Una telefonata allunga la minchia
Era sera, tardi. Suonò il telefono. Era mia moglie. Ci eravamo già sentiti quella sera. Lei era via per lavoro.
“Ciao. Che c’è?” chiesi.
“Ciao, amore.”
Cincischiò. Disse alcune frasi con poco senso. Voleva dirmi qualcosa ma sembrava o non trovare le parole o il coraggio.
“Perché mi hai chiamato? Tutto bene?” insistetti.
“Sì. Tutto bene. Volevo chiederti una cosa.”
“Cosa?”
“Hai presente… ecco… quella nostra fantasia… la cosa a tre…”
“Il sesso a tre?” non potevo credere che mi telefonasse per parlare di quello.
“Sì. Tutte le volte che hai detto che vorresti farlo… che vorresti vedermi con te e un altro o con te e un’altra…”
“Soprattutto con me un’altra.”
“Ecco, esatto. Un uomo e due donne. Ti piacerebbe, vero?”
“Sì, certo.”
“E… ti piacerebbe anche solo immaginarlo?”
“In che senso? Certo che mi piace immaginarlo.”
“No. Intendo… che succeda ma tu lo immagini solo.”
“Non capisco.”
“Ti piacerebbe immaginarmi in una cosa a tre… senza di te?”
“Senza di me? Immaginarti… cioè solo immaginarti sì. Mi eccita.”
“Cioè non dovrebbe essere una cosa vera? Solo fantasia?”
“Non capisco dove vuoi arrivare.”
“Sì, lo so, è pazzesco pensarci ma non riesci a capirlo?”
“No. Non ti sto capendo.”
“Quindi devo essere esplicita?”
“Sì.”
“Ok. Insomma… allora… sono qui in hotel… ho incontrato una coppia. Più o meno della nostra età. Un uomo e una donna. Abbiamo fatto conoscenza, sono simpatici e…”
Fece una pausa. Cominciavo a capire anche se non potevo crederci. E non credetti nemmeno alle mie orecchie quando lei ricominciò a parlare.
“Mi hanno fatto una proposta. Vorrebbero che lo facessi con loro. Una cosa a tre. Io e loro.”
Rimanemmo entrambi in silenzio.
“Cosa vuoi da me?” le domandai dopo un po’ con voce fredda.
“Volevo chiederti se potevo andarci. Se potevo farlo.”
“Come puoi chiedermi una cosa del genere?”
“Ma… pensavo che… visto che la fantasia ti piace… pensavo che dicendotelo non è un vero tradimento e magari…”
“Ma come posso dirti: ok, fai pure sesso con due sconosciuti. Sì, sei mia moglie, ma scopa pure in giro senza di me, metti pure in pratica la mia più grande fantasia alle mie spalle. Cazzo! Ma ti senti mentre parli?” ero incazzato.
“Ma amore… sarebbe solo un gioco… non ti tradirei veramente… non ti piace l’idea di sapermi in mezzo ad una cosa del genere? Pensavo che la tua mente perversa accettasse l’idea…”
“No, cazzo, ma come puoi pensarlo…” ero furioso e dentro di me finsi di non accorgermi che il mio cazzo che aveva cominciato ad indurirsi all’inizio della conversazione non accennava a sgonfiarsi.
“Dai, amore… pensa che lo farei con un’altra donna… come hai sempre voluto e magari dopo questa esperienza potrei rifarlo… con te e un’altra… come hai sempre sognato…”
“Sì, ma intanto c’è di mezzo anche il cazzo di un altro…”
“Ma non hai mai escluso anche l’ipotesi di farlo a tre con un uomo… anche lì ci sarebbe stato il cazzo di un altro…”
“Sì, ma…”
“Ma cosa?”
“Ci sarei stato anche io…”
“E allora?”
Rimanemmo in silenzio. Non sapevo più cosa dire e nel frattempo stavo combattendo anche una battaglia interna. Una parte di me non sembrava per nulla scandalizzata all’idea di lasciare che mia moglie mi tradisse con una coppia. Anzi ne era molto eccitata. Il mio cazzo faceva parte di essa ed era ancora durissimo.
“Tu lo vuoi fare.” dissi dopo un po’. Non era tanto una domanda, più una affermazione.
“Sì.” mi rispose convinta.
“No, cazzo. Non posso accettarlo.”
“Avrei dovuto farlo senza dirtelo? Tradirti veramente? Lasciarti all’oscuro? Non coinvolgerti nella fantasia?”
“No, sarebbe stato peggio.”
“E allora…”
“Sì, ma non puoi dire che una cosa sarebbe stata peggio e allora questa va bene, dai. Non posso dirti ok, sì, fallo.”
“Cioè? Non vuoi dirmelo o non vuoi che lo faccia?”
“Che differenza fa?”
“In un caso non vuoi semplicemente accettare di darmi la tua approvazione. Ti eccita la cosa ma non vuoi ammetterlo, non vuoi ferire il tuo orgoglio possessivo maschile. Nell’altro caso invece non vuoi proprio che lo faccia.”
“Mi scoppia la testa.”
“E il cazzo come sta?”
“Ma sei proprio stronza.”
“Dimmelo. Dimmi che in questo momento il tuo cazzo non è duro. Se me lo giuri ci credo e non faccio niente. Ma se invece non sei pronto a giurarmelo… forse dovresti dare retta a lui.”
“Ma sei veramente così infoiata?”
“Sì.”
“Perché?”
“Perché loro due mi piacciono… mi ispirano… sento che sono la coppia giusta per sperimentare… per provare la prima volta… e se va bene non sarà l’ultima.”
“Vuoi solo illudermi dicendo che lo rifarai anche con me.”
“Posso essere sincera?”
“Sì, mi sembra tu lo sia già anche troppo.”
“Quando tu mi hai proposto cose a tre il mio pensiero è sempre stato lo stesso. Cioè mi eccitava molto l’idea ma pensavo che non sarei riuscita a farlo, che mi sarei imbarazzata troppo. E quando riflettevo sulla cosa pensavo che forse un modo per riuscirci sarebbe stato di farlo senza di te, almeno la prima volta. Per avere un imbarazzo in meno, per non sentirmi giudicata.”
“Non me lo hai mai detto.”
“Non volevo ferirti.”
Di nuovo silenzio. Per lunghi istanti. Poi parlò lei.
“Quindi?”
“Cosa?”
“Dammi una risposta.”
“A quale domanda.”
“Se mi dai il consenso a fare sesso con una coppia, stasera. No, anzi, non rispondermi subito. Pensaci. Ci risentiamo fra cinque minuti. Però prima di chiedere dimmi una cosa e non mentire.”
“Cosa?”
“Come è il tuo cazzo in questo momento.”
“È… è… un po’ duro.” non mentii del tutto.
“Ok. A fra poco.”
Parte 2?