Congressi carnali 2

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Entrammo in camera ed io quasi aggredii mia moglie.

“Adesso mi spieghi tutto.” dissi con tono deciso. “Cosa cazzo è questa storia?”

“Sì, amore. Volevo raccontarti tutto, ma volevo anche prima farti capire che si tratta solo di un gioco, un gioco a cui anche tu hai cominciato a partecipare.”

“Cosa vuoi dire? Che cosa hai fatto quando io non c’ero?”

“Adesso ti dico tutto, ma mettiamoci comodi.”

Ci stendemmo sul letto e ci togliemmo gli accappatoi con i quali eravamo risaliti in stanza. Mia moglie cominciò a toccarmi il cazzo che si risvegliò subito, soprattutto intuendo dalle prime frasi che ciò che mia moglie aveva combinato era molto di più di quello che potevo aver immaginato.

La fermai subito, bloccandole il polso.

“Fermati. Così no.”

“Cosa c’è?” chiese lei stupita.

“Non so ancora cosa mi racconterai ma ho capito che quello che mi racconterai non posso ascoltarlo facendo questo.”

“Cioè? Non capisco.”

“Allora, tu ora mi stai per raccontare qualcosa che hai fatto nei giorni scorsi, qualcosa di sessuale, qualcosa che tu hai fatto alle mie spalle. Non so ancora cos’è ma ho intuito che si tratta di qualcosa di grosso, qualcosa di porco, qualcosa che forse va al di là delle mie fantasie. Tutto giusto?”

“Sì.” annuì mia moglie un po’ preoccupata.

“Ecco. Tutto questo può provocare in me due reazioni alternative, o forse anche entrambe nello stesso momento. Rabbia ed eccitazione. Rabbia per il tuo tradimento ed eccitazione per… sempre per il tuo tradimento, ma per essere stata così porca nel farmelo.”

“Quindi?”

Mi alzai dal letto, presi l’accappatoio e sfilai il cordino per legarlo in vita. Poi presi una poltroncina e mi ci sedetti sopra. Lanciai il cordino a mia moglie e portai le mani dietro allo schienale della poltroncina.

“Legami.” le ordinai.

“Cosa?” esclamò lei sgranando gli occhi.

“Voglio essere legato. Legami i polsi alla poltrona. Legami stretto.”

“Ma perché?”

“Perché se mi arrabbio non voglio poter reagire e se mi eccito non voglio potermi toccare.”

“Capisco la prima, ma perché non vuoi toccarti e immagino non vuoi neanche che sia io a toccarti?”

“Perché se quello che mi racconterai sarà anche solo la metà di quello che mi sto immaginando, e comincio invece a pensare che sarà il doppio se non di più, mi basterà sfiorarmi per venire e nel momento in cui mi cala l’eccitazione dell’orgasmo potrebbe non piacermi più quello che sto sentendo.”

Mi legò, come le avevo chiesto. Ma poi mi bendò anche. Chiesi spiegazioni sul perché. Mi disse che era in imbarazzo a raccontarmi tutto quello che mi voleva raccontare e se io non l’avessi guardata si poteva esprimere meglio, con meno inibizioni. Compresi il motivo ma un po’ mi dispiacque perché capii che mi sarei perso lo spettacolo di mia moglie che si toccava mentre raccontava. Ma probabilmente meglio così, se il mio scopo era arrivare alla fine del racconto senza orgasmi.

“Iniziò tutto con la ragazza dei massaggi, fin dal primo giorno, prima di quando ti ho detto di aver fatto il massaggio.” cominciò il racconto mia moglie. “Le sue mani erano rilassanti ed eccitanti. Presi confidenza e lei capì che poteva osare. Mi toccò dove normalmente una massaggiatrice professionista non tocca. Mi chiese se ero una di quelle che partecipava ai festini. Dissi di no e le chiesi spiegazioni. Disse che ogni anno c’erano gruppi di partecipanti al congresso che si dedicavano a orge, con la complicità del direttore dell’hotel. Anche lei vi aveva partecipato. Mi chiese se volevo essere invitata. Il suo racconto e i suoi tocchi mi avevano appena portato a godere e stavo per dirle sì. Poi un momento di razionalità mi spinse a rifiutare.”

“Tutto qui?” chiesi in un misto di speranza e delusione.

