Cornuto e raggirato

Quando normali corna non bastano

“L’ho convinto!” mi scrisse un giorno Lisa, la mia amante quarantenne molto porca.

“Chi? Cosa?” le risposi cercando maggiori spiegazioni rispetto al suo messaggio criptico.

“Il mio compagno. L’ho convinto finalmente ad andare in un club per scambisti.”

Lisa aveva un compagno che non le stava dietro in quanto a voglie e perversioni sessuali. Lei se ne lamentava con me, soprattutto perché era costretta a togliersi tutti gli sfizi (come ad esempio le scopate proprio con me) sempre di nascosto. Da tempo stava cercando di farlo diventare più aperto su quei temi e, probabilmente grazie alle armi seduttive di cui era maestra, ci era alla fine riuscita.

“Bene, contento per voi.” le risposi con un piccolo timore che se il suo uomo fosse diventato più disponibile a fare giochi erotici lei si sarebbe un po’ allontanata da me.

“Be’, anche tu devi esserne contento.” mi scrisse lei e io mi rassicurai ancor prima di capire cosa intendesse.

“Perché?”

“Perché pensavo di dirti quando andremo, in modo che possa venire anche tu.”

“Anche io?” chiesi non essendo sicuro di cosa avesse in mente.

“Sì. Ho questa fantasia. Andiamo in un club e ti incontriamo. Noi facciamo finta di non conoscerci e io faccio in modo che finiamo a scopare io e te. Mi eccita troppo l’idea di farmi scopare da te davanti a lui senza che lui sappia niente.”

“Sei la solita porcellina.” le risposi ridendo fra me e me. “E se lui non vuole che tu tra tutti gli uomini che ci saranno scopi proprio con me?”

“Fidati che lo convincerò. Se l’ho convinto ad andare lo posso convincere a fare qualsiasi cosa, una volta dentro. Allora ci stai?”

“Hai mai dovuto convincere me a fare qualcosa?” le risposi provocandola.

“No. Perché sei più porco di me.”


Era passato un po’ di tempo e io avevo cominciato a pensare che il compagno di Lisa avesse cambiato idea, ma poi lei mi disse dove e quando sarebbero andati ed io mi feci trovare sul posto.

Con Lisa non avevamo preso accordi precisi. A lei piaceva improvvisare.

La vidi in mezzo alla sala in cui c’era musica e la gente ballava. Il suo compagno, appena defilato, la osservava mentre lei si dimenava sensuale, vestita in modo estremamente succinto. Mi avvicinai e restai un po’ a guardarla. Me lo faceva venire duro solo così e sicuramente non solo a me.

Mi accostai a lui e poi mi rivolsi a lui con tono complice:

“È la tua donna?” gli chiesi indicandola. Lei mi vide ma non si avvicinò, si limitò a continuare a ballare guardandoci con aria sorniona.

“Sì.”

“Gran gnocca.” commentai.

“Grazie.” rispose lui, un po’ in imbarazzo.

Restammo lì ad osservarla per un po’. Poi gli parlai di nuovo.

“Gradite un po’ di compagnia? Mi piace molto lei, mi piacerebbe giocare con voi.”

“Ah, grazie.” disse lui un po’ spiazzato. “Mah… veramente noi pensavamo di fare uno scambio di coppia… tu sei da solo?”

“Sì, io sono solo. Non ti piacerebbe scoparla insieme ad un altro uomo? Ti assicuro che la vedresti impazzire.”

“Sì, sono sicuro ma… sai… è la nostra prima volta in questo posto… pensavamo di…”

Non finì la frase. In quel momento Lisa si avvicinò a noi e appoggiò la mano sul braccio di lui.

“Ciao.” disse con me e si presentò. Io le feci una specie di baciamano.

“Cosa vuole?” disse poi con lui riferendosi a me.

“Mah… gli piacevi ma gli stavo spiegando che…”

“Sì, ti trovo estremamente sexy e volevo giocare con voi.” intervenni io interrompendo il suo compagno balbettante. “Ma mi ha detto che cercate una coppia. Scusate per il disturbo. Ma è un vero peccato perché sei fantastica. Se ci ripensate io sono qui in giro.”

Feci per andarmene, salutandoli. Poi sentii alle mie spalle lei che diceva qualcosa a lui. Dopo poco mi sentii toccare alle spalle. Era lui.

“Ehm, scusami… non volevo, cioè… lei mi dice che gli piacerebbe provare prima una cosa solo a tre, invece che un vero scambio, dice che forse è più facile per iniziare.”

Lisa mentre lui parlava lo accarezzava su una spalla e anche fra le gambe. Lui era palesemente imbarazzato ma anche eccitato.

“Con piacere.” dissi io tagliando corto.

Mentre salivamo nelle stanze del privé al piano superiore io e lei ci scambiammo qualche sguardo complice.


“Cazzo che gran figa la tua donna… sei un uomo fortunato.” gli dissi.

Lui era seduto appoggiato al muro. Lei era a quattro zampe piegata su di lui per succhiargli il cazzo. Io da dietro la scopavo a pecorina.

“Senti qua che figa bagnata… e come te lo succhia mentre la scopo… è brava a succhiare?”

Lui annuì, sconvolto da tutta la situazione non del tutto prevista.

“Ti eccita fartelo succhiare mentre lei si fa scopare da uno sconosciuto, eh?”

Lui emise un gemito. Lei intanto scodinzolò godendosi il mio cazzo dentro e comunicandomi in quel modo l’apprezzamento per come stavo gestendo il gioco.

