In culo veritas

Provare cose nuove non serve solo per ravvivare un rapporto, ma anche per farlo nascere.

Un weekend all’estero, una cena in un ristorante rinomato e una perfetta serata romantica. Mi stavo impegnando per conquistare definitivamente Sara dopo un lungo corteggiamento e diversi appuntamenti, alcuni dei quali erano anche sfociati in rapporti sessuali.

Camminavamo per le strade buie e bagnate dalla pioggia che era caduta fino a poco prima. Lei faceva passettini brevi e veloci sui tacchi, restando aggrappata al mio braccio. Lungo il viale che portava al nostro hotel non c’erano tanti negozi e comunque la maggior parte avevano le vetrine spente. Fu quindi inevitabile notare quello con la vetrina ben illuminata, sia perché era l’unico aperto sia perché la merce esposta attirava l’attenzione. Era infatti un grande sexy-shop.

Nella vetrina c’era un manichino di donna con un completino di intimo provocante. Inevitabilmente pensai a quanto sarebbe stato bene indosso a Sara. Mi accorsi che anche lei guardò la vetrina, apparentemente incuriosita. Eravamo però agli inizi della nostra relazione e non sapevo ancora che approccio aveva lei su certi argomenti per cui evitai anche di fare qualche battuta sull’argomento.

Sentii però tirare il mio braccio. Sara stava rallentando la passeggiata e si era girata verso la vetrina. Ci fermammo. Osservammo la merce esposta, per lo più abbigliamento sexy sia per donna che per uomo. Poi Sara mi guardò e sorrise. Nell’espressione notai una punta di malizia.

“Perché non entriamo e cerchiamo qualcosa per divertirci stasera?” mi sussurrò.

Rimasi sorpreso, piacevolmente sorpreso. Certo Sara fino a quel momento mi era sembrata disinibita e di mentalità aperta, tanto che al primo appuntamento avevamo subito scopato, ma non mi aspettavo che si sentisse già così a suo agio con me da proporre addirittura di entrare in un sexy shop e cercare qualche gioco erotico da fare con me.

Mi prese per mano e mi trascinò dentro. Il mio cazzo si era già parzialmente indurito.

Non sapevo cosa avesse in mente. Forse comprare della lingerie particolare, al massimo forse un vibratore da farmi usare su di lei. Si aggirò nel negozio con l’aria di una bambina golosa in una pasticceria. La seguii curioso ed eccitato, cercando di coglierne le reazioni alla vista di vari giochi erotici strani e anche estremi. Le sue fantasie erotiche dovevo ancora scoprirle, il sesso fra noi fino a quel momento era stato prettamente fisico.

Quando passò davanti ad una vetrina che esponeva una serie di oggetti fallici dalle forme strane e dalle dimensioni esagerate ebbi quasi paura che volesse qualcosa del genere. Io non avevo nessuna preclusione ed ero pronto ad accettare qualsiasi preferenza sessuale, ma se avesse voluto prendere cose di quel tipo sarei rimasto un po’ spiazzato e impressionato. Per fortuna passò oltre, ma la cosa che aveva in mente mi avrebbe sorpreso comunque, anche se in modo diverso.

La vidi fermarsi e piegarsi in avanti. Le guardai il culo, quel culo per cui andavo pazzo e che era il motivo primario per cui avevo cominciato a corteggiarla. Prese una scatola e poi si girò verso di me per mostrarmela. Sul volto aveva un sorrisetto malizioso. Piegò la testa e alzò le spalle. Era un modo per propormi quello che aveva in mano, per chiedermi cosa ne pensassi.

Guardai la figura disegnata sulla scatola. Subito pensai di non aver capito bene, ma era solo un rifiutare l’evidenza. Quello che aveva in mano Sara era una cintura con appendice fallica per donne. Cioè uno strap-on. Un gioco che permette ad una donna di essere dotata di pene e dunque di penetrare. Il disegno sulla scatola infatti mostrava una donna con un fallo finto dietro ad un uomo nudo. Nella testa di Sara dunque in quel momento c’era quella scena ed io ero quello nudo pronto ad essere penetrato da lei.

Non so che espressione feci. Sgranai gli occhi sicuramente. Arrossii forse perché mi sentii avvampare. Lei rise. Per un attimo pensai che forse era uno scherzo, che l’aveva fatto per vedere come reagivo, per spaventarmi, per prendermi in giro. Anzi, per prendermi per il culo, come sarebbe più appropriato dire.

Ma ciò che aveva in mente lei non era una metafora e la presa per il culo che aveva pensato era letterale.

