La guardavo, la fissavo, ne osservavo ogni movimento. Mi dava le spalle, seduta su uno sgabello al bancone di quel locale. La sua chioma riccia nera e voluminosa. Le sue braccia e gambe nude, la sue pelle mulatta. I tacchi altissimi, appoggiati al poggiapiedi dello sgabello. Il vestito che le fasciava il corpo, di maglia elasticizzata, scollato e provocante.
Non coglievo la conversazione che aveva col ragazzo vicino a lei, ma ne vedevo le reazioni, soprattutto quando lui le si avvicinava per dirle qualcosa che non doveva essere sentito da altri. Lui spesso le appoggiava una mano sulla coscia. Un gesto di intimità ma non troppo audace. Lei ricambiava, flirtando in modo palese con lui.
La tenevo d’occhio quasi costantemente, distratto soltanto ogni tanto dalla partita che veniva proiettata sul grande schermo del locale. La mia squadra stava perdendo, ma la serata sembrava essere positiva. Ero eccitato. Nascosto dal tavolino, in mezzo alle mie gambe, c’era un rigonfiamento evidente.
Sì perché la ragazza che stavo osservando era Maya, la mia ragazza. E il ragazzo che era con lei era l’ultimo che lei aveva rimorchiato online, per il nostro gioco da coppia cuckold che ci intrigava tanto. Di lui sapevo che ci chattava da un po’, che le piaceva fisicamente e che si era rivelato essere un gran porco, almeno a parole. Non era uno che voleva solo scopare, a sentire lei, ma anche fare giochi perversi.
Il nostro di gioco perverso prevedeva che lei seducesse altri ragazzi, che ci uscisse e che poi se li portasse a casa per fare sesso. Il mio ruolo di solito era quello del guardone. La guardavo mentre flirtava in pubblico e poi, quando era il momento, correvo a casa precedendola e mi nascondevo per spiarli. Ci eccitava tantissimo ad entrambi e lo facevamo sempre più spesso.
Quella sera le cose sembravano andare bene. Riconoscevo quando tra Maya e il ragazzo che incontrava c’era chimica e quindi stavo solo aspettando che lei mi facesse capire che nel giro di poco si sarebbero alzati per andare a casa a scopare. Io ero pronto a fiondarmi fuori dal locale e correre a casa. Sarebbe stata una gran serata.
Ma successe qualcosa. Li vidi parlare fitto fitto, dopo che Maya ebbe una reazione di sorpresa nel sentire qualcosa che le aveva detto lui. Lei gli fece molte domande. Lui annuiva. Poi lei cominciò a guardarsi attorno nel locale, come se dovesse cercare qualcuno. Incrociò il mio sguardo più volte, anche se io feci in modo di non far vedere che li stavo fissando. Ma l’espressione che colsi in lei fu quella che mi diceva che andava tutto bene.
Dopo qualche minuto in cui continuò a guardarsi attorno, lei si piegò verso il ragazzo e gli disse alcune cose nell’orecchio. Vidi lui cercare qualcosa con lo sguardo e poi soffermarsi su di me. Possibile che lei gli avesse rivelato che ero il suo ragazzo? Che ero un cuckold e che quello era il nostro gioco? Non lo aveva mai fatto. Avevamo deciso di non svelare mai quella verità a nessuno, o per lo meno di non farlo se non entrambi d’accordo. Quindi perché lui stava guardando verso di me?
Parlarono ancora a lungo tra loro. Sembravano accordarsi su qualcosa. E lui continuava a lanciarmi degli sguardi. Io dovevo fare finta di niente, non dovevo fargli capire che li stavo osservando.
Poi lui si alzò. Venne verso di me. Io continuavo a non capire. Il tempo che impiegò nel fare i pochi metri che ci separavano e sentii vibrare il telefono. Maya aveva il suo in mano e mi guardava. Feci in tempo a vedere l’anteprima della notifica. Mi aveva scritto: “Stai al gioco.”
Il ragazzo arrivò al mio tavolino. Allungò una mano verso di me e si presentò: “Rocco, piacere.”. Io gli strinsi la mano, interdetto, e gli dissi il mio nome. Lui chiese se si poteva sedere nella sedia vuota di fronte a me.
Io alzai le spalle e lo lasciai fare. Poi lui iniziò a parlare, scusandosi e dicendo che mi avrebbe spiegato perché si era presentato. Fece un discorso partendo da lontano. Si presentò dicendo più o meno chi fossi e cosa facesse e facendo qualche domanda per capire qualcosa di me. Io avevo un atteggiamento diffidente, non sapendo dove volesse andare a parare. Ma in fondo la mia era una reazione naturale e non credo che lui si insospettì minimante. D’altronde era lui lo sconosciuto che si era fatto avanti senza apparenti motivi.
