Corna fatte e ricevute. O forse no?
La battuta era veloce e liftata verso il centro del campo. Risposi con un rovescio diretto all’angolo opposto. Pensai per un attimo che avrei fatto punto ma lei con quelle sue belle gambe scattanti riuscì ad arrivare sulla pallina e ribatterla corta nel mio campo. Fui un po’ sopreso e tardai la corsa in avanti. Tentai di allungarmi per colpirla ma la mancai e caddi rotolando finendo contro la rete. Sentii lei che esultava, aveva vinto la partita.
Arrivò correndo da me che ero rimasto a terra esausto e rimase in piedi vicino alla mia testa, facendomi ombra dal sole. Da quella visuale intravedevo le mutande sotto la gonnellina. Non che mi fosse mancata quella visione durante tutta la partita di tennis, a causa del suo continuo correre e saltellare per il campo.
Mi prese un po’ in giro per avermi battuto, mentre ci dirigevamo verso gli spogliatoi adiacenti al campo da tennis del villaggio turistico. L’avevo conosciuta il giorno prima. Io e mia moglie Francesca avevamo fatto amicizia con una coppia italo-francese, Isabelle e Olivier, e parlando era venuto fuori che io, come lei, eravamo appassionati di tennis ma i nostri rispettivi consorti no. Per quello era nata spontanea la sfida tra me e Isabelle. Purtroppo si era rivelata più forte di quel che pensavo.
Mi maledii per essere stato così sbruffone prima del match, ora avrei subìto le prese in giro di Isabelle per tutta la vacanza. E se anche avessi chiesto una rivincita temevo che non sarei stato capace di batterla, visto quanto era brava. Stavo pensando a questo mentre ero sotto la doccia del mio spogliatoio che mi insaponavo i capelli quando sentii un rumore. Mi girai e c’era Isabelle sulla soglia del vano docce avvolta da un asciugamano. Con tutta la naturalezza del mondo si rivolse a me, apparentemente ignorando la mia nudità.
“In quello delle donne non viene l’acqua calda. Posso farla qua?”
Io, interdetto, non seppi cosa rispondere. Solo dopo qualche istante mi venne spontaneo coprirmi il sesso con la mano, anche se lo aveva chiaramente già visto. Senza aspettare la mia risposta Isabelle si tolse l’asciugamano e lo appese, rimanendo completamente nuda e infilandosi sotto la doccia a fianco della mia.
La osservai inebetito mentre si insaponava e intanto il mio cazzo si stava indurendo, mettendomi ancora più in imbarazzo.
Lei fece qualche commento sulla partita che avevamo giocato. Mi disse che ero un ottimo avversario e che voleva ancora giocare con me. Non so se ero io ma lessi in quell’uso del verbo giocare un doppio senso. Ma Isabelle fu più diretta e mi tolse quel dubbio.
“Visto che ci sei, mi insaponi la schiena?” mi chiese con totale naturalezza.
“O.. ok.” balbettai in risposta prendendo il bagnoschiuma che lei mi passò. Mi parve di cogliere un suo sguardo verso il mio cazzo, prima di girarsi. Io invece le guardai bene il culo e questo contribuì a indurirmelo del tutto.
“Fai pure… non ti preoccupare.” mi disse notando una mia esitazione nell’andare oltre alle sue fossette in fondo alla schiena.
Ma non osai palparle il culo e tornai su con le mani. In tutta risposta Isabelle portò le sue mani dietro la schiena e le allungò in cerca del mio cazzo duro. Lo trovò e lo strinse. Poi si girò verso di me.
“Che… che fai?” dissi quasi intimorito dalla sua intraprendenza.
“Gioco con la racchetta e le palle.” disse ridacchiando e prendendomi i coglioni in una mano.
“Isabelle… sei sicura? Non dovremmo…” dissi pensando ai nostri rispettivi coniugi.
Come risposta lei mi baciò in bocca e si avvinghiò a me. Io non volevo tradire mia moglie, ma non avevo previsto di trovarmi nudo nella doccia insieme ad una bella donna così spigliata e vogliosa.
