Imbarcata

Un weekend in barca con un corteggiatore, ma tanto c’è anche il marito.

Sentii rientrare mia moglie mentre non mi ero ancora del tutto addormentato. Mi alzai e andai verso il bagno dove era andata appena entrata in casa. Si stava spogliando del vestito molto elegante che aveva indossato in quella serata.

Mia moglie Lara aveva una piccola galleria d’arte. Di recente aveva avuto un ottimo cliente molto danaroso che aveva acquistato alcuni pezzi. Lo stesso cliente, poi l’aveva invitata a cena con altri per farle conoscere alcuni altri potenziali acquirenti di opere d’arte.

“Come è andata?” chiesi sfregandomi la faccia, mezzo addormentato.

“Bene.” mi rispose lei girandosi verso di me e sorridendo in modo allusivo. “Come mi aspettavo.”

“Cioè?”

“Cioè è stata una piacevole serata. Non credo cambierà molto per i miei affari, comunque. Quella di farmi conoscere altri clienti era un po’ una scusa, ma l’avevo intuito già da prima.”

“E perché ti ha invitato, allora?”

“Indovina.” mi rispose Lara ridacchiando tra sé e sé.

“Non so…” mormorai io che non ero del tutto lucido.

“Non voleva farmi conoscere altri, voleva conoscermi meglio lui. Si può dire che ci abbia provato tutta la sera.”

“Davvero?” chiesi ridestandomi un po’.

“Eh sì. Era abbastanza palese. Non lo ha detto esplicitamente solo perché è un gentiluomo, ma fosse stato per lui sarei tornata a casa portandoti in regalo un bel paio di corna. Ahahah.” Lara rise.

“Ma non l’hai fatto…” dissi un po’ dubbioso.

“No…” sembrò pensarci su. “Non so bene perché, ma ti sono rimasta fedele. Aahaha” rise di nuovo, sembrava un po’ su di giri, un po’ alticcia. “Dai, scherzo.”

“Ti piaceva lui?”

Lara fece una faccia pensierosa, come se stesse veramente pensandoci solo in quel momento.

“Non è che mi piaceva lui… mi piaceva il modo in cui, non so come dire, in cui se fosse stato per lui avrebbe fatto di tutto pur di portarmi a letto.”

“Beh, se vuoi puoi venire a letto con me… se ti sbrighi e non mi addormento prima.” scherzai.

“Ok, adesso arrivo, dammi il tempo di lavarmi un po’.”

Tornai a letto. Il mio cazzo era la parte più sveglia del mio corpo. Un po’ per le allusioni al fatto che la mia donna fosse stata palesemente corteggiata da un altro, era pur sempre un motivo di orgoglio. E un po’ perché era sembrata effettivamente vogliosa di raggiungermi a letto per fare sesso prima di dormire. Non so se a questa voglia che dimostrava aveva contribuito anche la serata appena trascorsa in cui era stata l’oggetto del desiderio di un altro uomo. Non approfondii questo pensiero.

Stavo quasi però per riaddormentarmi quando la sentii salire sul letto e scivolare nuda e sinuosa su di me. Prese in mano il mio cazzo e cominciò a leccarlo.

“È tutto per me questo cazzo duro?” mi sussurrò.

“Sì…” grugnii io. “Ma forse non è l’unico cazzo che è duro per te in questo momento”

“Cosa vuoi dire?” mi chiese mentre mi segava.

“Che magari il tuo cliente adesso si sta segando pensando a te, visto che non gliel’hai data forse si sta sfogando da solo.”

“Dici davvero?”

“Beh, forse sì. Se non ha anche lui una moglie che lo aspettava a casa.”

“No, direi di no. E ti dispiacerebbe se un uomo si stesse masturbando pensando a me?”

“No, perché dovrebbe?”

“Perché sono la tua donna. Non sei geloso?”

“Non posso essere geloso delle fantasie altrui.”

“E se fossero più che fantasie?”

“Cosa intendi?”

“Ad esempio mi ha invitato a fare un weekend sulla sua barca, in Liguria. Mi lasceresti andare o in quel caso saresti geloso?”

