Consiglio da amica

Un marito scopre un tradimento e si confida con una amica comune

Il nostro sembrava un appuntamento fra amanti clandestini. Avevo chiesto ad, Elena, una grande amica di mia moglie Sara se potevamo vederci per parlare di una cosa delicata, lontano da sguardi indiscreti. Le avevo proposto un parcheggio nella zona industriale che dopo l’orario di lavoro si svuotava e non era frequentato. Era un parcheggio che poi a notte inoltrata si rianimava, ma a quell’orario non avremmo dovuto avere problemi.

Arrivò un po’ in ritardo, parcheggiò l’auto a fianco della mia e poi salì al posto del passeggero.

“Ciao, che hai?” mi disse subito preoccupata dalla mia brutta cera.

“Eh, per questo ti ho chiamato.” dissi per iniziare a spiegarmi.

“Dimmi.” lei capì subito che non era il caso di fare tanti convenevoli e di andare subito al punto. Elena era amica soprattutto di Sara ma negli anni era diventata anche mia amica e così era l’unica persona con cui potevo affrontare il problema che avevo.

“Allora…” iniziai e subito capii che avrei avuto difficoltà a spiegare tutto e a mantenere un contegno nel farlo. Lei mi appoggiò una mano sul braccio, per sostegno morale.

“Allora… ho fatto una cosa che non dovevo fare… ma facendola ho scoperto una cosa che non andava fatta… e ora non so più cosa fare, ci sto male ma non posso fare niente e allo stesso tempo non posso fare qualcosa… non saprei neanche cosa… e non ho nessuno con cui parlarne, ci sei solo tu con cui posso confidarmi perché… perché sei amica di entrambi.”

“Cosa è successo? Cosa hai fatto? E cosa ha fatto Sara?” mi chiese già intuendo qualcosa.

“Allora… io… io ho spiato nel telefono di Sara. Lo so, non si fa e se Sara lo scopre si incazzerà tantissimo. Su queste cose è intransigente, lo vivrebbe come un tradimento della fiducia tra di noi e… non so…”

“E però tu hai scoperto qualcosa nel telefono, giusto?”

“Sì.” dissi abbassando gli occhi che ormai erano lucidi.

“Cosa hai scoperto?”

Sospirai e deglutii nervosamente, prima di riuscire a parlare.

“Ho visto una foto. Era una foto di Sara. Di Sara vista di schiena che faceva… sesso e girava la testa sorridendo verso chi la stava fotografando. Io non le ho mai fatto una foto del genere. Non ero io quello con cui lo stava facendo.”

“Era recente la foto?”

“Sì. Sara aveva i capelli corti. É di poche settimane fa.”

“Ok.” rispose Elena pensierosa. “E come ti fa sentire aver visto questa foto?”

“Mi ha fatto crollare il mondo addosso. Non me lo aspettavo…”

“Però le hai guardato nel telefono quindi qualcosa ti aspettavi…”

“Hai ragione. Sospettavo. Avevo colto alcuni segnali. Ma quello che non mi aspettavo era…” mi bloccai.

“Cosa?” mi incalzò Elena.

“Ecco… non so come dire… mi aspettavo che Sara potesse avere un flirt con qualcuno… che ci potesse anche fare sesso, ok, non lo escludevo… ma non nel modo in cui traspare dalla foto…”

“In che senso?”

“Nel senso che… cioè… non l’ho mai vista così… così… così disinibita, diciamo. Così… audace… così coinvolta tanto da farsi fotografare, da sorridere in camera e da farlo mentre… ecco… mentre fa una cosa che con me non ha mai voluto fare…”

“Ho capito.” mi disse Elena stringendomi il braccio con la mano, per conforto.

Restammo un po’ in silenzio. Io singhiozzavo lievemente. Poi Elena parlò:

“Tu da me cosa ti aspetti? Perché hai voluto dirmelo?”

“Non lo so… avevo bisogno di parlarne con qualcuno e tu eri l’unica… non mi aspetto che tu mi dica cosa devo fare, però sei amica di entrambi, la conosci bene e quindi forse qualche consiglio puoi darmelo.”

“Forse posso darti anche più di un consiglio.” mi disse con tono rassicurante.

“Cosa vuoi dire?”

“Voglio dire che io sapevo che Sara ti tradiva.”

“Lo immaginavo. Ma non te ne faccio una colpa se non mi hai detto niente.”

“Io so tutto e so anche chi è lui.”

“Non so se lo voglio sapere. Devo prima decidere come voglio agire.”

“Cosa provi per Sara dopo aver scoperto queste cose?”

“Rabbia, sconforto… però non riesco ad avercela del tutto con lei…”

“La ami? Meno di prima o uguale?”

Mi fermai a pensarci. Continuavo ad amare mia moglie.

“Come prima.”

“Bene, questo è importante.”

“Cosa ti fa male di quello che ha fatto? L’aver tradito la tua fiducia? Il fatto che ha scopato con un altro? O solo che sia stata diversa da come la conosci tu?”

“Non lo so. Credo la paura di perderla perché… perché ha qualcun altro con cui magari è più felice che con me.”

