L’agriturismo (4ª parte)

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Quella sera la cena all’agriturismo era accompagnata da una degustazione di vini che ci portò inevitabilmente a bere più di quello che avremmo dovuto. Silvia, la mia ragazza, in particolare sembrava un po’ su di giri rispetto al solito. Personalmente non ne ero affatto dispiaciuto. Gli avvenimenti erotici di quei giorni mi avevano gasato e non essendo più riuscito a fare nessun incontro con Anna contavo di fare qualche gioco più porco del solito insieme alla mia ragazza che non sempre si lasciava andare a sufficienza.

Dopo cena ci sedemmo su un paio di poltrone con vista sul buio della vallata circostante e sul cielo stellato. L’atmosfera era romantica ma, proprio a causa dell’alcool in corpo, era anche maliziosa e ben promettente. Aspettammo che gran parte degli ospiti del posto si ritirasse e quando fu abbastanza tardi proposi a Silvia di fare un giro verso la piscina.

Quando arrivammo a bordo piscina c’erano ancora quattro persone che ridevano e scherzavano fra loro godendosi la relativa frescura della notte. In realtà faceva ancora piuttosto caldo. Il mio primo obiettivo, quello di andare in piscina, magari fare un tuffo e giocare nell’acqua era fallito. Mi venne così in mente che scendendo ancora, in mezzo agli alberi, c’era una vasca di acqua con idromassaggio. Pensai che era ancora più adatta ad eventuali giochi di coppia essendo più nascosta e di sera neanche illuminata.

Quando fummo a pochi metri da quella vasca sentimmo però un rumore di acqua mossa e qualcuno che ridacchiava. Era già occupata e lo era da parte proprio di Anna e suo marito.

“Ah, scusate, non volevamo disturbarvi.” dissi quando si girarono sentendoci arrivare.

“Nessun disturbo, ragazzi. C’è posto anche per voi, se volete.” rispose prontamente Anna, con tono allegro.

In quel momento mi si aprirono nella mente immagini di giochi erotici a quattro dentro a quella vasca e il mio cazzo reagì di conseguenza. Era però forse troppo sperare in una conclusione di serata del genere. D’altronde però perché non accettare quell’invito, qualcosa di interessante poteva pur sempre nascere. C’era il rischio che venisse in qualche modo fuori il mio rapporto con Anna, ma valutai che Silvia fosse sufficientemente alterata dall’alcool da poterle far passare tutto come scherzo. La mia ragazza, però, smorzò subito gli entusiasmi con una obiezione.

“Ah, no, grazie, non pensavamo di entrare in acqua, non abbiamo i costumi per fare il bagno…”

“Ah, ma quello neanche noi.” disse Anna mentre si alzava in piedi e ce lo dimostrava, seppur fosse difficile da scorgere nel buio. Era completamente nuda e nonostante avesse dimostrato di essere una donna audace quel suo gesto fu dovuto probabilmente al fatto che anche lei fosse un po’ ubriaca. Il marito per un attimo si stupì e protestò dicendole di abbassarsi.

Noi rimanemmo sorpresi da quel suo gesto. Io cercai di comprendere che reazione avesse Silvia.

“Dai, su, si sta benissimo, venite…” aggiunse ancora Anna reimmergendosi nella vasca.

Silvia mi guardò. Ero sicuro che mi avrebbe chiesto di andare via, scandalizzata da quella situazione. Invece alzò le spalle.

“Quasi quasi…” mi disse mentre si abbassava una spallina del vestito.

Osservai con grande stupore la mia ragazza che si spogliava del tutto a pochi metri da quella coppia di sconosciuti, anche se nascosta dal buio della notte. Io la imitai, con grande rapidità, mentre lei stava già per entrare nella vasca. Cercai di nascondere alla sua vista il fatto che avessi il cazzo che puntava verso l’alto. Lei era sicuramente un po’ ubriaca se no non avrebbe avuto quella disinvoltura ma immaginavo non così tanto da avere anche in mente sviluppi sessuali della situazione.

In acqua io mi ritrovai più vicino ad Anna che a suo marito, eravamo quasi di fronte a loro ma un po’ spostati. Iniziammo una piacevole conversazione tra gente che non si conosceva. A dire il vero io non riuscii a seguire quasi nessun discorso: ero troppo distratto.

Anna, infatti, quasi subito allungò un piede verso il mio, sorridendomi maliziosa nel buio. Era chiaro che lei, come me, avesse in mente giochi erotici. Non sapevo però che intenzioni avesse il marito e, soprattutto, c’era Silvia che probabilmente non sarebbe stata d’accordo.

Tutta la situazione, l’essere nudi immersi in acqua nel buio insieme ad un’altra coppia di cui io tra l’altro avevo già scopato lei, in aggiunta alla provocazione del contatto fra i nostri piedi, faceva sì che il mio cazzo reclamasse di vedere soddisfatte le sue voglie. Qualcosa dovevo provare, dovevo rischiare.