“E poi che culo magnifico che ha… ma tu lo sai bene. È uno spettacolo vederglielo da dove sono io… bellissimo… ma cosa te lo dico a fare?”

Lui si stava godendo il pompino della sua donna ed era probabilmente turbato dalle mie parole.

“Senti, posso chiederti una cosa?” gli chiesi e poi continuai senza aspettare risposta. “Le piace prenderlo nel culo? Posso scoparla nel culo?”

Lisa ebbe un brivido e mi sembrò quasi che il suo buchino pulsasse come per farmi l’occhiolino. Lei amava quando la inculavo, ma sapevo bene che dal suo compagno, invece, non se lo faceva quasi mai fare.

“Ehm… no, meglio di no… il culo no.” borbottò lui, imbarazzato.

“Mmh, che peccato… questo è un culo da scopare… deve essere fantastico incularla… vero? Tu la inculi sempre, vero?”

“Ehm… a volte…”

“Cazzo, come si fa a resistere a questo culo… almeno un dito posso infilarglielo?”

“Mah… non so…”

Il mio dito medio venne come risucchiato dentro al culo di Lisa, dato che non aspettai una ulteriore risposta e lei non vedeva l’ora. E infatti lei rispose emettendo un lungo gemito di piacere e smettendo per un attimo di succhiargli il cazzo. Fu inequivocabile come orgasmo. Lui, quasi per negare quanto lei stesse godendo grazie al mio cazzo in figa e al dito in culo, le prese la testa e la spinse di nuovo sul suo cazzo. Fu così il momento per lui di sborrare indondandole la bocca.

A quel punto lei interruppe il pompino e si tirò su andando verso di lui, svuotando i suoi orifizi dalle mie appendici. La vidi baciarlo in bocca, sporcandolo tutto con la sua stessa sborra. Dall’espressione di lui capii che non era una cosa consueta fra di loro. Poi lei gli parlò nell’orecchio, io non sentii cosa gli diceva. Lui mi guardava. Scuoteva la testa. Poi lei si tirò indietro e si rimise a pecorina con il culo in alto.

“Dai diglielo!” intimò lei a lui.

Lui, deglutì, imbarazzato e poi mi parlò.

“Mi ha chiesto… ha detto che avrebbe voglia… quindi cioè, se glielo vuoi fare… sì, cioè, puoi farlo, se vuoi…”

“Cosa?” chiesi io facendo il finto tonto e evitando di scoppiare a ridere.

“Diglielo, amore!” intervenne lei.

“Il cu… il culo. Puoi farle il culo. Lei vuole essere sodomizzata.”

“Con piacere. Sei un vero porco, sai, a offrirmi così il culo della tua donna. E lei è una gran troia.”

Finsi difficoltà nel penetrarle quel culo che invece le penetravo abitualmente e facilmente tutte le volte che ci vedevamo. Nel fare così quello che ottenni è che lei venne spinta contro di lui. Alla fine lei era totalmente appoggiata a lui e le mie spinte nel culo si trasformavano in spinte del corpo di lei contro quello di lui.

“Amore, ti prego, vai sotto… vai a leccarmela… leccamela mentre lui mi incula… ti prego… è la cosa più eccitante che abbia mai fatto…”

Lui non avrebbe voluto, si capiva dall’espressione. Sapeva che a farlo avrebbe avuto il mio cazzo a pochi centimetri dalla sua bocca e le mie palle penzolanti sopra agli occhi e sulla fronte. Ma di fronte ad una donna così eccitata nessun uomo può rifiutarsi di fare ciò che lei ordina.

Le sborrai in culo. O meglio nel preservativo nel culo, visto che purtroppo dovevamo fingere di essere estranei. E lo feci trattenendo una risata, così come sicuramente lei, pensando a come avevamo tirato in mezzo il suo compagno ignaro di tutto.


Stavo camminando nel parcheggio fuori dal club privé, verso la mia auto. Era già abbastanza caldo, l’estate si avvicinava. Poco lontano sentii una portiera di un’altra auto aprirsi e poi chiudersi, seguita da un rumore di passi affrettati verso di me. Mi girai, era lui.

“Senti, scusami.” disse con gli occhi bassi.

“Dimmi amico.” feci io cordiale.

“Ecco, volevo dire… sai ti volevo ringraziare, anche da parte di lei…”

“Sì, mi avete già ringraziato prima, ma grazie a voi. È stata una bella serata. Una bella scopata.”

“Sì, a lei sei piaciuto molto…”

“Mi fa piacere.” intanto guardai verso la loro auto. Lei ci guardava dal finestrino, sorridente. Le feci un cenno di saluto.

“E quindi lei voleva… come dire… mi ha chiesto di avere il tuo numero… per vederci magari al di fuori… per giocare da soli… solo se vuoi anche tu ovviamente.”

Guardai di nuovo verso la loro auto. Lei mi salutò sorridente. Io trattenni la risata dentro di me, trasformandola solo in un grande sorriso.

“Con piacere, amico. La tua donna è una gran gnocca e giocherei ancora con voi molto volentieri.”

“Ok, grazie.”

Gli diedi il mio numero e poi appena lui si girò per tornare alla loro auto lo chiamai.

“Ehi, amico.” lui si girò, ancora imbarazzato. “Ti eccita questa cosa, eh?”

“Cosa?”

“La tua donna scopata da un altro.”

“Ehm… un po’…”

“Anche a me eccita scoparti la donna.” gli dissi salutandolo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto