampade e attrezzatura anche se non ho un vero studio di posa. Se no anche foto all’aperto, più spontanee… ditemi voi.”

“Ecco, noi…” disse Chiara e poi abbassò gli occhi, come imbarazzata.

“Noi vorremo fare delle foto… di nudo.” intervenne Alessandro.

“Ah.” risposi istantaneamente. Cercai di dissimulare. L’idea di fotografare Chiara nuda mi intrigava non poco, ma non dovevo farlo capire. “Non c’è problema.” mi affrettai a concludere cercando di farli sentire a loro agio.

“Beh, non proprio di nudo…” commentò lei e io per un attimo rimasi deluso. “Cioè non solo…”

“Intendi foto un po’ osé? Cioè magari in lingerie, cose così?” ipotizzai.

“No… intendo…” balbettò.

“Cioè noi vorremmo…” si inserì Alessandro ma neanche lui concluse la frase.

“Noi vorremmo che tu ci fotografassi e ci filmassi mentre facciamo sesso.” terminò lei tutto d’un fiato.

“Va… va bene… non c’è problema.” farfugliai io sperando che non si accorgessero quando l’idea mi eccitasse.

III

Stavo smontando i cavalletti delle lampade e quello su cui avevo montato la camera fissa. Riponevo tutto nel mio borsone e procedevo senza esitazioni ma senza fretta.

Alessandro era andato in bagno e ora si sentiva il rumore della doccia. Chiara era ancora stesa sul letto, nuda e sporca di sperma su tutto il corpo. La sentii muoversi e mugolare. La guardai e mi stava guardando sorridendo.

“Mi è piaciuto, sai?” mi disse.

“Lo so, si capiva. Sei stata bravissima.”

“Cosa intendi?”

“Siete stati spontanei. Eravate a vostro agio. Penso sia venuto fuori un bel lavoro. Avete fatto quello che vi avevo detto, siete riusciti a dimenticarvi che c’ero io a filmarvi, credo.”

Chiara mi sorrise in modo beffardo.

“No, questo no.” mi disse.

“Cioè?”

“Io non mi sono affatto dimenticata che ci stavi filmando.”

“Ah no?”

“No. Per niente. Anzi. Pensavo continuamente a quello. Mi eccitava l’idea di essere filmata. L’idea che poi qualcuno potesse guardarmi attraverso il video ed eccitarsi a sua volta, mmmh, era troppo stuzzicante.”

Dopo avermi detto questo si portò una mano sulla figa ed iniziò ad accarezzarsi con le dita. Come se io non fossi lì a guardarla. Anzi, no, forse proprio perché ero ancora lì, infatti mi fissava negli occhi mentre lo faceva.

“O anche solo che ci fosse già qualcuno che ci stava guardando e magari era eccitato…” aggiunse provocandomi.

Io istintivamente presi in mano la macchina fotografica che avevo appoggiato ai piedi del letto. Inquadrai la sua mano sulla figa e la misi a fuoco. Sullo sfondo il suo bel viso rimaneva sfuocato, ma non abbastanza da non cogliere il fatto che avesse la bocca aperta, in una espressione di godimento.

Mi sentii come se stessimo facendo un piccolo tradimento nei confronti di Alessandro. Stavo fotografando la sua ragazza che si masturbava a sua insaputa. La sua ragazza che mi stava confessando quanto l’avesse eccitata che io fossi stato spettatore del loro amplesso.

IV

“Sono fantastiche!!!”

Trovai questo messaggio di Chiara, seguito da tante faccine con gli occhi a cuoricino, il mattino appena sveglio. La sera prima ero riuscito ad inviare loro l’esito del mio lavoro sulle foto e sui filmati che mi aveva portato via tutta la domenica. Lei mi aveva risposto a notte inoltrata.

Risposi “Grazie” e una faccina che sorride compiaciuta e un po’ imbarazzata.

Lei mi rispose subito.

“Sei stato bravissimo. Ieri sera appena abbiamo visto il tuo messaggio le abbiamo scaricate e ci siamo messi a guardare tutto. E ci ha eccitato. Ci siamo messi a scopare guardando i nostri video… Oddio, guardarmi come se fossi in un film porno era troppo eccitante.”

“Ma mi aveva detto Alessandro che già vi eravate filmati da soli, non sarà stato molto diverso, no?”

“Invece no. Il tuo video sembra professionale e poi sapere che lo ha visto qualcun’altro oltre a noi… Mi eccita troppo. Credo di essere un po’ esibizionista. Spero di convincere Ale a pubblicarlo da qualche parte, vorrei lo vedessero in tanti…”

“Ma vi si vede in viso… Come fate?” domandai curioso e intrigato da questa ragazza così spigliata.

“Eh, infatti… Non si possono cancellare o cose del genere?”

“Volendo sì… è un lavoro un po’ lungo visto che l’inquadratura si muove molto e poi ci sono anche dei primi piani…”

“Oddio quando mi hai inquadrato da vicino e io ho guardato in camera… mmm quasi vengo solo a ripensarci.”

Per un attimo mi sentii a disagio realizzando che la ragazza di un mio amico mi stava confessando le sue voglie più intime ed io, leggendo i suoi messaggi, avevo il cazzo durissimo.

V

Avevo tenuto una copia delle foto e dei video che avevo inviato a Chiara e Alessandro. Non glielo avevo detto. Loro non me l’avevano chiesto e non mi avevano detto esplicitamente di non farlo. Però non ero del tutto a mio agio su questo. Forse non avrei dovuto e soprattutto forse non avrei dovuto usare quelle foto e quei video come unica fonte di masturbazione per tutti i giorni successivi. Ormai conoscevo ogni centimetro di pelle di Chiara e ogni suo gemito di piacere.

Poi un giorno lei mi telefonò. Subito non fu evidente il motivo della telefonata. Parlammo un po’ del più e del meno ma si capiva che lei stava aspettando di trovare l’aggancio per chiedermi qualcosa o forse solo il coraggio di chiedermelo.

“Senti, ma tu ti sei tenuto una copia delle foto e dei video?”

“Ehm, no…” mentii. “Perché? Li avete persi?” chiesi fingendomi preoccupato.

“No, no. Li abbiamo. Anzi li guardiamo continuamente. No, è che volevo sapere…” era titubante.

“Cosa?” la incalzai.

“Volevo sapere se oltre a noi c’era qualcun altro che li guardava ogni tanto. Cioè se tu li riguardavi.”

“Perché?” chiesi io curioso e speranzoso di ricevere la risposta che mi sarebbe piaciuto ricevere.

“Perché…” sembrava imbarazzata, era anche questo contrastro a rendere quella ragazza così eccitante, sapeva essere timida e puttana allo stesso tempo. “Perché, ecco… ero qui da sola e stavo pensando ad una cosa.”

“A cosa pensavi?”

“Ecco, mi stavo… mi stavo toccando e ripensavo al video e un pensiero mi si è fissato in testa ed è diventato quello più eccitante. Pensavo che in quel momento qualcuno stesse guardando il mio video. Pensavo che tu stessi guardandolo e riguardandolo.”

“Io?”

“Sì. Sei l’unico ad averlo. E pensavo che lo stesso guardando e ti stessi eccitando e…”

“E?”

“E ti stessi segando eccitato da me…”

Sentii dei sospiri e dei gemiti all’altro capo del telefono. Chiara evidentemente aveva continuato a toccarsi mentre mi telefonava, anzi probabilmente il toccarsi le aveva fatto superare il pudore di dirmi quelle cose. E ora stava godendo. La immaginavo che si mordeva le labbra, come faceva nel video.

“Beh, ecco…” balbettai incerto se confessare. “A dire il vero ti ho detto una bugia.”

