Ubriaca

Sesso, alcool e corna

Era rientrata da una serata fuori con amiche barcollante e ridacchiando. Mi aveva guardato con uno sguardo perso nel vuoto e un sorriso un po’ ebete sul volto.

“Sono ubriaca.” mi aveva detto e si era chiusa in bagno.

L’avevo sentita pisciare ma poi era rimasta chiusa dentro diversi minuti. Avevo ascoltato attraverso la porta. Avevo sentito rumori tipici di una persona che stava vomitando. Avevo aspettato ancora qualche minuto poi avevo bussato. Senza ricevere risposta.

Ero entrato per assicurarmi che stesse bene.

Era seduta per terra, vicino al water. Mi guardava con un’aria beata. Il vestito le era risalito lungo i fianchi o forse non se lo era neanche abbassato dopo aver pisciato. Le mutandine erano attorno alle caviglie. Quella vista mi eccitò. Non tanto per la nudità ma per l’immagine di una moglie che si era lasciata andare, che trasmetteva lussuria senza freni. Ad eccitarmi era anche il pensiero di cosa poteva aver fatto con qualcun altro in quelle condizioni. Mi eccitava ricevere le corna da mia moglie.

Mi abbassai verso di lei. Le chiesi se era tutto a posto. Lei annuì.

“Sono ubriaca.” ripeté.

Venni attratto dalla sua fica nuda. Volevo leccargliela. Lei non era nelle condizioni di opporsi, sempre che avesse voluto farlo, cosa che mi sembrava improbabile.

Sapeva di urina appena espulsa. Di sudore. Di umori che si erano accumulati durante la serata. Forse ero in cerca anche di altri afrori. Sperma. Oppure il lattice dei profilattici. Non percepii nulla di tutto questo ma non voleva dire nulla.

“Fermati.” mi disse e io sollevai la testa. Mi spinse via. Poi tornò sulla tazza e vomitò di nuovo.

Non era certo una situazione sexy, ma anzi un po’ degradante. Eppure mi piaceva. Forse perché intuivo qualcosa. Era diversa dal solito.

Si appoggiò all’indietro contro il muro. Mi guardò sottecchi e sorrise. Mi fece il gesto delle corna.

“Cosa vuol dire?” le chiesi.

“Credo di avertele fatte.”

“Credi?”

“Non mi ricordo un cazzo.”

“Ti sei fatta scopare?” la incalzai.

“Non lo so. Forse.”

“Da chi?”

“Non lo so. Dai, vattene.” mi disse cambiando un po’ umore prima di avere di nuovo altri stimoli a vomitare.

La lasciai sola ed uscii dal bagno. Il mio cazzo era duro. Mi segai un po’ al pensiero che mi avesse tradito.

Quando rientrai nel bagno era mezza addormentata. La aiutai ad alzarsi e ad andare nel letto.

Quando mi stesi al suo fianco già dormiva. Mi presi in mano il cazzo e lo segai.

“Sei una troia…” mormorai mentre schizzavo sotto le coperte andando sicuramente a colpire anche il suo culo.


“Allora, si può sapere cosa hai combinato ieri sera?” le chiesi il mattino dopo, quando lei si svegliò, molto tardi.

“Cos’ho combinato? Non mi ricordo.”

“Mi hai detto di avermi fatto le corna.” dissi spazientito.

“Così ti ho detto?”

“Hai fatto anche il gesto.” e glielo replicai sotto il naso.

“Davvero?”

“Sì, dai, smettila. Non puoi non ricordarti nulla. Oppure se non ti ricordi nulla vuol dire che non hai fatto nulla.”

Lei strizzò gli occhi. Sembrò concentrarsi sinceramente per cercare di far riemergere gli avvenimenti della sera prima nella sua memoria.

“Non so… forse…”

“Con chi eri ieri sera? Chi c’era?” provai ad aiutarla. Avevo un disperato bisogno di sapere la verità e dentro di me speravo di scoprirne una sordida.

“C’erano le solite… e i soliti… Ah…” sembrò illuminarsi. “C’era coso… Martino… Lui ci prova sempre…”

“E ci ha provato con te?”

“Mah, sì, come al solito. Ricordo che parlavamo di… sì… di infedeltà di chi è sposato… i soliti argomenti. Sicuramente si era accorto che ero un po’ ubriaca… anzi… a pensarci direi che era lui che mi faceva bere… io dicevo basta… lui insisteva…”

“Insomma ha capito che eri nella serata giusta e si è approfittato di te?”

“Eh… mi sa di sì… mi sa che mi ha portato in bagno…”

“In bagno? E che avete fatto?”

“Non mi ricordo…”

“Ti ha scopato?”

“Mi pare di no… aspetta… penso di avergli fatto un pompino… sì, ho in mente l’immagine di me inginocchiata nel cesso degli uomini che glielo succhio.”

“E perché dici che non ti ha scopato? Non ci credo che non ti abbia anche scopato.”

“Non mi pare… no, non mi ha scopato.”

“Sei sicura?” ripensai a quanto l’avevo leccata la sera prima e volevo sapere se avevo leccato una fica appena visitata da un altro o no.

“Sì. Non mi ha scopato. Perché non ci è riuscito.”

“In che senso?”

“Adesso mi ricordo. Dopo che è venuto…”

“Dove è venuto?”

“Non mi ricordo. Era sporco il mio vestito?”

“Non mi pare.”

“Allora sarà venuto in bocca.”

“Ok, dicevi?”

“Dicevo che dopo che è venuto io volevo essere scopata. Sì, mi ricordo esattamente la sensazione. Ho anche pensato che ti stavo tradendo.”

“Ah perché il pompino non era tradimento?”

“Ma che c’entra? Comunque sì, gli ho chiesto di scoparmi.”

“E lui?”

“E lui si era ammosciato. Allora mi sono messa sul ripiano del lavabo, con il vestito su e mi sono abbassata le mutande. E lo imploravo di scoparmi.”

“Che puttana! E lui?”

“E lui diceva di dargli tempo. Che doveva rimprendersi. Che era ubriaco anche lui e non era facile farselo venire duro. Io mi sentii offesa, ma come? ero lì che gli sculettavo in faccia e a lui non veniva duro?”

“E quindi?”

“E quindi… boh… è stato un po’ lì a menarselo, a strusciarlo contro il mio culo ma non c’è stato niente da fare…”

“E intanto non è entrato nessuno nel bagno, mentre eravate così?”

“Non lo so, mi pare di no… se è successo non me ne sono accorta… oppure non mi ricordo. Ho un vuoto su cosa sia successo dopo. Mi ricordo solo di essere rientrata a casa… Ah, no, aspetta. Mi ricordo che ero nel bagno ed ero seduta per terra e lui me la stava leccando.”

“Non era lui quello. Ero io.”

“Tu? E che ci facevi là?”

“Non eri là. Eri nel nostro bagno. Stavi vomitando l’alcool che ti sei bevuta… e anche la sborra, a quanto dici.”

“E tu mi stavi leccando la fica mentre vomitavo?”

“Non proprio nel mentre, ma insomma…”

“Ma sei un porco…”

“Beh, dovresti esserne contenta.”

“Perché?”

“Perché se non fossi un porco non reagirei così alla tua confessione di avermi fatto le corna.” dicendo così le sventolai davanti alla faccia il mio cazzo super indurito dal racconto di lei.


Passò qualche giorno ed eravamo ad un serata fuori, insieme. Era una serata più tranquilla rispetto a quella in cui mia moglie si era ubriacata anche se condivideva parte dei presenti. Ma quando c’ero io lei si conteneva sempre di più e anche i suoi ammiratori non si facevano avanti in modo palese, visto che ero presente.

Ad un certo punto, dopo aver salutato uno che non conoscevo bene, lei mi prese l’avambraccio e strinse piantandomi le unghie nella pelle.