“No, no. Il giorno dopo l’ho rivista. Lei ha accennato ai divertimenti della sera precedente e allora io ero troppo curiosa e mi sono fatta raccontare. Era una cosa folle, che mai avrei pensato di fare. Sesso di gruppo. Tutti con tutti, sconosciuti e non. Non che fosse una cosa che di per sé mi attirava, non avevo quelle fantasie, ma era il modo in cui lei lo raccontava a renderlo intrigante. Oppure il modo in cui mi toccava mentre lo raccontava. Insistette perché io vi partecipassi. Le dissi di no alcune volte. Poi mi convinse a fare qualcosa. Dopo di me aveva un massaggio con uno dei medici che aveva partecipato all’orgia la sera prima. Mi propose di aspettarlo insieme e di fargli un massaggio a quattro mani. Le dissi che io non sapevo fare un massaggio. Mi rispose che non era quella l’abilità che mi sarebbe stata richiesta. Mi disse anche che quell’uomo meritava, con tono allusivo.”

“Cosa voleva dire?” interruppi un attimo il suo racconto.

“Che aveva un bel fisico e un cazzo molto bello.”

“Lo dici perché è quello che ti ha detto o perché…?”

“Perché ho… toccato… con mano.”

“Solo con mano?” domandai incerto su cosa sperare come risposta.

“Aspetta, lasciami raccontare. Quando è arrivato era molto contento di trovare due donne. Si è denudato e si è messo sul lettino. Abbiamo iniziato a massaggiarlo a quattro mani. Lui si è subito eccitato. La ragazza mi aveva spiegato che essendo tutti medici avevano accesso a tutti i rimedi per prolungare le erezioni e infatti durante l’orgia era uno scopare continuo. Sempre tutti eccitati. Qualcuno probabilmente non aveva preso solo farmaci. Anche lui è stato in erezione tutto il tempo, anche dopo che l’abbiamo fatto sborrare. Con mani e bocca.”

“Glielo hai succhiato, quindi?”

“In realtà no. La mia bocca era… dietro… quando è venuto. Lei lo succhiava e io lo leccavo… dietro.”

“A… aspetta… fermati…”

“Che c’è?”

“Non devo venire… non devo venire… cazzo… l’immagine di te… con la lingua nel… di uno sconosciuto… cazzo… meglio che non lo dica perché se no penso alla scena e mi viene da venire…”

“Ehm… non è ancora nulla di quello che devo dirti… forse è meglio se smettiamo…”

“Cazzo! No, no, continua…”

“Ok. Cercherò di essere breve e sintetica. Siamo piaciute così tanto all’uomo che ci ha proposto di organizzare una cosa anche per la tarda serata. Lì eravamo ancora prima di cena. Si è sentito col direttore dell’hotel, suo amico e compare di trasgressioni e alla fine siamo finite noi due con lui, una dottoressa che partecipava al congresso, un altro dottore e il direttore dell’hotel. In una stanza preparata apposta per noi. Tre uomini e tre donne. C’è stato sesso. Con varie combinazioni.”

“Aspetta, aspetta. Quella sera… noi ci siamo sentiti per telefono. Mi sembravi stressata per il lavoro, mi sembravi nervosa e invece…”

“Invece ero tesa per altri motivi ed eccitata. Ti ho chiamato prima di entrare in quella stanza.”

“Cazzo.”

“E così è andata. Ma non è stata l’ultima cosa.”

“No, aspetta. Non hai detto tutto. Hai detto varie combinazioni. Cosa vuol dire? Che ti sei fatta tutti e tre gli uomini?”

“Ehm… sì.”

“E basta?”

“No.”

“Cos’altro ancora?”

“Mi hanno scopato tutti e tre e poi… mi hanno scopato tutti e tre.”

“Due volte?”

“Sì, ma non in quel senso.”

“Ho capito. Ma non posso dirlo o sborro. Dimmelo tu.”

“E non sborrerai?”

“Non garantisco.”

“Mi hanno scopato tutti e tre… poi tutti e tre contemporaneamente…”

“Cazzo…”

L’esclamazione venne accompagnata da fiumi di sborra sgorganti dal mio cazzo seppur non fosse stato sfiorato da nulla.

“E ora?” chiese mia moglie quasi preoccupata dopo un po’. “Non vuoi più sentire nulla?”

“C’è molto altro da sentire? C’è qualcosa di ancora più forte di quello che mi hai appena detto? Cosa può esserci di più sconvolgente del sentire che la propria moglie è stata scopata da tre sconosciuti in bocca, fica e culo contemporaneamente. Che i loro tre cazzi erano dentro di lei, mentre io ero a casa ignaro di tutto. Cosa c’è di più di questo? Di più umiliante per me e di più… eccitante, cazzo! Più erotico di questo non riesco ad immaginare niente eppure è una cosa che hai fatto senza di me, alle mie spalle, tradendomi. Eppure, cazzo, mi hai fatto sborrare con la sola immaginazione. Cazzo!”