“Cioè?” chiese lei con tono per nulla seccato.

“Le foto e i video li ho tenuti. Ne ho una copia.”

“E li guardi?” mi chiese speranzosa.

“Sì.”

“E cosa fai mentre li guardi?”

“Mi… mi masturbo.”

“Perché ti masturbi? Cosa ti piace? Cosa ti eccita?”

“Tu mi piaci. Tu mi ecciti. Il tuo corpo. Il tuo viso.”

“Oh, sì, continua…”

“Il modo in cui ti ecciti, il modo in cui scopi, il modo in cui godi…”

“Mmh…” percepii un altro orgasmo di Chiara, a distanza.

VI

Ci incontrammo di nuovo allo stesso bar dell’altra volta e di nuovo chiacchierammo un po’ di altro prima di arrivare al punto, al motivo per cui mi avevano chiamato.

“Vorremmo rifarlo.” mi dissero quasi in coro.

“Ma con una differenza.” aggiunse lui.

“Sì, ecco…” continuò lei con il suo solito modo di pronunciare cose oscene con tono innocente. “Vorremmo fare una cosa in tre.”

Io avevo già il cazzo pronto a scattare sull’attenti perché avevo capito che la loro convocazione era relativa a quei discorsi. Dunque dal momento in cui li avevo visti arrivare lui era diventato subito barzotto. Forse anche perché rivedevo lei ed era sempre più bella e la ripensavo a quattro zampe mentre godeva.

Quando sentii quella proposta diventai istantaneamente durissimo. Ovviamente cercai di contenere la mia reazione, di non sembrare troppo entusiasta. Però mi affrettai a confermare la mia ovvia disponibilità. Non vedevo l’ora di partecipare al loro incontro, non vedevo l’ora di poter scopare anche io Chiara…

“Va… va bene… io… io sono disponibile…” farfugliai.

Chiara sorrise contenta.

“Bene.” mi disse Alessandro dandomi una pacca sulla spalla. “Tu devi fare la stessa cosa dell’altra volta. Sei stato perfetto. Foto e video sono venuti benissimo, forse non ti ho neanche ringraziato per bene.”

“Cio… cioè?” feci io capendo di avere equivocato la loro proposta.

“No, che forse non sono stato molto esplicito nel ringraziarti e nel farti capire quanto ci sono piaciuti.”

“Gliel’ho scritto io.” intervenne Chiara.

“Vedi, lei è più brava di me, anche se tu sei mio amico.”

“Ma, quindi… cioè… questa cosa nuova che volete fare… cioè siamo io, voi due e…” mi inserii io per capire bene tutto.

“Ah, sì, l’altro è un mio amico di calcetto, sa già tutto, sa anche che ci sarai tu a filmare. Chiede solo di non essere ripreso in volto perché, sai, ha la ragazza e non si sa mai…”

“Ah, ok.” risposi io deluso.

“Ma non sarà un problema, è uno che ci sa fare, non si imbarazza certo a farsi filmare e poi ha un bel fisico, Chiara l’ha scelto anche per quello.”

“Sì, voglio che le foto che ci farai siano esteticamente perfette come le altre.” intervenne lei.

“Sì, sì, dice così ma lo ha scelto per un altro motivo in realtà…” disse lui prendendola in giro. Lei arrossì mentre lui faceva il gesto con le mani di misurare qualcosa di molto lungo.

VII

Un giorno Chiara mi mandò un messaggio.

“HELP ME!!!” seguito da faccine un po’ spaventate, un po’ piangenti e un po’ che ridevano a crepapelle.

“Che c’è?” le risposi.

“Posso chiamarti?” fece lei.

E così mi telefonò. Dal tono capii subito che ovviamente la richiesta di aiuto era scherzosa come sembrava.

“Non ce la faccio più!” esordì.

“A fare cosa?” chiesi.

“A smettere di guardare il nostro video.”

“Ah”

“Lo guardo e lo riguardo e, ovviamente, mi masturbo.”

“Beh… mi fa piacere.”

“È una droga, non riesco a smettere, ed è tutta colpa tua.”

“Ma, veramente… forse è più merito vostro.”

“No, no, è il tuo video che è così… eccitante. È fatto così bene, è perfetto. Coglie tutti i momenti migliori, mi riprende in una maniera… Sai una cosa? Non mi sono mai sentita così bella come quando mi vedo nelle tue foto e nei tuoi video.”

“Ma tu sei bellissima, non è merito del fotografo.”

“Non è vero, tu sei bravissimo. Mi sono quasi innamorata di me stessa. Cioè mi eccito troppo a riguardarmi e ripensare a quei momenti.”

“…”

“Poi c’è un punto che guardo e riguardo…”

“Quale?”

“Quello in cui hai montato in modo che lo schermo sia diviso in due. È geniale quella soluzione.”

“Cioè quando…?”

“Sì, quando da una parte mi stavi inquadrando il volto da vicino e dall’altra la camera fissa inquadrava dietro… nel momento in cui mi hanno fatto la doppia penetrazione… cioè il momento in cui Giulio me lo infila nel culo e io che faccio quella espressione… cioè mi sembro troppo una attrice porno… Oddio, a ripensarci e a parlartene ho voglia di godere.”

“Ma tu sei più bella di una attrice porno…” le dissi ma non sono neanche sicuro che mi stesse ascoltando.

VIII

Queste vicende mi avvicinarono ulteriormente ad Alessandro come amico e lui cominciò ad invitarmi anche qualche volta a giocare a calcetto, quando mancava qualcuno per completare le squadre. Con lui c’era sempre anche Giulio, l’altro ragazzo dell’incontro di sesso a tre che io avevo filmato.

Un giorno sotto la doccia sentii che parlavano fra loro. Colsi qualche parole e capii subito l’argomento per cui mi girai verso il muro per nascondere il più possibile la mia inevitabile reazione spontanea del mio corpo: stavano infatti parlando di Chiara.

Stavano prendendo accordi apparentemente per vedersi quel weekend. Giulio si diceva disponibile e ben voglioso di vederli. Spiegò che era libero, che la sua ragazza era via, dunque bisognava approfittarne. Alessandro un po’ tirava indietro, diceva che doveva chiederlo a lei, non era sicuro che volesse, che ne avesse voglia. Giulio allora fece una battuta dicendo che dei loro due cazzi lei aveva sempre voglia.

Dunque si erano visti ancora in tre. Continuavano a scopare. Non ne sapevo niente. Questo un po’ mi ferì, anche se non avevo nessun diritto di conoscere le loro abitudini. Sentivo però un po’ di gelosia nei confronti di Chiara visto lo strano rapporto che avevo instaurato con lei. Mi dispiaceva che lei non me ne avesse accenato. Lei faceva sempre e solo riferimento ai video, ai momenti in cui ero presente anche io. Questa sorta di rabbia mi diede la spinta ad intervenire nella conversazione, cosa che altrimenti non avrei mai fatto.

“Vi serve un cameraman, stavolta?” buttai lì questa battuta. Per fortuna la presero bene. Notai come entrambi erano parzialmente eccitati. Io mi ero girato solo con la testa per nascondere l’erezione.

“Ahaha” risero. “No, per stavolta no, di video ne abbiamo a sufficienza.” rispose Giulio.

“Oh, se fosse per Chiara ti direbbe anche di sì.” disse invece Ale.

“Davvero?” feci io, dissimulando il mio compiacimento.

“Sì. Va fuori di testa per i tuoi video e le tue foto. Se le riguarda sempre. Vuole che lo facciamo con il video in sottofondo. Si piace un sacco. Si eccita a riguardarsi. È molto narcisista.” mi spiegò.

