Sotto questo sole, bello troieggiare

Il nudismo alza la temperatura nella perversione di coppia

Ero con la mia ragazza Giulia in una spiaggia nudista. Ci eravamo sistemati creando con tronchi e teli una zona un po’ riparata dal sole e dalla vista.

Fatto quello io poi ero andato subito a fare una passeggiata lungo la riva. Lei invece era rimasta stesa al sole sul telo. Mi piaceva lasciarla sola in modo che altri uomini la potessero ammirare nuda con più libertà.

Quando tornai subito non riconobbi la nostra postazione dato che mi aspettavo di vederla occupata solo da lei mentre invece a fianco c’era seduto un uomo. Stupito e incuriosito mi avvicinai. Era un uomo più vecchio di noi.

Salutai. Giulia si tirò su improvvisamente e con un po’ di imbarazzo mi presentò l’uomo, Mario. Subitò si affrettò a spiegarmi che lui era stato così gentile da aiutarla a spalmarsi la crema sulla schiena, dato che io me ne ero andato via senza preoccuparmente. Quasi mi stava dando la colpa del fatto che lei si fosse poi rivolta ad un altro. Il fatto che poi lui si fosse fermato a fianco a lei a farle compagnia non venne spiegato. Ma faceva tutto parte di un gioco delle parti all’interno della nostra coppia.

Interruppi questa spiegazione accettando tacitamente la compagnia dell’uomo e chiedendo se avevano voglia di farsi un bagno. Giulia, sempre con tono che quasi mi colpevolizzava, disse di essersi appena spalmata la crema solare e quindi non voleva sprecarla andandosi a bagnare. Mario invece declinò senza spiegazioni. Insomma io me ne sarei andato in acqua lasciandoli di nuovo da soli. Sembrava tutto pianificato. Non lo era ma era quello che volevamo tutti in fondo.

Quando mi alzai per dirigermi verso la riva non feci molto per nascondere il fatto che il mio cazzo era barzotto, parzialmente rigido e gonfio, e stava orizzontale. Insomma lasciare Giulia in compagnia di quello sconosciuto mi eccitava. Lei lo sapeva. Lui probabilmente lo aveva sospettato ma con quella visione ne aveva avuto la conferma. Forse anche qualche altro occupante della spiaggia si accorse di me che camminavo verso il mare con il cazzo semi rigido e ballonzolante, dopo aver lasciato la ragazza con cui ero arrivato insieme ad un altro.

L’acqua fredda mi spense un po’ i bollori e l’erezione che altrimenti sarebbe diventata completa a causa dei pensieri pornografici che si stavano affollando in testa.

Dalla riva non vedevo Giulia e Mario. Si erano messi all’ombra, coperti dai teli che avevamo teso. Dunque la crema solare era palesemente una scusa. Volevano solo un po’ di intimità. L’erezione si ripresentò, a questo pensiero.

Passarono diversi minuti. Io nuotai verso il largo, poi tornai indietro. Vidi Mario uscire da dietro ai teli. La sua condizione era simile alla mia. Il suo cazzo era barzotto e arrossato mentre veniva verso il mare. Si tuffò in acqua. Mi aveva visto e venne subito verso di me.

Ero in punto in cui toccavo e l’acqua mi arrivava a metà petto. Lui mi venne proprio davanti.

“Vuoi sapere cosa ho fatto con la tua ragazza?” mi disse senza tanti preamboli.

“Sì.” risposi senza esitazione.

“Mi ha chiesto di nuovo di spalmarle la crema. Ma stavolta sul davanti. Dove poteva farlo benissimo da sola. Mi ha detto che di solito se la fa spalmare così da te. Ma te non c’eri.”

“Eh sì.” dissi come intercalare per indurlo a continuare.

“Gliel’ho spalmata. Sulla pancia. Sulle tette. Ha delle gran belle tette la tua ragazza. E dei capezzoli belli duri. Mi ha detto di spalmargliela bene. Che è una zona delicata. Poi mi ha detto di spalmargliela bene anche in un’altra zona delicata. E ha spalancato le gambe.”