“Eh no, quello mi sembra un po’ troppo. Va bene una cena, ma un weekend in barca…”

“Però sarebbe bello farlo… lo sai quanto mi piacerebbe…” mi chiese Lara mentre donava piacere al mio cazzo e mi guardava con occhioni imploranti.

“Lo so ma…”

“Eh lo so, glielo ho detto anche io.”

“Cosa?”

“Che non avrei potuto andare con lui in barca. Che sono una donna sposata.”

“E lui cosa ha detto?”

“Ha detto che potevi venire anche tu, che non c’era problema.”

“Davvero ha detto così?”

“Sì.”

“Che strano.”

“Ma, sai, lui mi ha corteggiato ma non è mai stato esplicito con le parole. Sempre galante e forse gli basta provare a sedurmi. Magari pensa semplicemente di approfondire la conoscenza, di essere generoso con noi e poi magari un giorno io mi deciderò ad andare con lui.”

“Sì, probabilmente è così. Ma quindi l’invito era serio?”

“Sì, sì. Mi ha detto tutti i dettagli. Era serio. Basta che gli dico che ci vogliamo andare e lui ci ospita.”

“Beh, non mi sembra comunque il caso…”

“No? Dai ti prego, sarà molto bello. Mi ha fatto vedere la barca, è bellissima.”

“Sì, ma…”

“Davvero non vuoi? Ti prego…” dopo aver detto questo Lara scivolò sopra al mio corpo venendo a fissarmi negli occhi a breve distanza mentre si puntava il cazzo contro l’apertura della sua fica. Sapevo che in quel momento lei sarebbe stata capace di negarmi la scopata oppure di regalarmene una fantastica. Dipendeva tutto dalla mia risposta.

“Ok, va bene, andiamoci.” sbuffai io cedendo subito al ricatto della fica e venendone immediatamente premiato.

Maledii il mio essere così facilmente manipolabile, ma poi pensai che in fondo sarebbe stato un bel weekend e quell’uomo con me presente in uno spazio ristretto come quello di una barca non avrebbe potuto fare chissà cosa. Alla fine me lo aveva descritto come una persona piacevole, dunque mi facevo troppe paranoie.


Quell’uomo si chiamava Vittorio. Ci accolse come fossimo vecchi amici. Era una di quelle persone molto brava nel rapportarsi agli altri a prescindere dalle differenze. Lasciammo il porto e lui si preoccupò di spiegarmi come si conduceva una barca dato che mi ero mostrato incuriosito.

Mia moglie Lara, invece, appena ci fummo allontanati dalla costa disse che si sarebbe messa a prendere il sole sul ponte a prua. Noi la osservammo che si spogliava ed io rimasi di sasso quando rimase in bikini. Anzi è più corretto dire che rimase in topless, ma non fu solo quello ad attirare la mia attenzione e sicuramente anche quella di Vittorio. Il pezzo sotto del costume che indossava non glielo avevo mai visto mettere. Doveva essere nuovo ed era un costume molto più audace di qualsiasi altro costume lei avesse mai messo. Sostanzialmente consisteva in un cordoncino rosso attorno alla vita e un pezzo di stoffa dello stesso colore che le copriva, a malapena, il pube mentre sul retro ridiventava striminzito come il resto. Era poco più che nuda e forse così era ancora più provocante che nuda perché quel costume palesava la sua voglia di essere guardata da noi. Da me e da Vittorio. Non poteva che averlo indossato per provocarci. Non sapevo solo se voleva provocare più me o lui.

“Sei un uomo fortunato.” commentò Vittorio ammirando senza pudore il corpo di mia moglie.

“Grazie.” dissi io deglutendo nervosamente mentre la guardavo che si spalmava la crema solare e poi si stendeva mostrandoci le chiappe. Dalla nostra angolazione in certi momenti sembrava fosse totalmente nuda.

Raggiungemmo una piccola insenatura isolata e Vittorio ancorò la barca al fondale e propose di fare un bagno. Lara accolse con gioia la proposta. Io invece fui più titubante. L’acqua al largo dove non vedevo il fondo mi causava un po’ di angoscia, per cui declinai.

