L’amico dell’amico

Imprevisti durante una uscita col bull

Io e mio marito siamo a cena con lui. Lui è Massimo. Lui è l’uomo con cui da alcuni mesi scopo mentre mio marito ci guarda. No, detta così è riduttiva. Lui è l’uomo che mi possiede, a cui appartengo fisicamente, che mi ordina cosa devo fare, che mi fa fare cose che con mio marito non avevo mai fatto e forse non farò mai. Perché Massimo è un dominante, mio marito è remissivo. Non c’è paragone fra i due e anche io mi trasformo tra quando sono con uno e quando sono con l’altro. A mio marito piace così. È lui che ha insistito perché sperimentassimo questo tipo di rapporto di coppia. È lui che lo ha trovato in un sito di incontri, che lo ha contattato, che si è messo a sua disposizione e gli ha donato il corpo della sua mogliettina. No, anche questo è riduttivo. Massimo non possiede solo il mio corpo mentre mi scopa ma anche la mia mente. Mi fa sentire una puttana in maniera vergognosa e questo mi eccita ancora di più di quello che mi fa sentire con il suo cazzo. Ah, il suo cazzo! È entrato in me più a fondo e mi ha allargato più di quanto potrà mai fare quello di mio marito, poverino. Mi sento una pornostar quando faccio sesso con Massimo, forse anche perché mio marito spesso ci filma e poi ci riguarda e si masturba.

Io e mio marito abbiamo circa trent’anni. Massimo è vicino ai cinquanta. È un bell’uomo, affascinante e di classe. Ci ha invitato a cena in un bel ristorante. È strano essere con lui in un luogo pubblico, rispetto alla nostra solita intimità privata e sconosciuta a chiunque. Dà uno strano brivido, come se qualcuno osservando noi tre potesse intuire che rapporti perversi corrono fra noi. Io mi sono vestita in modo molto sexy. Ho i tacchi più alti che possiedo, un paio di autoreggenti che fanno capolino da un vestitino così aderente che sotto porto solo un succinto perizoma e niente reggiseno. Mio marito è elegante, in giacca e cravatta, come raramente si veste. Io e mio marito siamo arrivati insieme, ovviamente, ma durante la cena un occhio attento capirebbe che tra me e Massimo c’è qualcosa. Il modo in cui mi sfiora, il modo in cui lo guardo. Siamo fuori città, non ci conosce nessuno e mi eccita pensare che qualcuno capisca che io sono sposata e amo mio marito ma che mi faccio scopare come una troia dall’altro uomo.

La cena è quasi conclusa. Una ottima cena. Ci aggiungiamo alla fine qualche superalcolico. A me serve per darmi la necessaria leggerezza mentale per affrontare quello che sarà il dopo cena. Massimo ci ha illustrato il programma della serata: ha prenotato una suite in un hotel qui vicino e andremo lì e mi scoperà nel suo solito modo intenso e perverso. Mio marito evita di bere perché sarà lui a dover guidare e in fondo gli piace rimanere lucido e vivere l’umiliazione in modo completo senza alterazioni mentali che la potrebbero rendere più accettabile. Non gli piace dare la scusa all’alcool per le perversioni che è disposto a subire. Io invece ne ho bisogno un po’. Mi spaventa l’idea che quello che faccio lo possa fare anche da completamente sobria.

Massimo si alza improvvisamente, ma non è già ora di andare. Ha visto qualcuno. Si avvicina e si saluta con un uomo che stava uscendo dal ristorante. Lo porta al nostro tavolo, ce lo presenta come Vittorio, un suo vecchio amico. Vittorio mi guarda con quello sguardo che hanno a volte certi uomini quando rimangono colpiti dalla mia bellezza. Mi lusinga. Poi Vittorio si sporge verso di me, mi prende la mano e mima il gesto del baciamano. A mio marito invece stringe semplicemente la mano. Mio marito lo vedo innervosirsi. Non gli piace questa intrusione. Già era agitato per questo incontro con Massimo in pubblico, la presenza di un estraneo lo irrigidisce ancora di più. Invece Massimo sembra contento di presentarci l’amico, anzi lo invita a sedersi un attimo con noi. Vittorio accetta con piacere e continua a guardarmi allupato. Io già ero eccitata, già ero un po’ ubriaca e mi piace essere guardata così. Mio marito invece è visibilmente seccato dal fuori programma.

Massimo ci presenta al suo amico. E dice qualcosa che non mi aspettavo. Dopo aver ripetuto i nostri nomi aggiunge:

“Loro sono la coppia di cui ti parlavo. Lei è quella mi scopo.” dice indicandomi.

“Ottima scelta.” commenta Vittorio guardandomi “Dunque lui è il cornuto e lei la troia.” conclude guardando anche mio marito, che sobbalza con una espressione sofferente.