Mi sentivo in imbarazzo. Un uomo mi stava candidamente raccontando un approccio sessuale con la mia ragazza e io lo stavo ad ascoltare senza apparenti reazioni, per lo meno non apparenti al di sopra del pelo dell’acqua.

“E quindi le ho spalmato bene la crema sulla fica. E lei era eccitata. In pratica l’ho masturbata. Per diversi minuti, mentre lei ha allungato una mano per afferrarmi il cazzo che, capirai, ormai era bello duro.”

“O.. ok.”

“Beh, non dici niente. Ti sto confessando di aver toccato la tua ragazza in tutte le zone più intime e non dici niente?”

“Ehm…”

“E che lei mi ha preso in mano il cazzo…”

Subito dopo aver detto quello si avvicinò ulteriormente a me e sott’acqua sentii qualcosa toccarmi. Erano le sue mani e cercavano il mio cazzo e le mie palle. Me le afferrò con decisione.

“Ehi, che fai?” chiesi tra l’imbarazzato e il sorpreso.

“Visto che non dici niente controllo la tua reazione. Me lo ha detto lei.”

“Come te lo ha detto lei?” chiesi stupito.

“Sì, mi ha detto di venire a raccontarti tutto e poi di controllare la tua reazione, di sentire se avevi il cazzo duro, anzi durissimo.”

“Davvero ti ha detto così? Proprio di prendermi in mano il cazzo?”

“Sì. E poi di andarle a riferire se eri davvero duro come pensava.”

A quella conferma non resistetti. A pensare alla perversione della mia ragazza che ogni volta mi stupiva. Aveva chiesto all’uomo che l’aveva appena masturbata di prendere in mano il mio cazzo e le mie palle per avere conferma del fatto che mi eccitasse che lei faceva la porca con altri.

Quindi sborrai sott’acqua mentre Mario ancora mi stringeva il cazzo e le palle e dunque non poteva non accorgersi di cosa stava capitando.

“Stai sborrando?” mi chiese senza mollare il mio cazzo.

Io stavo cercando inutilmente di dissimulare la mia espressione per non rendere esplicito a tutti che stavo venendo nelle mani di un uomo.

“Dovrò riferirle anche questo.” aggiunse senza aspettare la mia superflua risposta.

Lui poi tornò sulla spiaggia. Da dietro riuscii a intravedere che uscì dall’acqua con ancora il cazzo duro che puntava verso l’alto. Mi vergognai a pensare che qualcuno avesse visto tutta la scena di loro due che si toccavano e di lui che veniva da me in un approccio palesemente sessuale anche se nascosto dal mare. Tutto questo, anche se ero appena venuto, mi rese difficile non restare parzialmente eccitato anche io nel momento in cui uscii dall’acqua per tornare dalla mia ragazza e dal suo nuovo compagno di giochi.

Quando arrivai da loro invece la situazione sembrava normalissima, come non fosse successo niente. Stavano chiacchierando e mi accolsero come niente fosse.

Dopo un po’ però le cose si accesero nuovamente. Giulia mi disse che dato che ero asciutto dovevo mettermi la crema solare. Si offrì lei di farmelo.

Mi misi in ginocchio e lei cominciò a spalmarmela dal viso, alle spalle, alle braccia, al petto. Poi arrivò più giù e prese senza tanta esitazione il mio cazzo in mano, iniziando a ricoprirlo del denso liquido bianco. Indugiò molto in quell’area, trasformando ben presto il gesto in una palese masturbazione.

“Ci può vedere qualcuno…” mormorai per fermarla perché mi sembrava troppo esplicito per farlo alla luce del sole.

“Sì, gli stessi che mi hanno visto farlo a Mario.” mi rispose lei senza esitare e causandomi un ulteriore indurimento.

Ci girammo entrambi verso di lui, che sorrideva sardonico. A quel punto lei si rivolse a lui.