Rimasi sulla barca ad osservare mia moglie e Vittorio che si tuffavano e poi nuotavano e scherzavano fra loro. Li vidi farsi una nuotata verso gli scogli più vicini e poi rimanere a parlare fra loro lontano da me e vicini fra loro. In quel frangente sentii la gelosia crescere dentro al mio stomaco. Pensai a cosa avrebbe potuto fare Lara se avesse fatto veramente quel weekend in barca senza di me. Quella folle idea, che mi girava in testa, mi causò una erezione. Scesi sotto coperta per poter tirare fuori il cazzo, segarmelo un po’ e placare l’ansia, senza riflettere che così facendo li avevo persi di vista e che loro avrebbero potuto vedere che non li stavo più vedendo e avrebbero potuto fare… chissà cosa mi immaginavo.

Una volta tornati sulla barca Lara andò a togliersi il sale dalla pelle nella piccola doccia che c’era all’interno della barca. Intanto Vittorio predisponeva le cose per pranzare su un tavolino a poppa. Quando Lara tornò di sopra aveva il suo striminzito costume in mano perché voleva appenderlo ad asciugare da qualche parte. Era sempre in topless e si era legata in vita un pareo, soltanto che quel pareo era parzialmente trasparente. Ad un occhio attento, e i nostri lo erano sicuramente, non sarebbe sfuggita la visione soltanto un po’ velata della sua fica e del suo culetto nudi.

Stentavo a riconoscerla. A volta faceva la provocante, ma solo con me e solo in situazioni “protette”. Invece davanti a Vittorio si stava scatenando. Non sapevo se volesse soltanto divertirsi dato che sapeva della sua voglia per lei e dato che tanto c’ero io che avrei impedito che potesse succedere qualcosa. Oppure… oppure quale poteva essere l’alternativa? Che volesse veramente arrivare a fare qualcosa di sessuale? Possibile? E io, nel caso, come avrei reagito? Avrei dovuto impedirlo, avrei dovuto dirle di smettere di essere così, però… però il mio cazzo era quasi costantemente duro nel vederla così e quando lei mi faceva stare il cazzo duro io ero completamente alla sua mercé.

Pranzammo tutti a torso nudo ma certo era una cosa diversa vedere i nostri petti maschili e vedere invece le tette ballonzolanti di Lara. Quando poi capitò che un po’ di salsa le cadde dalla bocca e le sporcò un seno e lei, con fare malizioso, la raccolse col dito per poi succhiarselo, io a stento trattenni un gemito di piacere.

Finito il pranzo continuammo a chiacchierare sedendoci sui divanetti di cui disponeva la barca. Lara era sullo stesso di Vittorio mentre io ero di fronte. Lei poi si allungò appoggiando i piedi sul divanetto stesso, a pochi centimetri dalla coscia di Vittorio. Dopo qualche minuto chiese “Posso?” mentre li allungava per appoggiarli sulle sue gambe. Lui, quasi distrattamente si mise poi a massaggiarle i piedi. Lei sembrò apprezzare il gesto, mugolando di piacere. Dentro di me stavo esplodendo. Non sapevo cosa dire. Non potevo farle una scenata, in fondo non stava facendo niente di male e poi… e poi c’era il fatto che una parte di me era decisamente affascinata da quel modo di fare allusivo e malizioso di mia moglie. Mi piaceva come ci stava provocando. Come sfidava le convenzioni e sfruttava il potere della sua avvenenza con noi due.

Quando si alzò per andare a prendere da bere il nostro sguardò si piazzò sul suo fondoschiena. Poi ci guardammo tra noi e ci fu quasi una sorta di complicità maschile, anche se io ero il marito e lui un mio potenziale avversario. Forse fu questo a dare a lui il coraggio di parlare in quel modo:

“Ma tu hai intenzione di andare in giro così per tutto il weekend?” chiese a Lara.

“Perché? Cosa c’è che non va?” chiese lei con aria innocente fin troppo marcata.

