A grande richiesta

La seconda parte dei Buoni propositi per l’anno nuovo

“No, ho cambiato idea, non voglio.” mi agitai proprio quando mia moglie stava per bussare alla porta dell’uomo con cui avevamo appuntamento per un incontro sessuale con risvolti bisex.

“Troppo tardi, amore. Di cosa hai paura? Vedrai, ti piacerà.” mi disse lei per rassicurarmi ma comunque non bussò.

“Ma io non sono… cioè non mi piacciono gli uomini… non voglio farmi…” non riuscii neanche a dirlo, dall’imbarazzo.

“Lo so benissimo, amore, che non sei bisex. Ma è proprio questo che rende la cosa eccitante, almeno per me.”

“Cosa vorresti dire?”

“Che è bello vederti imbarazzato dalle tue stesse voglie trasgressive, dal fatto che sei così porco che ti eccita fare qualcosa solo per il gusto di trasgredire insieme a me.”

“Non so se è vero quello che dici…”

“Sì… ti conosco… fidati di me…”

“No, meglio di no… siamo andati troppo oltre… meglio fermarsi qui…”

“Senti, bello, il mio culo lo hai avuto e i patti erano che in cambio avremmo fatto questa cosa. Se tu ti tiri indietro…”

“Cosa fai?” le dissi con aria di sfida.

“Io entro lo stesso, con o senza di te. E fidati che lo convinco a scoparmi anche se non può scopare anche te come vorrebbe lui. E gli concedo quello che a te forse non concederò mai più, se questo è il tuo modo di rispettare gli accordi.”

La fissai cercando di sostenere lo sguardo. Era determinata. Voleva farsi scopare da quell’uomo. Voleva farsi inculare. E voleva che io facessi lo stesso. Era eccitata e questo me la rendeva irresistibile e facevo così molta fatica a dirle dei no. Però, cazzo… qui si trattava di me insieme ad un uomo… perché le avevo detto di sì? Solo perché mi aveva concesso il culo fino ad allora inviolato? O forse anche perché… in fondo in fondo… un po’ curioso lo ero, di fare qualcosa di inimmaginabile, insieme a lei.

“Ok, entriamo.” le concessi, “Però… ecco… cerca di soddisfarlo soprattutto tu… così con me fa meno cose possibili…”

Mi diede un bacio e una strizzata alle palle.

“Entriamo, amore, ma quello che faremo lo deciderà soprattutto lui, il gioco concordato è questo. E sinceramente io spero tu faccia più cose possibili con lui…”


Ci aprì la porta. Indossava un accappatoio ed era scalzo. Aveva un fisico imponente, mi metteva un po’ di soggezione. Mia moglie lo baciò, felice di vederlo. Io gli diedi la mano.

“Spogliatevi. Insieme. Lentamente.” furono i suoi primi ordini che noi eseguimmo, mentre lui si massaggiava il pacco e ci faceva complimenti e apprezzamenti.

“Vi spiego le regole del gioco.” disse quando noi eravamo completamente nudi. “Voi farete sesso tra voi, farete quello che vi dico di fare. Il primo di voi che godrà verrà da me e farà con me quello che decido io. E così via. Tutto chiaro?”

Io tirai un sospiro di sollievo. In genere non ero troppo rapido nel godere ed ero bravo a far godere mia moglie. Poi lei era super eccitata, io invece ero forse bloccato dalla paura di avere a che fare con lui. Se le cose andavano come pensavo potessero andare forse me la sarei cavata con poco. Lui si sarebbe goduto alla grande mia moglie, ma quella era in fondo la mia fantasia che aveva dato il via a tutto, quindi mi andava più che bene.

Mia moglie annuì convinta e divertita dalla situazione.

“Bene, salite sul letto, fate un 69 e cercate di godere e far godere l’altro. Il primo o la prima che gode poi verrà qui e mi succhierà il cazzo.” dicendo questo si aprì l’accappatoio per mostrare un cazzo non ancora del tutto duro ma già di buone dimensioni.

Mia moglie si stese sul letto. Io salii sopra di lei e tuffai subito la mia testa fra le sue gambe, sicuro di sapere come farla godere. Adorava essere leccata ed io conoscevo tutte le mosse per accelerare i suoi orgasmi. Era già bella bagnata. Le mordicchiai il clitoride, come la faceva impazzire.

