Un racconto duplice, da una parte la voce del narratore e dall’altra le chat tra gli altri due protagonisti
Io e il mio compagno di tennis avevamo trovato una nuova coppia con cui giocare che era esattamente al nostro livello e rendeva quindi le nostre partite di doppio decisamente più divertenti.
Dopo averne conclusa una particolarmente intensa e combattuta eravamo negli spogliatoi ed il mio amico stava chiacchierando con Vittorio, uno degli altri due, quello che conosceva meglio, e ad un certo punto, indicandomi, gli disse:
“Sai che lui è il marito di Martina?”
“Martina? Quella Martina?”
“Sì.”
Io li guardai con aria interrogativa. Vittorio mi guardò e sorrise. Poi capendo la mia curiosità aggiunse:
“Ci sono stato insieme a Martina. Ai tempi dell’università.” mi spiegò.
“Ah.” risposi io un po’ spiazzato.
Proprio in quel momento Vittorio sollevò l’asciugamano con cui si stava asciugando dopo la doccia per passarselo su petto e volto e lasciò così scoperta la parte inferiore del suo corpo. Vittorio aveva un cazzo penzolante di notevole lunghezza e discreta larghezza, almeno da moscio. Era uno di quelli che si definiscono “shower”, che fanno buona impressione anche da non eretti. L’avevo già notato sotto la doccia, anche dopo altre partite, ma il fatto che quella visione venisse subito dopo che mi aveva detto di essere un ex di mia moglie e che in quel caso fosse proprio messo in mostra a poca distanza da me, mi colpì particolarmente.
Stavo guardando il cazzo di uno che aveva scopato mia moglie. Imbarazzato distolsi subito lo sguardo ma non potei evitare un certo turbamento emozionale.
“Gran bella ragazza, Martina. Sono sicuro sia rimasta una bellissima donna. Sono anni che non la vedo.”
“Beh, sì.” commentai io senza sapere bene cosa dire.
“Io sono uno che le ragazze non è mai stato capace di tenersele e in fondo mi è sempre andato bene così, ma lei è una di quelle di cui a posteriori un po’ mi ha fatto pentire di essere fatto così. Buon per te che te la sei sposata. Uomo fortunato.”
“Ah, grazie.”
“Anche perché era una gran maiala, scusa se mi permetto, una delle migliori. Ma tu lo saprai meglio di me.”
“Eh…” rimasi spiazzato da quel commento. Non seppi cosa ribattere. Non so se avrei definito mia moglie una gran maiala. La nostra vita sessuale era sempre stata soddisfacente, con il calo fisiologico dovuto al passare del tempo, ma non avevo pensato spesso a quella definizione per mia moglie. Anzi erano state più le volte che l’avrei voluta più disinibita e disponibile.
“Spero per te lo sia rimasta negli anni.”
“Beh… certo… però ovviamente sai il matrimonio, la routine, gli anni che passano… ma non mi lamento, dai.” cercai di rimediare al mio imbarazzo.
Il mio sguardo ricadde per un attimo sul cazzo di Vittorio. Mi sembrò quasi che avesse preso un po’ consistenza e si fosse sollevato un minimo. Come un accenno di erezione. Forse dovuto ai ricordi che gli erano affiorati riguardo a mia moglie? A quella gran maiala, come aveva detto? Ma come era stata con lui per essere definita così?
Se a Vittorio forse quei ricordi avevano causato un accenno di eccitazione, a me quei pensieri ne avevano invece provocata una vera e propria, che riuscii a nascondere alla vista essendo già in parte vestito e girandomi per finire di farlo.
Avevo incontrato un ex di mia moglie, un ex ben dotato e che vantava ottimi trascorsi sessuali con lei, tra l’altro da parte di uno con una gran esperienza in fatto di donne, a quel che avevo sentito dire di lui e che aveva in parte confermato. Se lui l’aveva definita “gran maiala” evidentemente lei doveva esserlo in qualche modo stata e questo mi eccitava. Non sapevo perché ma mi eccitava.
“Sai con chi ho iniziato a giocare a tennis da un po’?” dissi una sera a mia moglie.
“No, chi?”
“Vittorio.”
“Vittorio chi?”
“Vittorio, è venuto fuori che è stato un tuo ex.”
“Ah, quel Vittorio.” disse freddamente
Cercai di interpretare la reazione di mia moglie a quella rivelazione. Forse ci fu un po’ di imbarazzo, ma soprattutto mi sembrò un eccessivo tentativo di nascondere la sorpresa, come per non apparire troppo incuriosita dalla cosa.
“Quindi è vero? Ci sei stata insieme?”
“Sì, ai tempi dell’università. Qualche mese. Non mi pare di avertelo mai nascosto.” rispose scattando sulla difensiva.
“No, no, non volevo dire questo. Volevo solo capire qual’era dei tuoi ex di cui mi hai parlato.”
“Mah… è quello con cui sono stata dopo lo… sfigatello. Quello con cui alla fine litigavo troppo e quindi l’ho mollato.”
“L’hai mollato tu?”
“Sì. Boh. Anche lui. Ci siamo mollati insieme. Non funzionava.”
“Ah, quindi era quello… quello che mi dicevi che andavate d’accordo solo a letto…”
“Beh… in un certo senso… ma perché lo chiedi? Cosa sei? Geloso dopo così tanti anni?”
“No, no… solo per curiosità…”
“Ok.”
“Comunque lui ti ricorda ancora con piacere, con un po’ di nostalgia, direi.”
“Ah.”
Non so perché aggiunsi quell’ultima frase. Inconsciamente volevo provare a scatenare qualcosa nei ricordi di mia moglie. Volevo forse capire se il modo in cui la ricordava Vittorio aveva dei motivi reali, se anche per lei il rapporto con lui era stato speciale da quel punto di vista.
Quella sera, a letto, riaprii il discorso, prendendolo da un altro lato. Ci stavamo coccolando, in quella maniera che forse avrebbe portato a fare sesso, a seconda di quanto lei si fosse accesa.
“Qual è stato l’uomo con cui hai fatto il miglior sesso?” le domandai.
“Tu. Ovviamente tu. Ma che domande fai?” rispose prontamente e in maniera apparentemente sincera.
“Intendo escluso me. Tra i tuoi ex.”
“Mah… non lo so… che domanda… ero giovane, inesperta. Non ho mai raggiunto la complicità e l’intesa che ho con te, dai, non è paragonabile.”
“È stato con Vittorio?” insistetti.
“Mah… forse sì. Lui era un po’ diverso dagli altri. Ci sapeva fare di più, soprattutto per l’età che avevamo. Poi come ti ho detto con lui funzionava solo quell’aspetto, quindi sì, con lui è stato meglio che con gli altri.”
“In che modo lo facevi con lui?”
“Ma che domanda è? Facevo sesso, normale. Poi sono passati anni, neanche mi ricordo. Smettila con queste domande.” era in evidente imbarazzo, probabilmente le nostre coccole non avrebbero portato al sesso.
“E chi è stato il più dotato con cui sei stata?”
“Dotato?”
“Sì, il cazzo più lungo.”
“Ma che ne so… ma che domande fai… guarda che non è mica quello che conta… tu vai benissimo come sei…”
“Vittorio com’era?”
“Mah… normale…” non sembrò sincera nella risposta, non pensò che io lo potevo aver visto nudo.
Rimanemmo un po’ in silenzio. Non le feci altre domande e mi limitai ad accarezzarla. Volli lasciare che la sua mente fosse libera di ripescare i ricordi che voleva e magari che si eccitasse a causa di quelli. Apparentemente funzionò. Mi chiese di approfondire le carezze nelle parti intime e dopo pochi minuti stavamo scopando.
“Allora sono io il tuo migliore amante?” le chiesi nell’orecchio mentre ansimavo spingendomi dentro di lei.
“S.. sì..” rispose lei ma secondo me non lo disse con un tono molto convinto.
Tutta questa situazione di confronto tra me e i suoi ex, uno in particolare, mi eccitava. Mi piaceva pensare che lei fosse stata particolarmente porca con un altro, anche se mi faceva anche stare male. Mi eccitava che dicesse che io ero meglio di tutti, che anche se non ero il più dotato con cui era stata mi preferiva agli altri. Però non ci credevo fino in fondo e questo dubbio mi tormentava e mi eccitava allo stesso tempo.
Una “gran maiala”. Quanto avrei voluto sapere cosa intendeva veramente Vittorio con questo appellativo, quanto avrei voluto sapere come era stata con lui, cosa aveva fatto e come lo paragonava a me realmente.

Io e Vittorio, rispetto agli altri nostri due compagni di gioco, avevamo più tempo libero da dedicare al tennis e quindi iniziammo a trovarci per fare delle partite di singolare fra noi. Eravamo più o meno allo stesso livello. A volte vincevo io e a volte lui. L’idea poi che fosse un ex di mia moglie mi rendeva più competitivo del solito.
“Come sta Martina?” mi chiese durante un post partita.
“Bene, grazie.”
“Me la saluti? Se si ricorda di me. E se non ti dà fastidio.”
“Ah certo. Perché dovrebbe darmi fastidio?”
“Non so, sono stato un suo ex, ai mariti spesso stanno sul cazzo gli ex della propria moglie.”
“Beh, ma è stato tanti anni fa.”
“Sì, infatti. Posso chiederti un’altra cosa, allora?”
“Dimmi.”
“Hai qualche foto di lei, recente. Sono curioso di vedere com’è adesso.”
“Ah, sì, certo, prendo il telefono.”
Ero un po’ a disagio in questa conversazione e in seguito a questa sua richiesta. Ma non volevo darlo a vedere. Mi infastidiva ma allo stesso tempo ero orgoglioso di fargli vedere quanto fosse ancora bella Martina, la mia donna.
“Wow. È rimasta bellissima, come la ricordavo. Gran donna.”
“Sì. Grazie.” non so perché ringraziai.
“E direi che ha mantenuto quel gran fisico che aveva… Hai qualche foto in cui si vede meglio?”
“Cioè?” il fastidio aumentò ma con esso anche l’eccitazione nel pensare che lui voleva ammirare il corpo di mia moglie, che lui non aveva più da anni.
“Non so, foto in costume al mare.”
“Ah, ok.” sfogliai le foto che avevo sul telefono, mi spostai a mesi prima, durante la nostra ultima vacanza. “Eccola.” dissi mostrando una foto che le avevo fatto mentre camminava in riva al mare.
“Wow. Spettacolare. Quel culo è rimasto uguale. Indimenticabile.”
“Eh…” un uomo commentava il culo di mia moglie, un uomo che quel culo lo aveva toccato, il mio cazzo era duro e mi preoccupai di nasconderlo.
“Non so tu, ma io sono un appassionato di culi e quello di tua moglie è tra i migliori che ho mai visto. Beato tu che ce l’hai davanti tutti i giorni.”
“Eh… ah, sì, anche io sono un tipo da culo più che da tette e in effetti quello di mia moglie lo adoro…”
“Io mi innamorai di quello prima che di lei… cioè forse non mi innamorai mai veramente di lei… sono fatto così.”
“Eh…”
“Wow… che ricordi… che culo…” commentò lui e quando si allontanò da me e dal telefono con la foto notai un rigonfiamento nei suoi pantaloni. Si era eccitato per il culo di mia moglie. Questa consapevolezza mi fece vacillare, sentii quasi un principio di orgasmo salirmi da dietro le palle, ma lo ricacciai indietro.

“Mmmh, sei insaziabile in questo periodo…” commentai mentre mia moglie cercava di risvegliare il mio cazzo ancora moscio dopo la mia prima venuta, abbastanza precoce.
“Dai… io non sono ancora venuta… tu sei venuto subito…” si lamentò.
“Ok, ma intendevo in questi giorni… nei hai sempre voglia, più di prima…”
“E ti dispiace?” chiese lei quasi offesa.
“No, no, anzi… mi chiedevo solo il motivo…” intanto il mio cazzo cominciava a dare segni di vita.
“Non lo so… così… sarà la primavera…”
“Ma gli anni scorsi non eri così…”
“Che vuoi che ti dica?”
“Niente… è solo che… pensavo…”
“Cosa?”
“Non so… mi sembra che questa tua voglia sia nata dopo che io ti ho fatto qualche domanda sul tuo passato, sui tuoi ex…”
“E questo cosa c’entra?”
“Non so, forse ti ho risvegliato dei ricordi… la gioventù, quando facevi più sesso… ho l’impressione che quei discorsi ti abbiano risvegliato qualcosa…”
“Ah… non so… forse… sì, magari i ricordi di gioventù… può darsi…” rispose lei non troppo convinta o forse un po’ reticente ad ammetterlo.
“Se ti può servire a me piacerebbe sentirti raccontare qualcosa delle tue avventure giovanili, con qualche tuo ex…”
“Davvero? E perché?”
“Sì. Non so perché… magari per conoscere qualcosa della Martina che ancora non conoscevo, delle cose che facevi…”
“Ne parli come se fossi stata un persona diversa e che abbia avuto chissà quali avventure… Non credo di avere molto da raccontare.”
“No?”
Non rispose. Il mio cazzo si era risvegliato e lei gli diede la spinta finale prendendolo un po’ in bocca e poi infilandoselo dentro per cavalcarmi.
Ero sempre più convinto che a risvegliare le sue voglie fossero stati quei miei discorsi e forse proprio quegli accenni a Vittorio. Mi nascondeva qualcosa, forse di cui si vergognava ma che nel ricordarlo le creava voglie lussuriose. In me cresceva la paura di scoprirlo unita alla tremenda curiosità. L’unica cosa di cui ero sicuro era che se ci pensavo mi veniva duro e se ci pensavo mentre scopavo con lei sborravo subito.

“Ci siete per andare fuori a bere qualcosa adesso?” chiese il mio socio di tennis dopo la partita serale di doppio contro Vittorio e il suo compare.
“Io sì. Tanto mia moglie stasera usciva con un’amica.” risposi io prontamente. Anche l’altro rispose di sì.
“E tu Vittorio?” chiese lui.
“No, io no. Esco con una tipa stasera.”
Quando disse così si girò verso di noi con un sorriso sardonico ed ebbi l’impressione che quando disse le parole “una tipa” mi stesse fissando negli occhi. Rimasi turbato. Un pensiero indicibile rimase nascosto nel mio subconscio.
“Ah, ecco perché ti stai mettendo tutto quel profumo.” scherzò il mio amico. “E chi è questa?”
“È una… che non vedo da un po’…”
“Ma…?” il mio amico fece un gesto volgare che significava l’attività dello scopare.
“Se tutto va bene sì… cioè credo proprio di sì. Ci vediamo per quello.” rispose tronfio Vittorio e mi guardò di nuovo. Io abbassai lo sguardo, inspiegabilmente intimidito.
“Grande!” commentarono gli altri due e diedero un cinque per complimentarsi.
Io rimasi in disparte. La mia testa rifiutava di far emergere alcune possibili conclusioni che non potevo accettare. Ma per quel poco che facevano capolino avevano un effetto esplosivo: gelosia tremenda, sensazione di vuoto e allo stesso tempo eccitazione.
Rimasi pensieroso e pressoché silenzioso anche durante l’uscita con gli altri due. La mia testa era altrove e volevo solo tornare a casa ad aspettare il ritorno di mia moglie.

“Ciao.” le dissi quando entrò in casa.
“Ah, ciao, sei ancora sveglio.” rispose sorpresa lei, con le scarpe col tacco in mano.
“Sì, sono tornato da poco. Sono uscito a bere con gli altri due.”
“Gli altri due?” chiese lei non capendo o facendo finta di non capire.
“Sì, Vittorio non c’era. Usciva con una.” le dissi e cercai di cogliere la sua reazione: apparentemente impassibile.
“A te com’è andata con la tua amica? Dove eravate? Pensavo che ti avrei potuto incontrare.”
“Ah no, alla fine siamo rimaste da lei… a chiacchierare…” sembrò a disagio.
“Quindi non hai bevuto?” dissi andando verso di lei.
“Beh, sì, abbiamo anche un po’ bevuto… perché?” sembrava giustificarsi.
“Così… sei una gran fregna stasera… sei vestita sexy, quasi troppo per una uscita con una amica… e…” le dissi cingendole i fianchi con un braccio e portandola a me per baciarla. In effetti sentii un po’ il fiato che sapeva di alcool, oltre ad un altro profumo che subito non identificai. “Sarà che mi è venuta una certa voglia… e speravo che se tu avevi bevuto mi sarebbe stato più facile convincerti…”
“Che voglia?” disse lei ritraendosi un po’.
“Di scopare…” sussurrai io.
In quel momento la mia testa elaborò le sensazioni olfattive che percepivo. Quell’altro profumo che avevo sentito nel baciarla. Era un profumo da uomo. Era quel profumo che avevo sentito poche ore prima nello spogliatoio del tennis.
“Va bene…” disse lei, con aria di sfida. “Inizia a scaldarmi, allora…”
Dopo aver detto così mi spinse la testa verso il basso. Poi si tirò su la minigonna e si abbassò il perizoma.
“Leccamela.” mi intimò.
Esitai un attimo. Nella mia testa si era creato un scenario: lei che quella sera mi aveva tradito rivedendosi col suo ex, non era stata con l’amica ma aveva scopato con lui. Tutto tornava. Era possibile. Ed era tremendo ma per qualche motivo mi eccitava. Tanti indizi andavano in quella direzione oppure io glieli facevo andare, quasi sperandolo. E mi aspettavo che alle mie avances lei si sarebbe tirata indietro. Una donna che ha appena compiuto un tradimento avrebbe troppa paura di farsi scoprire, se fosse ancora profumata del suo amante e di sesso appena compiuto. E invece lei non solo non si stava tirando indietro ma mi aveva spinto subito a leccarle la fica, il luogo dell’eventuale peccato appena commesso. Era possibile che rischiasse così? Oppure che lo facesse apposta perché la eccitava? Il rischio dopo il tradimento poteva essere un moltiplicatore di lussuria.
Una gran maiala l’aveva definita lui. Possibile che lo fosse veramente? Che lo fosse stata con lui quella sera e continuasse ad esserlo con me?
Non lo sapevo ma l’idea era così perversa che tuffai la lingua fra le sue labbra della fica, per carpirne tutti gli umori. Sembrava una fica pulita, intonsa, che non aveva subito da poco una scopata. Nessun odore sospetto. Però era una fica estremamente bagnata. Forse troppo per il poco tempo che era passato tra la mia proposta e il suo spingermi in basso per farsela leccare.
Le mie convinzioni vacillarono. Probabilmente non mi aveva tradito. Forse si era vista con lui ma non ci aveva fatto niente e questo l’aveva eccitata e basta. Ma dal bacio in bocca e dalla leccata di fica potevo quasi giurare di avere una moglie fedele. Fu forse questo pensiero a frenare un orgasmo che mi avrebbe fatto sborrare nelle mutande senza neanche tirarlo fuori. Sarebbe stato imbarazzante doverle spiegare il perché di una venuta così repentina.

“Allora com’è andata con la tipa l’altra sera?” chiesero a Vittorio mentre stavamo ancora giocando la partita di doppio.
“Bene.” rispose lui dopo aver tirato in rete una risposta. “Non la vedevo da un po’ ma direi che abbiamo ripreso da dove eravamo rimasti.”
“Quindi gran scopata?”
“Sì, sì, lei sempre una gran maiala.” rispose dopo un bel lungolinea che io non riuscii a prendere. “Con sempre le stesse voglie di una volta.”
“Ah sì, quali voglie?”
Andai in battuta.
“Anale.” disse Vittorio ed io sbagliai la prima.
“Sempre gran anale con lei.” ribadì mentre io sbagliavo anche la seconda, perdevamo il game, il set e il match e mi prendevo gli insulti dal mio compagno di squadra.

“Amore, c’è una cosa che vorrei fare…” le dissi mentre le massaggiavo la schiena, in preparazione di qualcosa di più. “Una cosa che è da un po’ di tempo che non facciamo…”
“Cosa?”
“Questo.” le dissi mentre con la punta dell’indice pressai contro il suo buchetto del culo.
“Ah.” rispose lei sorpresa ritraendosi d’istinto.
“Non vuoi?” chiesi preoccupato.
“No… non è che non voglio… è che non mi sento del tutto a posto per farlo… cioè… capisci…”
“Sì, sì, ok. Va fatto quando te la senti.”
“Sì, ti prometto che lo facciamo, se ci tieni.”
“Ma a te non piace? Mi pareva ti piacesse.”
“Sì mi piace, ma devo essere eccitata al punto giusto… devo essere molto eccitata e deve, diciamo così, venire naturale…”
“Cioè?”
“Cioè idealmente non dovresti neanche chiedermelo… dovresti farlo e basta… capendo quando è il momento giusto… ma capisco che è difficile, per colpa mia.”
“Una volta lo facevamo abbastanza spesso, ti ricordi?”
“Sì.”
“E ti ricordi anche la prima volta?”
“Uhm, sì…”
“Non fu difficile. Ti piacque da subito. Forse abbiamo solo perso l’abitudine.”
“Sì, infatti, dobbiamo solo prenderci di nuovo la mano, vedrai che al momento giusto sarò disponibile.”
“Ok.”

“Come sta tua moglie?” mi chiese Vittorio mentre eravamo sotto le docce dopo aver giocato l’uno contro l’altro. Aveva vinto lui.
“Bene, grazie.”
“Le hai detto che la salutavo?”
“Sì, sì. Ti saluta.”
“Ha detto solo così?”
“Sì.”
“Posso confessarti una cosa?” mi chiese ma poi non aspettò la mia conferma. “Spero che tu non te ne abbia a male, ma da quando mi ha fatto ricordare Martina le ho dedicato qualche sega, ricordando i nostri trascorsi.”
“Ah.” risposi non sapendo cosa dire e girandomi per dargli le spalle per due motivi. Il primo era che nel dire quella cosa si era preso in mano il cazzo e aveva fatto il gesto di tirarsi una sega e temevo che il suo cazzo si sarebbe eretto e non volevo vederlo in quello stato. Sarebbe stata una immagine che mi si sarebbe stampata in testa pensando che quello era il cazzo che si era scopato mia moglie da giovane. Il secondo motivo era che temevo che quella conversazione avrebbe causato in me una erezione e non volevo che lui se ne accorgesse.
“Non ti sei offeso per questa cosa, vero?” mi chiese con tono fintamente preoccupato.
“No, no. In fondo ognuno coi suoi pensieri fa quello che vuole, no?” risposi. In realtà la cosa mi turbava, ma non volevo farglielo capire. Anche perché in parte mi turbava in senso positivo.
“Già…” disse lui con tono sognante e subito dopo sentii il rumore del cazzo che veniva segato.
Il mio intanto era in erezione e stava richiedendo sangue sottraendolo al cervello, facendomi procedere in quel dialogo in maniera probabilmente stupida e avventata.
“Posso chiederti una cosa?” dissi infatti ad un certo punto.
“Certo. Tutto quello che vuoi.” disse con una disponibilità divertita.
“Quanto tu e… Martina… stavate insieme, lo facevate anche… ecco… facevate anche anale?”
“Cosa?” disse come se non mi avesse sentito. Eravamo sotto le docce, poteva essere vero o forse si divertiva a farmelo ripetere.
“Quando stavi con Martina, facevate anale?” ripetei scandendo ad alta voce. Che strano effetto mi fece porre una domanda del genere riguardo a mia moglie.
Lui ridacchiò.
“Perché me lo chiedi?” rispose con una domanda.
“Perché, ecco… una stupidaggine… ma lei mi ha sempre detto che io per lei ero stato al primo a cui lo aveva concesso, ma poi mi è venuto qualche dubbio conoscendoti, per quella cosa che hai detto riguardo alla tipa con cui sei uscito quella sera e poi per il modo in cui hai chiamato Martina… una gran…”
“Una gran maiala. Sì.”
“Quindi?”
“Cosa?”
“È vero che io sono stato il primo a cui lei lo ha dato oppure lo aveva già dato a te?”
Scoppiò in una gran risata.
“Davvero hai questo dubbio?” mi chiese divertito.
“Forse non ce l’ho più.” ammisi.
“Non ti sei accorto se era una strada già percorsa o no?”
“E… era la prima donna che inculavo… non avevo termini di paragone…” mi giustificai.
“Ok, ma tra un sentierino stretto e un’autostrada a quattro corsie la differenza si sente… il modo in cui ti fa entrare… è tutto lì…”
“Quindi era… un’autostrada?”
“Ma perché non lo chiedi a lei?”
“Perché mi direbbe la stessa cosa che mi disse all’epoca…”
“Cosa ti disse?”
“Di fare piano perché non l’aveva mai fatto.”
Vittorio rise poi lo sentii avvicinarsi e mi prese le spalle. Mi girò di forza. I nostri due cazzi sbatterono l’uno contro l’altro, entrambi eretti. Li guardammo, li confrontammo a vista. Il suo era decisamente più voluminoso, in lunghezza e larghezza.
“Che gran maiala che era, eh? Le donne sono capaci di farci credere di tutto, basta che ce lo facciano venire duro ed è fatta. Fai piano… ahaha… dopo che aveva preso questo…” disse indicandoselo e dandomi una pacca sulla spalla di conforto. Poi si staccò da me e finì la doccia continuando a ridacchiare e scuotere la testa. Io umiliato mi girai, appena in tempo per nascondere il fatto che dal mio cazzo sgorgarono alcune gocce di sborra, per una strana eccitazione data da quella situazione.

Martina era uscita di nuovo con quella sua amica. O così mi aveva detto. Io quel pomeriggio avevo scritto a Vittorio, chiedendo se c’era per una partitella serale dell’ultimo minuto. Mi aveva risposto che doveva uscire con una tipa. Gli avevo chiesto se era la stessa dell’altra volta. Mi aveva risposto con un pollice in su e una foto buia in cui si intravedeva un culo a pecorina. Poteva essere quello di mia moglie? Poteva decisamente esserlo. Non ne ero sicuro ma ero sicuro che non ci fosse nessun dettaglio che lo escludeva. Nel dubbio, molto lieve, andai in bagno a segarmi.
Quando lei tornò io la stavo aspettando come la volta precedente. Lei si stupì, vista l’ora tarda, ma poi capì che volevo ripetere la stessa scena e così in un attimo mi ritrovai in ginocchio a leccarle la fica. Però avevo in mente un finale diverso.
Improvvisamente mi staccai da lei, la afferrai per i fianchi e la spinsi contro il tavolo, in modo che il suo busto si appoggiasse sul piano e rimanesse con il culo esposto. Mi tuffai subito col viso tra le sue chiappe, prima ancora che avesse tempo di reagire. Lingua nel culo.
“No, che fai?” protestò lei con poca convinzione e voce un po’ timorosa.
Non risposi ma affondai ancora di più tra le sue chiappe. Se la fica era, come la volta prima, umida ma pulita, il buco del culo appariva diverso. Pulito era pulito ma sembrava arrossato e morbido, come se fosse stato usato a lungo quella sera. Lei provò a fermarmi, temendo probabilmente che notassi la cosa, ma allo stesso tempo non resisteva al piacere insolito di avere una lingua a titillarle l’ano.
Poi mi alzai. Le diedi qualche istante di tregua, giusto il tempo di slacciarmi i pantaloni. Lei ansimava contro il tavolo. Il mio cazzo era durissimo.
“Così lo vuoi? Ti piace così?” le grugnii mentre con decisione puntavo e spingevo la cappella per violare il suo sfintere anale.
Lei urlò di sorpresa e di piacere. Si aprì senza nessuna difficoltà. Nella mia mente malata pensai all’autostrada a quattro corsie. Al casello che si apre col telepass. Prima di me era passato un camion.
Sborrai in un attimo, grazie anche ai quei pensieri perversi sull’infedeltà di lei. Forse normalmente mi sarei sentito in colpa di non averle dato tempo di godere anche lei ma la convinzione che lei quella sera avesse già abbondamente goduto alle mie spalle mi faceva sentire a posto con la coscienza.
“È così che vuoi che lo faccia?” le chiesi mentre ero crollato sopra di lei ed il mio cazzo era stato espluso gocciolante dal suo culo.
“Più o meno.” rispose lei.
“Non è stato difficile, no? Anche se era tanto che non lo facevamo. Non ti ho fatto male.”
“No.” rispose lei che non poteva aggiungere altro.
“In fondo è sempre stato così. Anche la prima volta non avevi fatto fatica a darmelo.”
“Si vede che sono portata.”
“A far cosa?”
“Ad essere inculata.”
“Sei una gran maiala.”
“Sì. In certi casi sì.”
(fine prima parte)
Molto bello. Fantastica l’idea degli inserti di chat.
Grazie
Geniale, spero continui presto! Complimenti.
Grazie anche a te
Scritto molto bene…..ti prende. Va detto pero’ che si tratta del solito cliche’; marito cuck coglione che subisce le corna senza reagire e moglie e bull furbetti che se ne approfittano del solito sfigato.
peccato che una simile cosa non trova molto seguito nella vita di tutti i giorni
Grazie per il complimento e anche per la critica
aspetto…anzi aspettiamo il seguito….bello bello bello…..mi è piaciuto molto….mia moglie invece ne è uscita come se fosse lei….speriamo che il seguito esca presto.
Grazie. Mi fa molto piacere che sia stato letto e apprezzato da entrambi.
parte 2?
Arriverà, mi serve avere il tempo di scriverla nel momento in cui ho la giusta ispirazione, anche se la storia l’ho già in mente.
ci stai facendo soffrire per la parte 2🤣
quanto manca per la parte 2?
Sono sicura che mi stupirai con il seguito
Elena
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