Isabelle alzò una gamba e cercò di alzarsi a sufficienza da portare il mio cazzo all’ingresso della sua fica. Ma sul pavimento scivoloso delle docce degli spogliatoi non era facile. Allora optò per rivolgere verso di me le sue terga, appoggiandosi alla parete piegata in avanti.
“Scopami.” mi chiese, anzì mi ordinò.
Potevo rifiutarmi? Potevo evitare di scopare quella donna arrapata e arrapante? Forse in teoria sì, ma non ce la feci, non riuscii ad oppormi per nulla, guidato dal mio cazzo in tiro che non vedeva l’ora di entrare in quella fica calda.
Fu una bella scopata, Isabelle mostrò di gradirla molto. Era una donna calda e partecipativa nel sesso. Mi incitò e si complimentò per le mie arti amatorie mentre la sbattevo sotto la doccia. Dopo averla scopata per un po’ in quella posizione lei si sfilò e si inginocchiò girandosi. Prese il mio cazzo in bocca e mi portò all’orgasmo con una sega fino a farsi sborrare copiosamente in faccia.
Rimasi a guardarla mentre, beata, restava seduta sui talloni sotto il getto dell’acqua che le lavava via il mio sperma da viso e corpo.
“Francesca è una donna fortunata, sei un bravo amante, sei uno stallone.” commentò sogghignando.
“Non nominarla, per favore.” le risposi seccato.
“Perché?” chiese lei con fare ingenuo.
“Perché sto cercando di non pensare a mia moglie per non sentirmi troppo in colpa per quello che ho appena fatto con te.”
“Dai? Ma che problema c’è? Hai fatto solo sesso con me, mica hai una relazione extra-coniugale.”
“È lo stesso. Se lo scoprisse ci starebbe male.”
“Sei sicuro?”
“Sì, ovvio.”
“Sicuro che invece lei non si faccia tutti questi problemi a fare a te la stessa cosa?”
“Cosa vuoi dire?”
“Mi vuoi dire che non immagini dove sia Francesca in questo momento?”
“In che senso? Sarà in spiaggia, o in camera a riposare.”
“Davvero non hai nessun sospetto su cosa stia facendo lei e… Olivier?”
“Cosa dici? Non capisco.”
“Non hai notato l’atteggiamento che aveva Francesca con mio marito? Non hai visto come lui ci provava esplicitamente e lei lo lasciava fare lusingata?”
“Ma… ho notato che Olivier è uno molto estroverso, molto galante… sì, in effetti può dare l’impressione di uno che ci prova, ma ho immaginato che lui sia così normalmente…”
“Sì, lui è così, è un seduttore naturale. Ma lui e tua moglie stavano chiaramente flirtando. E i segnali che mandava lei erano inequivocabili. Ci stava.”
“Ma cosa dici? Non ci credo. Non è da lei.”
“Tu non ti eri accorto neanche dei segnali che ti avevo mandato io, vero? Non avevi idea che volevo scoparti alla prima occasione buona e quindi non ti aspettavi che comparissi qui in questo spogliatoio, vero?”
“No…”
Isabella scosse la testa ridendo. E si rialzò, venendo di nuovo vicino a me e prendendomi di nuovo in mano il cazzo che era moscio ma sarebbe presto tornato in vita.
“Ora ti dico io cosa stanno facendo i nostri due coniugi. Conosco mio marito. So come si muove con le donne, so quanto sa essere irresistibile. E conosco le donne, meglio di te mi sa. E so riconoscere quando una ha voglia di un altro uomo, di prendersi uno svago dal suo matrimonio.”
“Non è vero…” mormorai mentre il mio cazzo dava segni di apprezzamento della manipolazione di Isabelle.
“Probabilmente Olivier se l’è portata in camera con una scusa. Sapevano entrambi che noi eravamo impegnati con la partita di tennis per un po’. Francesca avrà opposto un po’ di finta resistenza o avrà fatto l’ingenua fingendo di non capire il senso dell’incontro. Ma poi lui, con il suo savoir-faire l’avrà convinta. Anzi lei era già convinta, ma doveva salvare le apparenze. Un po’ come te che hai cercato di opporti per un attimo, ma poi mi hai scopato come si deve.”
