Ispirato da una lettrice che spero presto vi farò conoscere meglio attraverso i suoi racconti delle sue vicende erotiche
Un mattino d’agosto iniziò a squillare il telefono. Uno strano orario per una telefonata, soprattutto vedendo sul display il nome sotto al quale avevo salvato il numero: Elena T. (dove T. stava per Troia)
“Pronto?” risposi.
“Ciao.” voce bassa, sussurrata.
“Ciao troia. Cosa c’è?”
“Mah, niente. Volevo sentire qualcuno. Volevo sentirti.”
“Perché?”
“Sono eccitata.”
“Racconta.”
“Sono… sono qui in vacanza con mio marito. Siamo in un piccolo albergo nella campagna francese. Abbiamo una camera che dà sul retro, con un piccolo giardino che è tutto nostro e confina con quello di un’altra camera.”
“Tu dove sei adesso?”
“Sono appena fuori dalla porta finestra.”
“Dov’è tuo marito?”
“Sta dormendo. È tornato a dormire, dopo che…”
“Perché sei eccitata?”
“Perché… non mi è bastato…”
“Cosa non ti è bastato?”
“Appena svegli gli ho fatto un pompino. Qui sulla porta finestra, come ieri mattina. Ieri poi abbiamo anche scopato e io ho urlato. Credo che la persona qui a fianco ci abbia sentiti. Forse ci ha visti.”
“E questo ti eccita?”
“Molto… lo sai.”
“Come sei vestita?”
“Ho una maglietta lunga. E basta.”
“Spogliati.”
“Davvero?”
“Sì. Spogliati nuda e vai in giardino.”
“Sei sicuro?”
“Sì. Fallo. So che vuoi farlo, hai solo bisogno che qualcuno te lo ordini.”
“Sono nuda.”
“Vai nel giardino. C’è una sdraio o qualcosa?”
“Sì.”
“Stenditici sopra. È in vista rispetto al vicino?”
“Sì.”
“C’è il vicino? Lo senti? Lo vedi?”
“Sento dei rumori. Credo sia sveglio e sia in giardino. Mi potrebbe vedere.”
“Ottimo. Allora comincia a toccarti.”
“Ma lo sai come faccio se mi tocco. Non riesco a stare in silenzio.”
“È quello che vogliamo, no?”
“Sì…”
“Ti stai toccando?”
“Sono fradicia.”
“Anche io mi sto toccando. Ho il cazzo in mano.”
“Non mi dire così…”
“Com’è il vicino di camera?”
“È un ragazzo giovane… in realtà è il cameriere dell’albergo… ci ha servito ieri sera… mi guardava con l’aria di chi al mattino mi aveva vista mentre succhiavo il cazzo…”
“Dimmi cosa ti stai facendo.”
“Mi sto… non ci riesco… ho bisogno di due mani… appoggio un attimo il telefono…”
Sentii dei gemiti, sempre più forti, per un paio di minuti.
“Eccolo.” sentii improvvisamente di nuovo la sua voce.
“Ti sta spiando?”
“Sì. Ho sentito che si avvicinava. Poi ho visto un’ombra. È dietro di me ma credo che mi stia guardando.”
“Tu cosa stavi facendo?”
“Cosa vuoi che stessi facendo? Avevo due dita in fica e con le altre mi strizzavo il clito. Poi un dito dell’altra mano nel culo.”
“E adesso?”
“Adesso ho solo il dito in culo. Con l’altra ho dovuto prendere in mano questo cazzo di telefono con cui tu mi stai scopando la mente. La mia fica è all’aria, bella esposta, bagnata e aperta.”
“Girati. Guardalo.”
“Mi vergogno.”
“Proprio per quello lo farai.”
“Mmh… eccolo… è lui… è lì mi sta guardando.”
“Cosa sta facendo?”
“Mi guarda… credo si stia segando, dietro al muretto.”
“E io mi sto segando al di là del telefono… due cazzi duri per te…”
“Non mi dire così…”
“Prenditene almeno uno. Alzati. Vai da lui.”
“Guarda che se mi dici così lo faccio.”
“Te lo dico.”
“E mio marito?”
“Sta dormendo, no?”
“Sì, credo di sì. Non lo vedo.”
“Peggio per lui. Ti sei alzata?”
“Sì.”
“Cosa vedi?”
“Il suo cazzo e la sua mano che fa su e giù.”
