E chi fa il guardone?
“Era lui?” domandai senza preavviso mentre guidavo nella notte verso casa dopo una serata passata casa di amici insieme ad altra gente più o meno conosciuta.
“Chi?” chiese mia moglie sorpresa dalla domanda senza contesto.
“Lui. Era lui quello.” lasciai molti sottointesi ma ero sicuro che capiva a cosa mi stavo riferendo.
“Quello quale?” rispose lei ma intuii che aveva capito e stava solo cercando di prendere tempo per trovare la risposta giusta.
“Lo sai quale.” dissi in modo freddo.
Lei restò in silenzio pensierosa guardando il buio fuori dal finestrino dell’auto.
“Non te lo dico. Avevi detto di non voler sapere chi era.” rispose poi dopo un po’.
“Ok. Era lui. Altrimenti mi avresti detto no.” conclusi e lei non ribatté. Ci avevo azzeccato.
Mia moglie mi aveva tradito. Aveva avuto una storiella di sesso con uno. L’avevo scoperta, l’avevo intuito da alcuni suoi comportamenti e glielo avevo fatto ammettere. Avevo poi voluto sapere alcune cose. Lei riluttante aveva confessato. Poi l’avevo perdonata e si era detto che non ne avremmo più parlato.
In quei mesi però l’immagine di mia moglie che faceva sesso con un altro mi aveva tormentato. Non posso dire in maniera totalmente negativa. Mi faceva stare male, mi faceva sentire un buco nello stomaco e creava una sofferenza generale. Però a livello genitale quelle sensazioni erano sempre accompagnate da erezioni prepotenti e bisognose di essere sfogate.
Me la immaginavo mentre mi segavo. Mi chiedevo come fosse insieme ad un altro, se avesse fatto sesso in maniera diversa. Su di lui non avevo voluto sapere molto. Soffrivo il confronto e non volevo dargli un volto. Volevo che restasse indefinito, che potessi immaginare solo lei e lasciare che l’uomo che la scopava non fosse quasi una persona, ma solo un oggetto. Pensavo che se avessi saputo chi era la mia immaginazione che rendeva il tradimento una cosa erotica sarebbe crollata. Avevo soprattutto un timore, che lui mi deludesse, cioè mi sarei sentito peggio a scoprire che mia moglie mi aveva tradito per uno qualunque. Tanto è vero che l’unica cosa che sapevo di lui, l’unica che avevo voluto sapere da lei, mi aveva paradossalmente rassicurato: le avevo chiesto se era più dotato di me e mi aveva risposto di sì. Quello almeno mi dava una spiegazione alle mie fantasie su di lei: mi aveva tradito per un cazzo più grande. Mi faceva sentire inferiore ma almeno mi faceva sentire sostituito da qualcuno per cui ne valeva la pena, per lo meno a livello di fantasia erotica nella mia mente maschile.
In quel momento invece avevo saputo chi era. Ero deluso? In parte sì. Nella realtà l’amante è sempre deludente rispetto agli amanti dei film che sono poi quelli che ci immaginiamo nelle fantasie.
A contrastare questa sensazione c’era però un’altra cosa che mi stava facendo indurire il cazzo e quindi rendeva accettabile il fatto che lei fosse andata con lui.
Quell’uomo ad un certo punto della serata, quando la conversazione era virata su temi un po’ scabrosi, aveva raccontato un episodio di lui con una donna sposata. Un racconto di una scopata in un parcheggio, davanti a diversi guardoni. Quando aveva iniziato a raccontarlo avevo colto in mia moglie un sussulto, che subito non mi ero spiegato. Poi avevo notato alcune occhiate beffarde che lui mi aveva lanciato mentre parlava di quella donna che si era scopato.
Lì avevo capito. Si stava divertendo alle mie spalle, sapendomi cornuto, raccontando a tutti come si era scopato mia moglie, pur senza farlo capire.
“Eri tu quella del racconto?” chiesi a bassa voce dopo diversi minuti di silenzio.