“Non ci credo…” dissi poco convinto a quel punto.
“E dimmi. Cosa pensi di tua moglie se si è presa una mezzora di divertimento con un altro uomo? Pensi che non ti ami più? Pensi di non essere più l’uomo della sua vita?”
“No, certo che no…”
“E allora perché ti fai tutti questi problemi se anche tu ti sei divertito un po’?”
“Non lo so…”
Isabelle continuò con la sega, ormai ero del tutto eccitato e lo ero mentre avevo quei pensieri in testa.
“Mi sembra che non ti dispiaccia così tanto sapere di avere un paio di corna in testa.”
“Non è quello…” mi giustificai.
“E cos’è allora?”
“Sei tu, cazzo! Le tue mani… il tuo corpo…” risposi sperando di essere convincente. In realtà era tutto, compreso le cose che stava dicendo di mia moglie.
“Allora smetto.” disse lei alzando le mani e sogghignando diabolica.
“Nooo…” mormorai io tra me e me ma a volume sufficientemente alto da farmi sentire.
“Potrei continuare a parlare… e allora vediamo se sono veramente le mia mani o se sono le domande che ti frullano in testa a tenertelo duro.”
“Che domande?”
“Ti stai chiedendo cosa stia facendo Francesca in questo momento…”
“No…” risposi senza troppa convinzione.
“Ma scommetto che la vera domanda che vorresti farmi che non hai il coraggio di fare è soltanto una. L’unica cosa che importa a voi uomini.”
“E cioè?”
“Vuoi sapere come ce l’ha Olivier. Vuoi sapere se ce l’ha più lungo o più grosso. Vuoi sapere se tua moglie ha assaggiato un cazzo migliore del tuo. Dimmi che non è vero.”
“Ehm…” potevo mentire ma non mi avrebbe creduto. E poi in effetti volevo la risposta.
“Vuoi saperlo?”
“No…” non ero credibile.
“Ammettilo e te lo dico.”
“Ok. Dimmelo.”
“Cosa?”
“Com’è il cazzo di tuo marito?”
“Perché vuoi saperlo?”
“Perché… dai, cazzo, lo sai.”
“Voglio sentirtelo dire.”
“Perché voglio sapere com’è il cazzo che, forse, in base a quello che tu insinui, potrebbe aver scopato mia moglie.”
Isabelle rise di gusto. La divertiva il modo in cui giocava con i miei istinti.
“Tranquillo, disse. Le dimensioni non sono importanti.” rispose ammiccando e ridacchiando, con una frase che poteva significare sia una cosa che l’altra.
Scossi la testa e guardai in basso. Rimasi così per un po’, sotto la doccia.
“Quindi?” intervenne Isabelle denotando impazienza e fissandomi il cazzo.
“Cosa?”
“Il tuo cazzo è ancora dura e io non lo sto toccando. Vuoi giocare ancora o vuoi che andiamo a cercare i nostri partner?”
“Meglio che andiamo.” risposi combattendo contro la voglia di fare ancora qualcosa con Isabelle. Ma il senso di colpa e in parte la curiosità di scoprire se le sue insinuazioni potevano avere un fondo di verità, vinsero e mi fecero desistere.
Trovai mia moglie Francesca in camera. Dormicchiava sul letto. Quando arrivai impiegò un po’ a risvegliarsi tanto da essere lucida. Non aveva l’aria di una che aveva scopato, secondo me. O forse lo aveva fatto talmente da esserne uscita esausta?
Mi stesi vicino a lei nel letto. Provai ad annusare l’aria e le lenzuola. Non sentivo odori particolari, ma non credo, anche se Isabelle avesse avuto ragione, che l’avrebbe fatto nella nostra camera.
Provai allora ad annusare lei e con questa scusa la bacia sul collo e poi sul petto, scostando la canottierina che le conteneva i seni. Francesca rispose baciandomi a sua volta e cercando con la sua bocca la mia. Non l’atteggiamento di una che fino a poco prima lo aveva fatto con un altro uomo, mi venne da pensare.
