Arti visive e performative

Da spettatore a partecipante

Ero ad una festa privata organizzata nel piccolo cortile di un antico palazzo che ora fungeva da museo. Si era mangiato e bevuto ed era arrivato il momento del ballo. La gente affollava il centro del cortile. Tutt’attorno, al primo piano, c’era un ballatoio dove qualcuno, come me, si era rifugiato nelle pause tra un ballo e l’altro. Ero appoggiato alla ringhiera, con un bicchiere in mano, e osservavo sotto la gente che ballava sulla musica selezionata dal dj. Accanto a me c’era un uomo circa della mia età, anche lui con un bicchiere in mano. Scambiammo due parole, parlando ad alta voce per sovrastare la musica.

Da sotto una donna guardò in alto, lo vide e lo salutò sorridendo con la mano. Era una biondina dai capelli lisci che avevo già notato durante la serata per la sua bellezza ed eleganza. Indossava un tubino nero, scarpe aperte col tacco alto. Aveva un fisico minuto, belle gambe e un viso dolce.

“Mia moglie.” commentò lui ad alta voce indicandola e guardandomi, come per spiegarmi perché lei l’avesse salutato.

“Molto affascinante.” risposi io cercando di mostrare un apprezzamento in modo educato.

“Grazie.”

Lei sotto stava dimenandosi un po’ a ritmo di musica. Era sexy. Si muoveva bene. Poi guardò di nuovo in alto. Fece un gesto al marito, quel gesto tipico di noi italiani, indicando poi lui e indicando in giro. Voleva sapere come arrivare dove eravamo noi. Il marito, capendola, le indicò dove erano le scalette per salire.

Ci raggiunse nel giro di poco e si mise anche lei ad osservare la gente che ballava, abbracciando il marito da dietro. Mi diede un rapido sguardo. Ricambiai con un sorriso, alzando leggermente il bicchiere.

Percepii subito qualcosa in lei, dal modo in cui si era avvinghiata al marito. Non era un semplice abbraccio, ma qualcosa di più fisico. Si strusciò su di lui e poi gli scivolò a fianco cercando il suo bacio. Fu un bacio appassionato, voglioso, che io spiai con la coda dell’occhio.

Mentre continuava a baciarlo notai che la mano di lei scivolò sul pacco di lui e lì indugiò a lungo, non limitandosi ad appoggiarsi ma palpando e stringendo con le dita. Immaginai che il gesto avesse provocato in lui una erezione, a chi non l’avrebbe fatto nel momento in cui la propria moglie dimostra in modo così evidente di avere voglia di sentire tra le mani il cazzo.

Lei ne aveva voglia. Lo si capiva da come si muoveva. Col senno di poi lo si era capito subito da come si era approcciata a lui, ancora prima che ne cercasse il cazzo con la mano.

Io davo qualche occhiata, facendo finta di farlo distrattamente. Non volevo essere indiscreto però mi incuriosiva osservarli. Era una bella scena da vedere, una coppia che si amava, anche nel senso fisico del termine.

Lui sembrò interromperla, prima che eccedesse, dato che lei non sembrava avere freni. Poi cambiarono posizione: lei si appoggiò alla ringhiera e lui l’abbracciò cingendola da dietro. Si scambiarono due parole. Erano uno attaccato all’altra ma col fatto che la musica era alta dovevano comunque parlarsi ad alta voce ed io potevo in qualche modo interpretare il loro dialogo.

“Ho voglia.” disse lei.

“È ancora presto per andare via.” fu più o meno il senso della risposta di lui. Lei sembrò delusa ed infatti non desistette.

Notai come lei cominciò ad ondeggiare i fianchi sensualmente a ritmo di musica e intanto spingeva all’indietro il culo, premendo su di lui e presumibilmente sentendo la sua erezione contro le chiappe. Non credo che lui la potesse aver persa con una dimostrazione così evidente di desiderio sessuale da parte di lei.

Lei era molto sexy nel modo in cui si muoveva. Sprigionava voglia. Si capiva che voleva di più. Io facevo sempre più fatica a non girarmi in modo palese per guardarli. Erano sicuramente molto più interessanti rispetto alla gente che ballava di sotto.

Incrociai per un attimo lo sguardo di lei, che mi sorrise, mentre ruotava all’indietro la testa per cercare il bacio di lui.

Pian piano il suo tubino si stava alzando, soprattutto nella parte posteriore, in parte per lo sfregamento e l’ancheggiamento ma in parte anche aiutato da lei che non faceva nulla per frenarne la risalita, anzi.

“Voglio scopare.” lessi il labiale di lei.

“Amore, non qui, dai. Dopo.” capii la risposta di lui che però appariva combattuto tra il fatto di essere in un luogo pubblico e la voglia della moglie. Il suo cazzo duro sicuramente non aiutava nel farlo ragionare lucidamente, ma a quanto pareva lui stava riuscendo a mantenere una certa razionalità, molto più di lei che dal modo in cui si strusciava e si reggeva alla ringhiera stava forse avendo un principio di orgasmo.

Andarono avanti così per qualche minuto. Lei con la schiena sempre più inarcata in modo da riuscire sia a baciare lui che a premere le sue parti basse contro di lui nella maniera più stimolante. Notai le gambe di lei, in tensione, e le braccia con cui si teneva alla ringhiera. Notai la flessuosità del suo corpo. La immaginai come dovesse essere a letto, pronta ad ogni posizione. In particolare me la figurai a gambe aperte e ginocchia piegate, con le mani a tenersi le caviglie e ai piedi quelle scarpe col tacco. Avevo anche io una erezione prepotente e ormai non distoglievo quasi più lo sguardo da loro.

Lei se ne accorse. Mi sorrise.

“Puoi guardare. Mi piace se lo fai.” mi urlò poco dopo. Io cercai lo sguardo di lui, per l’approvazione. Lui rimase abbastanza neutro ma di sicuro non mi fulminò con lo sguardo, come per dire che dovevo smettere di guardare sua moglie e di farmi fantasie erotiche su di lei.

A quel punto smisi di farmi problemi e li osservai senza più pudore. Anche loro, lei soprattutto, di pudore ne avevano ormai pochissimo. Il tubino era risalito del tutto e lei strusciava il suo culo coperto solo dal perizoma contro di lui. Lei aveva smesso di baciarlo e molto spesso si girava verso di me fissandomi negli occhi. Le piaceva che fossi spettatore.

“Dai, scopami.” gli urlò.

“Non possiamo, qui.” disse indicando verso dove c’era tutta la gente.

“Cerchiamo un posto, non ce la faccio più.”

Lui sembrò acconsentire. Lei si ricompose, abbassandosi il tubino. Si guardarono attorno, per capire dove spostarsi. Lui le prese la mano e sembrò sul punto di avviarsi quando lei lo fermò. Mi guardò e poi gli disse qualcosa nell’orecchio che io non capii. Lui mi guardò. Scosse la testa. Lei sembrò insistere. Tirò fuori le sue armi per convincerlo. Con le provocazione ricevute fino a quel momento non era probabilmente difficile farlo. Lui sollevò le spalle. Lei si girò verso di me e mi fece un cenno come per seguirli.

“Se vuoi puoi venire a guardare.” mi disse.

Non mi feci troppe domande, non ebbi troppi dubbi. Il mio cazzo duro decise per me e mi avviai dietro di loro.

“Solo guardare, eh.” si preoccupò di ribadire lui mentre ci allontanavamo dalla zona affollata e rumorosa. Io annuii.

Lei era euforica. Stava per essere scopata dal marito col brivido di farlo davanti ad un voyeur. Camminava reggendosi a lui, con le gambe che quasi le tremavano per l’emozione e per gli orgasmi che fino a quel punto aveva probabilmente solo sfiorato.

Li seguii, eccitato e sorpreso dalla situazione improvvisa in cui mi ero ritrovato. Lei ogni tanto si girava, come a controllare che li stessi seguendo veramente. Mi sorrideva ogni volta. Scendemmo dal ballatoio e ci infilammo all’interno del palazzo che però era in gran parte interdetto ai presenti alla festa, a parte alcuni locali come i bagni. Ma a lei non piacque l’idea di farlo in un bagno pubblico.

“Andiamo di qua.” disse lei indicando un passaggio che portava alle sale del museo, che erano al buio ma non inaccessibili, a quanto sembrava.

“Se ci beccano ci fanno il culo.” commentò lui, titubante.

“E se non ci beccano il culo me lo fai tu, dai andiamo.” rispose lei, inarrestabile per quanto era vogliosa di concludere. Noi due uomini eravamo più timorosi, ma i nostri cazzi duri ce la fecero seguire senza protestare ulteriormente. Il potere della fica fa sempre fare delle cazzate.

