Limonate

Lingue in bocca

“Devo confessarti una cosa.” mi sussurrò Sara la mia fidanzata mentre la stavo scopando dolcemente un sabato mattina.

Mi stupì quella sua frase, il tono con cui lo disse e soprattutto il momento che aveva scelto. Non sembrava essere una cosa grave ma nello stesso tempo doveva essere qualcosa di particolare.

“Cosa?” risposi calmo continuando ad ondeggiare i fianchi per penetrarla. Lei non si oppose, dunque le andava bene che continuassi a scoparla mentre parlava.

“Una cosa che ho fatto ieri sera.” mi disse ed io già lo sospettavo.

La sera prima lei era stata a casa di Elena, una sua nuova amica, ad una festa con tanta altra gente. Io non amavo quel tipo di serate e dunque ero rimasto a casa. Cominciai a figurarmi le possibili alternative riguardo alla confessione che mi stava per fare. Pensai che forse aveva limonato con un tipo. Nella peggiore delle ipotesi era arrivata a fargli un pompino. Stranamente entrambe queste due immagini mi provocavano solo eccitazione e non gelosia, forse perché dal tono di lei avevo già capito che non era una cosa di cui mi dovevo preoccupare.

“Ho bevuto un po’ troppo ieri sera.” ammise.

“Me ne sono accorto.” risposi pensando a come era quando era rientrata in casa: barcollava e non aveva fatto altro che spogliarsi e buttarsi nel letto.

“Tutti avevano bevuto. Anche Elena. Ma lei è un po’ così anche da sobria, sai com’è.” in effetti me l’aveva sempre descritta come una piuttosto scatenata e incontenibile.

“E cosa hai fatto?” domandai perché arrivasse al punto mentre intanto il mio cazzo reclamava affondi più rapidi per giungere all’agognato orgasmo.

“Non so perché l’abbiamo fatto. Forse è stata Elena. Anzi sicuramente è stata una sua idea. Doveva essere una provocazione verso gli uomini che ci guardavano ballare. Sì, stavamo ballando io e lei. Dovevamo essere un bello spettacolo. Ci guardavano tutti.”

“Lo immagino.” commentai pensando a come era vestita e a quanto doveva essere eccitante vederla ballare.

“E quindi eravamo lì io e lei. Forse qualcuno ci ha sfidato. Forse è stata Elena a suggerirlo. Non lo so, non ricordo. Ma abbiamo cominciato a baciarci.”

“A baciarvi? Tu ed Elena?”

“Sì. Ma non un bacio semplice. Proprio un limone. Lingua in bocca. Appassionato. Prolungato.”

“Davvero?” rimasi a bocca aperta. L’immagine della mia fidanzata lingua in bocca con un’altra donna era una delle cose più sexy che riuscivo ad immaginare. Interruppi la scopata uscendo da lei, se il mio cazzo avesse anche solo sfiorato qualcosa avrei schizzato.

“Sì. Un limore duro. Una cosa incredibile. Mi sono eccitata come non mai. Era bellissimo. Poi davanti a tutti. E apprezzavano. Li ho visti con la coda dell’occhio che si sistemavano il pacco sotto i pantaloni. Li abbiamo eccitati. E baciare Elena era bellissimo.”

Respirai a fondo per controllare l’orgasmo che lottava per uscire.

“Ti dispiace? Sei arrabbiato per ciò che ho fatto?”

“No. Assolutamente. Perché dovrei esserlo?”

“Beh, perché ti ho… tradito… in un certo senso. Davanti a tutti.”

“No. No. Mi eccita troppo quello che hai fatto.”

“E non è finita.”

“Cos’altro hai fatto?” domandai sconvolto.

“Beh… mentre ci baciavamo ci strusciavamo anche, ci toccavamo. I nostri corpi si sfregavano l’uno contro l’altro, ondeggiando…”

“Oddio…” mormorai.

“Ed Elena ad un certo punto mi ha messo una mano fra le gambe. La mia minigonna è salita. Sotto avevo solo un perizoma. Ed era zuppo e se ne è accorta e ha continuato a usare le sue dita su di me…”

“E?” doveva concludere il racconto, non ce la facevo più.