Lei invece iniziò a leccarmi il cazzo, con più calma, senza apparente fretta. Come faceva sempre, con golosità e amore. Era brava e nonostante tutto portò subito il mio cazzo alla massima durezza. Dovevo restare concentrato. Non dovevo sborrare.

“Mmm, amore, come mi lecchi bene… sento che vuoi farmi godere… sento la tua impazienza… la tua paura di godere prima di me… mi piace…”

Non replicai, non volevo interrompere la stimolazione come invece stava facendo lei.

“Ma tu mi sottovaluti…” continuò, “Non sai quanto io desideri vederti con lui… e so che lo vuoi anche tu… lo sento dal tuo cazzo…”

I suoi giochi mentali mi fecero distrarre dal mio compito e invece generarono una crescita di eccitazione. Poi ebbi un sussulto scivolando in avanti quando sentii le dita di mia moglie, umide di saliva, che si insinuavano nelle pieghe del mio ano. Il suo tocco mi faceva impazzire. Con la lingua poi mi stava leccando le palle. Il cazzo era finito contro il suo petto. Io, in compenso, non avevo più la sua fica a portata della mia bocca. E il mio orgasmo si avvicinava, lo sentivo crescere. Mi sentivo come un lottatore che è stato ribaltato dal suo avversario e non riesce a liberarsi ed è vicino alla sconfitta.

“Noo…” mormorai.

“Sì, amore…” rispose lei subito prima di sentire degli schizzi caldi contro la sua pancia.

“Cazzo…” mugugnai. Lei rideva.


“Però, aspettate, io pensavo che avrei dovuto… ecco… farmi scopare… cioè non pensavo che avrei dovuto anche succhiare un cazzo.” protestai mentre ero in ginocchio fra le gambe aperte di lui, col suo cazzo che svettava davanti al mio viso.

“Come no?” rispose mia moglie. “Abbiamo detto che avreste fatto sesso fra voi uomini, fare sesso comprende anche i pompini, no? Da me li vuoi sempre quando scopiamo, se vuoi smetto.” ridacchiò.

“Sì, ma… ecco… non ero pronto a questo.”

“Ma fammi capire, tu preferiresti fartelo mettere nel culo rispetto a succhiarlo? Cioè ti fai meno problemi a farti inculare? Sei ben strano per uno che non è bisex.” commentò mia moglie.

“No, non è strano.” intervenne lui. “Non è l’unico che mi ha detto una cosa simile. E c’è una spiegazione semplice.”

“E quale è?” chiese mia moglie.

“Che succhiare un cazzo è qualcosa che devi fare lui e quindi nel farla ammette implicitamente una volontà di farla e se la fa bene significa anche che gli piace, insomma è come accettare davanti a tutti di fare una cosa da gay e per un etero questo è sconvolgente. Prenderlo in culo invece è più da passivi, può fingere anche con se stesso che in realtà non lo vuole, che lo sta subendo contro la sua volontà. Gli basta fingere che non gli piaccia, come se non si vedesse che in realtà gli piace, e il suo orgoglio etero è salvo.”

“Ah… ho capito… che belli che sono i maschi etero messi di fronte alle loro contraddizioni…”

Io ascoltavo questi due che mi psicanalizzavano e pensavo che in effetti era proprio come diceva lui. D’altronde aveva scopato un sacco di uomini, come ci aveva raccontato, per lo più etero curiosi, per cui sapeva di cosa parlava.

“Su dai, poche storie, succhiagli il cazzo.” intervenne mia moglie, sempre su di giri per l’eccitazione, e mi spinse la testa in avanti.

Andai a sbattere la faccia contro il cazzo duro. Glielo presi in mano, per spostarlo. La pressione sulla mia nuca continuava. Mi facilitava il compito perché, come appunto detto, in quel modo mi sentivo forzato a farlo e quindi fu più facile iniziare.

“Com’è?” chiese mia moglie, rivolta a lui.

“C’è di meglio. Non si sta impegnando molto. Non se lo sta godendo.” rispose lui.