Non mi tolsi del tutto i dubbi, anche se cominciai a pensare che Isabelle avesse inventato per darmi una giustificazione al tradimento che io avevo compiuto e che forse non avevo subìto.
In ogni caso, che mia moglie avesse scopato poco prima o no, ne aveva ancora voglia. Si avvinghiò a me. Sì abbassò le mutandine e si alzò la canottiera. Io mi avventai su un suo seno mentre le sue mani si infilavano nelle mie mutande. Fu in quel momento, con quel gesto che ricordava come Isabelle mi aveva afferrato vogliosa il cazzo, che la mia testa si riempì di ansie per il fatto che avevo tradito mia moglie e che avevo appena scopato un’altra e lei poteva accorgersene e magari il mio cazzo era stanco e non sarebbe diventato così duro e…
Il risultato di quel vortice di pensieri fu che il mio cazzo si sgnofiò quasi subito e poi non ne volle sapere di abbandonare lo stato di moscio.
Francesca ci rimase male. Chiese se andava tutto bene, se aveva fatto qualcosa di sbagliato.
“Sono stanco per la partita di tennis.” mi giustificai io e mi sentii totalmente in colpa per quella mia bugia oltre che per la mia debacle sessuale.
A sera a cena rivedemmo Isabelle e Olivier. Loro sembravano decisamente di umore migliore di noi. Forse loro avevano scopato poco prima di arrivare. Lei aveva l’aria di una che aveva appena goduto. Era raggiante. E Olivier era cordiale, allegro e a suo agio, soprattutto nel parlare con Francesca. Era vero, sembravano flirtare.
Mi convinsi che due che avevano scopato quel pomeriggio non potessero essere così tranquilli davanti ai rispettivi coniugi. Non mia moglie per lo meno. Io infatti ero totalmente impacciato e a disagio, ad esempio. Isabelle invece no, era normale. Mi lanciava solo dei sorrisini, ogni tanto, che mi mettevano ancora più ansia. Se li avesse intercettati mia moglie, ero sicuro, avrebbe intuito tutto.
Dopo cena facemmo una passeggiata chiacchierando e ammirando le stelle. Ci fu un attimo in cui io e Isabelle restammo soli, a distanza dagli altri due. Lei ne approfittò per ritirare fuori il discorso.
“Ti ha raccontato qualcosa lei?” mi chiese con tono cospiratorio.
“No, ma che dici. Non hanno mica fatto niente. Sono sicuro.” risposi io ostentando più sicurezza di quella che avevo.
“Ah no?” disse lei e ridacchiò.
“No, non credo proprio. Se Olivier ti ha detto diversamente… se lo sarà inventato.”
“Ok, ok… l’importante è che ci credi tu. Se preferisci così… certo che… beata Francesca, ti può tradire quando vuole e tu non te ne accorgerai mai…”
La mandai a quel paese. Ero sicuro che mi stesse prendendo in giro. Ero sicuro che mia moglie era stata fedele quel pomeriggio.
Però…
Però il dubbio mi rimase in testa. La studiai fino al momento in cui andammo a dormire per cogliere qualche segnale. Feci fatica ad addormentarmi per quel tarlo in testa. Ero cornuto o no?
Ma non era solo quello il mio dilemma. La domanda che sorgeva spontanea dopo quella era: ma io cosa speravo di essere? Era meglio essere cornuto così la mia colpa si annullava? Fedifrago e cornuto era meglio di fedifrago e basta? O non c’era solo quello? La speranza di essere stato tradito era solo per emendare le mie colpe o era anche perché l’idea di mia moglie con Olivier come Isabelle e me era eccitante. Pensarla fra le sue braccia, col suo cazzo fra le mani e poi scopata, magari anche lei sotto la doccia, per non lasciare tracce, me lo faceva venire duro. Anche pensare ad Isabelle me lo faceva venire duro. Quando uno tradisce e non ha conseguenze vuole rifarlo subito. Volevo ancora giocare con lei. Non solo a tennis. E se questo voleva dire dare un’altra occasione anche a mia moglie per tradirmi… beh… rendeva la cosa ancora più interessante.