“E mi ha fatto godere. Lì, davanti a tutti, in maniera esplicita. Ho urlato il mio orgasmo. È stata una cosa umiliante e fantastica allo stesso tempo. Mi vergognavo eppure godevo anche del fatto che mi stessero guardando. È stato incredibile…”

Inondai la pancia di Sara con numerosi schizzi di sborra senza che il mio cazzo venisse toccato. Mi era bastata l’immagine descritta da lei. Era da sempre una mia fantasia vederla con una donna e lei in qualche modo l’aveva fatto, in una situazione molto erotica.

“Cosa dici?” mi chiese quasi preoccupata. Voleva sapere cosa ne pensavo, al di là della mia reazione fisica.

“Dico che voglio che lo rifai con lei. E voglio guardarvi.”

Lei mi sorrise. Forse ci aveva già pensato. Forse la confessione era per arrivare a quello.


Ero seduto in poltrona, con un bicchiere in mano che però appoggiai ben presto per l’esigenza di infilarmi una mano nei pantaloni. Di fronte a me c’erano Sara ed Elena, in piedi l’una di fronte all’altra, abbracciate. Avevo messo una musica di sottofondo ed abbassato le luci. Loro ondeggiavano lievemente al ritmo della musica. Iniziarono a sfiorarsi le labbra.

Non resistetti e tirai fuori il cazzo, segandomelo piano. Le due ragazze stavano limonando con passione. Era una visione incredibile. Nelle mie fantasie non era mai stata così bella. Le donne hanno un modo diverso di baciare rispetto agli uomini e quando lo fanno tra loro secondo me danno il meglio.

Senza mai staccare le labbra l’una dall’altra pian piano si spogliarono a vicenda. Ben presto furono nude. Non indossavano molto altro oltre ai due vestitini corti con i quali si erano presentate davanti a me dopo essersi preparate in camera. Restarono solo con i tacchi ai piedi.

Mi avvicinai. Anche io mi ero spogliato. Gli accordi erano che io avrei solo guardato. Ma io non resistetti. Loro mi guardarono e non mi fermarono. Comunque non le toccai. Rimasi a segarmi a pochi centimetri da loro.

Poi Elena si stese per terra. Fece sedere Sara sulla sua faccia, per leccarle la fica e probabilmente anche il culo. Sara sembrava in estasi. Mi chinai per baciarla. Per limonare con lei. Il fatto che lo avesse appena fatto con Elena, il fatto che sentissi sulle sue labbra un sapore diverso, mi fece impazzire.

Poi Sara mi scacciò. Voleva dedicarsi anche lei alla sua amica. In quel momento desiderava più un rapporto lesbo che con il suo ragazzo. O forse desiderava farsi guardare da me mentre si impegnava in qualcosa di saffico. Io le osservai compiaciuto mentre praticavano un 69, mangiandosi avidamente le rispettive fiche.

Mi posizionai dietro a Sara, per vedere Elena che la leccava. Fu la sua amica a farmi cenno di avvicinarmi e di inginocchiarmi ai lati della sua testa. E fu sempre lei a prendermi in mano il cazzo e a guidarlo dentro la mia fidanzata. La sua fica si aprì scivolosa. La lingua di Elena le stimolava il clitoride e finiva inevitabilmente per toccare anche la mia asta. Poco dopo sentii la sua bocca che si chiudeva attorno alle mie palle. E poi un dito iniziò ad esplorare la zona del mio ano.

Sborrai dentro la fica di Sara e di conseguenza sulla faccia di Elena mentre lei mi aveva infilato due dita nel culo.

Poco dopo ci ritrovammo tutti e tre stesi per terra e ansimanti. Io ero quello che aveva avuto meno orgasmi ma ero forse il più distrutto.

“Ho portato una sorpresa… se vogliamo continuare…” annunciò Elena dopo alcuni minuti tirandosi su e appoggiandosi su un gomito. La guardammo e aveva una espressione maliziosa e diabolica.