Sia noi che loro stavamo abbracciati e ci scambiavamo effusioni. Io appoggiai in modo apparentemente casuale una mano all’inizio della coscia della mia ragazza. La tenni lì per un po’ e poi pian piano spinsi le dita fra le sue gambe, osservando le sue reazioni. Sembrò accettare la cosa. Probabilmente la sottovalutavo, anche lei aveva voglia di trasgredire quella sera.

Dopo qualche minuto la stavo masturbando in modo discreto. Lei ricambiò afferrando il mio cazzo sott’acqua. Ci baciammo.

Praticamente in sincronia con noi, Anna e suo marito aumentarono anche loro le loro effusioni reciproche. Nessuno più stava parlando. Ciascuna coppia stava amoreggiando.

Mentre io e Silvia eravamo impegnati in un lungo bacio con la lingua e le nostre mani giocavano con i genitali dell’altro, vidi con la coda dell’occhio Anna che usciva parzialmente dall’acqua e si posizionava a cavalcioni del marito, lasciandosi andare in un gemito inequivocabile.

“Stanno scopando.” mi sussurrò Silvia con tono neutro, non scandalizzato ma piuttosto incuriosito.

Perdemmo definitivamente le inibizioni. Dopo pochi minuti sia noi che loro stavamo palesemente facendo sesso fregandocene della presenza dell’altra coppia o forse traendo un piacere aggiuntivo dalla situazione trasgressiva. Non ci potevo credere che la mia ragazza si stesse facendo scopare davanti ad altri. L’altra cosa a cui non potevo credere e che non fossi già venuto vista la tremenda eccitazione che tutto quello mi provocava.

Silvia era seduta con la schiena contro il bordo della vasca e teneva le gambe aperte. Io ero su di lei e le infilavo il cazzo dentro con movimenti lenti. Ad un osservatore esterno, oltretuttto col buio, potevamo sembrare soltanto abbracciati. Stavamo scopando in silenzio e in modo discreto.

Anna e suo marito, invece, stavano diventando sempre più rumorosi e disinibiti. Inoltre dalla posizione di lei seduta su di lei passarono ad una più esplicita. Anna si aggrappò con le mani al bordo e si posizionò a quattro zampe facendo fuoriuscire il culo dall’acqua. Il marito le afferrò i fianchi e la scopò alla pecorina.

“Ti piace?” chiesi a Silvia nell’orecchio intendendo tutta la situazione, non solo il piacere che le stava dando il mio cazzo.

“È incredibile… mi vergogno di quello che stiamo facendo ma non riesco a smettere…”

“Ti amo.” le sussurrai per farle capire quanto fossi contento della cosa.

“Facciamolo anche noi così.” mi disse poi indicando gli altri due.

Si posizionò come Anna, al suo fianco, ed io la scopai con gioia scambiando una occhiata di intesa col marito di lei.

Ma la cosa ancora più incredibile di quella notte folle doveva ancora succedere.

Le due donne si guardarono mentre venivano sbattute da noi due. Godevano e gemevano e si sentivano complici. Anna si piegò verso Silvia, le si avvicinò. Rimasero ferme alcuni istanti con i visi vicini e poi, quasi come gesto coordinato, si baciarono.

La mia ragazza stava baciando una donna mentre io la stavo scopando. Stava baciando una donna con cui io avevo di nascosto scopato in quei giorni.

Era troppo, decisamente troppo. Sborrai dentro di lei all’istante e poi crollai all’indietro.


Ci ritrovammo il mattino dopo a colazione. Sia noi che loro scendemmo dalla stanza tardi, la nottata era stata lunga. Sia noi che loro eravamo in partenza, era stata l’ultima notte all’agriturismo.

Ci guardammo, ci scambiammo un cenno di saluto da lontano. Anna mi sorrise con complicità, come se tutta la vicenda fosse stata organizzata da noi di nascosto dai nostri partner. In un certo senso era così, ma era venuta casualmente.

La mia fidanzata Silvia, da quando si era risvegliata, era stata molto silenziosa. Non aveva fatto nessun accenno a quello che era successo la sera prima e mi aveva fatto capire che non dovevo farne neanche io. Le era passata la sbornia e le era salito l’imbarazzo per come si era comportata. In realtà, capii più tardi, non si vergognava di quello che aveva fatto ma del fatto che si fosse divertita, che le fosse piaciuto, che non si fosse pentita. Poteva dare la colpa al troppo vino ma in realtà dentro di sé sapeva che era sufficientemente lucida da aver fatto tutto consapevolmente e volontariamente.

Anche quando aveva voluto assaggiare l’altro cazzo presente in quella vasca. E quando aveva lasciato che Anna si sedesse sopra di me dato che lei teneva occupato il marito. E persino quando aveva voluto provare l’esperienza di leccare una donna fra le gambe, dopo che Anna l’aveva fatto su di lei.

Non scambiammo altre parole quella mattina. Solo io e Anna i numeri di telefono, di nascosto, perché la cosa non poteva finire lì.

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