E il sesso è il loro lubrificante
“Allora siamo d’accordo?” chiesi all’uomo con cui nell’ultima ora avevo discusso nel bar di quell’hotel per cercare di concludere un affare non del tutto lecito.
“Sì, siamo d’accordo.” annuì lui senza troppa convinzione, ancora dubbioso e timoroso del venire coinvolto in quella vicenda.
“Bene.” ci stringemmo la mano. “Ero sicuro che saremmo arrivati a questo. E infatti le avevo preparato un ringraziamento speciale.”
Mi guardò stupito e forse un po’ sospettoso.
“La vede quella donna?” indicai una donna seduta al bancone del bar. Indossava un appariscente vestito rosso che le fasciava il corpo in modo da stimolare l’immaginazione. Le gambe erano coperte da calze a rete di cui la gonna corta lasciava intravedere il reggicalze. Ai piedi portava scarpe dal tacco a spillo alto e dalla suola rossa come il vestito.
“Sì, è da un po’ che la guardo. Non si può non notare.” commentò lui con un tono a metà tra il disprezzo e il desiderio.
“Bene. Quella donna è una escort. L’ho ingaggiata io per questa serata. Aspetta solo che uno di noi due si faccia avanti. E c’è una stanza prenotata per lei.”
Lui mi guardò con sorpresa.
“La consideri un piccolo omaggio per ringraziarla dell’accordo trovato. Un modo per festeggiare e rilassarsi dopo la trattativa.”
“Cioè mi vuole dire che…” balbettò lui.
“Sì. Quella donna per stasera è sua, se la vuole. Potrà soddisfare qualche sua voglia proibita. È a sua disposizione. Non deve fare altro che andare da lei, presentarsi e salire con lei in camera. Poi quello che succederà non è affar mio. Io il mio affare stasera l’ho fatto e pagare quella escort per lei è solo un modo per dimostrare la mia gratitudine.”
“Non so cosa dire…”
“Non le piace?”
“No, no, certo che mi piace… è una donna bellissima… semplicemente non sono abituato a queste cose… non sono abituato neanche a fare questo tipo di affari…”
“Beh, credo si possa abituare in fretta. Sono sicuro che con quella donna si troverà bene e le spariranno dalla testa tutti i possibili dubbi e cattivi pensieri.”
“In effetti…”
“Bene. Vada da lei, la aspetta. Noi abbiamo finito.”
“Ok…”
Lo guardai mentre si alzava e con aria allupata si avvicinava titubante a quella donna sensuale, che lo accolse con un sorriso malizioso. Io presi la valigetta e mi incamminai verso l’uscita dell’hotel. Fuori nel parcheggio raggiunsi la mia macchina e ci entrai. Non misi in moto, restai lì ad aspettare, al buio. La serata non era ancora conclusa.
Dovevo essermi addormentato. Mi risvegliai di colpo. Guardai l’ora sul cruscotto dell’auto. Erano quasi le tre di notte. Sentii un rumore ripetitivo. Era quello che mi aveva svegliato. Qualcuno picchiettava sul vetro del finestrino. Era lei. La donna dell’hotel, la “escort”.
Aprii la portiera e la feci entrare.
“Ciao.”
“Ciao amore.”
Era mia moglie, bellissima in quegli abiti così sexy.
Mi frugai nella tasca della giacca e trovai la sua fede. Lei mi porse la mano sinistra ed io glieli infilai nell’anulare. Era quel nostro piccolo rito nelle occasioni in cui facevamo quelle cose, nelle sere in cui lei faceva la parte della escort. Per aiutarmi a concludere i miei affari.
“Come è andata?” le chiesi.
“Bene.”
“Bene nel senso che il tipo ha gradito o bene nel senso che ti sei divertita anche tu?”
“In tutti e due i sensi. Sembrava un po’ uno sfigato ma poi si è sciolto e ci ha dato dentro.”
“Vedo. È tardissimo.”
“Sì, non voleva lasciarmi andare.”
“Gli sei piaciuta?”
“Eh, direi. Non la smetteva più di elogiarmi… quanto ero sexy, quanto ero porca, quanto ero bella… che sua moglie invece certe cose non le fa…”
“Quali cose?”
“Beh, diciamo che l’uomo aveva una certa fissa…”
“Cioè?”
“Cioè da quando è venuto vicino a me al bar non la smetteva di guardarmi il culo. Era come ipnotizzato. E quando siamo saliti ha voluto che mi mettessi a pecora per guardarselo bene, per palparlo e poi…” mia moglie si mise a ridere.
“Cosa ha fatto?”
“Si è messo a leccarlo continuando a ripetere che sua moglie non glielo lascia fare ed è andato avanti… non so… mezzora… un’ora…”
“A leccarti il culo?”
“Sì, era come in estasi… e continuava a ripetere: ‘davvero te lo posso scopare?‘. Una volta facevi affari con gente migliore.”
“È un mondo difficile…” ribattei io ridacchiando. “E poi, alla fine te lo ha scopato?”
“A metà… lo ha infilato un po’ dentro ma poi è venuto subito… e così ha ricominciato a leccarlo, rimangiandosi tutta la sua sborra.”
“Insomma allora a te non è andata molto bene?”
“No, è stato un po’ noioso ma alla fine anche divertente. Con la lingua ci sapeva fare. Qualche orgasmo mentre mi toccavo con la sua lingua nel culo lo ho avuto. Poi dopo ha voluto che gli facessi una sega con i piedi. Anche quello diceva che la moglie non glielo aveva mai fatto. Mi è piaciuto fargliela, si vedeva che gli piaceva un sacco.”
“E tutto ciò lo hai registrato?” le chiesi.
“Certo.” mi disse sventolandomi davanti alla faccia una microcamera che estrasse dalla borsetta.
“Ottimo. Così se pensa di fare il furbo abbiamo qualcosa contro di lui. Ho come il sospetto che la moglie, visto come l’ha descritta, non sarebbe tanto contenta di scoprire cosa fa il maritino nelle sere in cui resta fuori per lavoro.”
“Sei proprio uno stronzo, amore.”
“E tu sei proprio una troia. Andiamo a casa, va’, che ad entrambi manca una bella scopata come si deve stasera.”