Non avevo mai visto Sara così instancabilmente vogliosa di essere presa. Sicuramente dipendeva dalla situazione trasgressiva e insolita, dal fatto che io la guardavo e la sua amica la scopava. Inoltre c’era la consapevolezza che a penetrarla era qualcosa che non soffriva delle pause e della stanchezza a cui un cazzo maschile era costretto.

Infatti erano molti minuti, avevo perso la cognizione del tempo, che Elena scopava Sara usando lo strap-on che si era portata in borsa. E Sara ne voleva sempre di più. Ed Elena la accontentava volentieri. Addirittura fu Sara stessa a chiedere che l’oggetto fallico legato in vita della sua amica venisse usato per sodomizzarla. A me non lo chiedeva mai. Qualche volta riuscivo ad ottenerlo, ma era sempre una concessione non una voglia inderogabile come quella sera.

“Vuoi provare a usarlo tu?” chiese Elena ad un certo punto alla mia fidanzata, che acconsentì.

Le due ragazze si misero in piedi ed una aiutò l’altra a indossare il fallo finto e a fissarlo bene attorno alla vita. Le spiegò che lo avrebbe sentito premere contro il clitoride e che avrebbe così goduto anche in quel ruolo attivo. Poi Elena disse qualcosa nell’orecchio a Sara che improvvisamente si voltò verso di me con l’aria sorpresa.

“Che c’è?” chiesi io.

“Oh, amore… Elena mi ha dato una idea… folle.” venne verso di me con quel cazzo finto che dondolava ad ogni passo.

Si piegò verso di me che ero seduto e mi baciò. Di nuovo un bacio lungo, con la lingua, al termine del quale mi parlò nell’orecchio, con voce bassa e sensuale. Mi fece una proposta. Io scossi la testa. Dissi istintivamente di no. Poi lei mi baciò di nuovo. Poi venne anche Elena e si unì a noi. Un bacio a tre. Con le due ragazze che ogni tanto si interrompevano per sussurrarmi nell’orecchio parole oscene e inviti ad accettare.

“Dai, prova.”

“Sarà bellissimo.”

“Vogliamo guardarti.”

“Non c’è nulla di male.”

E così dopo un po’ mi ritrovai steso sul letto, con le gambe in alto appoggiate alle spalle della mia fidanzata che intanto puntava il cazzo finto contro il mio buco del culo. La sua amica mi confortava, mi dava suggerimenti e mi limonava con trasporto. Trattenni il fiato sentendo lo strap-on violarmi l’ano improvvisamente.

Mi vergognai e mi eccitai nel mostrare il mio piacere di fronte a loro due, proprio come Sara aveva goduto del suo imbarazzo davanti a tutti. Mi sborrai sulla pancia, scopato dalla mia fidanzata.


“Allora come è stato vedere la tua ragazza insieme ad un’altra ragazza?” mi chiese Sara mentre eravamo stesi sul letto che ci coccolavamo ed Elena intanto si stava rivestendo per andare via.

“Bellissimo. Incredibile. Siete state eccezionali.” commentai.

“L’ho visto quanto ti è piaciuto. Eri in estasi nel guardarci. Non ti ho mai visto così.”

“Neanche io ti ho mai visto così.”

“E sai cosa ho pensato? Visto anche quello che abbiamo fatto dopo?”

“No.” risposi un po’ timoroso di saperlo.

“Che anche a me mi piacerebbe guardarti.”

“In che senso?” dissi forse facendo finta di non capire.

“Guardarti mentre lo fai.”

“Mentre lo faccio?”

“Sì. Come tu mi hai guardato farlo con una donna, io ti vorrei guardare mentre lo fai… con un uomo.”

Io guardai la mia ragazza con gli occhi sbarrati. Non potevo credere a quello che avevo sentito. Anche se a pensarci non c’era nulla di strano. Se piaceva a me perché non poteva piacere a lei l’analoga situazione.

Elena non riuscì a trattenere una risatina nel vedere la mia reazione e ad aggiungere un commento.

“Se volete ho un amico che farebbe al caso vostro.”

Sara accolse con entusiasmo questa notizia ed in quel momento capii che avrei accettato tutte le sue proposte. Perché in fondo, ma non volevo ammetterlo, mi intrigava.

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