I buchi dell’amore

Una coppia prova a ravvivare la vita sessuale andando in un club privé, ma le cose non vanno mai come previsto, a volte peggio e a volte meglio…

Era un periodo un po’ negativo tra di noi. Un po’ di noia, forse, o qualcosa che aveva mia moglie, magari per colpe anche mie. Il sesso non andava. Ne facevamo poco, lei ne aveva poca voglia, e spesso non era del tutto soddisfacente, per lei soprattutto. Una sera vedemmo un film in cui una coppia finiva in un club per scambisti.

“Magari un giorno potremmo provare anche noi.” buttai lì quella frase, un po’ come battuta ma un po’ anche come speranza perché era sempre stata una mia fantasia.

Mia moglie non disse né sì né no e mi sembrò già qualcosa di positivo rispetto ad un rifiuto netto come era avvenuto in passato di fronte ad altre proposte simili.

Quella sera, a letto, lei si fece trovare nuda sotto le coperte e scopammo come non scopavamo da mesi. Il film doveva averla stimolata un po’ e forse l’idea di provare qualche trasgressione non era così campata in aria e non era così impossibile da realizzare.

Poi però passarono altri mesi nei quali il sesso fra noi ebbe qualche picco in positivo ma anche molti periodi negativi. Fino a quando capitò di vedere in una serie tv una scena ambientata in un club per adulti. Allora ci riprovai. Mia moglie sembrò possibilista seppur un po’ intimorita.

“Ma se ci andiamo, ci andiamo per fare cosa?” mi chiese.

“Quello che vogliamo. Non siamo obbligati a fare niente. Magari lo facciamo solo tra noi, ci facciamo guardare.”

“E con altri niente?”

“Non lo so. Dipende se ci ispira qualcuno. Io non sono contrario all’idea, tu?”

“Non lo so. Non so se sono pronta a vederti scopare con un’altra.”

“Magari quando saremo lì, visto l’ambiente, non ti sembrerà così strano. Se invece non vorrai non lo faremo. Proviamo, senza obblighi e senza forzarci.”

“Ok.” mi rispose laconica rimandendo pensierosa.

Io mi organizzai. Cercai informazioni su club che fossero raggiungibili da casa nostra seppur non proprio nei dintorni, per diminuire le possibilità di incontri imbarazzanti con gente conosciuta. Trovai quello che mi sembrava quello giusto. E dissi a mia moglie che quel sabato sera ci saremmo andati. Glielo dissi che eravamo a letto. Mi aspettavo si tirasse indietro, invece mi disse di sì e subito dopo scopammo. Meglio del solito.

Anche io ero titubante e timoroso mentre ci recavamo al club. Le cose potevano andare bene ed essere divertenti, ma anche male e così rovinare ulteriormente la nostra intesa sessuale. Io stesso non sapevo cosa ero pronto a fare e l’idea di vedere mia moglie scopata da un altro era sì tremendamente eccitante ma non sapevo bene come avrei reagito nel vedere una fantasia trasformarsi in realtà.

Dentro al club sicuramente si vedeva che eravamo dei novellini. Restammo a lungo nella zona bar guardandoci attorno immobili e non sapendo cosa fare.

“Ti piace qualcuno?” le chiesi nell’orecchio dando una occhiata alla sala.

“Non lo so. Sto guardando.” rispose lei.

“Facciamo un giro nelle stanze di sopra? Per vedere cosa succede?” le proposi.

Mi seguì quasi imbarazzata. Andammo nella zona del privé vero e proprio. L’ambiente era in penombra, si sentivano gemiti e in alcune stanze si potevano guardare gli occupanti impegnati in attività sessuali varie. Guardammo un po’ senza dire niente, toccandoci un po’ fra noi.

“Ti eccita?” le chiesi. Che a me eccitasse era evidente al suo tocco, anche se il mio cazzo non era del tutto duro perché non ero del tutto a mio agio finché non avessi capito che a lei piaceva l’ambiente e che sarebbe stata disposta a giocare.

“Sì… un po’… ma qui siamo già troppo avanti… torniamo al bar.”

