Prestito

Dopo una vacanza tra amiche, una frase fa nascere un dubbio…

Eravamo ad una festa a casa di amici, nel mezzo dell’estate. Tra gli invitati c’era anche Lisa, una donna di qualche anno più vecchia di noi. Lisa e Martina, la mia compagna, erano da poco state in vacanza insieme, in quanto amiche. Lisa era notoriamente lesbica.

A inizio serata salutammo Lisa quando la incontrammo. Tutti e tre avevamo un gin tonic nel bicchiere. Brindammo tra noi e scambiammo quattro chiacchiere.

“Grazie per avermi prestato la tua donna per una settimana.” concluse Lisa ammiccando verso di me.

“Ah, figurati, grazie a te per averle fatto compagnia, le ci voleva una bella vacanza.”

Dopo alcuni minuti, dopo aver parlato con altri nostri amici, nella mia testa risuonarono di nuovo le parole dette da Lisa e soprattutto il tono con cui le aveva dette. Mi rivolsi a Martina.

“Ma cosa intendeva Lisa con il grazie per averti prestato a lei?”

“Cosa vuoi che intendesse? Che mi hai lasciato andare con lei in vacanza.” rispose Martina con tono sbrigativo, forse troppo.

“Sì, ma l’ha detto con uno strano tono… sembrava sottointendere qualcosa… un doppio senso…”

“Ma no, lo sai com’è Lisa… gioca sempre con l’ambiguità… cosa vuoi che intendesse?”

“Non so… mi ha guardato in modo strano… mi ha sorriso in modo strano… come a cercare una intesa…”

“Ma cosa dici? Ma scusa, cosa poteva mai intendere?”

“Ma… Lisa è lesbica… eravate da sole… due donne…”

“Ma sei scemo? Lisa è lesbica ma se non ti ricordi male io non lo sono. Ma cosa vai a pensare?” mi liquidò Martina ma con un tono fin troppo nervoso se effettivamente non c’era stato niente fra loro due.

Il tono di Lisa e la risposta sbrigativa di Martina mi avevano fatto ancora di più insospettire. E oltre a quello c’era il fatto che nella mia testa si stavano formando delle scene erotiche della mia donna e della sua amica insieme. Mi stavo eccitando. La fantasia di lei con una donna era tra quelle che mi intrigava di più. Non nego che ci avevo pensato anche prima che partisse per la vacanza. E mentre era là, nelle mie masturbazioni quotidiane, quel pensiero faceva sempre capolino. Lisa era una bella donna. Mi piaceva immaginarla in atti saffici con Martina.

Dovevo sapere. Dovevo togliermi il dubbio. Che poi sicuramente non era niente, era tutto frutto della mia mente malata di sesso. Vedevo il sesso ovunque.

Approfittai di un momento in cui mi ero separato da Martina. Cercai Lisa e la trovai da sola.

“Senti, cosa volevi dire prima con quel grazie per avermi prestato? Prestato in che senso?”

“Che senso può avere prestato?” mi rispose lei con tono sornione, ribaltando la domanda.

“Ma non so… appunto… volevo capire.”

“No, tu non volevi capire. Tu hai pensato che volesse dire qualcosa e vuoi sapere se hai pensato bene…”

“Beh…”

“Dimmi cosa avevi pensato…”

“No, lasciamo perdere. Era una cosa stupida. Hai ragione.”

“No dai, non lasciamo perdere. Dimmelo.” Lisa mi si avvicinò. Aveva un tono malizioso. Se non avessi saputo delle sue tendenze sessuali avrei potuto interpretare male quell’atteggiamento.

“No… non è niente…”

“Dai, su.”

“E va bene. Avevo pensato a quel prestato con un significato… ecco, come dire… sessuale.”

“Ah.” fece Lisa con un finto stupore. “Spiegati meglio.”

“No, niente, è che l’hai detto con un tono che sembrava dire che ti avevo prestato la mia donna non solo per la vacanza ma perché per una settimana fosse la tua donna. Ma sono io che mi faccio viaggi mentali.”

“Ma Martina non è lesbica e nemmeno bisessuale, no?”

“No, appunto. Ho troppa fantasia.”