Balbettai qualcosa. Le feci capire che no, non avevo intenzione di farlo. Cioè l’uomo ero io, ero io quello che penetrava. Il mio culo, poi, era vergine e intendevo farlo restare tale. Non glielo dissi in realtà. Non sapevo cosa dire.

Ci avevo mai pensato a quella eventualità? Cioè all’essere scopato nel culo da una donna? Sì, alcune volte ci avevo pensato. Avevo visto qualche video. Un po’ di curiosità ce l’avevo. Avevo pensato a come poteva essere avere una che mi dominava. Ma nelle mie fantasie la protagonista di questo eventuale rapporto era sempre quella che si definisce una mistress, cioè una dominatrice, non una ragazza con cui avevo anche un rapporto sentimentale che stava nascendo.

Era quest’ultima considerazione a mandarmi fuori di testa. La prospettiva di fare un gioco erotico del genere con una come Sara era talmente folle e impensabile da diventare quasi… non sapevo neanche io cosa. Il mio cazzo era duro, durissimo, come se l’idea gli piacesse. Sì, era una cosa talmente perversa che forse avrei anche potuto farlo, ma non potevo ammetterlo, non ci riuscivo. E quindi stavo scuotendo la testa, vergognandomi.

“Dai, per provare una cosa nuova.” mi disse lei nell’orecchio avvicinandosi a me con aria cospiratoria e come se il nostro rapporto fosse quello di una coppia stanca in cerca di novità.

Capii in quel momento quanto fosse perversa Sara e questo mi faceva impazzire. Così bella e così porca. Meglio dei miei sogni. E se questo voleva dire passare anche attraverso pratiche non preventivate, forse ne valeva la pena. Avevo organizzato quel weekend perché diventassimo una coppia fissa, potevo mandare tutto all’aria per un po’ di stupido orgoglio maschile?

Non sapevo come avrei potuto fare ma stavo per dirle che per me era ok. Forse potevamo provare, se le faceva piacere. Ma fu lei, ancor prima che dicessi qualcosa, a darmi la soluzione per uscire in modo dignitoso.

“Sai, avevo pensato di rendere questa serata ancora più speciale di quanto già lo sia stata e farla diventare una… serata anale… per entrambi.”

La guardai sconvolto. Piacevolmente sconvolto. Era davvero più porca di quanto avessi sperato? Davvero mi stava offrendo il culo che ancora non avevo avuto neanche l’ardore di chiederle in cambio del mio?

Mi vergognai quando Sara si fece aprire la scatola dalla commessa del negozio per verificare le dimensioni dell’oggetto da fissare alla cintura, facendole capire che voleva che fosse più o meno grosso quando il mio. Quella sconosciuta, che mai più avrei rivisto in vita mia, sapeva che io quella sera sarei stato sodomizzato dalla mia ragazza e questo mi imbarazzava ed eccitava allo stesso tempo.


Il nostro hotel era in un grattacielo e ogni stanza aveva una grande vetrata che dava sulla città. Osservavo nudo il panorama notturno, vicino al vetro e ad un tavolino. Sara era andata in bagno a prepararsi. La sentii uscire. Non mi girai, non volevo vederla con il cazzo finto che le penzolava tra le gambe, non ancora. Forse dopo, ma per il momento l’idea era difficile da accettare. Sentii il rumore dei tacchi. Mi spiegò poi che li aveva tenuti perché aveva bisogno di essere un po’ più alta, per scoparmi come si doveva.

Un brivido percorse la mia schiena quando sentii prima il suo respiro sulla mia nuca e poi il suo tocco su una spalla.

“Che bello che sei.” mi sussurrò.

Inclinai la testa all’indietro, chiudendo gli occhi e sospirando. Deglutii nervosamente quando sentii qualcosa che sbatteva contro i miei glutei. Sara con un lieve sfioramento delle dita scese lungo la mia colonna vertebrale. Istintivamente la inarcai e così facendo spinsi in fuori il culo contro di lei.

“Sono sempre stata curiosa di scoprire cosa si prova ad avere un cazzo e a penetrare qualcuno. E curiosa di vedere un uomo abbandonarsi a me. Tu vuoi farlo?”

Io non ebbi il coraggio di rispondere.

“Dimmelo perché è bello solo se lo vuoi anche tu.”

“Ehm… sì… sì lo voglio.”

“Cosa vuoi? Dimmelo?” mi palpò una chiappa mentre me lo chiedeva.

“Voglio essere… preso da te…”

“Che bello…”

Sentii freddo intorno al buco del culo. Sara mi stava toccando lì con le dita unte di lubrificante.