“È molto troia!” commentò Giulio e tutti e tre ridemmo.

Il weekend successivo, mentre quei tre erano probabilmente impegnati a scopare fra loro, io mi stavo riguardando le foto di Chiara. Mi eccitavo quasi di più con quelle che con i video perché mi permettevano di immaginarla anche in altri atteggiamenti che non le avevo visto fare, mi permettevano di usare più la fantasia.

Ero lì che mi segavo, pensando a lei, pensando al fatto che in quel momento era probabilmente alle prese con due cazzi. E allora osai e le scrissi un messaggio.

“Non volete più fare altri video? Io quando vuoi sono disponibile.”

IX

Qualche giorno dopo lei mi rispose, ma non rispose alla mia domanda. Mi chiese se poteva chiedermi un favore. Io ovviamente risposi di sì. E allora lei mi spiegò.

“Senti, io ci ho provato a fare da sola, ma sono incapace. Ho fatto un video con il telefono e volevo modificarlo in modo da tagliare alcune parti e da nascondere il mio viso. E poi volevo anche migliorarlo un po’ come illuminazione, se si può. Se te lo mando lo riesci a fare tu?”

Io risposi subito di sì, senza neanche chiedere maggiori informazioni. Le avrei detto di sì a qualunque cosa. Ne ero succube.

“Oh, grazie, grazie. Sei sempre così gentile. Poi un giorno in qualche modo ti ripagheremo di tutto questo impegno.”

“Ma figurati, è un piacere.” le risposi sperando che non si capisse troppo quanto fosse per un piacere nel senso letterale e sessuale del termine.

Mi mandò il video. Non sapevo cosa aspettarmi e rimasi comunque piacevolmente sorpreso. Si vedeva lei in quella che sembrava essere la loro cabina-armadio. Allo specchio che occupava tutta una parete c’era attaccato con la sua ventosa un cazzo di gomma lungo e rigido. Chiara era nuda e all’inizio del video si riprendeva specchiandosi. Poi si vedeva che appoggiava il telefono a qualcosa in modo che riprendesse verso lo specchio, verso il cazzo finto. Subito dopo lei cominciava a strusciarsi contro quell’oggetto, a passasserlo contro la figa, a masturbarsi. Poi se lo infilava dentro, faceva avanti e indietro, arrivava quasi a godere per poi cambiare posizione e infilarselo dietro nel culo. Nel video si vedeva benissimo il culo di Chiara che faceva avanti e indietro sul cazzo di gomma mentre con una mano si masturbava. Il tutto finiva con un orgasmo molto bagnato, con lei che schizzava bagnando tutto lo specchio. Anche io, in concomitanza con il suo orgasmo, venni sborrandomi sulla pancia. Era troppo porca quella ragazza.

Le scrissi.

“Ma cosa ci vuoi fare poi con questo video?”

Lei mi richiamò. Forse non voleva lasciare traccia scritta di certe cose.

“Mi serve per inviarlo ad un mio… amico, diciamo.”

“Un tuo amico?”

“Sì, uno che ho conosciuto su internet.”

“Ma Alessandro lo sa?” chiesi mordendomi subito la lingua perché forse non era il caso di intromettermi così.

“No. Non lo sa. Ma non c’è niente di male. A questo gli mando solo delle foto. Abita lontano. Non sto tradendo Ale. È solo per divertimento. Stavolta volevo mandargli qualcosa di più, un video, ma non volevo che si vedesse niente da cui mi si potesse riconoscere. Sai, non so poi che fine farà questo video.”

“Eh, niente male come qualcosa in più… non so cosa gli mandi di solito, ma direi che ne sarà contento.”

“Davvero? Ti piace?” chiese lei in cerca di complimenti.

“Cazzo se mi piace… è molto forte.”

“Davvero? E ti sei…” si bloccò, in uno di quei suoi momenti di pudore che tanto stonavano rispetto alle sue azioni.

“Mi sono?” la provocai.

“Sì, ti sei… intendo dire… ti sei seg… ti sei masturbato guardandolo?”

“Sì.”

“Davvero?”

“Sì.”

“E come è stato?”

“Bello. Sei bellissima e super eccitante.”

“Cosa ti è piaciuto soprattutto?”

“Forse…” esitai anche io, nel parlare di certe cose con lei veniva anche a me un po’ di pudore anche se le avevo visto fare cose che non avevo visto fare neanche alle ragazze che avevo avuto. “Forse il momento in cui ti sposti, cioè il momento in cui cambi buco al cazzo finto, scusa l’espressione grezza.”

“Quando me lo infilo nel culo?” disse lei diretta.

“Sì.”

“Oh bene, allora piacerà anche a questo mio amico. Va pazzo per il mio culo. Mi chiede sempre se faccio sesso anale.”

Sentii un po’ di gelosia verso questo sconosciuto. Lui aveva visto foto di Chiara che io non conoscevo e che forse neanche Alessandro aveva visto.

“Gli hai mostrato anche le mie foto e miei video?” le chiesi.

“Solo qualche foto. Ti spiace?” rispose lei.

“No, no.” risposi io forse non del tutto sinceramente.

“Allora questo video quando riesci a farmelo avere modificato?”

“Mi ci metto subito. Entro oggi te lo rimando.”

“Grazie. Sei un tesoro.” mi disse e a sentirla il mio cazzo quasi mi faceva male da quanto desiderava attenzioni.

X

Ero sotto casa di Chiara e Alessandro, impaziente di salire con tutta la mia attrezzatura da fotografo amatoriale. Qualche giorno prima mi aveva scritto lei: avevano deciso di fare altre foto e altri video sexy. Le avevo chiesto più dettagli per capire a cosa dovevo prepararmi, se ci sarebbero state altre persone, se volevano più foto o più video, che tipo di luci, eccetera. Lei fu un po’ evasiva. Non mi rispose sulle persone presenti ed accennò solo al fatto che probabilmente avrebbe voluto più foto che video.

Mi aprì lei. Indossava una t-shirt lunga e sotto era senza pantaloni e scalza. Era anche senza mutande, ma di questo mi sarei accorto solo poco dopo, quando si piegò per raccogliere una cosa. Un’altra cosa che scoprii ben presto è che Alessandro non c’era e non ci doveva essere. Chiara mi svelò il suo piano. Lui era via tutto il giorno e siccome fra poco era il suo compleanno aveva pensato di regalargli un calendario fatto con le sue foto sexy. Mi mostrò il suo letto pieno di lingerie, vestitini sexy e giochi erotici. Mi spiegò che con tutta quella roba avremmo dovuto inventarci almeno dodici foto provocanti ed esplicite per lui.

Non obiettai nulla e ci mettemmo subito al lavoro. Osservarla mentre si spogliava e si rivestiva, specchiandosi e sistemandosi in maniera sempre più sexy era molto eccitante. Passammo da scarpe col tacco più autoreggenti e nient’altro ad un vestito corto che quasi non le copriva neanche il culo. Da una foto di lei completamente nuda che si infilava un cazzo di gomma nella figa ad una in cui la si vedeva quasi del tutto sfuocata tranne i piedi in primo piano.

Scattai molte foto, molte più di quelle necessarie. A Chiara piaceva troppo mostrarsi ed esibirsi davanti all’obiettivo. Era eccitata, si vedeva e lei spesso non riusciva a non toccarsi. Quando preparavamo foto con i suoi giochi erotici protagonisti non esitava ad usarli sul serio. Dopo la foto che scattai al suo culo con infilato dentro un plug di cui rimaneva fuori solo la finta pietra preziosa, lei non se tolse per molto tempo, continuando a giocarci in modo malizioso.

“Così va bene?” mi chiese assumendo una posizione provocante, a quattro zampe sul letto con la faccia rivolta verso il mio obiettivo.