“Avvicinati.”
“…”
“Ti piace il suo cazzo?”
“…”
“Non mi dire che hai già iniziato a succhiarglielo.”
“…”
“Sento dei rumori e non mi rispondi, mi sa che ti sei piegata in avanti, appoggiata al muretto per prenderglielo in bocca. Dimmi se non è vero, troia.”
“…”
Rumori di risucchio, gemiti e mugugnii. Poi ad un certo punto sentii un urletto e subito dopo delle botte. Le doveva essere caduto di mano il telefono. I rumori si fecero più ovattati. Dei grugniti, poi dei gemiti di lei, altri probabilmente del ragazzo. Un rumore di colpi di mano aperta su pelle nuda. Una voce maschile. Altri gemiti. Lei che dice qualcosa, nella frase sento la parola “culo”. Di nuovo la voce maschile. La parola “troia”. Un’altra voce maschile, in francese.
Si doveva essere svegliato il marito. L’aveva trovata piegata a novanta che succhiava il cazzo del vicino. Forse la stava osservando da tempo, fin da quando lei si era masturbata sulla sdraio. Si era eccitato, come sempre quando la vedeva fare la troia. Poi si era avvicinato, lei probabilmente non l’aveva sentito arrivare, presa com’era dal cazzo da succhiare e dalla telefonata con me. A quel punto l’aveva presa da dietro. Forse direttamente nel culo, come piaceva a lui. Per punirla. O meglio per premiarla, visto quanto piaceva anche a lei.
Gemiti forti e parolacce in francese. Doveva esserle venuto in bocca. Grugniti e schiaffi sul culo, da parte del marito che forse le stava venendo in culo. Poi le urla di lei, finalmente a bocca libera, che probabilmente furono sentite in tutto il piccolo albergo e anche nelle case confinanti col giardino.
Il mio fu invece un orgasmo silenzioso. Mi sborrai sulla pancia segandomi e ascoltandoli.
“Ci sei ancora?” la voce di lei, dopo alcuni minuti di silenzio.
“Sì.”
“Ci hai sentito?”
“Sì.”
“Sei venuto?”
“Sì, e tu?”
“Non mi hai sentito? Certo che sono venuta.”
“Intendevo quante volte.”
“Non lo so. Ero quasi venuta quando parlavo con te. Sono venuta mentre mi masturbavo. Poi mentre lo succhiavo. Poi è arrivato mio marito. Dopo non ho capito più nulla. Mi spiace che mi sia caduto il telefono, però continuavo lo stesso a sentire la tua voce nella mia testa, sapevo che eri lì anche tu. Ero lì tra tre uomini. Scopata da tre uomini.”
“Scopata solo da due in realtà.”
“No, no. Il ragazzo mi scopava in bocca. Mio marito mi scopava nel culo. Tu mi scopavi in testa.”
Devo risponderti..adesso! E lo faccio spudoratamente davanti a mio marito. Ho letto velocemente mentre sorseggiavo il mio cocktail con il mio lui che mi attendeva pazientemente distratto da altri culi qui attorno al baretto della spiaggia.
La tua versione è composta da frammenti “veri” che ti ho sommariamente raccontato, ricuciti assieme con il risultato di un tuo racconto eccitante e spinto. Questa tua visione si avvicina di molto alla realtà con sequenze temporali differenti al vero, come sai bene.
Non devi sperare, mi racconterai molto presto nei fatti e modi reali. Una testimonianza a te riportata e composta come solo tu puoi fare.
Elena T.
Mi è piaciuto. Mi sono sempre piaciute le T che non riescono a resistere alle tentazioni e alle proprie voglie.
forse un po’ troppo spinto per essere l’introduzione di un nuovo personaggio, ma sono sicuro che i prossimi racconti saranno di notevole bellezza
Elena se sei vera beh complimenti. L’autore si è lasciato evidentemente travolgere da un’erezione pericolosa mentre scriveva 🙂 Ti stimo per il coraggio di raccontarti apertamente e di classificarti come una T anticipando il luogo comune maschile. Se una donna fa certe cose è una P… o una T.. mentre se lo fa un uomo è un Grande. Beh avete rotto e sappiatelo mariti o fidanzati lettori: le donne lo fanno e non lo dicono generalmente quindi state attenti alle vostre sante donne 🙂
Una lettrice