Basta il pensiero.
Dopo averle leccato i capezzoli e stimolato il clitoride con le dita, scivolai sopra di lei e la penetrai. Era buio ed eravamo sotto le coperte, ma io ero troppo eccitato. Feci avanti e indietro nella sua fica per alcuni istanti, neanche un minuto probabilmente, e poi schizzai. Lei sicuramente non era venuta.
Scivolando di lato, esausto, tornai con la mano sulla sua fica, per donarle il piacere che non ero riuscito a darle con il mio cazzo. Lei mi scostò la mano, fermandomi. Rimanemmo in silenzio. Mi sentii in colpa per non averla soddisfatta e pensavo ce l’avesse con me per questo.
“Ho deciso il mio regalo.” disse dopo un po’, con tono freddo.
Martina, mia moglie, stava per compiere 50 anni, qualche anno dopo di me, e io le avevo promesso di farle qualunque regalo avesse voluto, le avevo detto di esprimere un desiderio per festeggiare quella ricorrenza.
“Dimmi.” risposi io premuroso e ansioso di rimediare alla mia scarsa prestazione sessuale.
“Tu mi hai detto che potevo chiederti qualsiasi cosa, che doveva essere un mio desiderio, ciò che volevo di più.”
“Sì.” confermai, impaziente di sapere.
“Vuoi la verità? Vuoi sapere cosa voglio?”
“Sì.” risposi un po’ più titubante visto che il tono di lei sembrava un po’ minaccioso.
“Prometti che non ti arrabbierai?”
“Sì…” dissi sempre più incerto, ma determinato ad accontentarla.
Restò in silenzio per qualche minuto come per cercare le parole che poi le uscirono in modo molto diretto:
“Voglio scopare con uno.”
“Come?” risposi io sconvolto.
“C’è un istruttore in palestra a cui vanno dietro diverse donne.” iniziò a spiegarmi, “E la mia amica Elena mi ha spiegato perché. È uno bravissimo a scopare e molte donne, anche sposate, gli fanno dei regalini per andarci a letto.”
“Ma…” non sapevo cosa dire, “Ti rendi conto di cosa mi hai appena detto?”
“Tu volevi sapere cosa volevo. Volevi la verità. Non mi manca nulla, l’unica cosa che non ho è del sesso fatto in un certo modo. Nel modo che vorrei.”
“Ma… io posso… se mi dici cosa vuoi… posso farlo io.” le risposi per nulla convinto.
“Non scherzare, dai, sono più di vent’anni che scopiamo. Ormai lo so cosa sai fare.”
“Ma cosa vorresti?”
“Senti, Elena me l’ha detto com’è. Vorrei una cosa diversa, almeno una volta.”
“Ma non si dicono queste cose al proprio marito.”
“Avresti preferito che lo facessi senza dirtelo? Che mi trovassi un amante di nascosto? Potevo farlo, sai. Tu non l’avresti mai saputo ma… probabilmente la nostra vita sessuale insieme sarebbe così finita.”
“E invece così non finirà?” mi resi conto solo dopo che la mia domanda già dava per scontato che sarebbe successo l’incontro che voleva mia moglie.
“Forse no. Almeno continueremo ad essere complici fra noi.”
“Complici?”
“Ti faccio essere presente, se vuoi.”
“Presente?”
“Sì. Potrai guardarmi mentre lo faccio con lui.”
Non seppi cosa rispondere. Poco dopo mia moglie si girò verso di me per abbracciarmi. Con una mano scese lungo la pancia. Io, terrorizzato, le bloccai il polso con vigore.
“Che c’è?” mi fece lei.
Io non dissi niente.
“Sei duro, vero? Non vuoi che mi accorga che sei già duro anche se mi hai appena scopato in seguito a quello che ti ho detto?”
Le mollai il polso, sconfitto. Lei scese è trovo il mio cazzo effettivamente durissimo. Non volevo ammetterlo ma la cosa che mi aveva prospettato, seppur umiliandomi profondamente come uomo e come marito, mi aveva eccitato a dismisura.
“Me lo aveva detto Elena.” mi sussurrò mentre mi faceva una lenta sega, “Mi aveva consigliato di dirtelo. ‘Vedrai che si eccita all’idea, come mio marito’ mi ha detto.”
Eravamo ad un aperitivo con amici e amiche per festeggiare il compleanno di mia moglie Martina. Ci stavamo divertendo, chiacchierando e bevendo. Ovviamente c’era anche Elena.
Avevamo appena fatto un brindisi comune, poi Elena si era avvicinata a mia moglie e le aveva dato un pacchettino, un regalo. Avevo visto Martina aprirlo con curiosità e poi ringraziare ed abbracciare. Parlottarono un po’ fra loro, mi guardarono entrambe e poi notai che mia moglie le si avvicinava per parlare all’orecchio. Elena sgranò gli occhi sorpresa e poi sorrise coprendosi la mano con la bocca. E mi guardò di nuovo, con aria compiaciuta. Mi fece il gesto del brindisi a distanza, al quale io risposi appena. In quel momento sentii un vuoto allo stomaco. Forse avevo anche bevuto troppo e mangiato ancora troppo poco. Dovetti sedermi.
Quando mi ripresi andai a cercare Martina, la presi in disparte e le chiesi con tono inquisitorio:
“Che cazzo hai detto prima ad Elena?”
“Quando?” fece la finta tonta.
“Prima, quando ti ha dato il suo regalo.”
“Ah, niente, le ho detto del tuo regalo.”
“Cazzo! A parte che non è proprio il mio regalo, ma poi che bisogno c’era di dirglielo. Ti piace farmi passare per cornuto? Guarda che posso ancora negartelo.”
“Ma dai, è la mia migliore amica. Lei sa tutto. Non potevo non dirglielo. E guarda che non ti giudica male, anzi. Poi l’ha fatto anche lei. E comunque non puoi negarmelo.”
Mia moglie si girò, come per tornare in mezzo agli altri. D’altronde era la sua festa, aveva il diritto di divertirsi un po’ in compagnia e non discutere con me. Però la bloccai tirandola per un braccio.
“Che vuoi dire? Che l’hai già fatto?”
“No. Ma avrei potuto e potrò farlo, con o senza il tuo permesso. Quindi sta a te la scelta, se assecondare le mie fantasie ed esserne complice o se vivere nell’ignoranza dei cornuti.”
Rimasi lì imbambolato mentre lei tornava fra i nostri amici. Di nuovo sentivo il vuoto allo stomaco.
Mi sedetti in un posto defilato ed osservai mia moglie. Era ancora una bella donna, con un corpo molto desiderabile. Era allegra e rideva con gli altri. Era eccitante da guardare, nonostante fosse in un ambiente normale mentre faceva cose normali. Chi avrebbe mai pensato che presto sarebbe stata una moglie adultera, col consenso del marito? Mi faceva impazzire questo pensiero. Non capivo perché lo accettavo e allo stesso tempo lo rifiutavo. E perché il mio cazzo fosse diventato improvvisamente duro.
Decisi di andare un attimo in bagno. Avevo bisogno di rinfrescarmi.
Incrociai Elena, che stava uscendo dai bagni. La fermai.
“Che cosa mi devo aspettare dal mio regalo a Martina?” le chiesi senza nessuna introduzione.
Lei rise, un po’ nervosamente.
“Dico sul serio.” insistetti.
“Ti piacciono i porno?” mi chiese.
“No, cioè, sì, cioè dipende.”
“Hai mai immaginato Martina come fosse in un film porno? Hai mai guardato un porno immaginando lei al posto delle attrici?”
“Be’… sì… in un certo senso…”
“Ecco, allora ti piacerà.”
“Sì, ma…”
“Rilassati. Le farà bene, e ti farà bene. Vedrai che la vostra intimità migliorerà… sarà una rinascita.”
Elena si defilò e mi lasciò lì, senza troppe certezze e con la mente confusa. Entrai in bagno. Mi sentivo ancora svuotato. Solo una parte del mio corpo sembrava piena di vita. Andai in uno dei cessi, mi abbassai i pantaloni e mi tirai una sega.
Quando salimmo sull’auto per tornare a casa dopo la festa con gli amici, mia moglie si mise a scrivere messaggi sul telefono. Dopo poco che eravamo partiti mi disse:
“Aspetta, non andare subito a casa.”
“E dove vado?”
“Dove ti dico io. Gira di qua.”
Guidai per alcuni isolati e poi cercai di capire:
“Si può sapere dove stiamo andando?”
