A casa? No

La notte prosegue

“Amore, aspetta, non andiamo a casa.” saltò su lei mentre il marito guidava ed io ero seduto dietro. “Ho cambiato idea.”

“E dove vuoi andare?” chiese lui, quasi scocciato dalla volubilità della moglie.

“Da nessuna parte, in realtà…” ed io pensai subito che volesse intendere che io non avrei più fatto parte dei loro giochi, almeno per quella sera. Mi sbagliavo.

Lei si sporse verso di lui e gli parlò nell’orecchio. Nel frattempo lo accarezzava, probabilmente tra le gambe, anche se non potevo vedere.

“Eh no.” la interruppe lui. “Se andavamo a casa almeno era una cosa a tre, almeno partecipavo. Così invece…”

“Dai amore, so che ti piace lo stesso l’idea. Lo sento. Ce l’hai durissimo. Ti piace avere una moglie troia…” cercò di convincerlo lei, con armi molto potenti, evidentemente.

“Sì, ma…” sembrò non sapere cosa ribattere, combattuto tra l’assecondare la troiaggine della moglie e le sue prerogative di marito e maschio.

“Dai, facciamo come ho detto.” concluse lei e non sembrò accettare ulteriori obiezioni.

Detto quello lei tornò dietro da me, nuda com’era sempre rimasta, infilandosi tra i due sedili e dimostrando una buona flessibilità.

“Su, amore, tu continua a guidare. Gira per la città. Facci da autista. Noi intanto qui dietro scopiamo.” disse lei informandomi implicitamente di quale fosse il piano.

Piano al quale io aderii senza opporre nessuna resistenza, confortato dal mio cazzo che, nonostante le fatiche di quella serata si ridestò subito quando lei si mise a cavalcioni su di me.

“Mettetevi in mezzo, almeno vi vedo.” ci chiese lui guardandoci dallo specchietto retrovisore.

Lei calò la sua figa umida e calda su di me, avvolgendomi il cazzo. Io con le mani le afferrai le chiappe, per guidarle il movimento e gustarmi la forma e la morbidezza del suo culo. Nello stesso tempo iniziai a leccarle e mordicchiarle tette e capezzoli, con suo grande apprezzamento.

“Oh, amore, mi sta scopando… ha il suo cazzo piantato dentro di me…”

Lui non rispose. Sembrava incazzato ed eccitato. E incazzato per essere eccitato.

Ero già venuto troppe volte quella sera per cui riuscii a scoparla per chilometri e chilometri. Non avevo idea di dove fossimo. Non riconoscevo le strade della città. Non ci stavo neanche dando grande attenzione, a dire il vero.

“Vorrei incularti.” le dissi ad un certo punto, travolto dal piacere e senza più freni inibitori, mentre con un dito esploravo la zona dell’ano.

Lei mi sorrise, disse “Sei un porco!”, ma poi non diede segno di voler cambiare posizione e di volersi sfilare il mio cazzo dalla sua figa.

Sentimmo la macchina fermarsi e il motore spegnersi. Ci guardammo attorno. Sembrava il parcheggio di un centro commerciale.

“Dove siamo? Perché ti sei fermato?” chiese lei.

“Non riconosci il posto?” rispose lui. “È dove hai iniziato a fare la troia con me.”

“Ah…” commentò lei, apparentemente soddisfatta.

Lei continuò a cavalcarmi. Lui intanto abbassò i finestrini. Nel giro di poco percepimmo qualcuno che si avvicinava all’auto. Prima girandoci attorno e poi, dopo aver capito la situazione, venendo dritto verso di noi. Era un uomo di mezza età.

Guardò dentro dal finestrino posteriore. Aveva una mano dentro ai pantaloni.

“Che figa! Che zoccola!” commentò.

Si tirò fuori il cazzo e continuò a segarsi. Mi accorsi che lei lo guardò e sembrò eccitarsi ancora di più. Sbrodolava sul mio cazzo.

“Si sta segando per me…” mi sussurrò nell’orecchio.

“Chi è la troia?” disse l’uomo rivolto al marito di lei ancora seduto davanti.

“Mia moglie.” rispose lui, come fosse la cosa più normale del mondo.

“Ah, sei un cornuto allora. Un cornutazzo. Ti piace essere cornuto e fartela scopare? Eh?”

“Non sono un cornuto. Lui è un amico. Siamo d’accordo. È una cosa a tre.” cercò di difendere la sua dignità che sentiva minacciata da quell’accusa infamante per gran parte degli uomini: essere cornuti.

“Non mi sembra una cosa a tre. Il tuo amico se la bomba e tu sei davanti che ti seghi.”

