Il gusto del rischio

Il vero sapore del tradimento

L’avevo notata nella zona della piscina dell’hotel. Era una donna molto affascinante tra quaranta e cinquant’anni, dunque più vecchia di me. Con lei inizialmente c’era stato uno scambio di sguardi al quale non si era sottratta, anzi mi aveva indotto ad osare di più e farmi avanti con lei, che sembrava essere da sola. E si era lasciata corteggiare un po’, dandomi corda a parole, anzi dandomi anche notevoli speranze di arrivare a farmela. Sembrava starci, sembrava volerlo anche lei, fino a quando mi decisi a proporle esplicitamente di fare un salto nella mia stanza.

“Non posso.” rispose quasi dispiaciuta ma come se fosse una cosa ovvia. “Sono sposata.” aggiunse mostrandomi la fede al dito.

“Ah. Be’, ma tuo marito non è qui…” provai a insistere.

“No, arriva domani. Non posso tradirlo così…”

Incassai deluso, ma solo dopo aver provato a convincerla. Mi sembrava strano, i segnali che mi aveva mandato fino a quel momento erano quelli di una che ci stava, di una che non si faceva problemi a commettere adulterio. Per di più l’assenza del marito rendeva le cose semplici, non avrebbe avuto modo di scoprirci. Eppure fu irremovibile, mandandomi in bianco.

Mi rammaricai della cosa perché quella donna mi aveva proprio ingolosito, mi dava l’idea di una che nel sesso si faceva valere. Forse mi ero solo illuso per i segnali iniziali e ci avevo costruito sopra troppe fantasie.

Il giorno dopo la rividi nella zona delle saune e delle piscine. Era effettivamente insieme ad un altro uomo, il marito. Lo invidiai e nello stesso tempo non capii perché aveva rinunciato a tradirlo con uno come me che, modestia a parte, mi sembravo molto meglio oltre che più giovane. Possibile che una così fosse sessualmente appagata da uno così?

Ad un certo punto ero a rilassarmi dentro alla grande vasca con idromassaggio. Un paio di altre persone se ne andarono e rimasi solo, ma per pochissimi minuti. Lei, infatti, si alzò dal lettino su cui stava prendendo il sole e venne verso di me.

“Posso?” chiese prima di entrare, fingendo di non conoscermi, ma mandandomi uno di quelli sguardi che il giorno prima mi aveva fatto illudere che ne volesse da me.

Il marito era rimasto sul lettino. Lei lo guardò, poi guardò me. Se non avessimo avuto quella conversazione il giorno precedente avrei giurato che fosse una che voleva provarci con me.

Facemmo un paio di commenti su quanto si stava bene e quanto fosse bello quell’hotel con quell’area benessere. Poi mi sentii sfiorare un piede, da uno dei suoi. Poteva essere stato un contatto fortuito, ma si ripetè. Di nuovo e più intensamente. Lei mi sorrise mentre il suo piede percorreva la mia gamba.

Chi era fuori dalla vasca non poteva vedere nulla, a causa delle bolle, e non poteva neanche immaginare dato che eravamo seduti vicini ma non a contatto.

“Che… che fai?” le chiesi non comprendendo il suo gesto.

Lei non rispose ma si limitò a controllare che il marito non stesse guardando verso di noi, per poi spostare il suo piede definitivamente contro il mio sesso che nel frattempo aveva acquisito consistenza.

“Ma ieri hai detto che…” mi interruppi sentendo il suo piede infilarsi sotto l’elastico dei boxer, alla ricerca del mio cazzo nudo.

“Sì, ieri ho detto che…” mi sussurrò lei sorridendo maliziosa.

“Ma… e tuo… marito…?” chiesi a bassa voce.

“L’importante è che non ci scopra…” mi rispose ed io continuai a non capire il suo comportamento. Il giorno prima aveva l’occasione di tradirlo e non aveva voluto e invece in quel momento stava rischiando in un luogo pubblico, con lui a pochi metri.

Però smisi di farmi domande e mi concentrari sulle piacevoli sensazioni che mi erano date dal contatto tra il suo piede e il mio cazzo. E non erano solo sensazioni fisiche. In più c’era il senso del proibito e del rischio. E fu quell’ingrediente in più a cominciare a farmi capire. Forse a lei piaceva quello.

Cambiammo posizione e io allungai la gamba sott’acqua in modo da essere io a stimolarla fra le sue gambe. Lei si mise con le spalle rivolte verso il marito.

“Se guarda nella nostra direzione smetti immediatamente.” mi istruì.