“Sì, sei perfetta. Come sempre.”

“Ti sto eccitando?” mi domandò subito dopo. Fino a quel momento io avevo mantenuto un atteggiamento quasi professionale, seppure molto confidenziale, da amico, e a quella domanda non pensai di rispondere in modo inopportuno se anche avessi ammesso la verità.

“Sì.”

“Davvero?”

“Sì.”

“Fammelo vedere.” mi disse.

Io tolsi lo sguardo dal mirimo della fotocamera e la guardai, inebetito.

“Dai. Fammelo vedere.” insistette lei.

“Cosa?” risposi io in modo stupido.

Chiara fece due passi avanti gattonando sul letto fino a riuscire a raggiungermi con le braccia. Mi slacciò i pantaloni e li abbassò insieme alle mutande. Il mio cazzo duro svettò verso di lei, che sorrise.

Lo prese in bocca, con gusto e voglia. Mi stava facendo una pompa. La ragazza che era diventata il mio sogno erotico mi stava succhiando il cazzo. Stavo per venire all’istante.

Poi si interruppe, per un attimo solo. Alzò il viso verso di me mentre mi teneva stretto il cazzo con la mano.

“Scatta pure qualche foto, se vuoi.” mi sussurrò.

Quando sentì i primi clic della macchina fotografica si mise in modo che il suo viso e il mio cazzo fossero più visibili. Spalancò la bocca e tirò fuori la lingua, lasciandola appena sotto alla mia cappella turgida.

Quanto era bella. E quanto lo era ancora di più con la mia sborra sul viso.

XI

Dopo qualche mese venni invitato anche io al compleanno di Alessandro, con tanti amici in un locale. Approfittai di un momento in cui mi ritrovai un po’ appartato con Chiara per chiederle se il mio lavoro sulle foto che le avevo scattato fosse stato apprezzato.

“Glielo hai già dato il tuo calendario? Gli è piaciuto?” le chiesi con complicità.

Lei si rabbuiò e prima di rispondermi si spostò in un posto più tranquillo trascinandomi dietro a lei.

“Ecco, a proposito di questo volevo dirti una cosa.” mi disse come se mi stesse confidando un segreto. “Alla fine non gliel’ho regalato. È venuto bellissimo ma… ecco c’è stato un problema.”

“Cioè? Che problema?” mi sembrava preoccupata.

“Niente è che Ale non è più molto d’accordo con la mia vena esibizionista. Dice che sto esagerando, voglio sempre che ci filmiamo o che ci riguardiamo. Ha scoperto anche che ho inviato qualche foto a qualcuno ed è diventato geloso. Dice che la devo smettere.”

“Ah, mi spiace…” risposi e mi disperai anche egoisticamente perché forse non avrei più avuto modo di fotografarla.

“Io però… non so… non ci riesco… mi piace troppo…” disse lei e quasi sembrava che stesse piangendo. “Mi raccomando non gli dire niente, non dirgli quello che abbiamo fatto…”

La confortai.

“E anche, ovviamente, spero tu non gli abbia mai detto che ti ho fatto un pompino. È diventato molto geloso anche su quello. Non vuole più coinvolgere nessuno.”

“No, certo, figurati se glielo ho detto… Quindi non vedete più neanche Giulio?”

“No…” sospirò ed io in quel caso mi sentii per certi versi contento, ero più geloso dell’amico che ogni tanto poteva scoparla, forse perché avrei potuto essere io, rispetto a quanto lo ero del suo ragazzo. Ma poi lei aggiunse altro: “Cioè, non lo facciamo più in tre… io ogni tanto l’ho incontrato da sola…”

Ero diventato il suo confidente e ad ogni cosa che condivideva con me il mio cazzo si irrigidiva.

Tornammo in mezzo agli amici. Lei tornò dal suo ragazzo. A guardarli da fuori sembrava tutto normale, ma in lei ora notavo un velo di insoddisfazione.

XII

Passò qualche giorno e Chiara si fece di nuovo viva. Aveva in mente un’altra sessione fotografica, ovviamente all’insaputa del suo ragazzo, e quindi le servivo. Mi diede un appuntamento con tono cospiratorio e le istruzioni di portarmi dietro tutto il necessario. Era in una via del centro, sotto ad un vecchio palazzo.

La vidi arrivare in sella ad un motorino, con un vestitino leggero e svolazzante, era quasi estate, e un paio di scarpe da ginnastica bianche. Ero sempre ammirato da quanto risultasse bella sempre con qualsiasi outfit. Con sé aveva un borsone con quelli che immaginai fossero dei cambi per le foto.

Salimmo all’interno del palazzo fino ad un appartamento nel quale ci accolse una ragazza. Si chiamava Maddalena, era anche lei molto carina. Una bionda e una mora, dal fisico simile. Capii subito le intenzioni di Chiara.

Preparai le macchine fotografiche e le luci mentre le due amiche si preparavano. Uscirono dal bagno con scarpe col tacco a spillo, calze con reggicalze e reggiseni coordinati. Erano bellissime. Posarono per me in tante configurazioni allusive e più o meno esplicite. Scatto dopo scatto procedettero nello spogliarsi. Alla fine erano entrambe completamente nude. Si abbracciavano, si sfioravano. Le foto che stavo scattando sembravano rappresentare un vero rapporto lesbo, ma in realtà era tutta finzione. Fino ad un certo punto.

Maddalena sussurrò qualcosa a Chiara mentre erano abbracciate e con le gambe intrecciate. Sembravano entrambe molto eccitate, i capezzoli erano turgidi, le fighe apparivano umide. Chiara si rivolse a me.

“Senti, ti spiace lasciarci un po’ sole. Vorremmo, ecco… fare qualche esperimento tra noi, senza spettatori, per entrambe è la prima volta… è una cosa fra noi, intima…”

“Certo, certo.” dissi io alzando le mani, ma eccitandomi ancora di più.

Chiara e Maddalena mi sorrisero e poi si guardarono negli occhi, prima di baciarsi. Io andai verso la fotocamera sul cavalletto, che era impostata per fare uno scatto automatico ogni tanto.

“Questa la spengo.” dissi non tanto come domanda ma come informazione. Loro annuirono e ringraziarono. Però a me in quel momento venne una tentazione diabolica alla quale non seppi resistere. Disattivai lo scatto periodico ma feci partire, senza dirlo la registrazione video.

Mi sentii una merda mentre uscivo dalla stanza ed andavo in cucina aspettando che mi richiamassero. Avevo tradito la fiducia di Chiara, guidato dal mio cazzo ingordo che sognava di vederla impegnata in un vero rapporto lesbo, non solo in quello simulato davanti al mio obiettivo. Mi sentii in colpa. Mi augurai che non lo scoprisse. Mi pentii del mio gesto. Almeno fino a quando, tornato a casa senza essere stato scoperto, potei rivedere le riprese. Per qualche secondo ero stato tentato di cancellarle senza vederle, per punire il mio gesto, ma vinse la curiosità e la perversione di spiarla. Mi segai e ottenni vari orgasmi nel vedere quei corpi femminili amarsi fra loro in tanti modi possibili. Chiara non lo seppe mai.

XIII

Passò l’estate. Con Chiara e Alessandro non mi sentii per mesi. Si erano trasferiti nella sua casa al mare. Lui veniva da una famiglia ricca, per questo erano già andati a vivere insieme da soli, anche se Chiara non aveva ancora un vero e proprio lavoro.

In quei mesi lei non la dimenticai di certo. La compagnia di quasi tutte le mie masturbazioni solitarie erano le sue foto e i suoi video, dal primo all’ultimo.