Oltrepassammo la prima stanza in penombra ed arrivammo nella successiva, ancora più buia. Attorno a noi opere d’arte.

“Qui va bene.” disse lei fermandosi con lui al centro della stanza. Io rimasi a qualche metro di distanza.

Lei si inginocchiò e armeggiò con la sua cintura. Gli abbassò i pantaloni e gli tirò fuori il cazzo, prendendoselo subito in bocca. Iniziò un vorace pompino con la particolarità che lo sguardo di lei era spesso rivolto a cercare il mio invece che quello del marito. Con una mano lei si stava toccando fra le gambe.

“Sei una cagna…” mormorò lui.

Lei si interruppe e lo segò per un po’, guardando verso di lui e sorridendo perversa. Poi mi guardò e disse:

“Mi piace avere uno spettatore. A te piace guardarmi?”

“Sì. Sei molto bella e… porca.”

Lei si tirò su, si allontanò da entrambi e si mise vicino all’unica finestra della stanza, da cui entravano le luci colorate della festa che si svolgeva all’esterno. Anche la musica si percepiva, ma molto attutita. Si chinò in avanti, lasciando le gambe dritte, si sollevò il vestito e lasciò scivolare fino ai suoi piedi il perizoma che portava, mostrandoci così il culo nudo. Poi con sensualità liberò i piedi dalle mutandine e le raccolse. Me le tirò.

“Puoi tenerle come ricordo.” mi disse maliziosa mentre il marito si avvicinava a lei, con l’aria di chi temeva che io potessi anticiparlo, ma io ero impegnato ad odorare le mutandine che mi aveva lanciato lei, molto bagnate.

Lui la prese per i fianchi, quasi con rabbia. Lei si appoggiò con le mani al davanzale interno della finestra e mugolò di piacere quando sentì il cazzo del marito farsi strada in lei. Io mi avvicinai. Lei si girò verso di me.

“Posso tirarmi fuori il cazzo e segarmi?” chiesi cercando più l’approvazione di lui che di lei.

“Devi.” rispose lei anticipando ogni eventuale rimostranza del marito.

Lo feci. Lei guardò felice il mio cazzo.

“È duro per me?” chiese.

“Sì… porca…” mi avvicinai ulteriormente, ci potevamo sfiorare, volendo. Il marito mi guardò un po’ preoccupato e non del tutto contento.

“Hai visto, amore, che bel cazzo duro per la tua mogliettina troia? Hai visto che effetto che faccio?”

“Zitta… cagna…” la strinse ancora di più per i fianchi ed intensificò le spinte dentro di lei.

“Posso toccarglielo? Eh, amore?” lo implorò lei mentre alternava lo sguardo tra il mio cazzo, i miei occhi e quelli del marito.

“No.” rispose lui seccamente.

“Dai… glielo prendo solo un attimo in mano… voglio sentire un cazzo che è duro solo per avermi guardata…”

Io rimasi lì inerme, non volevo entrare nella disputa tra moglie e marito. Non volevo metterci il dito, come si dice, ma di certo speravo ardentemente di poterci mettere il cazzo.

“Dai, ti prego amore, lasciamelo toccare solo un attimo. Guarda che bello che è… tutto per me…”

“No.” rispose lui, ma lei sembrò ignorare la sua risposta perché allungò la mano verso di me. Io ero combattuto, da un lato bramavo di sentire la stretta della mano di lei, dall’altro non volevo fare incazzare lui. Lo guardai accennando a ritrarmi, ma da come lui mi guardò capii che anche lui era comandato dal cazzo duro e avrebbe accettato le azioni della sua calda mogliettina.

“Oddio…” dicemmo io e lei in coro mentre le sue dita si serravano sicure attorno alla mia asta.

“Grosso… duro…” commentò lei segandomelo per diversi secondi. Io dovetti frenare in ogni modo l’eccitazione che mi stava portando a sborrare quasi subito, tanto più che le successive parole di lei promettevano ulteriori miglioramenti delle sensazioni promesse.

“Amore, posso succhiarglielo un po’?” domandò infatti al marito.

“No, questo no. Questo è troppo.” rispose lui netto.

“Dai… solo un attimo… voglio sentirlo in bocca…”

“No. Basta. Guarda che smetto di scoparti se continui.”

“No, amore, dai… ok… scopami… non smettere…”

“E tu smetti di segarlo.”

