Luna di miele

6

Minuti. Minuti di fellatio e minuti di cunnilingus. Lui non dava segni di cedimento. Si godeva alla grande il pompino. Lei non sembrava stanca di farlo. Il mio tempo refrattario doveva essere passato, la situazione eccitante c’era. Era il mio cazzo a non essere d’accordo. Non rispondeva. Era moscio. Non dava segni di vita. Cominciai ad innervosirmi e questo non aiutò.

Perché cazzo non diventava duro?

“Amore, ci sei?” disse lei interrompendo il pompino e girandosi verso di me.

Ecco. Ora se ne sarebbe accorta anche lei che non mi tirava. E avrebbe pensato che la situazione non mi eccitava più.

“Sì, ancora un attimo.” dissi come se sentissi che mancava poco.

“Ma non sei eccitato?” mi chiese lei con la bocca sbrodolante. Una visione che mi avrebbe dovuto far rizzare all’istante.

“Sì ma… non so come mai… il troppo sesso di questi giorni… non so…”

Fece una faccia delusa. A me venne spontaneo guardare il cazzo di lui che invece svettava indomito.

“Ma non ti piace quello che stiamo facendo?”

Che

stai

facendo, magari, pensai. Ma non lo dissi.

“Sì, sì, certo che mi piace… te lo assicuro… ma a volte capita… ci vuole un po’ più tempo per riprendersi dopo una sborrata. Ero troppo eccitato, forse.”

“Ma io… io però…” sembrava smarrita. Si guardò attorno. Si soffermò sul cazzo di lui. “Io non ce la faccio più. Ho bisogno di essere scopata.”

Ah, non è più

fare l’amore

, pensai.

“Dammi, ancora qualche minuto.” la implorai.

“Aspetta, proviamo così.” disse e si chinò verso di me. Cominciò a leccarmi il cazzetto moscio. Così facendo rivolse le terga verso il ragazzo che apprezzò decisamente la vista del culo e della fica a pecora di cui fino a quel momento non aveva ancora potuto godere.

Mia moglie si impegnò a fondo per risvegliare il mio pene non collaborativo. Intanto il ragazzo la stava toccando con le dita, forse gliele stava infilando nella fica. Poi si chinò e iniziò a leccarla, anche se dalla posizione che aveva la sua lingua era probabilmente sull’ano.

Non si era parlato del fatto che lui potesse toccarla e leccarla. Leccarle il culo per di più. Un po’ mi incazzai e questo non aiutò la situazione. Non potevo però certo dire niente. Non ero nella condizione di dettare regole. Poi la sentivo che stava apprezzando molto, a differenza mia a giudicare dalla reazione del mio cazzo moscio.

Niente da fare. Nessun segno di indurimento.

Lei si alzò, delusa e sconfortata.

“Ma non ti piace?” chiese sconsolata.

“Sì, ma quando è così… non c’è niente da fare… non è colpa tua… probabilmente sono troppo teso per questa cosa… mi spiace…”

Lei mi guardò. Stava quasi per piangere.

Intervenne lui. Con la delicatezza di caterpillar.

“I can fuck you.” disse offrendo il suo aiuto, non proprio disinteressato.

Lei si girò verso di me, con una espressione implorante e speranzosa.

“Può?” mi chiese.

No, non poteva. Questi erano i patti. Ma potevo negarglielo a quel punto. Era colpa mia, stavo fallendo come maschio e a causa mia avrei rovinato tutta quell’esperienza. Se andava male probabilmente non l’avremmo più rifatto. Come avremmo potuto se la mia reazione era quella che avevo.

Mia moglie scopata da un altro. Da uno che a differenza mia era in grado di mantenere il cazzo duro e farla godere con quello. Davvero stavo per acconsentire al fatto che accadesse.

Già ero umiliato dal mio stesso cazzo, potevo esserlo ancora di più ad assistere ad una cosa del genere. No, come avrei potuto. Non potevo dirle di sì. Non potevo, cazzo. Era mia moglie, non poteva scopare con uno sconosciuto, anche se in mia presenza. No.

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