“Senti, aiutami.” gli disse passandogli il flacone di crema solare. “Mettigliela sulla schiena.” gli ordinò.

E così mi ritrovai quattro mani che mi massaggiavano il corpo. Due femminili davanti e due maschili sulla schiena e anche più giù. Mario era inginocchiato al mio fianco. Nei movimenti che faceva per spalmarmi la crema il suo cazzo ondeggiava ed era mezzo duro e orizzontale. Più volte mi sentii colpire dalla sua cappella su una mia chiappa. Era una situazione assurda, ma Giulia seppe renderla ancora più folle.

“Che belli che siete.” disse fermandosi e osservando palesemente i nostri cazzi dondolanti.

Ci prese entrambi in mano, facendoci avvicinare, in ginocchio come eravamo. I nostri cazzi si toccarono. Giulia li strinse in entrambe le mani, pressandoli e sfregandoli l’uno contro l’altro. Era troppo. Era di nuovo troppo per me. E sborrai. Poche gocce, dato che mi ero svuotato poco prima, ma sufficienti a sporcare il cazzo di Mario.

Giulia mi rimproverò in modo fintamente severo per quello che avevo combinato. Per il fatto che avevo sporcato il nostro nuovo amico. Mi intimò di ripulirlo. Mi rifiutai. Era troppo, per lo meno per uno che non era bisessuale ed era appena entrato nella fase post orgasmo in cui certi pensieri sono inconcepibili. Giulia si rassegnò e quindi lo fece lei.

La osservai mentre si chinava e prendeva in bocca il cazzo di Mario, leccando via la mia sborra.

“Cazzo…” mormorai mentre mi guardavo attorno. Eravamo abbastanza nascosti dai teli, ma notai qualche guardone che si era posizionato tra le dune in modo da avere una buona visuale su di noi. Avevano capito subito che eravamo una coppia, anzi un trio da tenere d’occhio. Ma io stesso non pensavo che saremmo arrivati a tanto. Non era la prima volta che giocavamo sessualmente in spiaggia, ma non fino a questo punto.

Ero appena venuto ma la visione della mia ragazza con in bocca il cazzo di un altro non aveva permesso al mio cazzo di sgonfiarsi. Lei ne sembrò fiera e contenta. Quindi me lo riprese in mano, ma io feci un balzo all’indietro. Ero troppo sensibile in quel momento. Ogni tocco era troppo piacevolmente fastidioso per sopportarlo. Dunque mi defilai e mi stesi a pancia in giù, cercando di placare le mie sensazioni, smettendo di guardare cosa combinavano gli altri due.

Sentii il suono ritmico dei braccialetti di Giulia. Poi percepii che qualcosa di liquido mi era arrivato sulle chiappe e su parte della schiena. Lei gli aveva fatto una sega e lui aveva sborrato su di me.

Era abbastanza? No, non lo era, almeno per Giulia. La sentii chinarsi su di me. Poi tirò fuori la lingua e mi ripulì. La mia ragazza stava leccando via la sborra dal mio corpo, la sborra di un altro.

“Che cazzo…” bofonchiai nascondendo la faccia contro il telo.

“Bleah…” esclamò Giulia dopo aver finito. Io mi tirai su e la guardai, come per confermare che aveva fatto una cosa un po’ estrema. Ma lei scosse la testa, capendo il mio sottointeso.

“Mi sono mangiata la crema solare.” spiegò facendo una faccia schifata.

Quindi non la sborra, era la crema solare a farle schifo. La sborra di Mario le era invece probabilmente piaciuta, a quella troia.

A quel punto sperai nella conclusione di quel gioco perverso o per lo meno in una tregua. Adoravo questi giochi erotici di coppia ma ogni tanto ero spaventato da quanto prendessero Giulia e temevo che andasse troppo oltre e facesse qualcosa che poi avremmo trovato eccessivo e che questo avrebbe poi rovinato tutto. Oppure provavo una sorta di residuo orgoglio maschile e non volevo esagerare nelle umiliazioni da cornuto che mi riservava.