“Per quanto non sarebbe la prima donna etero che mi faccio…”

“Ah.” risposi e deglutii nervoso.

“E ti dispiacerebbe se Martina ti avesse tradito… con me?”

“Mh… no… no…”

“Davvero? Come mai non ti dispiacerebbe se ti avesse messo le corna?”

“Pe… perché mi ecciterebbe… sapere che…”

“Che?”

“Che è andata con una donna…”

“Ti stai immaginando la scena?” mi disse Lisa quasi nell’orecchio avvicinandosi a me. Da fuori potevamo sembrare due che stavano flirtando, anzi che erano quasi al punto di passare al contatto fisico.

“S.. sì.”

“Cosa ti stai immaginando?”

“Ma è successo qualcosa o no?” quella domanda era troppo, dovevo interromperla e quel gioco doveva finire. Mi stava probabilmente prendendo in giro e quindi dovevo chiudere il discorso.

“Se fosse successo qualcosa o se non fosse successo niente non te lo direi di certo. Deve essere la tua donna, nel caso, a decidere se dirtelo o no.” ribatté lei.

“Se dici così vuol dire che è successo qualcosa.” provai ad insinuare.

“Vaglielo a chiedere.” mi disse indicandomi Martina che, più distante, rideva insieme ad altri.

Mi allontanai da Lisa con le idee ancora meno chiare in testa.

Era una ipotesi pazzesca e quasi sicuramente non vera, ma la chiacchierata con l’amica mi aveva creato ancora più confusione. Probabilmente mi prendeva in giro, si divertiva a provocarmi apposta. Però dovevo esserne sicuro. Quindi tornai da Martina.

“Senti, ho parlato con Lisa.” le disse appena riuscimmo ad appartarci dal resto della compagnia. “E ho bisogno di sapere se è successo qualcosa fra voi in vacanza.”

“Ma ancora? Ma che idee ti vengono? Ma perché mai sarebbe dovuto succedere qualcosa? Lei è lesbica, io eterosessuale. Se tu vai in vacanza con un tuo amico gay, cosa fate? Vi inchiappettate tutto il tempo?”

“No, però…”

“Però cosa?”

“Per voi è diverso.”

“Perché è diverso?”

“Per una donna etero è più facile andare con un’altra donna.”

“E perché mai?”

“Non so… perché il sesso è più naturale… non c’è penetrazione… è meno sesso, come dire…”

Martina si mise a ridere, una risata un po’ nervosa e un po’ di scherno nei miei confronti.

“Il sesso saffico è meno sesso… vallo a dire a Lisa e vedi cosa ti dice.”

“Ok, mi sono espresso male. Comunque per voi donne è più facile perché a noi uomini non dà fastidio pensarvi fare sesso fra voi.”

“Perché invece a noi donne darebbe fastidio pensare a degli uomini che lo fanno fra loro?”

“Sì. No?”

Martina rise di nuovo e mi guardò con compatimento. Decisi di lasciar perdere. Mi ero infilato in una discussione senza scampo. E in ogni caso pensavo di essere arrivato a sapere quel che c’era da sapere. Non era evidentemente successo niente fra loro.

Tornai da Lisa, convinto di questa mia scoperta.

“Ok. Mi stavi prendendo in giro. Ma l’avevo capito, eh? Però mi piaceva pensare che potesse essere vero…”

“Cioè? Cosa avevi capito?”

“Che erano solo mie fantasie. Che ovviamente non poteva essere successo niente fra voi in vacanza.”

“Te l’ha detto Martina?”

“Sì, me l’ha fatto capire.”

“Ok.”

Quando Lisa disse quell’ok mi diede uno sguardo misto fra compatimento e divertimento. Uno sguardo che mi fece tornare immediamente tutti i dubbi. Era stato più esplicito che tutte quelle parole. Sembrava dire che non avevo capito niente e che mi potevano far credere quello che volevano.

“Vuoi toglierti tutti i dubbi?” mi chiese poi Lisa con tono seduttivo e cospiratorio.

“Sì, ok.” risposi ormai in balia di quella donna.

“Tu gliela lecchi a Martina?”

“Eh?”

“Rispondimi.”