“Che non va nulla, a meno che tu non voglia farci stare in tiro per tutti e due i giorni?”

“In tiro? Ahahah” ridacchiò. “Ma dai, non ci credo che vi basta una in topless per stare in tiro.” ci provocò.

“Invece sì.” continuò lui. “Non sei solo in topless, la parte sotto, tra il costume di prima e il pareo di adesso, è peggio che tu fossi nuda. Dico bene?” disse quest’ultima domanda rivolgendosi a me.

“Cioè mi volete dire che voi due adesso, solo per come sono svestita avete una erezione? Anche tu?” disse guardandomi.

Io alzai le spalle non sapendo come intervenire in quel discorso folle.

“Non è solo come sei svestita, è quello che fai, la tua naturale sensualità… gliel’ho detto a tuo marito, quanto sia fortunato.”

“Sì, ma non ci credo che vi basti questo per stare duri, dai…”

“Vuoi verificare?”

“Sì.” rispose lei senza esitare.

“Ok.” disse Vittorio alzandosi in piedi e iniziando ad armeggiare con i boxer. Guardò verso di me in cerca di un cenno di assenso. Io in qualche modo glielo diedi.

Lara sorrise quando lui si abbassò i pantaloncini e mise in mostra un cazzo lungo, dritto e inequivocabilmente duro. Poi entrambi si girarono verso di me attendendo una mia mossa e poi sollecitandomela.

Quasi in trance imitai il gesto di Vittorio e misi anche io in mostra il mio cazzo che ormai era diventato ancora più duro a causa dell’aver visto mia moglie guardare un altro cazzo duro per lei.

Lara si avvicinò a noi. Fece finta di fare una valutazione attenta della situazione. Diede anche un buffetto ai nostri due cazzi, ridendo.

“Ok. Potete rimetterli dentro. Avevate ragione, non pensavo vi bastasse così poco. Va be’, lo prendo come un complimento.”

Poi si girò, camminò verso la prua della barca e nel farlo lasciò cadere il pareo. Subito dopo sculettò ridendo e girandosi per vedere la nostra reazione. Poi prese il costume ormai asciugato al sole e se lo reinfilò. Prima di tornare a stendersi al sole mi guardò e mi disse, ridacchiando:

“Comunque ce l’ha più lungo lui, hai visto?”

Io sbarrai gli occhi e rimasi impalato senza avere il coraggio di guardare Vittorio che intanto se la rideva sotto i baffi. Era davvero mia moglie quella che aveva messo su tutto questo teatrino. Stava succedendo veramente? Cosa aveva in mente?


Quella sera, nella nostra piccola cabina in cui oltre al letto c’era spazio per bene poco altro, Lara si avvinghiò a me.

“Sarai eccitato dopo la giornata di oggi, vero? Io sono eccitata.” mi sussurrò.

“Sì, non riesco ancora a credere al modo in cui ti sei comportata.”

“Ho fatto male? Ti ha dato fastidio?”

“Ehm… non lo so… sono rimasto spiazzato…”

“Ma spiazzato… male o spiazzato bene?”

“Ehm…”

“Cioè hai avuto tutto il giorno il cazzo duro o no?”

“Sì.”

“Ecco, era quello che volevo.”

“Ma perché?”

“Perché è eccitante vedere come posso provocarvi, mi fa sentire… super.”

“E…”

Non sapevo bene cosa aggiungere, ma Lara non mi diede il tempo di farlo.

“Ora scopiamo.” mi disse senza ammettere replica.

“Ok, ma facciamo piano.” dissi.

“E perché mai?”

“Se no Vittorio ci sente…”

“E che ti frega se ci sente?”

“Be’, non è carino nei suoi confronti…”

“Ma va là, secondo me non aspetta altro.” rispose con un sorriso diabolico.

“E… e tu? Ti eccita farti sentire da lui?”

“Sì, così so che anche lui continua ad avercelo duro… il tuo lo sento, il suo posso solo immaginarlo.”

“E lo stai immaginando?”

Mi rispose soltanto con un sorriso eloquente mentre si infilava il mio cazzo nella fica e poi iniziava a goderne rumorosamente.