I primi scambi della partita di tennis con Isabelle li vinse tutti lei. Dopo l’ennesimo punto venne verso la rete per dirmi qualcosa.
“Tu non hai voglia di giocare tennis oggi, vero?”
Io alzai le spalle e scossi la testa. I miei pensieri erano rivolti ad altro. Non ero abbastanza concentrato per giocare contro una che giocava così bene.
“Andiamo negli spogliatoi allora.” propose lei.
Pochi minuti dopo ero seduto sulla panca dello spogliatoio con Isabelle che nuda cavalcava con passione il mio cazzo.
“Tu non hai neanche voglia di scopare, oggi.” mi disse con tono rassegnato dopo alcuni minuti in cui avevo faticato a restare col cazzo sempre rigido a sufficienza da permetterle le sue evoluzioni. “Che cosa vuoi fare? A cosa stai pensando? A Francesca?”
Annuii.
“Vuoi che andiamo a cercarli? A spiarli? A vedere se li cogliamo sul fatto? Vuoi vederla mentre scopa con Olivier?” disse Isabella scendendo dal mio grembo, un po’ sconsolata.
Io per un po’ nicchiai non ammettendo che in effetti i miei pensieri erano rivolti a quello.
“Sì, tu vuoi andare a spiarli. Guardati.” concluse Isabelle indicandomi tra le gambe. Il mio cazzo aveva finalmente preso consistenza e puntava verso l’alto. “Adesso andiamo, ma prima ne approfitto un po’.”
Si sedette di nuovo su di me, impalandosi e scopandosi da sola mentre mi sussurrava nelle orecchie parole indicibili su quello che stavano facendo i nostri rispettivi coniugi fra loro secondo lei.
Non li trovammo. Nelle rispettive stanze non c’era nessuno. Entrammo anche dopo aver guardato dalle finestre o ascoltato dalla porta. In spiaggia non vedemmo nessuno e neanche negli altri spazi comuni. Né l’uno né l’altra, né da soli né insieme. Questo lasciava pensare che fossero da qualche parte insieme, appartati e nascosti, e quindi che stessero facendo qualcosa. Ma non ne ebbi la certezza.
“Abbiamo un’altra ora il campo prenotato. Torniamo a giocare?” propose Isabelle.
E tornammo a giocare, a tennis. E io mi impegnai. In me c’era una sorta di rabbia. Dovevo sfogare sia il senso di colpa per aver di nuovo tradito Francesca, sia il disappunto per non essere sicuro di cosa stesse facendo lei. Il non sapere se anche io avevo in testa un paio di corna o no. Lottando contro i miei stessi istinti che mi facevano sperare prima una cosa poi l’altra a seconda dei momenti.
Giocai così bene che vinsi contro Isabelle, che poi volle premiarmi con un pompino negli spogliatoi, nonostante provai a dirle di non farlo.
Venimmo pure beccati dai successivi occupanti del campo da tennis. Due uomini che entrarono nello spogliatoio e la trovarono inginocchiata fra le mie gambe. Ci scusammo. Loro apparirono divertiti. Erano stranieri.
Il mio senso di colpa, essendo stato beccato, aumentò.
Quando rientrai Francesca era come il giorno precedente stesa sul letto che dormicchiava nella calura della stanza.
“Che hai fatto oggi?” le chiesi in modo fintamente distratto mentre si ridestava.
“Niente, sono rimasta qui a riposare.” disse lei con voce impastata.
Mentiva. Perché mentiva? La spiegazione non poteva che essere una sola, che era stata con Olivier a scopare.
La mia reazione fu di una voglia rabbiosa. La volevo. Volevo punirla e scoparla. E il mio cazzo era già durissimo proprio per questo. Le andai sopra e lei, dopo qualche protesta, mi lasciò fare.
Conclusi la scopata con più dubbi di prima. Non avevo avuto la sensazione di scopare una che aveva appena fatto sesso con un altro. Non sapevo da cosa derivava questa mia convinzioni, erano sensazioni a pelle nei confronti di una donna che conoscevo benissimo. La sua fica, poi, non profumava come appena lavata ma neanche come appena usata.
Stavo impazzendo davanti a mancanza di certezze e desideri contrastanti.