“Non è così.”

“Sei sicura?”

“Sì. Se vuoi ti spiego. Ma solo se lo vuoi.”

Ci pensai un po’. Poi annuii.

“Io lui lo conosco. Io con lui ho scopato. Ho tradito mio marito, così come Sara ha fatto con te.”

“Davvero?”

“Sì. Anche altre nostre amiche ci sono state con lui.”

“Perché?”

“Perché… ci siamo passate parola e lo abbiamo avuto provare… è uno che ci sa fare.”

“Noi mariti non vi soddisfiamo?”

“Non è proprio così. Voi mariti non potete darci tutto. Non possiamo farlo con voi in tutti i modi possibili, semplicemente perché ci sono modi che sono belli solo se si fanno con l’amante. Voi non potete essere anche il nostro amante. Secondo me, da uomo, dovresti capirlo questo. Non credo che Sara andrebbe bene per soddisfare tutte le tue fantasie e non per colpa sua, ma proprio semplicemente per quello che è per te.”

“Sì… hai ragione, credo.”

“Fidati. Per me quel ragazzo non significa niente se non un bel corpo maschile con cui sperimentare qualche cosa che con mio marito non avrebbe neanche senso provare. Per Sara è uguale. Lo so, ne parliamo. Ho capito benissimo cosa stanno facendo nella foto che hai visto. Ti dirò di più: l’ho vista anche io quella foto.”

“Che dire… non mi sarei neanche aspettato che voi foste così intime anche su queste cose.”

“Dimmi una cosa, dopo aver visto quella foto quante volte ci hai ripensato? Quante volte quell’immagine si è riformata nella tua testa?”

“Ehm… continuamente. Non riesco a pensare ad altro.”

“E come reagisci a quel pensiero, cioè, voglio dire: come reagisce il tuo corpo.” disse Elena guardandomi in modo palese fra le gambe.

“Ehm… diciamo che non riesco a controllarmi molto…” non riuscii ad ammettere a parole che mi veniva duro a ripensarci.

Elena sembrò trattenere un sorriso.

“Dimmi un’altra cosa: quella cosa che Sara stava facendo quando lui le ha scattato quella foto, davvero non ha mai voluto farla con te? O forse non glielo hai mai chiesto veramente?”

“No, no, glielo ho chiesto…”

“Scusa, ho espresso male la domanda. Intendo dire: hai mai cercato veramente di farlo? Di farlo non dico contro la sua volontà, ma imponendoti su di lei?” Elena sembrava sapere molte più cose di quel che pensavo.

“No… capisco cosa intendi. Più di tanto non riesco a impormi su certe cose, mi sembrerebbe di non rispettarla, cioè non riesco a trattarla in un certo modo.”

“In che modo?”

“Da… da troia.”

“E perché?”

“Perché… non so… perché è mia moglie… abbiamo un certo tipo di rapporto…”

“Quindi? Lo capisci adesso? Per lei è la stessa cosa. Non riesce ad essere in un certo modo con te. E quindi ha avuto bisogno di esserlo con un altro, con uno che non comportasse impegno.”

“Sì, ok… Però mi ha tradito, cioè… che dovrei fare?” abbassai gli occhi. Non riuscivo a condannarla del tutto.

“Smettere di preoccuparti. È solo uno svago. Una cosa che con ha a che fare con te. Non ti toglie niente a te.”

Non risposi. Ero pensieroso. Non sapevo cosa dire. In parte capivo che aveva ragione, in parte ero ferito. Poi c’era il mio cazzo che, imperterrito, se ne stava duro e compresso dentro i pantaloni.

“Tu non hai qualche fantasia su qualcosa che ti piacerebbe fare ma che con tua moglie non riusciresti a farlo?” mi incalzò Elena. Nel parlare si era anche avvicinata a me, quasi con un fare seduttivo.

“Ehm… non saprei…” balbettai imbarazzato dalla domanda e dalla situazione. Elena mi guardava da molto vicino.

“Sono sicura di sì…” insistette.

Io mi guardai attorno, guardai il parcheggio buio attorno a noi.

“Be’, forse sì.”

“Cosa, ad esempio?”

“Ad esempio avrei sempre voluto portarla in un posto così.” dissi indicando l’esterno dell’auto in cui stavamo parlando.

“In un parcheggio?” mi chiese Elena con stupore forse solo apparente. “E perché mai? Cos’ha di speciale questo posto?”

“A tarda sera dicono che si riempe di guardoni e di coppie che vengono a farlo per farsi guardare.”

“E a te piacerebbe farlo con Sara mentre altri vi guardano?”

“Sì.”

“Ma non glielo hai mai detto.”

“Non avrei il coraggio di portarla qui, di chiederle di farlo, di farsi guardare, magari anche di…”

“Cosa?”

“Non so… di fare qualcosa con qualche guardone.”

“Quello non sarebbe un tradimento, per te?”

“No… sarebbe… non lo so… una cosa solo sessuale, un gioco sessuale.”

“Come quello che è per tua moglie ciò che ha fatto.”