Tornammo nella zona del bar e si capì che eravamo un po’ più a nostro agio. Prendemmo da bere e ci mettemmo in un angolo, guardandoci attorno.

Si avvicinarono alcuni singoli. Scambiarono due parole. Io osservavo con la coda dell’occhio mia moglie e capivo subito che non gradiva quegli approcci per cui, con gentilezza lo facevo capire subito agli uomini che, chi subito e chi provandoci ancora un po’, desistevano. Noi eravamo entrati pensando eventualmente a fare uno scambio con un’altra coppia, non avevamo parlato dell’ipotesi di farlo con un singolo. Io non ero contrario a priori, l’idea mi eccitava ugualmente, però non ne avevamo parlato.

Sì avvicinò una coppia. Erano più giovani di noi ed entrambi molto belli. Sembravano molto a loro agio nell’ambiente. La ragazza aveva due tette grosse e ben esposte. Già mi stavo eccitando all’idea. Furono cordiali, chiesero se eravamo nuovi e dopo aver parlato un po’ ci chiesero se volevamo andare di sopra con loro. Io stavo per aderire con entusiasmo ma prima mi girai ovviamente verso mia moglie. Aveva una faccia strana. Mi fece cenno di no con la testa. Peccato. Già immaginavo di fare un bella spagnola in mezzo a quelle tette.

“Non ti ispiravano?” le chiesi mentre se ne stavano andando.

“No. Lei era troppo bella.” mi disse acida. Io incassai. Purtroppo mia moglie non era ancora entrata del tutto nello spirito del locale.

“E se provassimo ad andare di sopra da soli, ci mettiamo in una stanzetta e lo facciamo tra noi e ci facciamo guardare? Oppure anche in una stanza con altri ma restiamo per conto nostro?”

“Ok. Prima però prendiamo qualcos’altro da bere.”

Eravamo al bancone a bere due gin tonic quando si avvicinò un uomo della nostra età, forse qualcosa in più, dal fisico imponente. Esordì con sicurezza chiedendo se volevamo la sua compagnia e chiedendo un po’ di noi. Si rivolse a me. Io stavo già per liquidarlo, sapendo che mia moglie non era ancora pronta per introdurre qualcuno tra di noi e sicuro, oltretutto, che non fosse uno di suo gradimento.

“No, guarda…” stavo dicendo quando sentii la mano di mia moglie appoggiarsi al mio avambraccio.

“Aspetta…” mi sussurrò.

“Cosa?” mi girai stupito verso di lei.

“Non mi dispiace lui…” disse quasi imbarazzata.

Io sgranai gli occhi. Poi mi girai di nuovo verso di lui a guardarlo. Davvero a mia moglie non dispiaceva quell’uomo rispetto a tutti gli altri che aveva rifiutato? Lui capì, era evidentemente esperto dell’ambiente, e arretrò lasciandoci parlare fra di noi.

“Vuoi… la sua compagnia?” stranamente, nonostante il luogo, non riuscii a chiederle a voce se volesse scopare con lui.

“Si può provare… Se a te va bene anche se lui non è in coppia…”

“Mah… sì per quello può anche andare bene. Siamo qui per giocare, non importa in che modo. Ma ti piace uno così? Non l’avrei mai detto. Ne hai rifiutati di molto più affascinanti.”

“Lo so… ma è proprio per quello… al di fuori di qua non mi piacerebbe uno come lui, mai ci andrei… è quello che invece qui mi attira… è difficile da spiegare… ha qualcosa che… non so, mi intriga… il suo modo di fare… così sicuro…”

“Va bene… ma quindi cosa vuoi fare con lui?”

“Andiamo di sopra… io vado con lui e tu… ci guardi… ti va bene?”

“Ok.” risposi dopo averci pensato su un attimo. Non sapevo se ero pronto ma non potevo tirarmi indietro a quel punto, se le dicevo no probabilmente la serata sarebbe finita lì e mai più saremmo tornati in un posto del genere.