“Che c’è?” le chiesi staccandole il polso per farle mollare la presa che era comunque un po’ dolorosa.

“Niente, niente.” si scusò lei, ma da quel momento della serata mi sembrò cambiata e un po’ pensierosa.

Appena saliti in auto per tornare a casa cercai di indagare per capire quel cambio di umore.

“Prometti di non arrabbiarti?” chiese lei prima di vuotare il sacco.

“Certo, basta che mi dici cosa c’è.”

“C’è che mi è tornato in mente cosa è successo quella sera.”

“Quella sera?” chiesi conferma di aver intuito bene.

“Sì, quando sono tornata ubriaca. Ti ricordi che mi hai chiesto se ero stata scopata e ti ho detto di no. E mi hai chiesto se non fosse entrato nessuno nel bagno.”

“Certo che mi ricordo, è tutta la settimana che mi masturbo pensando a quella scena.”

“Oh, che carino…” mi sfotté mia moglie.

“Oh, che troia…” le risposi di rimando.

“Beh, insomma. Ora che ricordo sono successe entrambe le cose.”

“Cioè?”

“Cioè è entrato qualcuno e cioè sono stata scopata.”

“Da questo qualcuno?”

“Sì. Non da Martino, infatti su quello ne ero sicura. Ma da quest’altro.”

“E chi è quest’altro?”

“Ecco, hai promesso di non arrabbiarti, ricorda. Non lo so chi era quest’altro.”

“Cioè non sai chi ti ha scopato? Come è possibile?”

“Ero ubriaca, ero girata. Ho sentito entrare qualcuno. L’ho sentito parlare con Martino. Ha espresso un apprezzamento verso di me. Mi hanno chiamato puttana. Io ero lì mezza priva di sensi che aspettavo che a Martino si rizzasse, col culo nudo esposto. E non mi sono girata.”

“Quindi questo tizio se lo è tirato fuori e ti ha scopato e tu non sai neanche chi era?”

“Più o meno.”

“Dimmi i più e i meno.”

“Ricordo che Martino ha scherzato sul fatto che non riusciva a scoparmi. Allora lui ha chiesto se poteva. Martino ha detto sì, se io ero d’accordo. Io non ho fatto nessun cenno. E allora lo sconosciuto mi è venuto dietro e ha fatto per scoparmi…”

“Aspetta. Ti sei fatta scopare da uno sconosciuto così… senza protezioni?”

“No. Per fortuna c’era un distributore di preservativi nel bagno del locale.”

“Ah, meno male.”

“Eh sì perché poi, insomma, lo sconosciuto non ci è andato leggero.”

“In che senso?”

“Nel senso che subito me lo ha appoggiato dietro. E ha iniziato a spingere.”

“Aspetta, dietro nel senso…”

“Sì, contro il buco del culo. Io infatti ho reagito, ho allungato una mano per fermarlo e ho detto che stava sbagliando buco.”

“E lui? Si è fermato?”

“No. Lui ha detto che non stava sbagliando. Che era da tanto che non vedeva l’ora di mettermelo nel culo, che tanto sapeva che mi piaceva.”

“Aspetta, aspetta. Ha detto così? Sei sicura?”

“Sì.”

“Quindi non era uno sconosciuto.”

“Hai ragione.”

“E quindi ti ha inculato?” facendo questa domanda ripensai a quella sera e mi pentii di non essere sceso un po’ con la lingua mentre le leccavo la fica, per raggiungerle l’ano.

“Sì.”

“E tu?”

“E io cosa? Io ero lì inerme e ubriaca e avevo un cazzo in culo in un bagno di locale da parte di uno che non sapevo neanche chi fosse. Cosa vuoi che abbia fatto?”

“Conoscendoti… avrai goduto…”

“Sì…” disse mordendosi il labbro imbarazzata.