“Rilassati. Rilassa i muscoli.” mi disse mentre provava ad entrarmi dentro con un dito.

Io respirai a fondo e poi cercai di rilassare tutto il corpo.

“Bravo. Così.”

Dopo un po’ tolse le dita e sentii qualcosa di consistenza diversa appoggiarsi sulla mia apertura posteriore.

“Ora piegati in avanti.” mi disse appoggiando una mano tra le mie scapole e spingendomi in avanti.

Mi appoggiai sul tavolino assumendo una posizione totalmente indifesa. Era strana questa inversione di ruoli, non mi ero mai sentito così.

“Ti piace?” mi chiese dopo che lentamente e inesorabilmente aveva spinto dentro di me metà di quel fallo finto che teneva legato in vita.

Non riuscii a rispondere. Ansimavo e mi concentravo per non contrarre i muscoli. Sentivo un po’ male ma mentalmente l’eccitazione data dalla perversione del momento era superiore, per cui volevo continuasse. E Sara continuò. Prese il ritmo e sempre più forte cominciò a scoparmi. Per un po’ cercai di rimanere controllato. Non volevo esprimere troppo ciò che provavo. Poi girando la testa vidi riflesse contro la vetrata che dava sulla città le nostre due figure e le posizioni che avevamo. Io sottomesso, scopato, sodomizzato e nonostante tutto virile, e lei, così bella e nonostante tutto femminile, dietro di me, dominante e in controllo.

Mi lasciai andare e smisi di avere remore nell’esprimere tutto il mio godimento. Sara avrebbe capito che mi stava piacendo da matti essere inculato da lei, ma chi se ne fregava, volevo fosse la mia donna e sarebbe stato stupido nascondermi.

Sborrai abbondantemente col cazzo semi rigido grazie a quello plasticamente duro che Sara mi spingeva nel culo. Anche lei la sentii godere a causa della pressione che le arrivava contro il clitoride grazie allo stesso fallo finto spinto dentro di me.

Un cazzo finto non perde mai vigore. Una donna non perde spinta ed eccitazione dopo un singolo orgasmo. E quindi andammo avanti per molti minuti con quell’inedito scambio di ruoli. E più andavamo avanti e più io non potevo fingere che non mi piacesse. Mi sentii totalmente vulnerabile nei confronti di Sara e questo faceva sì che il nostro rapporto avesse raggiunto una intimità che mai avrei sperato all’inizio di quel weekend.

“Ti amo.” le dissi ad un certo punto per la prima volta, col suo cazzo finto piantato nel mio culo.

Lei non rispose.


“Ho sempre sognato di farlo così.” mi disse Sara mentre si appoggiava delicatamente con le mani alla vetrata della stanza, dandomi la schiena.

Guardai la sua figura contro il cielo notturno, il suo corpo, il suo culo perfetto.

“Accendi la luce.” aggiunse.

“Ma così potrebbe vederci qualcuno.”

“Appunto.”

Le andai dietro. Con la luce accesa nella stanza il panorama era meno visibile mentre da fuori, se qualcuno avesse guardato in alto, avrebbe potuto scorgere una ragazza nuda appoggiata al vetro.

La abbracciai. Con una mano le afferrai un seno. Con l’altra la toccai fra le gambe. Intanto le mordevo un orecchio e le facevo sentire il mio cazzo duro contro la schiena.

“Allora? Serata anale?” le chiesi.

Lei si girò, mi guardò con aria diabolica e inarcò il corpo spingendosi all’indietro contro di me. Mi bagnai le dita col gel lubrificante e glielo spalmai sull’ano.

“Rilassati. Rilassa i muscoli.” le dissi esattamente come lei aveva detto a me.

E poi la scopai nel culo con più o meno lo stesso ritmo e intensità che lei aveva usato con me. Lei urlò il suo piacere, rivolta verso la città che dormiva al di là del vetro.

In quella perfetta alternanza di ruoli eravamo ormai diventati una cosa sola e lei lo dimostrò al mio stesso modo.

“Ti amo.” mi disse mentre la inculavo.

Le dichiarazioni d’amore dette durante il sesso possono essere le più bugiarde di sempre. O forse sono le uniche sincere.

2 commenti su “In culo veritas”

  1. Racconto che mi è piaciuto molto. Rispetto al precedente, mi è piaciuto il fatto dello scambio di ruoli, ma sempre contestualizzato alla coppia,sintomo di grande affiatamento e affinità. Bravo👏👏

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