“Ok…” disse lei, senza lasciare la presa dal mio cazzo.

“Smettila.” disse lui e la prese per le spalle, tirandosela a se. Lei era così in piedi, sulle punte, col cazzo di lui che entrava in fica da dietro e la schiena aderente al petto di lui. La testa era rivolta all’indietro, appoggiata ad una sua spalla. Lui la teneva per il collo.

“Se volete…” dissi io quasi timidamente “Posso fare io sesso orale su di lei…”

“Oddio, amore, sì, ti prego sarebbe bellissimo…”

“Avevamo detto guardare e non toccare…” disse lui ma sembrava sempre meno convinto.

“Ti prego, ti prego, ti prego… digli di leccarmela…”

Restammo alcuni istanti fermi immobili a guardarci negli occhi io e lui mentre lei tremava e sbrodolava in preda ad anticipazioni di orgasmo. Capii che potevo farlo e mi inginocchiai. Il suo clitoride sporgeva fieramente, spinto fuori dalla fica spalancata dal cazzo di lui.

“Io però il cazzo non lo tolgo.” disse lui sorridendo convinto di fermare così le mie intenzioni. In effetti quello non lo avevo messo in conto. Non avevo pensato che avrei avuto il suo cazzo a pochi centimetri dalla mia bocca. Anzi che per leccargliela sarei dovuto entrare per forza in contatto anche con lui.

“Dai, leccamela.” disse lei piegando la testa per guardarmi, con un’aria così eccitata che mi avrebbe convinto a fare qualsiasi cosa.

Appoggiai la lingua premendo contro il clitoride. Le bastò quello per cominciare ad esplodere. Poi glielo succhiai tra le labbra e infine scesi con la lingua dove le sue, di labbra, si aprivano allargate dal cazzo. Percepii la sua rigidità contro la mia lingua. Intanto lei stava sbrodolando e i suoi succhi colavano sul mio mento. Per lei era ormai un orgasmo continuo. Poi sentii le pulsazioni di lui, anche lui stava venendo inondandola. Il mio cazzo, tornato dentro alle mutande, decise di unirsi alla festa e me le impiastricciò tutte.

Appena ci riprendemmo tutti e tre, chi più chi meno, dal godimento appena avuto, io venni mandato via in malo modo da lui.

“Hai avuto anche più di quello che ti era stato promesso, hai toccato mia moglie. Basta così. È stata la tua serata fortunata, ora vattene.”

“Dai, amore… non fare così… ti ha pure leccato un po’ il cazzo o sbaglio?”

“Ha leccato più la tua figa, troia.” aggiunse lui evidentemente alterato. La sua eccitazione doveva essere sfumata e in quel momento non era più contento e attratto dalla trasgressione a cui lo aveva portato la moglie, che invece era ancora eccitata ed estremamente soddisfatta dell’esperienza fatta.

“Ok, ok, me ne vado, non litigate.” dissi io che non volevo rovinare l’esperienza vissuta e forse in parte capivo lui. Anche a me, una volta avuto l’orgasmo, ero rimasto turbato da alcune cose che erano successe, come ad esempio e soprattutto quei brevi contatti bisessuali.

Lei mi guardò come per scusarsi e ringraziarmi.

“Comunque hai una gran donna al fianco, sei un uomo fortunato.” aggiunsi.

“Grazie.” rispose lui rilassandosi e forse cominciando a rielaborare e ad accettare gli accadimenti.

Tornai in mezzo alla festa, a ballare con le mutande sporche di sborra, sperando di venire raggiunto nuovamente da loro, o almeno da lei, per sentirmi dire che quell’esperienza tra sconosciuti non era conclusa lì.

4 commenti su “Arti visive e performative”

  1. Letto e assaporato tutto mentre mio marito sta guidando direzione aeroporto. Mi ha interrotta più volte chiedendomi cosa stessi guardando, conosce bene le mie espressioni, ha colto l’eccitazione nei miei occhi. Lascio il commento ora poi chiudo tutto senza dargli spiegazioni so che mi terrà il broncio per tutto il viaggio e sono certa che è eccitato pur non sapendo nulla.

    Questo racconto mi ispira e di parecchio, eccitante e molto porco….come piace a me. Personalmente avrei finito il voyeur nella mia bocca e il mio lui lo avrebbe accettato, volente o nolente.

    Grazie bellissimo!

    Elena T.

  2. Pingback: Volente o nolente – analcoholic

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