“Grazie.” mi disse dandomi un bacino sulla guancia e tenendomi la mano. “Secondo me dobbiamo lasciare guidare lui il gioco, mi sembra che ci sappia fare.”

Andammo verso le scale. Mia moglie all’inizio si mise in mezzo tenendoci entrambi per mano, ma sulle scale non ci stavamo in tre e lei si staccò da me che rimasi dietro. Vidi lui che le metteva una mano sul culo per aiutarla a salire e lei non gliela tolse. Il mio cazzo era barzotto, tendente al duro.

“Vuoi un po’ di privacy? O vuoi farlo davanti a tutti?” chiese lui a lei.

“Meglio un po’ di privacy.” disse lei.

Lui allora ci guidò verso una serie di stanzette che avevano la porta e da fuori si poteva guardare dentro solo attraverso alcuni buchi, posizionati peraltro ad una altezza che li rendeva più comodi per infilarci il cazzo che per sbirciare.

Appena dentro lui iniziò, con lentezza ma sicurezza, a spogliare mia moglie che indossava tacchi, autoreggenti e un vestito aderente. Dopo averle sfilato il vestito dalla testa si chinò verso di lei e le disse una serie di cose all’orecchio. Mentre gliele diceva lei si girò a guardarmi e ogni tanto sorrideva. Un sorrisetto quasi diabolico.

Rimasta in lingerie mia moglie fece un passo verso di me e puntò verso di me un braccio teso col palmo della mano che si appoggiò al mio petto, come per spingermi via. Poi aderì al mio corpo sollevandosi sulle punte per parlarmi nell’orecchio mentre con l’altra mano mi palpava tra le gambe trovando il mio cazzo durissimo.

“Guardaci da fuori… mi piace di più se non sei qui ma so che mi spii di nascosto…”

“Te l’ha suggerito lui?” chiesi io sconvolto dalla richiesta, non solo il gioco era diventato di solo lei con un altro ma io non sarei neanche stato presente.

“Sì… ma perché ha capito come sono fatta… è esperto, si capisce.”

“E come sei fatta?”

“Sono una che scopa meglio… senza suo marito…”

Non seppi cosa rispondere e rimasi imbambolato mentre lei mi spingeva fuori dalla stanza e mi chiudeva la porta in faccia. Passò qualche istante e mi ripresi e girai attorno alle pareti in cerca di un buco da cui spiare. Ero stato umiliato in qualche modo ma il mio cazzo era rimasto duro tutto il tempo. Quello che cercavo in un posto del genere era assistere alla trasformazione di mia moglie in una troia e alla fine non importava come e con chi, quello che contava è che facesse ciò che piaceva a lei. Quello mi eccitava.

Ero chinato a sbirciare. Dal buco non riuscivo a vedere bene tutto, la visuale non me lo permetteva. Era frustrante ma anche a suo modo eccitante. Assistevo per la prima volta a mia moglie che scopava con un altro ma ne vedevo solo alcuni dettagli, a seconda di come si posizionavano rispetto al buco dove ero io. Ne sentivo però tutti i gemiti e le urla di piacere. Da quelle capivo che di sicuro lei stava gradendo e quello bastava ad eccitarmi. Avevo tirato fuori il cazzo ma evitavo di segarmi per non venire.

“C’è qualcuno che scopa qui dentro?” disse una voce al mio fianco. Era un uomo che si stava chinando anche lui per spiare dentro la stanza. Quel fatto aggiungeva una ulteriore fonte di eccitazione: mia moglie non solo era scopata da un altro ma c’erano anche spettatori.

“Sì, mia moglie.” risposi istintivamente vergognandomene subito dopo.

“Ah, sei un cornuto? Complimenti.” commentò lui spiando nel buco. “Gran figa. E gran troia. Lui te la sfonda, lo sai vero?”

Non risposi. Non sapevo cosa dire. Sentivo il cazzo esplodermi. La situazione era più di quello che avevo immaginato. Non era quello che avrei voluto ma il sentirmi così in balia degli eventi, senza nessun controllo era troppo eccitante.

Altra gente si affollò attorno ai buchi da cui si poteva guardare dentro, tanto che venni spodestato dal mio. Se già prima non vedevo la scena completa, a quel punto dovevo affidarmi solo ai suoni che arrivavano da dentro alla stanza oppure ai commenti dei guardoni per capire cosa stava succedendo.

“Che zoccola, gran gnocca, che troia, bel culo, che cagna…” questi erano gli appellattivi che si sentivano.

“È la moglie di lui.” il tipo a cui l’avevo detto si sentì in dovere di informare tutti gli altri. Una serie di occhi si posarono per un attimo su di me invece che su quello che avveniva dentro alla stanza. Io arrossii ma nel buio non si poteva cogliere.

Intanto mia moglie sembrava godere come raramente l’avevo sentita fare e il tipo la scopava già da diversi minuti, mostrando capacità e resistenza fuori dal comune.

Qualcuno dei guardoni smise di guardare e decise di usare quei buchi per l’altro scopo per cui erano stati pensati: infilarci il cazzo e aspettare che qualcuno dentro la stanza se ne occupasse. Dopo poco uno di loro emise un gemito di piacere.

“Oooh, siiiì, succhiamelo troia…” disse.

Mi fiondai da lui, camminando incerto avendo i pantaloni a metà coscia.

“Te lo sta succhiando? Non ci credo.” gli dissi trafelato. In testa l’immagine di mia moglie scopata a pecorina con un altro cazzo in bocca.

“Ah, brava troia, succhiamelo che qui c’è tuo marito…” disse lui ad alta voce non parlando a me ma verso la sottile parete di legno che lo divideva da mia moglie. “Succhiamelo che qui c’è tuo marito col cazzo duro.”

Dopo aver detto quella frase l’uomo allungò la sua mano per toccarmi il cazzo, afferrandomi le palle e la base dell’asta. Io mi ritrassi improvvisamente. Se avesse proseguito il tocco per qualche altro secondo avrei sborrato all’istante e sarebbe stato ancora più umiliante. Finsi dunque di non gradire un tocco maschile, ma non era per niente vero in quella situazione folle.

Furono due gli uomini ad inserire il loro cazzo nei buchi e a ricevere un trattamento di favore da parte di mia moglie. Entrambi sborrarono nel giro di pochissimo mentre l’uomo dentro che la scopava continuava a dimostrare tutta la sua eccezionalità. Non aveva smesso un attimo di scoparla, i rumori erano inequivocabili, l’aveva portata a diversi orgasmi, ma lui non accennava a cedere.

Poi ci fu una pausa, un breve confabulare seguito dalla voce di mia moglie, alta per farsi sentire da fuori senza problemi.

“Amore?” mi chiamava.

“Sì?” risposi e tutti gli astanti mi guardarono sogghignando.

“Amore devo chiederti una cosa.”

“Dimmi.”

“Amore, ecco… volevo dire… volevo chiederti se mi può… se mi può inculare.”

Fu imbarazzante. Tutti mi guardarono aspettando la mia risposta ed era come se potessero leggermi la mente e sapere che io stavo mentalmente calcolando quanto tempo era passato dall’ultima volta che mia moglie mi aveva concesso il culo. Erano passati anni. A quell’uomo invece era bastato un quarto d’ora.

“Amore? Ci sei?”

“Sì.”

“Allora? Posso farmelo mettere nel culo?”

“Pe… perché me lo chiedi?” balbettai mentre attorno tutti ridacchiavano.

“Perché non avevamo stabilito cosa potevo o non potevo fare… e so che il mio culo è la tua passione… sei mio marito, mi pare giusto chiederti il permesso…”

Non sapevo cosa rispondere. Cioè sinceramente era troppo umiliante concedere a quell’uomo anche quel privilegio ma era troppo eccitante la richiesta di mia moglie.

“Poi anche per un altro motivo…” continuò lei, forse anche imbeccata da lui. “Perché ce l’ha più lungo e grosso del tuo…”

“E quindi?”