“Forse non c’è qualcosa di più forte di quello che ti ho appena detto. Cioè non che mi riguarda direttamente. La sera successiva ho partecipato all’orgia nell’area benessere dell’hotel. Ma effettivamente di mio non ho fatto cose più sconvolgenti della doppia penetrazione con pompino della sera prima. Ho visto cose, ma non vi ho partecipato. Decine di persone. In netta maggioranza uomini. Ma così netta che le donne presenti non erano assediate, nel senso che a quel punto eravamo più o meno tutti uguali, uomini e donne. Si scopava chi capitava a tiro. Un buco era un buco. Chi trovava un culo a disposizione lo infilzava. Si può dire che sia stata un’orgia solo anale, anche per noi donne. Erano tutti preparati. Ho saputo di sessioni di clisteri preparatorie. D’altronde erano medici. Tutti con analisi appena fatte prima del congresso, tra l’altro.”

“Hai partecipato ad un’orgia anale. E dici che è meno sconvolgente di quello che hai fatto la sera prima. Cazzo. Ma chi sei diventata?”

“Non lo so. Non ci credo neanche io mentre te lo racconto. Però non ti dispiace, vero? Mi sembra di no.” disse sfiorandomi il cazzo.

“Non toccare! È ipersensibile.” la fermai.

“Però è già di nuovo duro. Vuol dire che ti è piaciuto quello che ti ho raccontato, vero? Non ti arrabbierai?”

“Dovrei. Ma non ci riuscirò. È troppo perversamente eccitante sapere di avere una moglie estremamente più troia di quel che pensavo. È più forte di me. È meglio di quanto potessi immaginare. È così sconvolgente che se ci penso, se non cerco di distrarre i pensieri, sono già sul punto di sborrare di nuovo.”

“E allora fallo.”

Dicendo questo la sentii abbassarsi su di me per accogliere la mia cappella nella sua bocca calda e umida. Il cazzo di suo era quasi insensibile come sensazioni fisiche ma le immagini che mi giravano in testa con protagonista la proprietaria della bocca che aveva accolto il mio cazzo erano troppo forti per fermare l’onda di piacere. Le schizzai in bocca quel poco che mi era rimasto nelle palle dopo la sborrata di prima.


“Sei sicuro? Non vuoi partecipare? Guarda che puoi, anche con lei, se vuoi.” disse mia moglie indicando la ragazza dei massaggi.

“Sono sicuro. Altrimenti sborro subito.”

Eravamo in una stanza dell’hotel. Il congresso era finito, mia moglie non aveva più niente da fare, ma avevamo organizzato una ultima sera lì. Insieme alla ragazza, al direttore dell’hotel e a due medici che si erano gentilmente fermati una sera in più. Tutto era partito da una mia richiesta: vedere quello che avevo solo immaginato.

Mia moglie, tre uomini. Io seduto e legato ad una sedia, impossibilitato a toccarmi. Nella speranza di resistere almeno quanto i cazzi che entravano e uscivano da lei.

“Non ce la faccio. Non ce la faccio.” mormorai ad un certo punto. Chiusi gli occhi per non vedere, era troppo quello che stavo vedendo. Una scena porno con protagonista la donna che amavo. Era una cosa troppo bella e troppo dolorosa, troppo attraente e troppo umiliante. Non riuscivo a tenere gli occhi chiusi. Dovevo vedere e non riuscivo a guardare. Era la realtà che superava l’immaginazione. Se pensavo alla scena non potevo raffigurarmela così vivida e dettagliata come invece la vedevo svolgersi davanti a me. “Bendami!” implorai la ragazza, l’unico modo per uscirne.

“Non ti bendo.” disse lei avvicinandosi. “Ma se vuoi ti ostruisco la vista.”

“Quello che vuoi ma non farmi più vedere. È troppo bello. Non ci riesco. Sindrome di Stendhal.”

Lei si mise a cavalcioni su di me seduto, coprendo effettivamente con la sua schiena la mia vista. Si sedette su di me, impalandosi. Sentendo entrare il mio cazzo nella sua fica calda e bagnata, sborrai all’istante. Lei continuò imperterrita a dimenarsi. Io avevo preso delle pillole, su consiglio medico, e il mio cazzo restò duro e svettante, perfetto per lei per continuare a ricercare il godimento facendo su e giù.

Era tutto troppo. La perversione mentale e la sensazione fisica. Non capivo più niente. Sentii le urla di godimento di mia moglie, come mai l’avevo sentita godere prima. Ed io ebbi la cosa più prossima ad un multiorgasmo che un uomo possa avere. Unito carnalmente ad una bella ragazza semisconosciuta e unito mentalmente a mia moglie troia, infilzata da tre cazzi semisconosciuti.

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