“Da lui.” mi rispose serafica. “Siamo arrivati. Parcheggia lì.”
Fermai la macchina. Forse non avrei dovuto farlo, pensai dopo.
“No aspetta. Vuoi farlo stasera?”
“È la mia festa. Voglio il tuo regalo. È la sera giusta.”
“No, non è la sera giusta.”
“Perché?”
“Perché… ecco… una cosa così andava preparata… non sono pronto.”
“No, invece. Non va preparata. È la sera giusta. Sono ubriaca il giusto per riuscire a farla. E anche tu lo sei.”
“No, aspetta, parliamone…”
“Gli ho già detto che arrivavo. Mi aspetta. Tu fai quel che vuoi.” disse e aprì la portiera dell’auto.
Le corsi dietro. Entrò nell’androne di un palazzo e poi nel piccolo ascensore. La raggiunsi appena prima che si chiudessero le porte ed entrai con lei. Rimanemmo così, uno di fronte all’altra, guardandoci negli occhi senza parlare. Io non sapevo cosa dire ancora, ormai non potevo fermare la cosa. Lei sorrideva sorniona.
Prima che l’ascensore arrivasse al piano mia moglie mi palpò tra le gambe. Trovò il cazzo duro. Con mio grande sconforto quella parte del corpo mi tradiva.
“Non c’è bisogno che dici niente. Quando si dice che nei regali basta il pensiero… ecco… con questo so qual è il tuo pensiero e so che ti piace anche se non lo vuoi ammettere. Non lo farei altrimenti.”
L’aveva legata. Polsi e caviglie strette da strisce di cuoio collegate agli angoli del letto con delle catenelle. L’aveva bendata. Le aveva messo in bocca una pallina tenuta ferma da due stringhe di pelle. L’aveva lentamente e piacevolmente torturata. L’aveva sculacciata. Le aveva infilato nell’ano un grosso plug.
Ad un certo punto io avevo fatto una richiesta forse strana. Per il resto del tempo ero rimasto in disparte, quasi nascosto nell’ombra. Poi avevo chiesto al ragazzo se aveva qualcosa per legare anche me, per bloccarmi i polsi. Non volevo masturbarmi ma non resistevo e l’avrei fatto. Non volevo farlo perché sapevo che nel periodo subito successivo all’orgasmo, e sapevo che l’orgasmo sarebbe arrivato prestissimo, ero sicuro che avrei per qualche minuto odiato quella situazione e odiato Martina. Mi mise un paio di manette, con i polsi dietro la schiena.
Lui era un ragazzo molto bello, dal fisico scolpito. Gli piaceva dominare le donne e far provare loro qualche emozione nuova nel mondo BDSM. E poi gli piaceva scoparle, senza troppi scrupoli, con quella mancanza di rispetto che un compagno fisso non avrebbe mai osato avere.
La vidi godere in modo diverso da come aveva sempre fatto con me. Così come era diverso il modo in cui si era totalmente offerta a lui, affidandogli completamente il corpo perché ci facesse ciò che voleva.
Le mie manette erano state una buona mossa. Mi sarei toccato e sarei venuto all’istante. Ma non furono del tutto risolutive. Venni lo stesso, senza aver neanche sfiorato il cazzo. Sborrai quando il plug nel culo venne sostituito dal cazzo del ragazzo. Il culo di mia moglie era la mia ossessione e lei in tutti quegli anni mi aveva concesso pochissime volte di goderne. Quella sera, invece, a quel ragazzo fu consentito tutto, ma la cosa che mi fece veramente superare il limite dell’orgasmo fu vedere come godeva e quanto stava apprezzando quella pratica mia moglie. Quella cosa che subiva quasi malvolentieri sembrava diventata la sua preferita per il modo in cui il suo corpo veniva sconquassato dal piacere.
Sembrava in effetti di assistere ad un film porno dal vivo e il fatto che mia moglie ne fosse la protagonista mi fece raggiungere una eccitazione mentale mai provata prima. E di conseguenza quell’orgasmo “senza mani” dopo il quale non subii neanche un momento di calo dell’eccitazione e quindi di rigetto per quella situazione.
Per i regali basta il pensiero. A volte anche per gli orgasmi basta il pensiero.
Era stato il mio regalo per lei. Ma divenne anche il suo regalo a me.
Bello!
Come sempre, del resto… 👏
Grazie