Dopo tutto quel preambolo, finalmente, arrivò al punto.
“Senti, tu sei uno a cui piace… scopare, no?”
Io annuii, come fosse ovvio.
“Cioè se ti capita una occasione di fare una bella scopata, non ti tiri indietro, no?”
“Be’, no… dipende…”
“Senti, io ho tra le mani una tipa…” dicendo quello fece un gesto con la testa per indicare dietro di lui. “Una tipa che mi sembra proprio una gran puttana e…” fece una pausa come per cercare le parole giuste. “E… insomma, l’ho incontrata stasera per scoparmela. Però parlandoci ho capito che è veramente una gran porca come diceva di essere e allora le ho proposto una cosa…”
“Cosa?” chiesi per fargli capire che lo seguivo.
“Le ho proposto di non farci una semplice scopata, ma che l’avrei aiutata a realizzare una fantasia mai realizzata e lei sai cosa mi ha detto?”
“No.”
“Mi ha detto che le piacerebbe farlo in tre. Per me non è la prima volta, l’ho fatto diverse volte con altre ragazze, e allora le ho detto di cercare qualcuno qui nel locale che le piacesse, per farlo con lui e me. E indovina chi mi ha indicato?”
“Io?” chiesi ridendo. Non ci potevo credere. Non tanto che lei avesse indicato me, ma che il nostro gioco di coppia avesse preso quella strana piega e lei avesse avuto la geniale idea di incasinarlo ancora di più facendomi fare la parte del terzo incomodo. Amavo quella ragazza per la mente perversa che aveva. Ancor più che per il corpo spettacolare e per come lo sapeva usare.
Stetti al gioco. Titubando un po’ all’inizio e facendomi convincere da Rocco a seguire lui e Maya.
“Dai che ci divertiamo. Hai visto quanto è figa. E se l’avessi sentita parlare non ci penseresti due volte. É una gran troia. Pensa che è pure fidanzata ma le piace scoparsi altri ragazzi e tradire il suo. Quelle che fanno così sono le migliori. Fidati di me.”
Mi alzai e lo seguii, facendomi presentare da lui alla mia ragazza che a stento tratteneva le risate, ma quel suo atteggiamento poteva benissimo essere scambiato per eccitazione in previsione di quello che sarebbe accaduto.
Io le feci qualche complimento un po’ spinto e mi dissi lusingato di essere stato scelto. Lei disse che era sicura che fossi quello giusto. Rocco sembrò contento di notare che ci fosse subito chimica anche fra di noi. Forse aveva qualche fantasia un po’ cuck anche lui, se aveva proposto ad una donna appena incontrata e che si sarebbe fatta scopare da lui, di essere condivisa anche con un altro. D’altronde ho sempre pensato che più porci di noi cuck non ce ne sono in giro e se lui era molto porco poteva avere qualche tratto in comune con me.
Ci accordammo su come spostarci a casa di lei, che ci rassicurò che il fidanzato fosse via.
“Meno male.” dissi io, ridendo. Anche lei rise. Stavo già pensando a quando ci saremmo poi raccontanti a vicenda le sensazioni di quella serata.
Li seguii, dato che lei salì con lui, ben sapendo dove stavano andando. Ad un semaforo notai la testa di lei venire su dal grembo di lui. Gli stava sicuramente facendo un pompino preparatorio. Prima di arrivare a casa nostra facemmo una sosta in una farmacia dove io comprai una scatola di preservativi da un distributore, essendo ovviamente uscito senza e per fare la parte di quello sprovveduto.
In casa nostra finsi di non sapermi orientare e feci qualche complimento per l’arredamento.
“Ah, quello lo ha scelto il mio fidanzato.” fu il commento laconico di Maya, che mi provocò risate interne difficili da trattenere. Ci punzecchiammo a vicenda, stando ben attenti a non generare sospetti in Rocco, che invece era soltanto impaziente di dare il via alle danze.
“Dove ci mettiamo?” chiese lui.
“Andate di là in camera, spogliatevi e aspettatemi.”
Rocco aveva un bel fisico, d’altronde le era piaciuto. Nei pochi minuti che passammo lì da soli, un po’ in imbarazzo per essere nudi, lui fu rapido nel decidere le regole di ingaggio. Pretese di avere una sorta di precedenza nei confronti di Maya, dato che io ero stato invitato solo in un secondo momento, e poi mi chiese che remore avessi riguardo ad eventuali contatti fra noi due. Si vedeva che era pratico del sesso a tre. Gli dissi che non ero bisex. Scherzai dicendo che nel momento in cui si era avvicinato nel locale avevo pensato che lui fosse gay, visto quell’approccio inaspettato. Ovviamente era una bugia, ma era molto credibile per il personaggio che stavo interpretando. Ridemmo. Lui disse che neanche lui era bisex ma mi avvisò che ci saremmo toccati probabilmente. Forse i nostri cazzi sarebbero venuti a contatto, perché lui, a quella troia, voleva farle provare la doppia.
“Hai mai fatto la doppia ad una donna?” mi chiese.
“No.”
“Devi vedere come impazziscono. É bellissimo. Quindi non fare tanto lo schizzinoso se i nostri cazzi si toccano, ok?”
“Ok.”
La nostra breve conversazione venne interrotta dalla comparsa di Maya sulla porta della sua, della nostra, camera da letto. Indossava ancora il vestito con cui era uscita, scarpe comprese. Improvvisò un breve spogliarello che consistette nello sfilarselo in modo sinuoso. Restò nuda, coi tacchi. Sotto non indossava intimo. Io lo sapevo. Rocco a quanto pare non l’aveva saputo nel locale.
“Wow, eri senza anche prima?” le chiese infatti.
“Sì.” rispose lei.
“Visto quanto è troia? Ce l’hai mai avuta una fidanzata così troia?” disse rivolto a me.
“Forse una… ma non pensavo fino a questo punto…”
Lui non colse l’uso rivelatore del verbo all’imperfetto. Non so neanche se mi ascoltò veramente, rapito dal corpo della mia ragazza.
Maya si inginocchiò e cominciò giocare con i nostri cazzi, prendendoli in mano e poi portandoseli alternativamente o insieme alla bocca. Poi lui si incappucciò e andò dietro di lei per scoparla mentre lei continuava a succhiarmelo. Andammo avanti fino a quando lui arrivò al primo orgasmo della sera. Io resistetti soltanto perché Maya, conoscendomi bene, fece in modo di non portarmi a venire subito.
A quel punto lui, svuotato, propose di invertire le posizioni e, in sostanza, me la offrì. Io fui costretto, per rispettare il ruolo, ad indossare il preservativo e scoparla con quello. Nel frattempo Rocco cercò di farsi rianimare dalla bocca di lei. Subito non riuscì, d’altronde era appena venuto e allora le propose o quasi la costrinse a stimolarlo in modo diverso. Si mise anche lui a pecora, sul bordo del letto, in modo che lei potesse leccarlo intorno all’ano.
“Cazzo, che troia… sentissi come mi lecca golosa il culo…” mormorò lui.
“Che troia…” bofonchiai io, stupito da quel gesto che lei solitamente non faceva e, forse proprio per questo, sborrando a mia volta nel preservativo mentre la scopavo.
Nel frattempo lui era tornato duro e si propose di sostituirmi subito. Lei acconsentì ma poi lui suggerì un cambiamento.
“Vuoi che ti scopi nel culo?” le chiese.
Lei mi lanciò una occhiata maliziosa, di nascosto da lui, e si mise bene in posizione. Il mio cazzò si destò subito nel vederla così.
“Cazzo che culo…” mugugnava lui mentre si impegnava per penetrarglielo al meglio. “Oh, glielo vuoi fare anche tu, dopo?” disse rivolgendosi a me, con solidarietà maschile.
“Eh, magari…” dissi io guardando Maya negli occhi. “Ti piace farti inculare, eh, troia?” chiesi a lei.
“Sì…” gridò lei.
“Ti fai sempre inculare dagli uomini che ti scopi?” le chiese lui.
“No… non sempre…” rispose lei.
“E dal tuo fidanzato? A lui glielo dai il culo?” le domandai io.
“No… a lui no…” rispose lei con uno sguardo maliziosamente diabolico.
“E a me lo darai?” la incalzai.
“Vedremo…” sospirò lei. “Se lo vuoi… intanto… (mugugnio incomprensibile)”
“Cosa?”
“Leccami.”
“Leccarti? E come?”
“Vai di sotto. Mentre lui mi incula tu mi lecchi.”
“Cazzo…” mormorai ma poi obbedii e mi ritrovai steso sotto di lei e leccarla col cazzo di lui pochi centimetri sopra.
“Wow… che troia…” commentò lui. “Sapete quando mi sono trovato in una situazione simile? Quando ho scopato una coppia. Io la scopavo mentre il fidanzato la leccava. Troppo eccitante. Eh, Maya, ti piacerebbe che fosse il tuo fidanzato a leccarti mentre ti inculo?”