“E quindi me lo aprirà più di quanto me l’hai mai aperto tu…”

Cosa cazzo era diventata mia moglie in un’ora dentro a un club privé? Volevo diventasse più disinibita e vogliosa ma così era quasi troppo. Per la mia parte razionale, almeno, non certo per il mio cazzo che era sul punto di esplodere.

“Faccelo vedere se è così grosso, ahaha.” urlò una delle donne che erano lì attorno, raccogliendo risate anche dagli altri. Era la ragazza tettona della coppia di prima.

Dopo pochi istanti da uno dei buchi nella parete spuntò un lungo e largo cazzo, rivestito da un preservativo, che puntava ricurvo verso l’alto, con sotto due palle gonfie e sode. Un cazzo perfetto. Istintivamente mi avvicinai per guardarlo, per immaginarlo entrare nel culo di mia moglie. La ragazza che aveva fatto quella richiesta mi fece cenno di avanzare e poi prese in mano il mio cazzo e quello che spuntava dalla parete. Mi tirò verso di lui, facendo toccare i nostri cazzi e inevitabilmente mettendoli direttamente a confronto. Il mio, normale, sfigurava al confronto.

“Poi, amore, c’è un altro motivo ancora.” sì senti direi mia moglie, da dentro. “Che chiederti il permesso di essere inculata da un altro uomo, davanti a tanta altra gente, è troppo eccitante.”

A quella frase non ce la feci più. Il mio cazzo cominciò a eruttare tutta la sborra di cui si erano riempite le palle in quella sera. Gran parte di questa sborra finì a ricoprire il preservativo sul cazzo di lui.

“Ehi, cara, tuo marito ha appena sborrato il cazzo del tuo amante. Non avete neanche bisogno del lubrificante, adesso.”

Risate generali. Il cazzo di lui rientrò dentro e nel giro di poco mia moglie cominciò ad emettere quei suoni gutturali di quando veniva inculata e che io quasi mi ero dimenticato di come fossero. Stava davvero usando la mia sborra come lubrificante per inculare mia moglie.

Io mi piegai per sbirciare dentro al buco e assistere a quella scena animale. Il mio cazzo intanto non aveva neanche perso consistenza e la ragazza che aveva contribuito alla mia sborrata si era messa sotto di me e me lo stava succhiando. Era ipersensibile e il pompino era quasi fastidioso ma diventava una piacevole tortura che ben si abbinava alla piacevole sofferenza psicologica per la situazione di totale umiliazione e delegittimazione in quanto marito. Mentre lei mi ripuliva il cazzo e cercava di estrarne altra sborra, qualcuno dietro di me, forse il suo ragazzo a giudicare dalla mano, giocò col mio culo infilandomi un dito dentro. Anche quel gesto completava a dovere la mia umiliazione pubblica e quasi ebbi timore (o, nei momenti più depravati, speranza) che volesse passare dal dito a incularmi sul serio.

Le urla dell’orgasmo anale e finale di mia moglie si sentirono in tutto il privé, col sottofondo dei grugniti di lui, che finalmente giungeva all’orgasmo.

Dopo mi lasciarono entrare nella stanza. Mia moglie era stesa sul materasso, esausta e inerme. L’uomo si stava rivestendo. Mi diede la mano.

“Sei un grande e tua moglie è una delle troie migliori che abbia scopato qua dentro. Siete inesperti ma si vede che siete portati per la trasgressione.”

“Grazie.” risposi io non sapendo che altro dire. In fondo ero orgoglioso. Forse avevamo effettivamente scoperchiato un mondo che non sapevamo di voler esplorare.

Mia moglie si alzò. Non disse niente. Si capiva che in quel momento si stava vergognando. Passata la sbornia e la lussuria era sconvolta dal suo stesso comportamento.

“Andiamo via.” mi sussurrò appena si fu rivestita.

“Ehi, aspettate.” disse l’uomo. “Restiamo in contatto? Mi lasciate un numero? Sarebbe bello rivedersi, anche al di fuori da qui. Posso proporvi vari giochi. Ho anche degli amici.”

“No meglio di no.” risposi subito io.