Un uomo appena conosciuto mi ha chiamato troia e ha dato del cornuto a mio marito. Non so bene perché ma mi provoca un brivido, un brivido piacevole. È umiliante, più per lui che per me, forse, ma è proprio per questo che mi eccita. Forse anche mio marito si ecciterebbe se non fosse così a disagio. A volte anche quando Massimo lo umilia lui perde l’eccitazione.

“Davvero una ragazza così bella si lascia fare tutto quello che mi racconti?” continua Vittorio con complimenti verso di me, o per lo meno così li percepisco io.

Non sapevamo che Massimo avesse parlato di noi a qualcuno. In teoria non avrebbe dovuto. Ci vergogniamo molto di quello che facciamo con lui e la discrezione era fondamentale. Dovremmo essere incazzati con lui per aver tradito il nostro rapporto di fiducia. Forse mio marito è arrabbiato, se non fosse che nei confronti di Massimo ha un complesso di inferiorità che gli impedisce di ribellarsi. Ma lo vedo che ribolle, che è inquieto. Forse ha anche paura che qualcuno nel ristorante senta la conversazione.

Io invece mi sto eccitando. Io quasi spero che qualcuno ci senta. Mi piace sapere che Massimo ha parlato di me ad un suo amico. Mi piace l’idea che questo amico si sia eccitato ad immaginarmi e che ora vedendomi davanti a lui magari abbia il cazzo già duro. Sarà l’alcool, sarà che Massimo mi fa essere troia. In me nasce una speranza che non oso esplicitare. Forse anche mio marito ha avuto lo stesso pensiero e per lui è più una paura. Guardo Massimo. Mi sorride sornione. La mia speranza acquista certezze. Ho già capito come finirà la serata.

E infatti dopo una breve conversazione lui glielo dice:

“Noi adesso stiamo andando in un hotel qua vicino. Perché non ti unisci a noi?”

Mio marito si lamenta con un gemito. Io trattengo un sorriso. Massimo ogni tanto ce lo diceva, un po’ era una minaccia e un po’ una promessa, ma prima o poi mi avrebbe fatta scopare da qualcun altro insieme a lui.

“Voi che ne dite?” risponde Vittorio rivolgendosi a noi.

Può sembrare una cortesia invece è una ulteriore umiliazione. Ci fosse stato imposto da Massimo avremmo potuto dire che non eravamo d’accordo ma che l’avevamo subito in quanto sottomessi a lui. Dandoci a noi la possibilità di esprimere un parere ci fa essere complici. È il solito giochino psicologico che fa Massimo. Non mi ha mai imposto veramente nulla, mi ha sempre fatto sentire come se fossi io quella che decideva di subire una qualsiasi sottomissione sessuale. Alla fine sono sempre stata io a implorarlo di sodomizzarmi, a chiedergli di pisciarmi addosso, a pregarlo di sottomettermi. E se non ero io era mio marito. Da questo capisco che l’incontro con l’amico non ha niente di casuale. Era probabilmente tutto preparato e Vittorio ben sapeva chi eravamo fin da subito.

“Non credo sia il caso.” bofonchia mio marito.

Non gli prestano molta attenzione. Guardano me.

“E tu che ne pensi?” mi incalzano.

“Io… veramente…” guardo mio marito che ricambia lo sguardo.

Ha già capito. Mi conosce. Sa quanto sono troia in queste situazione. È in fondo quello che vuole e che gli piace di me. Funzioniamo bene come coppia. Ci alterniamo nell’essere perversi. Quando uno non riesce è l’altro a spingere la coppia oltre ai limiti della trasgressione.

“Sei mai stata scopata da due uomini contemporaneamente? Penetrata in culo e in fica?” mi chiede Vittorio con la naturalezza con cui mi potrebbe chiedere se ho visitato una città.

“No…” mormoro io abbassando gli occhi.

“Quando ti scopa Massimo tuo marito non partecipa mai? Non ne approfitta per scoparti anche lui?”

“No…”

“Perché?” insiste, probabilmente imbeccato preventivamente da Massimo.

“Perché… non è all’altezza.” rispondo e mio marito mi fulmina con lo sguardo. Ma è la verità e a lui fa male sentirla ma so che nel profondo gli piace sentirla.

“E allora vorresti provare? Stasera?”

Ho tre coppie di occhi puntati su di me. Due compiaciute e sorridenti, una terrorizzata.

“Sì. Vorrei provare.” rispondo decisa.

Noto un barlume di soddisfazione negli sguardi. In tutti e tre. Sì, anche in quello di mio marito. Sono sicura che per un attimo ha temuto maggiormente che io mi tirassi indietro rispetto a che accettassi. Allungo una mano verso di lui e gliela stringo. Ci guardiamo con amore.

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