Non sapevamo che avesse iniziato a segarsi quando aveva parcheggiato. O forse, chissà, aveva iniziato anche prima mentre guidava. Io lo avrei fatto al posto suo.

“Non è un amico, lo abbiamo conosciuto stasera per caso. Non dare retta a quel cornuto di mio marito.” intervenne lei ridendo, divertita dalla situazione.

“Taci, troia, e pensa a scopare. Fanculo.”

“Ah, allora anche a me mi avete conosciuto questa sera. Se volete mi presento. Poi posso scoparmi anche io la troia?” disse l’uomo, speranzoso.

Noi intanto ci eravamo spostati dal centro del sedile verso il finestrino dalla parte dell’uomo.

“No, ma se ti avvicini se vuoi ti sego.” disse lei, ormai senza freni.

L’uomo non se lo fece ripetere due volte. Fece due passi brevi, ostacolato dai pantaloni a mezza gamba, e protese il suo cazzo verso il finestrino, alzandosi in punta di piedi. Lei lo prese in mano.

“Oh, che bella mano…” disse lui. Poi si ritrasse. Poi si rifece avanti. E così via per un po’. Il tocco di lei rischiava di farlo venire subito e lui non voleva. Voleva godersi un po’ la situazione. Lei era un po’ frustrata, ma comunque lusingata del potere che esprimeva su di lui.

Intanto anche il marito era sceso dall’auto ed era venuto, a cazzo di fuori, a guardare la scena, eccitato evidentemente dalla moglie che mi scopava e segava uno sconosciuto.

“Sega mio marito…” mi disse lei sussurando e mordendomi un orecchio.

“Eh?” dissi io pensando di non aver capito.

“Dai, su. Segalo. Dimostrami che sei il porco che sei.”

Io, boh. Io in quel momento avrei fatto qualsiasi cosa lei mi avesse chiesto, credo. Era tutto troppo eccitante.

Allungai la mano. Il cazzo del marito era bello e duro.

“Visto?” disse lui piacevolmente sorpreso da quel mio gesto, rivolgendosi all’altro uomo. “Visto che è un amico? Altrimenti non mi segherebbe. Visto che è una cosa a tre. Non sono un cornuto.”

“Intanto adesso è una cosa a quattro. Tua moglie sta segando me.”

“Una sega non è niente per quella troia di mia moglie. E lui la sta scopando solo perché siamo d’accordo, è una cosa a tre. E io…” si fermò per pensarci su, voleva ribadire il suo non essere vittima degli eventi, vittima dei capricci lussuriosi della moglie. E alla fine gli venne una idea per ristabilire il suo potere su di lei, anzi su di me. “E io, sono io che io comando in questo trio. Non credere che sia mia moglie a decidere con chi scopare. Comando io e infatti adesso per dimostrartelo lui non si limiterà a segarmi. Lui ora mi succhierà il cazzo.”

Lei emise un gridolino di stupore e ridacchiò divertita dalla cosa.

“Dai, fallo.” mi disse nell’orecchio. “Fai contento mio marito… tanto glielo hai già leccato prima… dai un contentino al cornuto…”

“Ma… io…” balbettai.

“Se glieli succhi dopo ti do il culo…” mi promise sottovoce.

“Troia…” imprecai sconfitto mentre mi sporsi verso il finestrino.

“Visto? Visto? Si scopa mia moglie ma è un succhiacazzi. È una cosa a tre. Cosa ti dicevo?”

L’uomo non sembrò prestare troppa attenzione alle parole. Quello che stava vedendo e il tocco di lei sul suo cazzo furono più che sufficienti per farlo venire. Schizzò dentro l’auto colpendo sia lei che me.

Io ne approfittai per smettere di succhiare il cazzo del marito. Lei mi guardò compiaciuta e mi baciò in bocca.

“Bravo.” mi sussurrò.

“Se vuoi posso succhiartelo anche io.” sentimmo l’uomo che si rivolgeva al marito.

Poi lo vedemmo sparire dalla vista, dato che si era abbassato. Un gemito del marito ci fece capire che l’uomo aveva cominciato il pompino, probabilmente con molta più voglia e abilità rispetto a me.

A quel punto lei si sfilò da me. Contorcendosi si girò su se stessa e poi si risedette su di me, puntellandosi sul mio cazzo dandogli accesso sempre al buco a me più vicino, solo che rivolgendo verso di me la schiena si trattava di quello posteriore.

Mantenne la promessa fattami qualche minuto prima e mentre il marito si svuotava nella bocca di quello sconosciuto io facevo lo stesso, per quel poco che ancora potevo svuotarmi, nel culo della moglie.

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