Stavamo uscendo dalla stanza quando mia moglie si girò. Cominciò a pronunciare le cifre del suo numero telefonico. L’uomo le ripetè di rimando e continuò a ripetersele per fissarsele in testa mentre uscivamo.

“Davvero gli hai voluto lasciare il numero?” chiesi a mia moglie mentre uscivamo dal club e salivamo in auto.

“Sì. Perché?”

“Cosa vuoi fare d’ora in avanti? Vuoi averlo come amante? Vuoi lui al posto mio?” mi stava salendo un po’ di rabbia. Tutte le umiliazioni della serata dovevo sfogarle un po’.

“Non lo so.” mi rispose e si chiuse in un silenzio totale durante il viaggio verso casa.

Eravamo in autostrada. Io guidavo e pensavo. Mia moglie guardava fuori dal finestrino.

“Ho capito perché non avevo più voglia di fare sesso con te.” disse improvvisamente mia moglie, rompendo il silenzio. Io rabbrividii a sentire quella frase. Lei continuò. “Non è che non avevo voglia di sesso o non ti volevo più. Non avevo voglia di fare solo quel tipo di sesso. Mi serviva qualcos’altro.”

“E questo qualcos’altro non potevi farlo con me?”

“No.”

“Perché no? Solo perché ti serviva un cazzo più grosso?” dissi acido.

“No, non c’entrano un cazzo le dimensioni. È che tu non mi puoi scopare in quel modo.”

“Perché no? In che modo?”

“In modo così animale, così senza pensare ad altro che infilare il tuo cazzo in ogni mio buco. Tu non puoi scoparmi così perché sei mio marito. Non puoi togliere l’amore dal modo in cui facciamo sesso. E va bene così. Io da te voglio quel tipo di sesso. Solo non mi basta.”

Rimasi in silenzio e guidai per altri chilometri nella notte. Ribollivo per quello che mi aveva detto. Ci stavo male. Mi sentivo sminuito, tradito.

“Che fai?” mi chiese mia moglie mentre accostavo in una piazzola sotto ad un cavalcavia.

“Mi riprendo quello che è mio.” dissi freddamente.

Ci fermammo e io saltai letteralmente addosso a mia moglie. Abbassai il sedile e la scopai nel modo più scomodo possibile ma con più foga possibile. La sentii sopraffatta dal mio vigore, inerme nelle mie mani. La inculai anche, trovando il buco ancora allenato da prima seppur forse per lei un po’ dolorante. Ma, diversamente dal solito, mi preoccupai poco di quello che provava lei e volli solo svuotarmi dentro di lei. Quello almeno l’altro uomo non aveva potuto farlo. Ristabilivo il possesso su mia moglie.

Provò anche lei piacere e al termine rimanemmo un po’ abbracciati e attorcigliati nell’esiguo spazio dell’abitacolo dell’auto mentre al nostro fianco sfrecciavano ogni tanto alcune auto e qualche camion.

“Posso scoparti anche io così, hai visto?” le chiesi tronfio della mia virilità.

“No.”

“Come no? Non ti ho scopato come volevi? Come ti ha scopato l’altro stasera?”

“No. In te c’era l’amore che in lui non c’era. L’ho percepito.”

“Anche quando ti ho inculato?”

“Sì. Soprattutto quando mi hai inculato. E va bene così. Anzi va meglio così. Perché in te c’era anche l’amore per quanto ho dimostrato che posso essere troia. E questo renderà il sesso tra noi di nuovo bello come prima. Io sarò troia e tu mi dimostrerai che mi ami anche per questo.”

Aveva ragione e mi aveva fatto di nuovo tornare il cazzo duro, la mia amata moglie troia.

5 commenti su “I buchi dell’amore”

  1. Veramente bello, anche gli altri sono tutti belli ma questo mi ha dato unbrivido in più.
    Aspetto il salto verso il libro….80 pag?
    Ottimo lavoro continua così

    1. Grazie mille. Intendi che dovrei scrivere un libro di 80 pagine? Le storie in testa le avrei per farlo ma non è per nulla facile scrivere cose lunghe.

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