Però ormai stavo accettando l’idea che il gioco stesse andando verso la sua conclusione. Speravo che Chiara continuasse ogni tanto a voler trasgredire rispetto al controllo del suo ragazzo e che quindi magari mi contattasse per farle qualche foto, ma ci speravo poco. Fino a quella sera di inizio autunno.

Squillò il telefono. Era Chiara e stava singhiozzando. Non capii molto di quello che mi disse, solo che chiedeva ospitalità per la notte. Gliela offrii senza esitare e lei era già sotto casa mia.

Si era lasciata con Alessandro. Se ne era voluta andare. Non sapeva dove, non voleva tornare dai suoi, non aveva trovato un’amica disponibile. Aveva pensato a me.

Mi raccontò di come i rapporti fra loro fossero pian piano peggiorati. Di come si fossero allontanati. Delle sue scenate di gelosia quando lei, durante l’estate, aveva spesso cercato di fare qualche gioco esibizionista. Di come avesse reagito male quando aveva scoperto che lei andava in giro senza mutande e sperava di essere vista da qualcuno.

Io mi sentii una merda: fingevo comprensione e rammarico ma dentro di me ero felice e super eccitato. La mia preoccupazione principale era che lei non si accorgesse che avevo il cazzo duro mentre mi parlava.

Questi miei sensi di colpa per sentirmi contento delle disgrazie altrui svanirono tutti durante quella prima notte in cui Chiara dormì da me. Le avevo ceduto con grande insistenza il mio letto mentre io avevo optato per il divano, ma venni svegliato nel cuore della notte.

Non mi disse molte parole. Mi svegliò toccandomi il cazzo che si indurì subito. Poi mi baciò. Sussurrò che era più di un mese che non scopava e poi salì sopra di me. Era nuda. Scopammo al buio, in modo dolce, silenzioso e lento.

Il giorno dopo Chiara rimase da me. E il giorno dopo ancora. Aveva con se pochi vestiti ma le piaceva stare nuda, con mio grande piacere. Non chiarimmo né pianificammo bene le cose, ma dopo qualche settimana lei aveva portato tutte le sue cose da me. Scopavamo e lei si faceva fotografare e riprendere spesso. Io la adoravo, lei era felice con me. Però non stavamo insieme, non ufficialmente.

Eravamo amici. Amici e conviventi. E dormivamo nello stesso letto. Amici ma scopavamo. Trombamici, quindi. Non che non ne fossi contento. Cazzo, era fantastico! Però io di Chiara ero ormai del tutto innamorato, ma non glielo avevo detto. Lei forse lo aveva capito, ma probabilmente lo aveva capito da tempo. In giro lei diceva di essere single. A volte uscivamo insieme, con amici, altre volte lei da sola. Non mi raccontava tutto anche se c’era sempre molta confidenza.

XIV

Un giorno rientrai a casa dal lavoro un po’ prima del solito. Appena entrato in casa sentii un po’ di trambusto provenire dalla camera da letto e subito la porta venne sbattuta, per chiuderla. Salutai Chiara che non mi rispose. Mi tolsi le scarpe, appoggiai la mia roba ed andai in cucina. Dopo qualche minuto arrivò Chiara, con aria un po’ affannata, un po’ colpevole, un po’ imbarazzata.

“Ciao, scusami.” mi disse trafelata.

“Ciao. Scusa per cosa?”

“No, niente. Non mi aspettavo il tuo arrivo così presto.”

“E quindi? C’è qualche problema? Ho interrotto qualcosa? C’è qualcuno di là?”

“No, no ero sola. Però sì, stavo facendo una cosa.”

“Non me la vuoi dire?”

“Ehm… non so. Mi imbarazza un po’.”

“Davvero ti imbarazzi ancora con me?”

“No, forse mi imbarazzo con me stessa.”

“Cosa stavi facendo?” le domandai, sicuro che lei volesse soltanto essere spinta a parlare. E infatti rimase un po’ in silenzio, cercando le parole giuste.

“Ho scoperto un sito. Praticamente chiunque può trasmettere con la propria webcam mentre altri guardano. Ci sono un sacco di ragazze che si mostrano… nude. E anche qualche coppia che scopa o qualche uomo che si masturba.”

“E tu ti sei eccitata a guardarli?”

“No… mi sono eccitata a farmi guardare. Ho acceso la webcam e mi sono spogliata. Mi sono toccata e tutti mi guardavano, mi scrivevano, mi incitavano… Oddio è stato fantastico… Lo sai come sono fatta.”

“Ah, ok…” dissi immaginandomi la scena e dunque sentendo il mio cazzo che si induriva. “E cosa hai fatto?”

“Niente… mi toccavo… ho goduto… poi ti ho sentito arrivare. Cosa ne pensi?”

“Penso che se ti fa piacere… fallo. Non c’è niente di male, ma… ti sei fatta vedere anche in viso?”

“No, no, quello no. Solo a metà. La bocca. L’ho avvicinata alla videocamera, per mandare un bacio ai miei spettatori.”

“Ok.” dissi un po’ evasivo.

“Cosa ne pensi? Faccio bene a farlo?”

“Se ti eccita…”

“Sì, mi eccita. Molto.” disse abbassando lo sguardo.

“Ok. E adesso hai voglia di…” le feci il gesto dello scopare.

“Mmh, veramente no. È tutto il pomeriggio che mi masturbo e vengo, ero appena venuta quando sei entrato in casa. Però se vuoi…” mi fece il gesto del fare una sega.

Ovviamente non mi tirai indietro. Mi abbassai i pantaloni e Chiara mi fece una sega veloce lì in cucina.

“Ti piacerebbe farti guardare anche mentre fai una sega o mentre ti fai scopare?” le chiesi mentre ero al limite dell’orgasmo.

“Sì… dovrei trovare qualcuno di adatto a me, uno con il corpo perfetto, in modo da essere fotogenici al massimo… a quel punto avrei un sacco di spettatori…”

Non so se Chiara si rese conto di avermi ferito dichiarando il mio non essere alla sua altezza, soprattutto fisicamente, per poterle fare da partner nel suo esibizionismo. Di certo io non la aiutai a rendersene conto dato che pochissimo dopo quella sua frase io cominciai a sborrare sporcandomi tutto. Però era vero, io non ero bello come i ragazzi che aveva avuto finora e al suo confronto sfiguravo. Non potevo negare che la sua bellezza sarebbe stata rovinata dal mio corpo anonimo. Forse sarebbe piaciuto a molti vedere una figa come lei scopata da uno normale come me, ma a lei piaceva molto il lato estetico del mostrare il suo corpo e quindi capivo che aspirava a farlo con corpi maschili meglio proporzionati del mio.

XV

Mentre Chiara era sotto la doccia, prima di dormire, avevo spiato nel suo computer. Avevo scoperto qual era il sito nel quale si era mostrata.

Il giorno dopo ero in ufficio. Avevo un momento di tranquillita, ero solo. Aprii quel sito. Mi registrai e poi la cercai. Lei era a casa, forse si era collegata come aveva fatto il giorno precedente. C’era una schermata con decine di piccole immagini che mostravano in prevalenza donne più o meno nude e più o meno impegnate nel masturbarsi. Qualche coppia o anche trio che scopava. Qualche uomo che si masturbava a favore di camera.

L’occhio mi cadde subito al punto giusto. Riconobbi lo sfondo della camera di casa mia, ma riconobbi anche il corpo di Chiara, inquadrata dal mento in giù, sulla sedia. Era in reggiseno e mutandine. Cliccai sulla sua immagine per vederla ingrandita. Si stava masturbando. Insieme a me a guardarla c’erano decine di altre persone anonime. Qualcuna le scriveva in chat delle frasi volgari. Lei ogni tanto interrompeva la masturbazione e rispondeva. Io la salutai e stavo per scriverle chi ero. Ma mi fermai. Preferivo guardarla senza farle sapere che ero io. Era più eccitante e forse lei non voleva che la spiassi anche in quella situazione.