Non avevo mai giocato tanto a tennis come quella settimana. Era la scusa perfetta per restare solo con Isabelle e per lasciare campo libero anche a Francesca e Olivier. In questo gioco incognito di non detti.
“Senti, ma visto che tu Olivier avete questo rapporto aperto, ma lui non ti ha detto niente? Non gli hai chiesto? Non hai conferme?”
Avevo la voce alterata dal desiderio mentre scopavo Isabelle da dietro e speravo di avere da lei delle notizie certe.
“No, non capisci. Il nostro gioco non funziona così. Il bello è proprio fare le cose senza dirsele mentre le si fanno. Poi le cose vengono fuori nel tempo. Quando torneremo a casa ci racconteremo le nostre scopate in vacanza. Adesso sono più belle fatte così.”
“Ma non puoi cambiare un po’ il gioco? Diglielo che noi scopiamo e fattelo dire su di loro.”
“No, è troppo bello così. Non ti sei divertito ieri sera a cena a guardarli insieme, a cercare di cogliere qualche segnale?”
“No. Ero solo attento a non darne noi di segnali. Oltre a non aver capito un cazzo su cosa sta facendo mia moglie in questi giorni, non ho la minima idea se lei possa sospettare qualcosa. Pensi che Olivier potrebbe averglielo detto come hai fatto tu con me?”
“Non penso. Non è stronzo come me.”
Sfogai in lei la mia frustrazione per questa situazione. Proprio come probabilmente voleva lei quando mi provocava in quel modo.
L’ultimo giorno neanche ci cambiammo per giocare a tennis. Ci spogliammo e iniziammo a scopare nello spogliatoio. Isabelle volle farmi un regalo di commiato e si era portata un tubetto di lubrificante per farsi inculare per bene.
Al termine, quando già ci eravamo rivestiti, a lei sembrò balenare una idea in testa. Si abbassò pantalonici e mutande e mi mostrò nuovamente il culo nudo, aprendosi le chiappe.
“Ma tu sei in grado di capire se un ano è stato appena scopato?”
Io la guardai basito e lei mi fece cenno di abbassarmi per andare a toccare e guardare il suo buco del culo.
“Senti che è ancora morbido? Vedi che è un po’ arrossato? Insomma lo diresti che è stato appena violato ripetutamente?”
“Beh, sì, direi di sì.”
“Ecco. Controlla quello di Francesca appena torni in camera. Avrai la risposta che cerchi.”
“Ma, scusa, non è mica detto che…” mi interruppi perché pronunciare le parole che dicevano che mia moglie poteva essere stata inculata da un altro mi avrebbero provocato una reazione incontrollata nelle parti basse. Già solo il pensiero mi portò vicino a schizzare.
Isabelle rise.
“Fidati, conosco Olivier. Per lui fare sesso senza usare il culo della donna è quasi come non farlo. Se Francesca non glielo avesse concesso fin dal primo giorno non avrebbero continuato a farlo. E lui ha il cazzo perfetto per farlo, lungo e sottile, non come il tuo.”
“Avevi detto che le dimensioni non sono importanti.” protestai.
“Si dicono un sacco di cazzate. Sono importanti nel senso che ogni cazzo ha il suo utilizzo migliore. Il tuo è perfetto da essere succhiato, ad esempio.”
“E comunque Francesca non è una a cui piace molto…” di nuovo non ebbi il coraggio di dire quel concetto a parole. “Quindi a questo punto non credo… magari lo hanno fatto una volta ma lei si sarà rifiutata.”
“Hahahaha.” rise di gusto Isabelle. “Che ingenuo. Tu non hai idea di quello che siamo capaci di fare noi donne con un amante che non sia nostro marito.”
“Fanculo!” le dissi e così di rabbia e improvvisamente le piantai due dita nel culo che lei ancora teneva lì aperto per me.
La feci godere aggiungendo anche altre due dita in fica e interrompendoci solo perché sentimmo arrivare gente.
Corsi in stanza. Come al solito Francesca era lì che mi aspettava. Come al solito scopammo, ma quella volta mentre lei era girata a pancia in giù discostai i glutei e guardai l’ano. La stanza era in penombra. Sembrava il solito buco del culo.
Lo sfiorai. Lei sculettò istintivamente di rimando. Provai ad affondare un po’ il dito. Poteva essere morbido come diceva Isabelle ma lo sentii subito irrigidirsi.
“Che fai?” disse lei un po’ scocciata.
Poteva essere l’altro segnale che mi aveva detto Isabelle. Se una se lo è fatto sfondare fino a poco prima, altri contatti potrebbero essere fastidiosi e quindi potrebbe rifiutarli. Oppure anche solo la sensazione di sentirsi scoperta potrebbe portarla a non lasciarsi toccare lì.
“Avrei voglia di… è tanto che non lo facciamo… se non proviamo quando siamo in vacanza…”
Francesca mi guardò con aria di rimprovero ma poi il suo viso si addolcì e lei si girò affondando la faccia nel cuscino e inarcando un po’ la schiena. Era il segnale di via libera.
Ero super eccitato. Mezz’ora prima ero dentro al culo di Isabelle e adesso stavo per entrare in quello di mia moglie. Nella mia testa si formò l’immagine di Olivier e Isabelle che magari in quel momento stavano facendo lo stesso. Poi gli accoppiamenti si invertirono e immaginai come dovesse essere Francesca inculata da lui.
Fu più agevole del solito. Lei mi accolse nel suo ano aprendosi con apparente facilità. Come quella di una che si è abituata a farlo spesso. Questo pensiero contribuì ad una mia sborrata quasi istantanea, non so se per il sollievo o la delusione di lei.
“Dovremmo farlo più spesso.” mi disse poi lei mentre eravamo abbracciati e accarezzandomi una guancia. “Sta cominciando a piacermi.”
Come cazzo lo aveva dedotto da una penetrazione di pochi secondi? Non poteva e quindi qualcun altro glielo aveva fatto apprezzare in quella vacanza, qualcuno di esperto e fissato con quella pratica. E col cazzo giusto.
Nelle settimane successive ogni tanto Isabelle mi scriveva per fare quattro chiacchiere a tema più o meno spinto.
“Allora alla fine sei più deluso o più sollevato?” mi chiese un giorno.
“Riguardo a cosa?”
“A Francesca. E Olivier.”
“Cioè?”
“Non sei ancora riuscito a capirlo?”
“No.”
“Beh, allora forse lo vuoi sapere.”
“Sì.” risposi impaziente di conoscere finalmente la verità.
“Avevi ragione tu. Non hanno fatto niente fra loro.”
“Come no?” risposi con emozioni contrastanti dentro di me.
“No. Olivier non avrebbe ragione di mentirmi su questo.”
“E allora… ma quando non li abbiamo trovati da nessuna parte… cioè… non capisco.”
“Oliver in quei giorni si è scopato una milfona tedesca, davanti al marito che guardava. Lui era sempre da loro quando noi giocavamo a tennis.”
“E… e Francesca?”
“Non lo so, devi scoprirlo tu.”
Ecco, non lo scoprii. Mi ero ormai convinto che non mi fosse stata fedele ma se non era stata con Olivier cadeva tutto il castello di carte che mi ero costruito in testa. Possibile che lo avesse fatto con qualcun altro? Di sicuro mi aveva mentito su dove aveva trascorso del tempo e quindi perché farlo? Ma se era con qualcuno, con chi mai poteva essere stata? E il suo cambio di prospettiva sui rapporti anali, da dove le era arrivato?
Non sapevo più nulla e l’unica certezza era che io ero stato infedele e che avrei voluto che lo fosse stata anche lei. Per ridurre il senso di colpa ma anche perché era tremendamente eccitante l’idea che lei avesse cercato sesso con un altro.
Tempo dopo mi ha proposto di rifare le vacanze nello stesso posto, di sicuro non a caso. Ho scritto a Isabelle che mi ha detto che sarebbero tornati anche loro e sperava di ampliare i nostri giochi.
E niente, a questo punto spero che quest’anno scoprirò la verità. O male che vada costruirò quella che avrei voluto, giocando con i due nostri amici, più alla luce del sole.