“Ok… sì, forse sì… devo vederla così…”

“È così.” mi sussurrò Elena nell’orecchio mentre la sua mano si appoggiava delicatamente sulla mia coscia.

“Che… che fai?” dissi quasi allarmato.

“A che ora arrivano secondo te i guardoni?”

“No… non so… perché?” ormai non sapevo come gestire la situazione. Elena sembrava veramente intenzionata a fare qualcosa che non avevo previsto, che non avevo neanche cercato, ma che, dopo tutti quei discorsi, poteva essere troppo eccitante per resistervi.

Lei mentre io mi irrigidivo e mi chiedevo che fare iniziò a slacciarmi i pantaloni per tirare fuori il mio cazzo che non vedeva l’ora di uscire.

“No… cosa fai?” dissi provando a fermarla senza troppa convinzione.

Iniziò a farmi un pompino, con passione e gusto. Nella mia testa si affollarono pensieri: stavo tradendo mia moglie con la sua amica… ma in fondo era solo un pompino… e poi mi aveva tradito prima lei… era solo sesso… lei non mi avrebbe mai succhiato il cazzo in un parcheggio pubblico… o forse non l’avrebbe fatto a me, magari a quello lo aveva fatto… magari si era fatta guardare da altri… forse mia moglie era più troia di quello che pensavo ma non con me… era pazzesca questa idea, dolorosa e eccitante.

“No, fermati.” dissi in un barlume di lucidità tirando su la testa di Elena che mi guardò con la bocca aperta e la saliva che le colava da un lato.

“Perché? Non c’è niente di male, è solo un pompino in un parcheggio.”

“Sì, ma…” iniziai non sapendo bene cosa obiettare quando in quel momento vedemmo una luce di fari di un auto che entrava nel parcheggio. Ci girammo entrambi in quella direzione.

“Che sia un guardone?” domandò lei ad alta voce.

“Forse è meglio se andiamo via.” alzai le spalle.

“No. Vediamo cosa succede. Magari puoi vivere la tua fantasia.”

Lei si abbassò di nuovo e ricominciò a leccarmi il cazzo, con minor intensità, per non farmi venire subito. Io intanto controllai la situazione attorno a noi. L’auto si fermò a distanza. E poi spense i fari. Dopo qualche minuto un uomo scese e si incamminò lentamente verso di noi.

“Sta venendo qua.” avvisai Elena. Lei mugugnò senza togliere la bocca dal mio cazzo.

L’uomo si avvicinò circospetto. Non venne direttamente verso di noi ma fece qualche giro. Voleva probabilmente capire chi eravamo e se poteva avvicinarsi. Poi lo fece e si avvicinò al finestrino, spiando dentro alla nostra auto. Mi fece cenno di abbassare il vetro.

“Chi è questa troia? Tua moglie?” mi chiese appena il finestrino fu aperto.

“Sì.” risposi io senza pensarci. Percepii un sussulto di Elena, come una risata trattenuta.

“Mmh, bella e brava… come ti succhia bene.” commentò mentre si stava slacciando i pantaloni per segarsi il cazzo.

Elena aumentò l’intensità del pompino e quella situazione unita al fantasticare che lei fosse Sara mi portò rapidamente all’orgasmo. Schizzai la sborra in bocca alla mia amica, che apparentemente gradì senza problemi. Poi lei si alzò, mostrandoci la bocca sporca.

“Ehi, troia, vuoi un altro cazzo?” disse il guardone allungandosi un po’ dentro al finestrino.

Lei non ci pensò due volte e con la mano glielo afferrò iniziando a segarlo. Il guardone sembrò sorpreso, forse non ci sperava veramente e non se lo aspettava. Nel frattempo Elena era piegata in avanti contro di me. Girò la testa mentre continuava la sega e mi baciò con la bocca ancora sporca.

“Toccami.” mi sussurrò.

Io con le dita cercai di raggiungerla fra le gambe. Trovai la stoffa delle mutande umida e la scostai. Era bagnata e accolse le mie dita dentro con molto piacere. Con un dito andai a stuzzicarla anche intorno all’ano.

Lei ebbe un evidente orgasmo. Non solo per merito delle mie dita, sicuramente, ma anche per la situazione e per il fatto che intanto era riuscita a portare anche il guardone all’orgasmo.

Lui poi si allontanò, forse più soddisfatto di quello che aveva sperato.

Noi ci salutammo. Io la ringraziai. Lei mi disse che non sarebbe finità lì. Anche con mia moglie. Non sapevo bene cosa intendeva ma il mio cazzo era già tornato duro, ottimista.

3 commenti su “Consiglio da amica”

  1. Mi è piaciuto molto! Situazione e fantasia molto ricorrente anche tra le mie. Purtroppo non mi ci sono mai trovato, ma forse anche perché non reagirei nello stesso modo del protagonista ad un tradimento di mia moglie. Sarebbe interessante anche un racconto con le parti invertite, ciò la moglie tradita che si confida col migliore amico del marito….
    Chissà, magari un giorno ne scriverai uno simile. Sempre bravo, complimenti!

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