Quel sito permetteva di premiare chi si esibiva per gli altri donando una moneta virtuale che gli utenti dovevano procurarsi pagando con soldi veri. Acquistai un po’ di crediti e subito ne diedi un po’ a Chiara.

“Grazie, sei il primo che mi fa un regalo.” mi scrisse. “Cosa vuoi che faccia?”

Ci pensai un po’ su. Avrei potuto farle una richiesta particolare, qualcosa che richiamasse anche qualche altro suo gioco di cui io ero a conoscenza. Ma decisi di rimanere sul banale, per non destare sospetti.

“Facci vedere il culo.” le scrissi e poi la ammirai mentre si girava e metteva quella sua stupenda estremità a favore di camera. Poi si spostò il filo del perizoma e mostro a tutti il suo magnifico buchetto.

Dovetti chiudere in fretta la finestra del programma perché qualcuno aveva bussato alla porta del mio ufficio.

I giorni successivi furono tutti così. Appena potevo entravo in quel sito, la cercavo, la riempivo di crediti virtuali e la ammiravo insieme a sempre più persone mentre ci faceva vedere il suo corpo nudo e le sue tecniche per procurarci piacere.

Ero il suo fan più devoto, quello che più la ricompensava. Lei di quei soldi virtuali ne avrebbe ricevuta una parte. Chiara non aveva lavoro e quella piccola entrata settimanale cominciò a farle comodo. Peccato che una buona parte venisse direttamente dal mio stipendio, ma mi eccitava troppo quella situazione per smettere.

La parte negativa di quella nuova passione di Chiara fu che tra noi quasi smettemmo di scopare. Lei passava i pomeriggi a masturbarsi davanti allo schermo e alla sera non aveva voglia di fare niente con me.

Un giorno Chiara era tutta contenta per l’arrivo di un pacco per lei. Non mi disse cosa c’era dentro. Era diventata più riservata rispetto alle sue cose. Forse anche perché io stesso avevo smesso di chiederle cose. Non volevo far capire che la spiavo spesso, che ero io quello che le faceva un sacco di regali. In compenso tra noi si era maggiormente cementificato il rapporto di amicizia e di affetto. Avevo impressione che Chiara mi volesse più bene di prima. Meno sesso ma più sentimento.

Che cosa contenesse quel pacco, comunque, lo scoprii il giorno dopo sul sito. Era ben felice di farlo sapere a tutti i suoi fan: era un vibratore che gli spettatori potevano azionare direttamente tramite le loro donazioni per lei. Ad ogni regalo di moneta virtuale quel piccolo ovulo rosa che lei si infilava in fica o in culo vibrava più o meno intensamente e lungamente a seconda dell’ammontare donato. In quelle settimane io le donai decisamente molti più orgasmi tramite quel giocattolino che per mezzo delle mie dita o della mia lingua, per non parlare del mio cazzo.

XVI

Fu di nuovo estate ed io e Chiara un giorno andammo ad una festa organizzata da amici in una casa con piscina fuori città. Un pomeriggio di sole, di relax, di bevute, di balli, di bagni in piscina. C’era tanta gente, la gran parte sconosciuta. Io e lei eravamo lì come amici, non certo come fidanzati, ma non credo che fu la consapevolezza che lei fosse single a spingere tutti quei ragazzi a ronzarle attorno, ad avvicinarla, a scambiare due parole mentre se la rimiravano per bene.

Certamente lei non fece nulla per evitare di attirare l’attenzione, anzi. Indossava un costume veramente striminzito che le lasciava scoperte quelle chiappe fantastiche che si ritrovava e anche la parte di sopra metteva ben in mostra il suo seno.

Io la osservai per lo più da lontano. Trovavo eccitante vedere l’effetto che aveva sugli altri ragazzi che peraltro non si sarebbero mai immaginati quanto lei fosse porca ed esibizionista e che fosse una cam girl. A meno che qualcuno non ne riconoscesse il corpo, a mio parere inconfondibile ed indimenticabile. Chissà cosa avrebbero pensato se l’avessero saputo.

Però almeno un altro, oltre a me, che conosceva i vizi di Chiara era presente. Ad un certo punto la vidi chiacchierare in maniera più continuata e con maggiore confidenza con uno. Lo riconobbi: era Giulio. Il terzo incomodo da lei molto apprezzato quando stava con Alessandro. Parlarono a lungo e l’atteggiamento di lei era diverso rispetto che con tutti gli altri. Da lontano potevo solo intuire il tono della conversazione, ma sembrava abbastanza evidente che c’era intesa tra i due e che l’argomento non doveva essere troppo innocente, viste anche le numerose volte che lui allungò le mani verso di lei.

Ero geloso di lui. Più che di tutti gli altri che ammiravano la ragazza di cui io ero innamorato, con cui convivevo, che spiavo tutti i giorni mentre si masturbava, che ogni tanto avevo il privilegio di scopare ma che mi considerava solo il suo migliore amico. Forse. Ci speravo sempre di diventare qualcosa di più per lei. La presenza di uno come Giulio mi innervosiva, perché sapevo che a lei piaceva e temevo che per lei diventasse qualcosa di più.

Di cosa avessero parlato, che accordi avessero preso quel giorno a bordo piscina, lo scoprii qualche giorno dopo. Ero come sempre collegato con la webcam di Chiara, pronto a godermi lo spettacolo, ignaro che quel giorno ci sarebbe stata una novità. C’era Chiara, già nuda nel momento in cui entrai io e non era sola. Con lei c’era un corpo maschile, un bel corpo maschile. Lo riconobbi senza doverci pensare su troppo. Era Giulio.

Gli spettatori quel giorno erano molto più del solito. Finalmente l’avrebbero vista scopare sul serio e non solo con sextoy. E lo spettacolo fu notevole. Chiara diede il meglio di sé. Sembrava una pornostar navigata. Era perfetta: bellissima e porca. Si fece scopare in tante posizioni diverse. Dovetti ammettere che anche lui fu decisamente all’altezza del compito, in un modo che in effetti io mai sarei riuscito ad imitare. Con me non sarebbe stata la stessa cosa. E questo mi fece incazzare notevolmente, insieme al fatto che lei avesse invitato lui a casa nostra senza dirmi niente. Ero geloso. Ero furioso. Eppure continuavo ad essere eccitato. Mi sentii tradito da lei, anche perché tutte queste cose le stava facendo senza più coinvolgermi. Con Giulio, quello stronzo.

Spensi, sperando che la mia rabbia si placasse. Provai a concentrarmi di nuovo sul lavoro, che in quell’ultimo periodo stavo trascurando troppo. Ma non riuscivo a pensare ad altro. Non la vedevo più ma in testa avevo solo lei, solo il pensiero che in quell’esatto momento si stava facendo scopare, a casa mia, dal suo amico dal cazzo grosso.

Mi sentivo come un marito tradito. Anzi no, forse no. Non ero geloso del fatto che lei stesse scopando con un altro, ma del fatto che non mi aveva coinvolto in quelle sue fantasie che io l’avevo aiutata a coltivare. Era quello che mi faceva male, quel tradimento. D’altronde non ero neanche il suo fidanzato, ma proprio per quello non avrebbe dovuto escludermi.

Me ne andai e corsi a casa, con non so quali intenzioni.

XVII

“Vaffanculo! Che cazzo vuoi? Io faccio quello che voglio.” stavamo litigando.