“Oh, sì…” urlò lei.
“Che cagna, che zoccola…”
Lei ebbe un orgasmo e questo la fece cadere in avanti, facendo sfilare il cazzo di lui che dondolò pericolosamente sopra al mio viso.
Non le demmo il tempo di riprendersi. Io mi sfilai da sotto di lei. Mi infilai un preservativo e mi apprestai a infilarglielo nel culo. A me lei non lo dava praticamente mai, non perché non volesse, ma perché faceva parte del nostro gioco cuckold. Il culo lei si divertiva a riservarlo a pochi amanti fortunati. Invece stavo per approfittare della situazione per rifarmi.
“Allora lo vuoi nel culo anche da me?” le chiesi mentre lei aveva i postumi dell’orgasmo. Mugugnò una risposta che non capii.
Mi stavo preparando alla penetrazione quando Rocco mi fermò.
“Ehi, amico, aspetta. Ho una idea migliore. Facciamole la doppia. Eh, la vuoi la doppia?” concluse rivolgendosi a lei che mugugnò un’altra risposta, questa volta apparentemente affermativa.
“Ok, io nel culo e tu nella fica.” proposi io.
“No, meglio il contrario.” disse lui.
“Perché?”
“Perché io ho già indosso il preservativo che era nel suo culo. Non posso scoparla con questo. Dai, tanto sarà stretta uguale nella fica con il mio cazzo che la occupa dietro.”
Stavo per protestare ma lei intervenne.
“Sì, fate così.”
E facemmo così. Io mi stesi sulla schiena e lei mi salì sopra, impalandosi. Ci guardavamo in faccia mentre Rocco da dietro si infilava di nuovo attraverso il suo ano. In effetti era forse più emozionante così, potendoci leggere a vicenda le sensazioni uno sul viso dell’altra. E che sensazioni!
Maya si adagiò completamente su di me. Iniziammo a baciarci. Teneramente, per quanto la situazione pornografica potesse consentirlo. E intanto ci sussurravamo delle imprecazioni.
“Troia.”
“Cornuto.”
“Stronza.”
“Sfigato.”
“Zoccola.”
Quando finimmo la doppia penetrazione io venni congedato. Rocco pretese la sua priorità nei confronti di lei e quindi mi salutarono. Io dovetti così fingere di andarmene e dovetti aspettare almeno un’altra ora fuori di casa, aspettando che se ne andasse anche lui per poter risalire.
Quando lo feci la trovai ancora nuda e disponibile sul letto. Si posizionò in modo da offrirmi apparentemente il culo.
“Se vuoi, te lo sei meritato.” mi disse.
“Ah, davvero?”
“Sì, hai retto il gioco come ti avevo chiesto.”
“Ma come ti è venuto in mente?”
“Cosa avrei dovuto fare? Rinunciare alla sua proposta? Che figura ci facevo?”
“Magari la figura di una un po’ meno troia.”
“Non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione. Ho pensato che sarebbe stato troppo divertente farlo in tre senza far sapere che eri il mio ragazzo. Ho sbagliato?”
“Eh… no, no, hai fatto bene. É stato incredibile. Peccato solo non poterlo rifare.”
“E perché no?”
“Eh, come facciamo? Non possiamo far finta che per caso se esci di nuovo con lui ci sono di nuovo anche io.”
“Ehm… veramente…” disse lei mordendosi un dito.
“Cosa?”
“Glielo ho detto.”
“Cosa?!?!?”
“Dopo che sei andato via. Gli ho confessato tutto.”
“Ma sei stronza! Che figura mi hai fatto fare!”
“Non ci poteva credere, ma poi lo ha trovato divertente e ti ha preso in giro che te ne eri andato… ma mi ha punito per averlo preso in giro.”
“Ti ha punito?”
“Sì, nel modo che puoi immaginare…”
“Che troia… vaffanculo…”
“Se vuoi punirmi anche tu…”
E dicendo così si rimise in posizione. Io ne approfittai per illudermi di avere un minimo di controllo su di lei, che invece mi rigirava come voleva, con l’arma del sesso.
Quando il gioco si fa duro. E non solo quello! Bravi entrambi 🙂
Entrambi cioè la coppia o entrambi i ragazzi?
Lei e il bull, ovviamente 😈
Splendido racconto, assolutamente realistico, segno che anche nella normale vita di tutti si possono nascondere bellissime esperienze di sesso, senza inutili iperboli nei racconti
Grazie
bello , mi e piaciuto molto, complimenti.
Grazie