“Ma non puoi non averlo riconosciuto, dai. Se ha detto quelle cose… se ha parlato… la voce dovevi riconoscerla…”

“Infatti è per quello che mi è tornato in mente… penso di averlo riconosciuto… la voce… mi ha fatto tornare in mente tutto…”

“Era quello? È per quello che mi hai artigliato il braccio, prima?”

“Sì…”

“Quindi vuoi dire che prima ho dato la mano a uno che mi ha sodomizzato la moglie e mi considera un cornuto?”

“Beh, non è che ti considera un cornuto… sei un cornuto…”

“Ma è uno sfigato… sei contenta di averlo dato ad uno come lui?”

“Sarà uno sfigato ma ha un bel cazzo e mi ha scopato proprio bene nel culo…”

“Ma sta zitta… eri ubriaca, cosa vuoi aver capito di come scopa…”

“Avevi promesso di non arrabbiarti…”

“Eh, però…. cazzo… mi hai fatto fare la figura del cornuto…”

“Non sarebbe la prima volta…”

“Troia…”

“Sì…”

Mi venne contro per baciarmi e strusciarsi contro di me. Mi toccò fra le gambe trovando il cazzo duro. Eravamo ancora nel parcheggio del locale. Al buio dentro l’auto.

“Come posso farmi perdonare, allora?” mi chiese maliziosa iniziando a sbottonarmi i pantaloni.

Tirò fuori il mio cazzo, pronto per essere preso in bocca.

“Aspetta.” le dissi. “L’offesa va ripagata con la stessa moneta.”

“E quindi?” disse lei tirandosi su e non capendo.

“Quindi se la causa è stata una inculata… bisogna che ripaghi con un’altra inculata.”

“Vuoi incularmi qui? Vuoi che mi metta sul cofano dell’auto in un parcheggio buio mentre tu mi inculi da dietro?”

“Non sarebbe male…”

“Ma non è quello che hai in mente, vero?” mi domandò lei con aria diabolica, leggendomi nella mente.

“No, cazzo…” imprecai quasi prendendomela con le mie perversioni che mi facevano rinunciare a cose estremamente piacevoli pur di puntare sempre a qualcosa di ancora più proibito e cerebralmente stimolante. Ma l’idea mi era venuta in mente e non potevo far finta di niente. Mi eccitava troppo. Era da pervertiti e da irrimediabilmente cornuti cuckold, ma mi stuzzicava troppo.

“Dimmi cosa hai in mente. Come ti posso ripagare per l’offesa… oppure come posso aggiungere del carico?” chiese cominciando a intuire dove volevo andare a finire.

“Potresti…” deglutii nervosamente mentre lei mi segava delicatamente il cazzo per darmi la forza di continuare. “Potresti tornare dentro.. e vedere se lui è ancora lì…”

“E se c’è? Cosa devo fare?” chiese sogghignando maliziosa.

“Se c’è vai in bagno…”

“E poi?”

“E poi dopo mi racconti.”

Per fortuna lei si staccò dal mio cazzo con la mano altrimenti sarei venuto e l’eccitazione sarebbe istantaneamente calata e l’avrei fermata. E invece la guardai uscire dall’auto e sculettare fino all’ingresso del locale.


“Non eri così tanto ubriaca quella sera quando eri nel bagno con Martino, vero?”

“Come?”

“Ti sei ubriacata dopo, ma quando sei andata in bagno eri lucida. Fingevi di essere così ubriaca per darti una giustificazione ma sapevi benissimo cosa stava succedendo. E non è vero che non sapevi chi era entrato poi. Vero?”

“Come lo hai capito?”

“Dal distributore di preservativi. Se fossi stata ubriaca come dicevi non ci avresti fatto caso.”

“Ok. Sei arrabbiato?”

“No, perché comunque hai inventato la storia per giocare con me, vero?”

“Sì.”

“E, dimmi, sapevi che ti avrei fatto scopare di nuovo con quello, raccontandomi tutta la storia in quel modo?”

“Ci speravo.”

“Che puttana!”

“Che porco!”

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