“Ma non a casa mia. Senza dirmelo. Invitando gente di nascosto.”

“Non era gente… Era Giulio. Lo conosci.”

“Sì, ma non sapevo che venisse qui… a scoparti per di più.”

“Che problema è il cosa faccio con lui? Che problema hai se scopo con altri? Non siamo fidanzati.”

“No, ma mi hai sempre detto tutto. Adesso mi tieni nascoste le cose.”

“Avrò diritto alla mia privacy anche io, no?”

“Ma perché? Io sapevo tutto, sapevo più del tuo ragazzo e ora non più. Perché?”

“Perché… non lo so… perché ho bisogno di fare qualcosa di nascosto da… quando stavo con Ale mi accorsi che le cose fatte di nascosto da lui mi piacevano di più…”

“E perché sono diventato io adesso quello a cui tenere nascoste le cose? Non sono il tuo fidanzato, lo hai detto, anche se…”

“Anche se?”

“Anche se vorrei esserlo.” glielo confessai, così durante quello che era il nostro primo litigio. “Io ti amo.”

Chiara si rabbuiò.

“Non dovevi dirmelo.”

“Perché?”

“Era più facile senza saperlo.”

“Non lo avevi capito?”

“Sì. Ma almeno potevo fare finta di niente.”

“E quindi?”

“Io… io non lo so… io non posso dirtelo… non so se sono pronta ad amare qualcuno. Forse dovrei andarmene.”

“Andartene? Da dove?”

“Da qui. Da casa tua.”

“E come fai? Dove vai? Non hai un lavoro.”

“Beh, adesso in realtà qualcosa guadagno.”

Io distolsi lo sguardo. Dovevo dirglielo.

“Lo so.” dissi.

“Sai cosa?”

“Come guadagni.”

“Mi hai spiato?”

“Sì. Io… io sono guardone28.” le dissi il nickname che avevo su quel sito.

“Tu? Sei tu?”

“Sì.”

“Mi hai spiato. Mi hai ingannato.”

“Dovevo. Non resistevo.”

“Siete tutti così. Non mi lasciate mai veramente libera.”

“No, ti sbagli. Mi piace quello che fai.”

“Non mi sembra. Ti sei incazzato per Giulio.”

“Ero geloso.”

“Ecco, vedi. Anche tu come Ale.”

“No. Ero geloso del fatto che tu mi stessi tenendo nascosto tutto.”

“Cioè se te l’avessi detto prima non avresti avuto niente da dire?”

“No.”

“Anche se tu fossi il mio fidanzato?”

“Sì. Anche in quel caso.”

“Quindi tu cosa vorresti da me? Cosa vorresti essere con me?”

“Io… io vorrei stare insieme a te… e lasciarti libera, ma essere coinvolto. Voglio vederti mentre esprimi la tua sessualità.”

“Per stare insieme bisogna amarsi.”

“Tu non mi ami?”

“Non lo so.” sospirò Chiara dopo alcuni istanti di silenzio.

Poi si alzò e mi porse la mano. Gliela diedi e mi trascinò in camera. Mi fece sedere sul letto. Poi accese il computer.

“Che fai?” le chiesi. Non mi rispose.

Fece partire la trasmissione su quel sito dopo aver sistemato l’inquadratura della webcam. Poi si girò e venne verso di me. Si inginocchiò, mi tirò fuori il cazzo ed iniziò un lento pompino. Gli spettatori aumentarono in fretta appena si erano accorti che una delle loro cam girl preferite aveva ripreso la diretta. Potevano vedermi di fronte dal collo in giù e la nuca di lei che faceva su e giù sul mio cazzo. Poi lei si tirò su, si spogliò e si sedette su di me. La scopai così, a favore di camera. Nella chat le chiedevano chi fossi io, visto che non ero il solito ragazzo che se la scopava. Chiesero se fossi il suo ragazzo, dato che scopammo in maniera decisamente più intima e tranquilla rispetto alle acrobazie e posizioni da film porno che faceva con Giulio. Lei però, al termine dell’amplesso, scrisse che ero solo un amico. Un po’ ci rimasi male, ma pensai che la situazione tra noi fosse comunque migliorata.

XVIII

Una sera Chiara era seduta accoccolata sul divano con il telefono in mano. La vedevo impegnata a scriversi con qualcuno. Ogni tanto faceva un lieve sorriso, oppure si mordeva il labbro. Indossava un paio di leggings e mi sembrava che ogni tanto con la mano libera scendesse a toccarsi fra le gambe.

“Con chi stai parlando?” chiesi col tono più neutro possibile per non darle l’idea che fossi geloso o anche solo troppo curioso.

“Con un uomo…” mi rispose dopo una breve esitazione.

“E…?” la invitai a concludere con più dettagli.

“E niente, mi ha fatto una proposta.”

“Chi è?”

“Uno. Uno che mi ha vista sul sito. Ha iniziato a scrivermi spesso e alla fine gli ho dato il mio contatto. Non so molto di lui, se non che ha cinquant’anni.”

“E cosa vuole?”

“Vorrebbe scoparmi.”

“Tutto qua? Come chiunque ti veda.”

“Sì, ma lui vorrebbe farlo insieme a due suoi amici.”

“In tre?” dissi io sistemandomi il cazzo indurito nelle mutande senza dare nell’occhio.

“In quattro.” mi corresse giustamente lei.

“E tu vuoi farlo?”

“Ci sto pensando.”

“E perché tu dovresti accettare l’offerta di questi tre? Cos’hanno di speciale?”

“Perché mi vorrebbero pagare. E neanche poco.”

“Ah, quindi lo faresti solo per soldi?” chiesi in parte deluso perché speravo che ci fosse qualcosa di perverso che la eccitava e in parte contento perché mi dispiaceva un po’ che lei pensasse di fare cose porche senza coinvolgermi. In un certo senso mi sbagliavo in entrambe le cose.

“No. Tutt’altro. Lo farei proprio perché mi eccita la proposta di essere pagata. Cioè mi tratterebbero come una puttana. Questo mi eccita. È sbagliato, lo so, ma non posso farci niente.”

“Non è sbagliato in assoluto. Se ti piace farlo non è sbagliato.”

“Ok. Mi eccita perché non lo farei mai con quei tre. Non mi piacciono molto. Non hanno dei bei corpi, sono tutti sopra i cinquanta. Però sono tre porci. E mi farebbero sentire come la peggiore delle troie.”

Queste parole mi facevano impazzire. Sentirgliele pronunciare con quella sua naturalezza, da quella sua bocca incastonato in quel visino perfetto… Finsi di dover sistemare qualcosa nella cucina per voltarmi e non farle vedere quanto ero eccitato e per non rischiare che l’umido che fuoriusciva dalla mia cappella fosse visibile oltre le mutande e i pantaloni.

“Quindi lo farai?” chiesi con la voce quasi rotta.

“Non lo so… sono indecisa.”

“Qual è il tuo dubbio?”

“Che… non so se fidarmi… alla fine sarei da sola in mezzo a tre sconosciuti… sembrano brave persone, anche se molto perversi, però…”

Pensai una cosa. Poi pensai che non gliela potevo suggerire. Ma poi gliela dissi di getto, istintivamente.

“Se vuoi vengo con te.”

“Con me? E per fare cosa?”

Potevo risponderle che volevo osservarla da vicino mentre veniva scopata da tre uomini e segarmi di fronte a quello spettacolo. Ma ebbi una idea migliore.

“Posso riprenderti. Così poi hai il filmato dell’incontro.”

Chiara spalancò occhi e bocca. Poi l’espressione si trasformò in un sorriso.