Mia moglie non mi rispose. Forse la mia non era neanche stata una domanda, ma solo una considerazione.
Passarono altri minuti di silenzio tra noi, accompagnati solo dal rumore dell’auto sulla strada e dalla musica a basso volume proveniente da una stazione radio.
“Gira di qua.” mi disse poi improvvisamente mia moglie, quando ancora mancava un po’ per arrivare a casa. La guardai con aria interrogativa. “Gira di qua.” ripeté lei con un tono che non ammetteva risposta.
Mi guidò con altre indicazioni. Eravamo in una zona artigianale. Capannoni e stabilimenti.
“Hai capito dove siamo?” mi chiese mentre mi indicava dove girare e nello stesso momento allungava una mano per tastarmi in mezzo alle gambe.
Trovò il cazzo semirigido. Questo le diede la risposta, avevo capito.
Ci fermammo in un parcheggio vuoto.
“Lascia i fari accesi.” mi disse subito prima di scendere dall’auto.
In quel momento il suo agire si sovrapponeva a quello raccontato dall’uomo qualche ora prima a tavola. Andò a posizionarsi davanti all’auto, illuminata dai fari, e iniziò un lento e sensuale spogliarello a mio beneficio. Io mi tirai fuori il cazzo ed iniziai a segarlo. Stava riproducendo per me quello che aveva fatto in quella occasione in cui mi aveva tradito, come descritto da lui.
Rimase ben presto nuda con indosso soltanto le scarpe col tacco. Si girò per mostrarmi il culo, piegandosi in avanti e mettendo una mano fra le gambe per masturbarsi. In quel momento scesi anche io dall’auto, come aveva detto lui di aver fatto.
Vedendomi scendere si avvicinò all’auto e si appoggiò con le mani al cofano, in un punto che non fosse troppo caldo, restando con le gambe dritte e aperte e il culo spinto all’infuori. Io le andai dietro e la presi per i fianchi.
“È vero quello che ha raccontato lui? È vero quello che gli hai chiesto quando eri messa così? Anzi, che avresti urlato?”
Lei si girò a guardarmi con aria perversa.
“Inculami. Ti prego inculami!” urlò nel buio parcheggio vuoto.
Continuò ad incitarmi mentre la accontentavo in quella pratica che tra noi non accadeva quasi mai.
“Ti faccio male?” mi premurai di chiederle osservando le reazioni e le sue espressioni.
“Sì, ma mi piace. Sono troppo eccitata. Anche lui mi faceva male, anche di più… e mi piaceva di più…” mi rispose.
Quell’ultima considerazione mi fece un po’ soffrire. Provai a recupare un po’ di orgoglio ferito.
“Ma sei troppo eccitata anche a farlo con me, no?”
“È da quando quel porco stasera si è messo a raccontare quello che avevo fatto con lui davanti a te, descrivendoti le corna che ti avevo messo, senza che tu lo sapessi, che sono troppo eccitata. Meno male che tu hai capito… e mi hai dato la scusa di portarti qua per incularmi… ne avevo troppa voglia…”
Non seppi come controbattere. Era doloroso quello che mi stava dicendo ma era anche eccitante.
“E meno male che ti piace essere cornuto…” aggiunse poco di urlare un orgasmo nella notte.
Non potevo resisterle oltre e le sborrai nel culo subito dopo quelle parole, sentendomi per questo un po’ umiliato.
“Come puoi dire che mi piaccia?” le chiesi dopo un po’ quando entrambi ci fummo un po’ ripresi.
“Ti piace. Eri già mezzo duro quando prima in macchina mi hai chiesto se era lui. Ho notato il gonfiore che avevi.”
Non potevo negarlo e non ribattei altro.
“Ti è piaciuto di più quando lo hai fatto con lui?” chiesi in cerca di ulteriori umiliazioni.
“Con lui c’erano anche dei guardoni.” mi rispose lei guardandosi attorno, delusa dal fatto di essere soli, e cercando di giustificare la sua preferenza con fattori esterni e non in base a quale fosse l’uomo che l’aveva scopata.