“Male.” disse lei e mi diede uno schiaffetto sul culo.

“Ma adesso credo si impegnerà.” annunciò lui.

“Ah sì?”

“Sì, perché gli do tempo cinque minuti. Se mi fa venire entro cinque minuti mi posso considerare soddisfatto da lui e il resto della serata sarà solo con te. Altrimenti ve la giocherete di nuovo.”

“Ahaha, sei un bastardo.” rise mia moglie.

“Sì, hai ragione. Però funziona. Senti qua come ha cambiato atteggiamento. Ora sì che me lo succhia bene.”

Cinque minuti pensavo. Cinque minuti sono lunghi. Ad un pompino fatto come si deve non si resiste in cinque minuti. E mi impegnai. Cercai di farlo al meglio. Certo, nel fare così, mi sentii molto puttana. Ma il premio valeva la pena. E in fin dei conti farlo malvolentieri è brutto ma farlo con passione… mi stava quasi cominciando a piacere.

“Quattro minuti.”

Sentivo il cazzo bollente e durissimo. Era sicuramente lì sul punto di sborrare. Cominciai a pensare a cosa avrei dovuto fare se avesse schizzato. Dovevo togliermi, dovevo restare? Farmi sborrare in bocca era quasi impensabile però forse era quello che voleva e quello che mi avrebbe evitato altre pratiche peggiori.

“Tre minuti.”

Cazzo, stava resistendo più di quello che mi aspettavo. Mi sembrava molto eccitato. Io non avrei resistito alle cose che gli stavo facendo. E da uomo sapevo bene cosa era più piacevole. Forse dovevo cambiare e sorprenderlo un po’.

“Due minuti.”

Iniziai a leccargli le palle. Mia moglie ebbe un sussulto di sorpresa e piacere nel vedermi così infoiato. Con un dito andai a cercare il suo buco del culo. Non si resisteva ad un pompino con un dito in culo. Ma lui mi bloccò. Dovevo usare solo la bocca. Lo ripeté, facendomi capire che il problema non era la zona in cui mi ero spinto, ma solo lo strumento. Era un evidente suggerimento.

“Un minuto.”

Dovevo provare il tutto per tutto e allora osai e andai a dargli alcuni leccate sul buco del culo. Per poi tornare subito su e fargli l’ultima succhiata che speravo fosse definitiva. Mia moglie apprezzò la mia maialaggine. Si stava masturbando e credo che raggiunse l’orgasmo quando mi vide fare quelle cose. Lei sì e lui invece, che il pompino lo stava ricevendo, sembrava impassibile.

“Fine.”

Non era venuto ed io avevo appena fatto il mio primo pompino nella maniera migliore e più porca che potessi fare. Mia moglie era contenta. Lui mi guardava beffardo. Il suo cazzo, lucido della mia saliva svettava ben lontano da un ammosciamento causa eiaculazione.


Ci fece mettere in posizione di pecorina sul letto, una a fianco all’altra. Lui era dietro di noi. Ci toccava e accarezzava il culo, i genitali, coscie, schiena, piedi e tutto ciò che era a portata.

La regola rimaneva la stessa. Chi avrebbe goduto per primo avrebbe fatto sesso con lui, quella volta non avrebbe dovuto usare la bocca, ma ci avrebbe scopato. Ovviamente il culo, in modo che fosse paritario l’esito tra me e mia moglie.

Io avevo goduto poco prima. Anche lei lo aveva fatto, ma si sa che per le donne avere orgasmi ravvicinati e meno problematico di noi uomini. E poi la posizione facilitava una migliore stimolazione per lei rispetto che per me. La sua fica era bella esposta e ben raggiungibile. Per segarmi il cazzo invece doveva allungare una mano sotto di me. Non lo stava facendo molto. Si stava dedicando più al mio culo, ci aveva infilato un pollice. Sicuramente avrebbe goduto prima mia moglie, a quel giro.

“Che bello, amore.” mi sussurrò mia moglie mentre si allungava verso di me per baciarmi.

“Ti piace?” le chiesi quando staccammo le nostre labbra da un bacio appassionato.