A metà notte Lara si risvegliò e volle farlo di nuovo. Nella cabina stavamo stretti e faceva caldo.

“Andiamo fuori.” disse lei senza ammettere replica.

La seguii un po’ incerto. Mi fece sedere su uno dei divanetti e poi si impalò su di me. Anche lì, sul ponte della barca, all’aperto, non si fece scrupoli a far sentire al mondo tutto il suo piacere. Eravamo in rada vicino ad altre barche. Non so se qualcuno si affacciò per ammirare lo spettacolo. Di sicuro lo fece l’altro occupante della barca. Notammo entrambi un’ombra sulle scalette che scendevano verso le cabine. Lara si girò verso di lui e gli fece cenno di avvicinarsi.

Vidi il corpo nudo di Vittorio, illuminato dalla luna, che si mise dietro Lara. Ci guardava e si segava.

“Amore, ti ho mai detto della mia fantasia che non sono mai riuscita a realizzare?” mi sussurrò Lara mentre mi prendeva una mano e si infilava il mio dito medio in bocca per insalivarlo abbondantemente.

“Che fantasia?”

Si tolse il dito dalla bocca e spostò la mia mano dietro di lei, in modo che potessi raggiungerle il buco del culo col dito insalivato.

“Allargamelo e preparamelo.” mi disse.

Io eseguii. Come potevo oppormi a qualcosa che voleva fare la mia donna super eccitata?

“Che fantasia?” insistetti.

“Farlo con due uomini.” mormorò lei.

“Ti sei dimenticata del campeggio? Tanti anni fa. Con quel nostro amico quando ce l’hai succhiato a entrambi?” provai a provocarla.

“Non l’ho dimenticata, ma non mi avete scopata in due quella volta.”

“Come no? Io ti scopaio mentre glielo succhiavi.”

“Non è quello che voglio.”

“Cosa vuoi allora?”

“Voglio due cazzi dentro di me, insieme, uno in fica e uno in culo.” ansimò.

“Non ti basta quando ti infilo il dildo nel culo mentre ti scopo?”

“No, non mi basta.”

“Cosa vuoi allora, veramente?”

“Voglio baciare mio marito e guardarlo negli occhi e sentire come si indurisce il suo cazzo nella mia fica mentre il cazzo di un altro uomo mi entra nel culo…”

Subito dopo questa frase Vittorio, che si era nel frattempo preparato e ci stava ascoltando, si inginocchiò e punto il suo lungo cazzo contro l’apertura posteriore di Lara. Lei sospirò e spinse in fuori il culo che si aprì con facilità per accogliere quel membro maschile perfetto per quel tipo di penetrazione.

Lara urlò nella notte.

Poi mi infilò la lingua in bocca mentre mi teneva il viso con le mani. Si staccò, gemette e ansimò.

“E poi volevo vedere la faccia di mio marito mentre gli confesso che non è la prima volta che questo cazzo mi entra nel culo.”

“Come sarebbe a dire?” dissi sgranando gli occhi.

“Se tu l’altra sera avessi provato a infilarmi un dito nel culo te ne saresti accorto…”

“Cazzo! Era tutto preparato… questo weekend… tu che ci provocavi… tutto?”

“In un certo senso…”

“Fanculo…” dissi seccato dall’essere stato preso in giro. Delle corna subite ormai non me ne fregava più niente, era troppo eccitante vedere Lara in quel modo.

“Ehi, amico” intervenne Vittorio, “almeno tu ti sei goduto tutte le sue provocazioni senza sapere nulla e provando le emozioni nella sua totalità. Tutto questo l’ha fatto per te, se non l’hai capito.”

Guardai Lara negli occhi.

“È così, amore, l’ho fatto per te. Per essere la tua troia.”

Me lo disse subito prima di sbavarmi in faccia dopo aver perso il controllo a causa di un orgasmo anale provocato dall’aumento di intensità delle spinte di Vittorio. E forse, almeno mi piace pensarlo, provocato dal sentire la mia sborra che la riempiva in seguito a quella sua confessione.

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