“Sì, certo che gliela lecco.”

“E gode quando lo fai?”

“Sì. Beh, sì. Magari non sempre, ma no, dai, sono bravo. Sì, gode. Le piace.”

“Perfetto. Quando vai a casa, stasera, leccagliela. E osserva come reagisce.”

“E cosa dovrei capire da questo?”

“Non ci arrivi?”

“No.”

“Secondo te dopo aver passato una settimana in compagnia di un’altra donna, di una lesbica, di una che ha leccato decine di fiche e che sa esattamente come leccare una donna per farla godere, potrebbe mai godere allo stesso modo con la lingua di un uomo?”

“Quindi vuoi dire che… se gliela lecco e non gode vuol dire che se l’è fatta leccare da te in vacanza?”

“Mi preoccuperei di più se godesse troppo, più del solito.”

“Perché?”

“Perché vorrebbe dire che non la stai facendo godere per niente e finge per compiacerti.”

“Cazzo…”

“Ti eccita tutto questo?” mi chiese Lisa osservando il rigonfiamento dei miei pantaloni.

“Sì.” ammisi dato che era inutile negare l’evidenza.

“E dimmi. Hai voglia di leccargliela?”

“Sì, lo farei adesso.”

“E che effetto speri di ottenere?”

Stavo per rispondere ma mi fermai. Ero in dubbio. Cosa speravo? Che fosse stata insieme a Lisa e che quindi i miei cunnilingus futuri sarebbero stati meno efficaci? Oppure che fosse tutta una mia fantasia e quindi che avrei potuto continuare a farla godere come prima, rinunciando però a quell’idea così eccitante di una Martina curiosa esploratrice di nuovi limiti sessuali?

Lisa mi diede una lieve strizzata alla punta del cazzo da sopra ai pantaloni. Non era niente ma la conversazione mi aveva talmente eccitato che mi bastò per sborrare. Si formò una macchia sul tessuto. Lisa scoppiò a ridere.

“Non male come lesbica, riesco a far godere un uomo senza neanche farci sesso… Pensa cosa potrei aver fatto ad una donna prestatami per una settimana…”

“Stronza…” le dissi allontanandomi e cercando di rimediare alla situazione. Mi sentivo in balia di quelle donne. Mi potevano dire di tutto e io non avrei mai capito se mentivano o no. Davanti a una delle due, neanche la mia, mi ero persino umiliato sborrandomi nei pantaloni a causa solo delle cose che mi aveva detto. E nella peggiore delle ipotesi ero cornuto e la mia donna non avrebbe più gradito le mie leccate di fica. O era la migliore delle ipotesi?

“Vieni un attimo.” dissi con Martina, trascinandola per un braccio. La portai in bagno. Era occupato ma io ero impaziente. Ci appartammo in un sottoscala.

“Ma che vuoi? Che hai?” chiese lei seccata dal mio comportamento.

“Apri le gambe e togliti le mutande. Ho voglia di leccartela.”

“Ma sei scemo? Ma che ti è preso?”

“Dai, ho voglia. Perché ti dovresti rifiutare? Non voglio niente in cambio. Voglio solo leccartela.”

“Non è il momento.” disse lei e si divincolò.

Mi lasciò lì come un ebete. Allora effettivamente forse avevo esagerato. Forse non era il momento. Potevamo essere scoperti o altro. Però a Martina ogni tanto piaceva fare queste cose. Ed eravamo ubriachi. Io forse più di lei ma anche lei a quel punto della serata aveva già bevuto abbastanza. E quindi forse il rifiuto era dovuto ad altro. Alla consapevolezza che dopo i cunnilingus di Lisa il mio sarebbe stato poco soddisfacente? Mi struggevo nel dubbio e soprattutto nel non sapere cosa sperare fosse la risposta.

Rimasto solo, in quel luogo appartato, mi tirai fuori il cazzo e mi segai, provocandomi il secondo orgasmo della serata, a occhi chiusi pensando a Martina e Lisa nude, una sopra all’altra con le bocche a mangiarsi le fiche.

(continua qui)

2 commenti su “Prestito”

  1. Pingback: Restituzione – analcoholic

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto