Seconda parte di Ex abrupto.
Come ogni anno il circolo tennis aveva organizzato i tornei per gli iscritti amatori per categorie di età. Avevo vinto la prima partita. Avevo vinto la seconda e anche la terza. Ero in finale. Dall’altra parte del tabellone c’era Vittorio. Io contro l’ex di mia moglie. Ex che sospettavo non lo fosse più del tutto. Tutto ciò era stimolante. Potevo avere una rivincita sul campo con quello stronzo. E se invece avessi perso? Nella mia testa era una partita che significava più del premio simbolico messo in palio dal circolo.
“Vieni a vedermi giocare domenica?” chiesi a mia moglie Martina.
“Davvero vuoi che venga?”
“Perché non dovrei? Almeno ho qualcuno che tifa per me.”
“Mah… perché… visto quello contro cui giochi… potresti non aver piacere che io lo incontri.”
“Per me non è un problema. Per te lo è?”
“No, no.”
Facevo fatica a decodificare mia moglie in questa situazione. Certi segnali mi rendevano sicuro che lei avesse ricominciato a vederlo e che mi stesse mettendo le corna con lui. Altri comportamenti smontavano queste mie ipotesi. Dentro di me ero combattuto. Non sopportavo l’idea che lei mi fosse infedele ma allo stesso tempo quando ci pensavo mi eccitavo anche.
E venne il giorno della finale. Arrivai al circolo e mi diressi verso lo spogliatoio, per cambiarmi per andare a giocare. Fuori c’era Vittorio, che chiacchierava con altri soci del circolo. Quando mi vide arrivare fu spavaldo e sbruffone come sempre. Tentò qualche gioco psicologico per intimidirmi ed acquisire fin da subito un vantaggio nella sfida. Lo lasciai perdere ed entrai nello spogliatoio. Sulla panca c’era già appoggiata la sua roba e il suo cellulare. Nel momento in cui appoggiai a fianco le mie cose vidi una notifica sul suo telefono. Un messaggio.
Impiegai qualche secondo a decodificare le informazioni che il mio occhio aveva colto nel giro di pochi istanti. Il mio stomaco invece fu più rapido e sentii subito come una sensazione di vuoto.
Un culo come foto profilo. Un culo bello come quello di mia moglie. Il nome con cui aveva salvato il mittente: Martina 🐷. Non avevo fatto in tempo a leggere il messaggio.
Guardai verso la porta dello spogliatoio. Riflettei che dal momento in cui l’avrei vista aprirsi avrei fatto in tempo a rimettere a posto il telefono prima di essere visto. Fuori sentivo la voce di Vittorio che continuava a parlare. Mi ricordai che una volta avevo notato la sequenza di numeri con cui lui sbloccava il telefono.
Non ci pensai su troppo e non riflettei sulle possibili conseguenze, a guidarmi era un istinto di gelosia e curiosità, un desiderio masochistico di scoprire la verità, pur sapendo che mi avrebbe fatto stare male ma forse mi avrebbe anche eccitato.
Aprii la chat di Whatsapp e fu come un pugno allo stomaco. Eppure già lo sapevo, già lo avevo inconsciamente accettato. Eppure il mio cazzo reagì al contrario di me e quasi sborrò mentre leggevo i messaggi.


Tra me e Vittorio nel tennis non c’era mai stata la differenza schiacciante che ci fu in quel primo set: 6-1.
Io non c’ero in campo. Ad ogni colpo che lui dava alla pallina pensavo ai colpi che aveva dato a Martina. Pensavo a lei con lui. Al tradimento, al fatto che fosse tutto vero. E poi la sentivo incitarmi da bordo campo, ma la sua voce la immaginavo mentre godeva con lui.
La cosa paradossale era che giocavo con un accenno di erezione. Ero eccitato più che incazzato. Però ero svuotato. Nella mia testa cercavo di ricordare i messaggi che avevo letto velocemente. Gli ultimi erano inequivocabili ma mi davano anche una speranza. Non erano messaggi tra amanti nel senso di amore, ma tra amanti nel senso di sesso. Anche quelle cose che avevo intravisto scorrendo la chat un po’ in su raccontavano di un dialogo (e qualche foto oscena) incentrato esclusivamente sul sesso.
Mia moglie era una gran maiala. Non del tutto con me ma lo era e questo mi eccitava.
Ripensai al fatto che negli ultimi messaggi si augurava la mia vittoria. Perché rimanevo suo marito e incidentalmente perché Vittorio si sarebbe consolato sessualmente con lei, scopandola probabilmente in modo più porco del solito.
Non so se fu questo o fu la lenta accettazione della situazione e il fatto di tornare concentrato sulla partita. Il secondo set fu equilibrato. Vinsi 6-4 con un break al momento giusto.
Prima del tie-break tornammo un attimo negli spogliatoi, per riprenderci dal caldo.
“Ti è andata bene che nel primo set non ero in partita. Adesso è un’altra storia.” gli dissi, per provocarlo.
“Invece è andata bene a te che nel secondo mi sono rilassato. Ma adesso vedrai.”
“Perché ti interessa tanto vincere questo torneo?”
“Sono competitivo.”
“Vuoi una motivazione in più?” gli dissi e poi lasciai la frase in sospeso. Non ero sicuro io stesso di quello che stavo per dire, ma durante la partita avevo acquisito una consapevolezza e una sicurezza che mi faceva sentire imbattibile. Volevo prendere in mano la situazione, volevo entrare in gioco, volevo dimostrare che la parte forte in quella relazione ero io. Sì, il marito cornuto che accetta con eccitazione le corna subite è la parte forte perché non ha paura di perdere, di essere sostituito. L’amante che si scopa le mogli altrui invece, dietro l’apparenza, è insicuro e le usa per sentirsi migliore degli altri. Ero arrivato a quella conclusione.
“Che motivazione.”
“Lo so che ti scopi Martina.”
Colsi stupore sul suo volto e un po’ di diffidenza. Non capiva che tipo di reazione stavo avendo.
“Lo so. E lo accetto. Non ho paura di perderla. Se per lei è uno svago piacevole ben venga, tanto poi torna sempre da me, perché preferisce me. Lei tifa per me.”
“Contento tu.”
“Giochiamocela.”
“Cosa?”
“Martina. Chi vince se la scopa. L’altro guarda.”
“Cioè vuoi vedermi mentre te la scopo?”
“No, sarai tu a guardare.”
“Cosa ti fa pensare che a lei vada bene?”
“Non sei tu a dire che è una gran maiala?”
“E poi?”
“Poi cosa?”
“Io la scopo e tu guardi. E poi? Vorrai continuare a guardarci quando scopiamo tra noi?”
Rimasi un attimo pensieroso. Non avevo pensato bene. In realtà non avevo pensato per nulla a questa proposta folle. Mi era uscita così. L’adrenalina del match, lo sconvolgimento per la scoperta fatta poco prima.
“Un anno.” disse Vittorio.
“Cosa?”
“Fino al prossimo torneo.”
“Cosa?”
“Chi vince se la scopa per un anno. L’altro no.”
Mi misi a ridere.
“Hai paura di perdere? Come vedi io no. Sai che perderai.” mi stuzzicò.
“Ok, ci sto. Se a lei va bene stare senza il suo amante per un anno ci sto, perché sarò io a vincere.”
“Ahaha povero illuso.”
Palla match. Sto servendo. Uno scambio lungo, poi una palla alta. Posso fare uno smash. Posso chiuderla qui. Posso vincere il torneo, posso “vincere” mia moglie. Se sbaglio toccherà a Vittorio battere. Sta battendo bene e io sono stanco. Se non faccio questo punto è facile che andrà a vincere lui. Con tutto quello che ne consegue.
Ma io voglio vincere? Perché la prospettiva di perdere mi sembra improvvisamente così appetibile. Mi piace l’idea di perdere e di essere umiliato in quella folle scommessa fatta tra di noi. Lasciarla sessualmente a lui per un anno, perché mi eccita questa cosa? Ovviamente nell’idea che a lei vada bene. Anzi sarebbe proprio il consenso di lei a rendere la cosa eccitante.
Mentre la palla cade verso di me credo di avere deciso. Voglio perdere. Voglio fare il cornuto contento e in bianco. Sono pazzo ma seguo il mio istinto. La colpisco. Male e piano. Per il dritto facile di Vittorio.
Lui la colpisce. Peggio di me. Va in rete. Ho vinto. Mia moglie esulta. Ancora non sa niente.
La festa del circolo del tennis dopo quella partita fu strana. Vittorio incazzato. Io quasi indifferente che mi prendevo i complimenti di tutti in attesa di un momento in cui parlare con mia moglie.
Non è un discorso da tutti i giorni quello di un marito che deve comunicare di avere scoperto che lei lo tradisce, ma di non essere arrabbiato, anzi di esserne eccitato. E come se non bastasse di dirle poi che nel frattempo ha fatto una scommessa col suo amante e avendola vinta lei non dovrebbe più poterlo vedere per un anno. Poi dover rispondere alla inevitabile domanda: “e se avesse vinto lui?”
Non so bene come ne uscii. Probabilmente fu l’assurdità di tutta la situazione a bloccarne una reazione istintiva e alla fine a farle accettare la cosa. Non poteva arrabbiarsi, era lei la colpevole di tradimento, non poteva mostrarsi troppo delusa dal fatto di dover rinunciare all’amante e non al marito e non poteva neanche indignarsi troppo perché le lasciavo comunque libertà di accettare o no e quindi non seppe come reagire se non subendo la situazione in modo passivo.
Poi certo, il fatto che fossimo entrambi abbastanza brilli, aiutò.
La festa era finita, tutti se ne erano andati, al circolo era tutto spento. Io avevo le chiavi e avevo una gran voglia di chiavare. Presi Martina per mano e la tirai dietro a me. Andammo fino al campo dove avevo vinto il torneo.
“Voglio scoparti qui.” dissi “Per celebrare fino in fondo la vittoria.”
“Tu sei pazzo.” commentò lei, ma non si tirò indietro.
“E tu sei un gran maiala, vero?”
“Sì.”
“Allora spogliati.”
Nudi, in mezzo al campo adiacenti alla rete. Io in piedi, lei avvinghiata a me e impalata sul mio cazzo. Mi sentivo potente. Avevo vinto, in tutti i sensi. Forse quell’idea di essere cornuto non era poi così attraente. O forse sì.
Sentimmo un rumore e poi vedemmo un’ombra. Non facemmo in tempo a spaventarci che sentimmo la voce di Vittorio.
“Sono io. Tranquilli.” e si avvicinò. Martina rimase impalata sul mio cazzo ma appoggiò i piedi a terra.
“Vale ancora anche la prima parte della scommessa?” chiese con me.
“Cioè?” dissi io non essendo lucido a sufficienza.
“Che chi vince scopa e l’altro guarda? Continuate pure.” disse con tono da sconfitto. Era un Vittorio diverso dal solito.
E noi continuammo. A Martina sembrò non dispiacere avere uno spettatore. Per lo meno avere quello spettatore. E questo mi eccitò. Lei lo guardava, controllava che lui la guardasse.
Capii che quella mia idea che quasi mi aveva fatto perdere la partita non se ne era andata. Mi intrigava troppo che lei fosse anche sua. Averla solo per me era bello, ma condividerla era perverso.
“Rompo l’accordo.” dissi dopo poco.
“Eh?” chiesero all’unisono.
“Non mi basta avere Martina tutta per me. Voglio che sia una gran maiala e quindi voglio che si anche tua, Vittorio.”
“Sicuro?” mi chiese lei palesemente attratta da questa nuova prospettiva.
“Sì, facciamo così: la sua figa è mia per quest’anno. A te lascio il culo.”
Martina spalancò gli occhi guardandomi. Non penso che avrebbe mai pensato di sentire una frase del genere uscire dalla bocca di suo marito.
“Così siamo tutti contenti.” conclusi.
“In fondo la partita è stata equilibrata. Ho fatto più punti io ma tu hai vinto.”
“E potremmo iniziare subito.”
Dicendo questo sollevai di nuovo Martina in modo che si avvinghiasse a me con braccia e gambe. Io la sostenevo per le chiappe, allargandogliele appositamente. Vittorio si stava slacciando i pantaloni e avvicinando minaccioso, dall’altra parte della rete.
“Oddio.” disse lei quando capì cosa stava per succedere.
Lui puntò il cazzo da dietro. Io lo sentii entrare facendosi largo dentro di lei che si abbandonò a noi, sostenuta dai nostri due cazzi e dalle nostre braccia, persa in un orgasmo incombente.
“Quindi siamo arrivati pari?” chiese lui.
“Sì, ha vinto lei.” risposi io prima di eiaculare dentro mia moglie.
Sarò sincero, poteva essere un racconto strepitoso, ma con un finale così è stato completamente rovinato. Tutta la carica erotica distrutta in poche righe. Peccato.
A me invece è piaciuto.
un finale diverso dal solito dove il cuck viene umiliato
queste situazioni “ex equo” non sono affatto male per nessuno
poi ovviamente ognuno ha i propri gusti
Lo attendevo da un pochetto grazie
Letto ora tutto d’un fiato in spiaggia vicino a mio marito ignaro della mia lettura 😀
In definitiva mi è piaciuto e non poteva finire in altro modo.. fossi stata io almeno uno dei due lo avrei finito in bocca e caso sarebbe stato l’amante 🙂 ora è meglio se faccio un bagno..
Elena
sei una gran maiala anche tu?
sei una gran maiala anche tu?
La prima parte è davvero ben scritta (splendida la meta narrazione dei messaggi whatsapp che si integra alla perfezione con il testo del racconto) mentre questa seconda parte è una piacevole conclusione che dimostra a chi ti segue che dopo tanto tempo sai ancora trovare soluzioni niente affatto scontate.
bravo
Ras
Ringrazio per i commenti, positivi e negativi che siano. Mi interessa sempre sapere cosa ne pensate. Siete in tanti a leggere, pochi a commentare.