“Oddio, sì! Sarebbe fantastico! In effetti sarebbe un peccato non avere poi testimonianza dell’incontro. Sì, è geniale! Loro non vogliono nessun altro che mi scopi con loro, ma forse se gli dico che farai soltanto il cameraman accetteranno.”

Dentro alle mie mutande io stavo silenziosamente sborrando.

Chiara prese in mano il cellulare e scrisse alcune frasi. Arrivò in breve tempo la risposta e dal suo sorriso non ebbe bisogno di leggermela.

“Ci stanno! Grazie. Sei un tesoro.” si alzò e venne ad abbracciarmi.

Poi l’abbraccio si trasformò in bacio e la mano di lei si stava per infilare nei miei pantaloni. Non volevo che trovasse il mio cazzo ancora moscio e sporco in seguito all’orgasmo che avevo appena avuto e tenuto nascosto. Quindi la fermai e con una scusa rifiutai quell’avances. Lei rimase molto interdetta, non capì, ma per fortuna la cosa finì lì senza ulteriori imbarazzi.

XIX

Era ormai notte fonda. Ero seduto al computer da ore. Ci tenevo a fare un bel lavoro e poi non era facile ritagliare ogni inquadratura in modo che non si vedessero le facce ma allo stesso tempo non si perdessero dettagli interessanti come ad esempio la bocca di Chiara che si apriva per la sopresa del sentirsi entrare dentro insieme due cazzi in culo e in fica. Bocca che veniva poi prontamente riempita dal cazzo del terzo uomo.

Erano stati veramente dei porci. Li avevamo incontrati in un motel. Chiara si era vestita proprio da troia. Si era emozionata nel ricevere la busta con i soldi e li aveva subito ringraziati inginocchiandosi e succhiando a turno i loro tre cazzi. Poi aveva fatto uno spogliarello per loro e per la mia telecamera, prima di finire sul letto attorniata da quei tre corpi imperfetti ma estremamente vogliosi di lei. L’avevano scopata in ogni modo, in ogni combinazione possibile. Da soli, in due e poi in tre. Un cazzo in ogni buco oppure due cappelle in bocca e un cazzo nel culo. Oppure anche due cazzi in fica contemporaneamente. Aveva provato anche questa nuova esperienza. I tre uomini erano esperti e non si facevano nessun problema a compiere gesti che facevano sfregare tra loro i loro cazzi.

L’esperienza dei tre si era mostrata anche nel fatto che si erano presentati con i referti di tre test negativi per quanto riguardava eventuali malattie veneree in modo da poter scoparsi Chiara senza preservativi e poterla riempire di sborra.

Io ero rimasto in disparte e avevo cercato di essere il più discreto possibile. Avevo montato una camera fissa e un’altra la tenevo in mano e mi spostavo per fare le inquadrature migliori. Alla fine di materiale girato ne avevo quasi sei ore, essendo stati in quella stanza di motel almeno tre ore.

Ero fermo da mezz’ora sulla stessa scena da tagliare e montare. La mandavo e rimandavo avanti e indietro, per riguardarmi l’espressione di lei e sentirne le parole.

Era a pecorina con uno dei tre dietro che la inculava stando in piedi sul letto e con le ginocchia piegate. Era forte il contrasto tra il corpo giovane e perfetto di lei e quello sgraziato dell’uomo. Ero abituato a vederla scopare con un ragazzo bello come Giulio e quella differenza aggiungeva qualcosa di perverso.

Mentre lo prendeva in culo lei si girava verso di me. Guardava in camera e sorrideva. Le piaceva farsi riprendere. Uno degli altri due salì sul letto e si inginocchiò davanti a lei. Le prese poi la testa e le sbattè il cazzo in faccia.

“Succhia, troia.” le disse. Lei obbedì, ma dopo aver fatto su e giù con la testa un paio di volte se lo tolse dalla bocca e continuò a segarlo con una mano. Poi girò di nuovo la testa, guardò prima l’uomo dietro di lei che la inculava e poi guardò di nuovo me, il regista di quello spettacolo. L’uomo che stava segando, contrariato, le prese la testa e gliela girò di nuovo. “Ti ho detto di succhiarmelo, troia, smettila di guardare la telecamera, piccola viziosa esibizionista.” Lei obbedì, ma un po’ malvolentieri. Preferiva esibirsi che succhiare.

In quel momento, nel video, si sente una voce. Era il terzo uomo. Era fuori dall’inquadratura, al mio fianco.

“Ma lui è il tuo fidanzato?” le chiese.

“Ah è il tuo ragazzo?” disse prontamente l’uomo che se lo stava facendo succhiare. “Il tuo ragazzo cornuto?”

Io stavo per rispondere, per negare quel ruolo che mi attribuivano. Ma non lo feci, qualcosa mi bloccò. Chiara diede un’altra succhiata al cazzo e poi si staccò. Giro la testa verso il primo uomo che aveva parlato.

“Sì.” rispose decisa. “È il mio fidanzato. È il mio fidanzato cornuto.”

Dopo aver detto questa frase guardò dritto in camera e sorrise.

A quel punto si vede l’inquadratura che ha un sobbalzo. Fui io a sobbalzare, per la sopresa e per la reazione che quelle parole provocarono in me. Il mio cazzo, compresso nei pantaloni ma duro fin da inizio serata, non ce la fece più e schizzò ancora una volta senza essere toccato, soltanto per la pressione del tessuto e soprattutto per le implicazioni di quello che lei aveva appena detto, sempre che fosse stata sincera.

Mandai indietro. Play.

“È il mio fidanzato. È il mio fidanzato cornuto.”

Indietro. Play.

“È il mio fidanzato.”

Indietro. Avanti. Indietro.

“…cornuto.”

Stop.

Con la mano libera mi stavo segando.

Quasi mi presi un colpo sentendo una presenza alle mie spalle. Mi sentii sfiorare. Era Chiara che si piegò appoggiandosi alle mie spalle e sussurrandomi nell’orecchio.

“Sei ancora qui che lavori?”

Io annuii.

“Rimanda indietro.” mi disse.

Lo feci e poi riprodussi di nuovo la scena. Poi stoppai e mi girai verso Chiara. Avevamo i nostri visi a pochi centimetri l’uno dall’altro, illuminati solo dalla luce del monitor del computer.

“Eri… eri sincera?” le chiesi deglutendo nervosamente.

Lei mi girò attorno, sollevò una gambe e si mise a cavalcioni su di me. Era nuda, d’altronde dormiva sempre così. Sistemò con la mano il mio cazzo in modo da sedercisi sopra infilandoselo dentro. Mise le braccia intorno al mio collo e mi baciò.

“Forse sì.” sussurrò dolce.

“Davvero?” chiesi mentre tentavo inutilmente di bloccare la sborra che cominciava a fuoriuscire dal mio cazzo.

“Se ti vado bene come sono… se mi accetti per quello che faccio… allora sì, direi che possiamo essere fidanzati… se mi ami nonostante il mio modo di essere…”

“Io…” balbettai mentre sborravo dentro di lei. “Io ti amo… proprio per come sei… mi vai bene così… non voglio che smetti di fare quello che fai…”

“Allora ero sincera… è stato bellissimo, ma perché c’eri tu a riprendermi, a guardarmi… ci sei da sempre a guardarmi, ci sei sempre stato… anche quando non c’eri…”

Feci ripartire il video.

“Sì. È il mio fidanzato. È il mio fidanzato cornuto.”

6 commenti su “Cam girl”

  1. Bel racconto. Mi è piaciuto come hai descritto l’evoluzione dei profili dei due protagonisti durante il racconto e come anche loro hanno preso consapevolezza nell’arco della storia. Sempre molto eccitante, anche perché, trovo sia sempre una storia credibile e che porta ad immedesimarsi nei personaggi.

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