“Mi fa impazzire questa cosa che siamo nella stessa posizione… che siamo uguali per lui… che può farci la stessa cosa…”

“Be’, io vorrei la facesse a te, vorrei vederti scopata da lui…”

“Oh, anch’io.”

“Vuoi essere scopata da lui?”

“No. Cioè sì, però vorrei tanto prima vedere che lo fa a te… vorrei vederti inculato… sei così eccitante, intimorito e curioso… si vede che vuoi, ma non lo vuoi ammettere…”

“No…” risposi con poca convinzione.

Nel frattempo lei aveva spostato un po’ una gamba e con un piede aveva raggiunto il mio cazzo, già durissimo, cominciando a massaggiarlo.

“Così non vale…” bofonchiai io, mentre sentivo l’orgasmo che già risaliva.

Ma non era certo il semplice contatto col piede di mia moglie, seppur sempre piacevole e intrigante, a generare in me quella eccitazione quasi irreversibile. Era sentirla così coinvolta in quelle fantasie, così presa da quel gioco e così porca da volermi vedere umiliato davanti a lei in un ruolo sottomesso e all’apparenza poco maschile. Sentire mia moglie desiderare così tanto per me un rapporto bisex me lo faceva desiderare tanto anche a me. Tanto da… sì, cominciai di nuovo a sborrare, inondandole il piedino e stringendo ripetutamente l’ano attorno al pollice di lui, che quindi capì e ridacchiò soddisfatto.


“Ti piace? Eh, ti piace? Dillo a tua moglie.” mi parlava nelle orecchie mentre si spingeva dentro di me col suo cazzo.

“Sì, amore, dimmelo. Lo vedo che ti sta piacendo.” intervenne lei accarezzandomi.

“Mi… mi piace… ma solo perché ci sei tu.” ammisi.

“Oh, sì, è ancor più bello se qualcuno ti guarda, vero? Dopo potrai guardare me che lo prendo. Non vedo l’ora.”


Ci svegliammo il mattino dopo molto tardi, nella nostra camera, alla porta della quale avevamo appeso il cartellino del “non disturbare” sapendo che dopo quella nottata interminabile di sesso avremmo dovuto riposare.

Quando lui decise che ne aveva avuto abbastanza di inculare me si dedicò completamente a mia moglie ed io venni quasi dimenticato. Le uniche due sborrate che fece quella notte, confermando una notevole resistenza, le dedicò a lei. Era come se avesse voluto stabilire la gerarchia tra i maschi, sottomettendomi, per poi prendersi la femmina. I rapporti di forza erano stati molto chiari. Fu sconvolgente vederlo scopare mia moglie, ancor più con la consapevolezza che lei aveva visto la stessa cosa nei miei confronti. Dopo quella esperienza temevo non mi avrebbe più guardato allo stesso modo. Eravamo andati oltre a quelle che erano le mie fantasie.

“Allora, sei contento di aver concesso tua moglie ad un altro e di averla vista mentre lo faceva?” mi chiese lei mentre eravamo abbracciati nel letto.

“Sì.” risposi io laconicamente.

“Solo sì?”

“Devo ancora metabolizzare. Sono successe troppo cose, però sì, è stato bellissimo guardarti. Eri così bella, così presa, così coinvolta, così porca… E come mi guardavi mentre lui… mentre lui…”

“Mi inculava.”

“Sì. È stato incredibile.”

“E il resto?”

“Cosa?”

“Sei contento di aver fatto anche il resto.”

“Non volevo farlo.”

“Lo so, ma ti ho chiesto se sei contento di averlo fatto.”

“Devo ancora accettarlo, ma credo di sì. L’ho fatto solo per te.”

“Cioè?”

“L’ho fatto perché vedevo che ti piaceva ed era bellissimo capire quanto stimolava il tuo desiderio. Ma se non avessi insistito non l’avrei mai fatto. Ho capito che era una tua richiesta necessaria, per tutto il resto.”

“E potresti rifarlo? Vorresti rifarlo?”

“Non lo so. Penso di no. Ma se tu insistessi ancora so che non potrei resistere.”

“Insomma, concederesti un bis, come i cantanti.”

“Sì, ma solo su richiesta.” sorrisi.

“A grande richiesta, allora.” ridacchiò e mi baciò.

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