Ma non fu così.

Lei poco dopo propose di fare un giretto fra le dune. Ovviamente non voleva fare un “giretto fra le dune”, ma c’era un secondo fine. Mario accolse ben volentieri la proposta. Io no. Non volevo che lei andasse. Oppure sì volevo che andasse ma non avevo il coraggio di seguirla. Insistette un po’. Io resistetti. Poi minacciò di andare da sola. Provai a dire no anche a quello.

“Ok. Non andiamo da nessuna parte, a meno che…” disse sibillina.

“A meno che?” domandai timoroso.

“Adesso tu ti giri.” io ero ancora a pancia in giù. “E se vedo che il tuo cazzo è moscio all’idea che io vada con Mario tra le dune, non ci vado. Altrimenti…”

“Non mi sembra una buona idea…” dissi io sapendo di essere stato fregato per l’ennesima volta.

“Intanto girati e vediamo se non è una buona idea.”

Mi rifiutai, sperando intanto di prendere tempo e di riuscire a fare sgonfiare il mio cazzo.

Ma Giulia con l’aiuto di Mario mi ribaltò a forza. Il mio cazzo durissimo svettò fiero. Lei fece un risatina e poi si alzò, seguita subito da lui, con una mano sul culo.

Rimasi alcuni minuti a riflettere sui miei desideri tanto perversi. Volevo che finisse così, volevo quella umiliazione. Godevo nel subire quello e godevo del mio goderne. E godevo del fatto che anche a Giulia piacesse trattarmi in quel modo e divertirsi alle mie spalle.

Mi alzai ed andai a cercarla. Impiegai un po’. Si erano appartati bene in mezzo alla pineta alle spalle della spiaggia. Non erano soli. C’era Giulia a quattro zampe e alcuni uomini attorno a lei, tanto fitti e vicini da quasi nasconderla alla vista.

Mi avvicinai. Cercai di farmi largo fra loro. Mi lamentai. Rivendicai di esserne il fidanzato e di avere dunque diritto più di loro. Quella mia affermazione fu accolta con una risata generale e venni apostrofato come il cornuto sfigato. Mario rincarò la dose spiegando loro cosa era successo fino a quel momento. Le chiesero conferma di tutto e Giulia, tra un godimento e l’altro confermò.

“Allora se sei il cornuto comportati da cornuto.” sostenne uno degli uomini spingendomi a terra in ginocchio e presentandomi poi davanti al viso il suo cazzo. Anche un altro lo imitò e mi prese un polso per portarmi la mano sul suo cazzo.

Erano tutti più vecchi di noi e fisicamente dominanti.

“Su, tienici caldi per quando sarà il nostro turno con la tua fidanzatina.”

Provai a rifiutarmi, senza però una vera convizione o una reale azione fisica per liberarmi. Però per qualche istante resistetti, pur tenendo ancora il cazzo di quello in una mano e pur avendo il cazzo dell’altro che mi schiaffeggiava in faccia.

“Sì, dai, fallo.” sentii la voce di Giulia che intervenne mentre mi guardava con occhi quasi imploranti e pieni di lussuria. Sotto di lei intanto uno degli uomini si stava stendendo e stava guidando il suo cazzo contro le labbra della sua fica. Nello stesso momento un altro, anzi proprio Mario, si stava preparando anche lui a penetrarla, da dietro.

Mentre lei ricevette due cazzi, uno in fica e uno in culo, io avevo a che fare con altri due, uno in bocca e uno in mano. Poi ce n’erano altri che venivano segati dai rispettivi proprietari, in attesa di subentrare a quelli gestiti da noi due, fidanzati perversi.

Il mio cazzo, intanto, senza che nessuno lo toccasse, si stava per l’ennesima volta svuotando, con schizzi che ricoprirono i piedi degli uomini a cui mi stavo dedicando, da fidanzato cornuto cuckold e bisex per forza ma per il piacere di lei. E, evidentemente, anche mio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto