Scambio di lingue

Giochi fra coppie in vacanza

Avevamo fatto amicizia con Leonardo e Virginia, una coppia quarantenne che alloggiava nel nostro stesso hotel. Si erano rivelati simpatici, nonostante la differenza di età (noi ne avevamo almeno quindici in meno) ed erano delle persone piacevoli. Ci sapevano fare nei rapporti interpersonali e ci avevano subito messo a nostro agio. Erano molto cordiali, in certi momenti quasi ai limiti del flirt nei nostri confronti. Sia lei con me che lui con la mia ragazza Martina. Ma noi non pensavamo, forse ingenuamente, che dietro a quel comportamento ci fossero dei secondi fini, solo un modo per fare amicizia.

Le differenze tra noi c’erano anche a livello economico, noi ci potevamo permettere solo una stanzina doppia che affacciava sul retro, mentre loro alloggiavano in una suite all’ultimo piano che dava sul mare e dal cui balcone si scorgevano i faraglioni di Capri.

Proprio per questo motivo ci invitarono una sera a salire da loro.

“Bello, eh?” commentò lui per chiederci conferma.

“Stupendo.” disse Martina.

“Molto romantico, vero?” aggiunse Virginia.

“Eh sì…” sospirò la mia ragazza.

Restammo un po’ a contemplare il paesaggio alla luce residua di un tramonto appena avvenuto.

“Dai, vi lasciamo un po’ qui da soli, godetevelo.” ci dissero mentre rientravano nella loro stanza.

Io subito provai a rifiutare quel loro favore, ma poi Martina mi strinse la mano e mi guardò felice e quindi pensai che avremmo potuto goderci un po’ di vista romantica.

Pian piano si faceva buio. Io e Martina ci tenevamo abbracciati, ogni tanto limonavamo intrecciando le nostre lingue. Poi controllavamo che i nostri ospiti non stessero tornando sulla terrazza, ma non davano segni di vita. Avevamo anche spento le luci della camera per cui non vedevamo dove fossero.

“Eh, un giorno riusciremo anche noi a prendere questa stanza.” promisi a lei, che sospirò.

Poi decidemmo di rientrare e di non abusare più della gentilezza di Leonardo e Virginia.

Accendemo una luce per vedere dove andare nel salottino che si affacciava sul terrazzo e davanti ai nostri occhi si presentò una scena che ci parve irreale per diversi secondi.

Leonardo era seduto sul divano, con la schiena appoggiata allo schienale e il corpo parzialmente orizzontale e le gambe aperte. Virginia era inginocchiata fra le sue cosce e gli stava praticando una intensa fellatio. Non sembrarono troppo sconvolti dall’essere stati sorpresi. Virginia non smise neanche di andare lentamente su e giù con la testa lungo il cazzo di Leonardo.

“Ah, scusate, ci siamo lasciati prendere dall’atmosfera.” disse lui come se fosse la cosa normale.

Noi rimanemmo impalati a fissarli, non sapendo come comportarci. A me era venuto duro. Vidi Martina deglutire nervosa e forse eccitata a sua volta.

“Non vi preoccupate. Se volete guardare per noi non è un problema.” continuò lui con molta naturalezza. “Sentitevi liberi, se volete farlo anche voi fate pure.”

Io e Martina ci guardammo, scuotendo la testa. Non ci sembrava il caso. Ma forse neanche di restare lì a guardarli, anche se era un bello spettacolo. Andarcene però ci sembrava scortese. E quindi rimanemmo lì imbambolati a guardarli.

Dopo qualche minuto Martina si strinse ancora di più a me e mi parlò all’orecchio.

“Lo facciamo anche noi?”

In realtà era la voglia che avevo dal momento in cui avevo visto loro due ma non avrei mai osato proporlo a Martina, pensando che lei non avrebbe mai voluto. E invece fu lei a proporlo.

Un po’ impacciati ci avvicinammo e io mi sedetti sul divano, il più lontano possibile da Leonardo, per non essere invadente. Loro però accolsero con apparente gioia quel nostro unirsi alle danze. Nervosamente armeggiai con i miei pantaloni mentre Martina si inginocchiava davanti a me.

Fino a pochi istanti prima ero stato duro tutto il tempo, ma non so perché in quel momento sentii il mio cazzo sgonfiarsi. Era la tensione del fare una cosa insolita e non prevista. Farsi fare un pompino davanti ad altra gente mi era sempre sembrato auspicabile nelle fantasie ma nella realtà entravano in gioco pudori e incertezze. Forse c’era anche un altro fattore ad innervosirmi: mi sentivo inferiore a Leonardo che sfoggiava un cazzo di dimensioni superiori alle mie. E Virginia glielo stava succhiando come una professionista, mentre Martina forse non sarebbe stata all’altezza.

La mia ragazza fu un po’ stupita quando vide il mio cazzo moscio, ma non si perse d’animo e lo prese subito in bocca per rianimarlo. Ci provò per qualche minuto, inutilmente. Sentii crescere in lei la frustrazione. Se non riusciva a farmi eccitare in quella situazione probabilmente pensava di non essere brava, o che non mi piacesse più o chissà cosa.

Io intanto, consapevole delle mie difficoltà e dell’impatto che avevano anche su di lei, ero sempre più agitato e dunque raggiungere una erezione era sempre più difficile.

Virginia si accorse delle nostre difficoltà e si interruppe nel suo pompino. Il cazzo di Leonardo continuò a svettare durissimo in contrasto con il mio. E oltretutto io ero il maschio giovane e non avrei dovuto avere nessun problema. Mai mi era capitato prima.

“Tranquilla Martina.” disse lei capendo la situazione. “A volte davanti agli altri ci si agita, non è colpa tua. E non è neanche colpa sua. Lascialo un attimo tranquillo.”

La mia ragazza si ritirò all’indietro, sconfortata e delusa. Io ero imbarazzato e mi sarei voluto seppellire dalla vergogna. Neanche il cazzo duro ero riuscito a farmi venire, nella situazione più erotica che mai ci fosse capitata. Ero uno sfigato.

“È la prima volta per voi una situazione del genere?” ci chiesero.

Noi annuimmo. Martina sembrava quasi per piangere. Io pure.

“È normale allora. Se non si è abituati, capita.” ci consolarono.

Virginia stava per riprendere il pompino al suo uomo che non mostrava segni di cedimento nella sua erezione. Ma si fermò e poi guardo Martina.

“Senti, vuoi fare un po’ tu?” le disse quasi porgendole il cazzo di Leonardo con un gesto.

A Martina per un attimo le si illuminarono gli occhi ma poi cerco di darsi un contegno. Era evidente che l’idea l’attraeva. Aveva voglia e il cazzo di Leonardo era una bella cosa da succhiare. Mi guardò. I suoi occhi erano quasi imploranti, ma non disse nulla. Io dopo la mia debacle non potevo darle un altro dispiacere e, quasi impercettibilmente, annuii.

“Dai, su.” disse Virginia quasi spingendola verso il suo uomo.

Osservai con attenzione la bocca della mia ragazza aprirsi golosa, tirare fuori la lingua e passarla lungo l’asta rigida dell’altro uomo. Poi prese titubante tra le labbra la cappella. A quel punto perse ogni inibizione e cominciò un pompino che scimmiottava quello di Virginia, pur senza raggiungere la sua maestria.

“Oh, vedi, bastava poco.” disse pochi istanti dopo Virginia indicandomi fra le gambe.

Tutti seguirono con lo sguardo il suo dito e videro il mio cazzo, dritto e duro.

Mi sentii in colpa. Non mi era venuto duro mentre la mia ragazza lo teneva in bocca e mi era venuto duro nel vederla succhiare il cazzo di un altro. Fu quasi più umiliante della mia debacle precedente.

“Ti piace vedere Margina che lo succhia a Leonardo, eh?” mi provocò Virginia.

Non aspettò la mia risposta. Disse una cosa nell’orecchio a Martina che annuì senza togliere la bocca dal cazzo di lui. Poi Virginia venne verso di me e senza esitare prese il mio cazzo in bocca.

Il suo pompino si rivelò magnifico come sembrava essere guardandolo da fuori. Era decisamente brava ed esperta.

Ogni tanto notavo che Martina lanciava una occhiata verso di noi. Forse era un po’ gelosa. O forse prendeva ispirazione, infatti mi sembrava che imitasse i gesti di Virginia.

Un’altra cosa in cui Virginia si rivelò brava era capire a che punto ero. Diverse volte stavo per venire ma lei sapeva fermarsi in tempo. Dunque dopo la mia cilecca iniziale stavo dando una buona impressione di resistenza.

Per poco non venni quando Virginia si inginocchiò di più e cominciò a giocare con la lingua sulle mie palle, prendendole anche in bocca. Non ricordavo che Martina me l’avesse mai fatto. Eppure, copiandola, vidi che si mise a farlo anche lei, con le grosse palle di Leonardo che, da par suo, espresse apprezzamento per le abilità della mia ragazza.

Poi Virginia mi sorprese di nuovo. Mise le mani nell’incavo dietro le ginocchia e spinse verso l’alto facendomi assumere una posizione oscena. Il mio culo sporgeva dal bordo del divano ed era esposto, insieme alle palle, verso di lei. A quel punto la sua bocca si gettò appena sotto alle palle e la lingua andò a stimolarmi il buco del culo.

Non me l’aveva mai fatto nessuna. Né Martina né altre ragazze. Ma era una cosa che avevo sempre sognato ma che mi ero sempre vergognato di chiedere. E invece quella sera avevo la lingua di una quasi sconosciuta nel culo, davanti alla mia ragazza che stava succhiando il cazzo del suo uomo.

A quel punto non potevo non venire. Cominciai a sborrare copiosamente, in piena estasi di piacere ma anche pieno di vergogna per il modo in cui avveniva. Mi sentivo vulnerabile, così esposto, e godere non per una bocca che mi succhiava il cazzo ma per una lingua che cercava di violarmi il culo mi sembrava disonorevole. Però fu uno degli orgasmi più intensi che provai.

E non finì lì perché l’eccitazione rimase altissima a causa di quello che fece Martina. Imitò Virginia in tutto e per tutto e, quasi con aria di sfida, alzò le gambe a Leonardo ed iniziò a leccargli il culo. Non mi risultava che lo avesse mai fatto ad altri. E vederglielo fare a un altro davanti a me era il massimo della trasgressione.

Virginia la incitò e si complimentò. Poi andò da lei ad aiutarla. Lui non era come me e una semplice lingua nel culo, seppur da parte di una ragazza giovane e bella come Martina, non bastava per farlo venire. Lo aiutò la bocca di Virginia che si serrò attorno alla sua cappella per succhiare e per ricevere tutta la sborra.

Continuai a non credere ai miei occhi quando vidi Virginia avvicinare il volto a quello di Martina per poi passare ad un bacio lesbo tra due bocche che presto si impiastricciarono di sborra.

Quando il gesto si concluse Martina mi guardò con uno sguardo così pieno di lussuria e perversione che non glielo avevo mai visto e quasi mi fece sborrare di nuovo a sua volta.

“Ci trasferiamo sul letto?” fu la proposta di Virginia che ci fece capire che la serata era appena iniziata.

2 commenti su “Scambio di lingue”

  1. Molto bello. Sempre molto eccitante immaginare la propria donna dare il meglio di sé con un altro uomo più dotato.

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