“Cos’hanno fatto i guardoni? Lui non l’ha raccontato.” chiesi curioso.
“Si masturbavano. Attorno a noi.”
“Ti hanno toccata?”
“Sì. Le tette. Io ho preso in mano qualche cazzo. Sono venuti appena li ho toccati. Uno poi mi ha leccato il culo dopo che lui aveva finito.”
“Cazzo…” esclamai figurandomi una moglie molto più porca di quella che mi immaginavo nelle mie fantasie.
“Te lo fa venire duro questo? Riesci a scoparmi di nuovo?” chiese lei guardandomi il cazzo che in effetti già si stava riprendendo a sentire quelle cose.
Fummo interrotti dal vedere un’auto che stava entrando nel parcheggio.
“Sarà un guardone?” domandai io dando per scontato che a quell’ora della notte, in quel parcheggio abbandonato che probabilmente era un noto luogo di ritrovo per coppie e guardoni, non potesse essere altro.
“No. È lui.” mi rispose mia moglie spiazzandomi.
La guardai aggrottando la fronte dato che non mi spiegavo come potesse essere proprio lui e come facesse lei a saperlo.
“Gli ho scritto prima, dall’auto. Gli ho detto di raggiungerci qui. Ti dispiace?”
“Era… era tutto preparato? Il suo racconto? Tu che mi portavi qui? Lui che ci raggiungeva? Eravate già d’accordo?” chiesi sbalordito da tutta la situazione.
“No, non era preparato, ma è venuto spontaneo organizzarlo sul momento…”
Ripensai a prima, a quando avevo notato mia moglie parlare con lui in disparte, in tono cospirativo. Avevo provato gelosia a vederla in quell’atteggiamento in qualche modo intimo con lui, dato che già avevo intuito di chi si trattasse.
Mi sentivo catturato in una rete di perversione da parte di una moglie di cui non sospettavo una tale intraprendenza.
“Allora mi scopi di nuovo?” domandò lei impaziente mentre l’auto si stava avvicinando alla nostra.
“Forse è meglio se ti scopa lui, adesso…” risposi in modo spontaneo.
Lui si era fermato, poco distante. Aveva spento i fari ed era illuminato da quelli della mia auto. Non scese dalla sua.
Guardai mia moglie sculettare nuda verso di lui. La mia mano scese a menare il mio cazzo, ormai durissimo.
Quel momento certificava quello che aveva detto lei poco prima: che mi piaceva essere cornuto. Non potevano esserci dubbi a quel punto.
Lei aprì la portiera del passeggero ed entrò per poi sparire in basso verso di lui. Gli stava facendo un pompino. Restai a segarmi a distanza, non trovando subito il coraggio di andare a guardare una scena che mi stavo solo immaginando come avevo fatto altre volte. Poi loro sceserò dall’auto e lei si appoggiò come si era appoggiata prima con me.
“Inculami!” la sentii urlare.
Io, da buon guardone, mi avvicinai pian piano, senza essere troppo invadente, per assicurarmi che la mia presenza fosse gradita.
Osservare mia moglie scopata da un altro fu sconvolgente e mi sentii come se non fossi più io, ma soltanto un guardone qualunque. Allungai una mano per toccarle le tette che ballonzolavano ad ogni colpo inferto al culo dal suo amante. Lei aveva una espressione di godimento doloroso. Se non fossi sicuro che le stava piacendo avrei forse interrotto la cosa.
Lei appena riuscì allungò una mano, cercando il mio cazzo. Come quei guardoni di cui mi aveva raccontato sborrai all’istante. E come uno di quei guardoni, appena il loro amplesso anale si concluse, mi inginocchiai dietro di lei e tirando fuori la lingua sancii definitivamente il mio nuovo ruolo di marito cuckold.
Bellissimo! Ti prego scrivi un secondo capitolo, merita assolutamente.