Non ce ne fu bisogno quasi mai. A parte un momento in cui evidentemente lui volle controllare dove fosse andata sua moglie, e allora io mi interruppi e lei smise all’istante di mugolare di piacere. Non sembrò sospettare nulla. Noi due sembravamo due estranei che si ignoravano all’interno dell’idromassaggio.

La portai ad un orgasmo o per lo meno ad un principio di. Poi lei uscì dalla vasca e passandomi vicino mi sussurrò:

“Dopo, quando mi vedi alzarmi, seguimi senza farti notare.”

Restai dentro alla vasca, facendo finta di niente, aspettando che il mio cazzo si sgonfiasse nonostante le promesse di concludere qualcosa con quella donna.

Circa mezz’ora dopo, pochi minuti dopo che ero uscito dall’acqua e mi ero steso al sole ad asciugarmi la vidi che si alzava. Diceva qualcosa al marito e si avviava verso l’interno dell’hotel con un asciugamano legato sopra ai seni.

Aspettai qualche secondo e poi, con aria indifferente, andai anche io in quella direzione. Appena dentro mi guardai attorno e non la vidi. Poi sentii qualcuno che sussurrava qualcosa. Mi girai e vidi una porta socchiusa da cui si intravedeva il volto di lei. Controllai che nessuno mi stesse guardando e la raggiunsi. Era la porta di una stanza di servizio, un ripostiglio usato dai dipendenti dell’hotel.

Lei lasciò cadere l’asciugamano e mi accorsi che il costume era già ai suoi piedi. Era nuda e si sedette su un tavolino appoggiato al muro della stanzetta.

“Scopami. Presto.” mi intimò.

Non me lo feci ripetere e anche il mio cazzo si fece trovare subito pronto. La presì con foga e quasi rabbia, pur cercando di non fare troppo rumore. Lei mugolava e godeva, senza contenersi troppo e dunque rischiando.

“Cazzo… che figa che sei…” bofonchiavo mentre la scopavo.

“Sì… sì…” rispondeva lei.

“Ma perché ieri no… e oggi invece…?”

“Te l’ho detto… non potevo tradire così mio marito…”

“Eh, appunto… tuo marito…”

“Cosa?”

“Potrebbe scoprirci.”

“Dici davvero?” mi chiese lei con aria più speranzosa che spaventata.

“Be’, sì…”

“Mmh, allora scopami, prima che ci scopra…”

Quelle parole l’avevano resa ancora più coinvolta e calda. La sua figa era un lago di umori eccitati. Il suo era un continuo orgasmo che però raggiunse il culmine nel momento in cui sentimmo qualcuno che stava entrando nel ripostiglio.

Era un inserviente. Io mi interruppi subito e cercai di ricompormi e di coprire lei con l’asciugamano. Venimmo rimproverati con imbarazzo per il fatto che non saremmo dovuti entrare lì e tanto più per fare quello che stavamo facendo. Ci scusammo, io ero mortificato, lei in apparenza anche ma la vedevo sorridere contenta. Le era piaciuto farsi scoprire. Forse sperava anche che l’inserviente avesse notato che lei era con un uomo diverso dal marito. L’impressione era che soltanto la comparsa del marito l’avrebbe fatta godere di più di quello che aveva goduto.

Ritornammo fuori, in momenti diversi per non dare nell’occhio. Lei andò a stendersi a fianco del marito e mostro di essere molto affettuosa nei suoi confronti. Specialmente quando quell’inserviente si faceva vedere all’esterno. Era evidente che fosse divertita ed eccitata da quella situazione.

Ogni tanto mi lanciava degli sguardi. Io fingevo di ignorarli. Ad un occhio attento però non sarebbero sfuggiti, così come non sarebbe sfuggito un lieve rigonfiamento nei miei boxer.

Anche in serata, a cena nella sala dell’hotel, tra noi ci furono degli sguardi. E uno, in particolare, fu sufficiente a lei per coinvolgermi in un altro adulterio. Si alzò da tavolo a metà della cena ed andò verso i bagni. Il modo in cui mi guardò diceva solo una cosa: “raggiungimi e sbrigati a farlo.”

Entrai nei bagni della zona ristorante dell’hotel poco dopo di lei. C’era un antibagno con lavandino e una stanza con il vero e proprio cesso. Appena arrivai nell’antibagno lei si inginocchiò e cominciò a slacciarmi i pantaloni.

“Aspetta, andiamo lì dentro almeno…” dissi indicando il cesso.

“Non c’è tempo.” tagliò corto lei.

Un conto era essere sopresi da un dipendente dell’hotel in una stanza privata, un altro era essere visti da qualcuno nel bagno pubblico. Io avrei evitato, su di lei non ero più così sicuro.

Però sulla fretta era sincera. Mi fece un pompino con una voglia e golosità che significava solo una cosa: “sbrigati a venire e fallo nella mia bocca che non posso sporcarmi.”

E così fu. L’eccitazione accumulata nel pomeriggio e la perversione della situazione non mi fece durare molto. E mi svuotai dentro di lei che accolse e ingoiò tutto con apparente gioia.

Uscii io per primo dal bagno, lei doveva ricomporsi un attimo pur avendo evitato con cura che qualche mio schizzo potesse lasciare una traccia che non fosse giù per la sua gola.

Quando la vidi tornare al tavolo dal marito gli stampò sulla bocca un plateale bacio, da vera porca. Lui, ignaro, si godette il bacio della bocca di sua moglie con forse ancora qualche residuo di mia sborra.

Cominciai a pensare che il giorno prima mi ero perso delle gran scopate con lei, ma il brivido dei due incontri odierni era comunque impareggiabile. E se lo era per me, mi chiedevo quanto lo fosse per lei. Godeva nel tradire il marito in situazioni a rischio di essere scoperta, evidentemente. Le piaceva così tanto che aveva rinunciato a tradirlo in situazioni tranquille. Dunque alla fine ero soddisfatto. Una scopata veloce e interrotta e un pompino ancora più veloce ma giunto a conclusione. Meglio di così non poteva andare.

Almeno fino al mattino dopo.

Mi squillò il telefono, era lei. Le avevo lasciato il numero il primo giorno, sperando in un suo ripensamento.

Parlò concitata e a bassa voce.

“Mio marito è sotto la doccia. Raggiungimi in stanza. Numero 302.”

Mi domandai se era il caso di assecondarla di nuovo. Se non fosse troppo rischioso a questo punto. Se non fosse esagerata.

Ma questi dubbi me li ponevo mentre stavo già correndo da lei, col cazzo impaziente.

Mi aprì la porta senza che dovetti bussare. Mi stava aspettando. Era vestita con una gonna corta. Mi fece entrare nel breve corridoio tra la porta e la stanza vera e propria. Dal bagno si sentiva il rumore della doccia. Si girò con la faccia contro il muro e si alzò la gonna. Sotto era nuda.

“Presto. Scopami.” mi intimò.

La porta della stanza non si era neanche chiusa del tutto, ma ormai non le importava. Poteva passare qualcuno e intravederci. Oppure il marito poteva concludere la doccia e uscire dal bagno improvvisamente. Esitai un attimo. Era davvero il caso di rischiare così?

L’ultimo barlume di lucidità me lo tolse lei quando si allargò le chiappe con le mani e mi informò di quale fosse il suo desiderio del momento.

“Mettimelo nel culo.” disse, neanche troppo a bassa voce.

Di lei mi mancava solo quello. Il culo che mi aveva colpito fin dal primo giorno e che era sicuramente un mio obiettivo se l’avessi convinta a farsi scopare nella mia stanza, con calma. Invece lei lo voleva così, con foga e senza preparazione. Col marito dall’altra parte del muro.

Probabilmente le feci anche male. Sapendolo le tappai la bocca con una mano. Nonostante questo non fu certo una scopata silenziosa. Almeno fino al momento in cui sentimmo spegnersi il getto d’acqua della doccia.

Io mi bloccai. Stavo per sfilarmi dal suo culo. Suo marito poteva uscire da un momento all’altro.

“No. Finisci.” mi ordinò lei spingendo indietro il culo.

Le diedi due colpi poi sentii il suo ano pulsare di godimento mentre le schizzavo dentro.

Lei mugolò di piacere.

Il marito da dentro al bagno la chiamò. Le chiese se lei avesse detto qualcosa.

“No, no, amore.” fu la sua risposta, con la voce incrinata dalla sensazione del mio cazzo che scivolava fuori dal culo lasciando una striscia filante di sborra.

Mi buttai fuori dalla stanza, con ancora il cazzo di fuori, e mi riallacciai i pantaloni appena prima che da una camera in fondo al corridoio uscissero altri ospiti.

L’ultima notizia che ebbi di quella donna fu un messaggio, qualche ora dopo.

“Non azzardarti a scrivermi. Mio marito mi controlla il telefono, è geloso. Comunque grazie.”

Mi venne da ridere. E da farmi una sega, in suo onore.

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