Luna di miele

9

La mattina successiva fu la prima della nostra luna di miele in cui non facemmo sesso. Ammetto che io ci provai, ma venni respinto.

“Ho ancora in testa tutte le cose di ieri, non voglio cancellarle subito con altro sesso.” fu la spiegazione a mio parere poco sensata, ma su cui non potevo farle cambiare idea.

Restammo in spiaggia tutta la mattina. Poi pranzammo e tornammo nella nostra camera. Spesso in quei giorni, nel caldo del primo pomeriggio di appisolavamo nudi nel letto e poi ci risvegliavamo facendo l’amore.

Quel giorno, quando ci provai, lei mi fermò.

“Ieri ti è piaciuto, allora?” mi domandò.

“Sì, sì. Esperienza intensa, ho avuto qualche esitazione, ma se ci ripenso mi è piaciuta.”

“Tutto? Ti è piaciuto tutto quello che abbiamo fatto?”

“Sì, nel complesso sì.”

“E avresti voluto fare qualcosa di diverso?”

“Beh, vorrei non aver avuto quel momento di defaillance, ma ormai è passato.”

“No, intendo… ti è mancato qualcosa? Cioè pensi di non aver sfruttato del tutto l’occasione di farlo in tre?”

“Uhm… no, direi di no…”

“Io invece sì.”

“Ah sì? Cosa?”

“Se te lo dico non mi giudichi male?”

“Ehm… no, non ti giudico… non giudico male nessuna fantasia erotica… però se dici così, mi fai venire qualche dubbio…”

“È che quelle regole… non avevo avuto il coraggio di dirtelo prima… ma nella mia testa c’è una cosa che associo subito al farlo in tre… ma forse ti sembrerò troppo troia…”

“Troppo troia? Ieri confesso che mi sei sembrata

troppo

troia in certi momenti…”

“Davvero?” chiese preoccupata.

“Sì… però… cioè… in realtà mi sei piaciuta nei momenti in cui lo eri troppo…”

“Davvero?” chiese fiduciosa.

“Sì. Quindi in che altro modo avresti voluto essere

troppo

troia?”

“Ecco… mi dispiace non aver provato una cosa che si può fare solo in tre…”

“Cioè una cosa per cui hai bisogno per forza di due cazzi?” pensavo di aver già capito e cercai di aiutarla a dirlo facendole vincere l’imbarazzo.

“Sì…”

“Due cazzi insieme?”

“Sì…”

“Due cazzi insieme… contemporaneamente?”

“Sì…”

“E immagino non come avevamo pensato di fare… con quello di lui in bocca mentre io ti avrei dovuto scopare…”

“No…”

“Quindi cosa avresti voluto fare? Puoi dirmelo.”

“Vorrei… volevo… capire cosa si prova ad averne uno nella fica… e uno…”

“E uno…?”

“E uno nel culo… nello stesso momento… stretta tra i due corpi… mmmh… troppo troia?”

“Hai detto volevo, ma prima hai detto vorrei…”

“Sì.”

“Quindi?”

“Abbiamo ancora qualche sera qui in viaggio di nozze… potremmo riprovare… se il ragazzo è d’accordo…”

“Non credo si tirerà indietro, gli sei piaciuta molto, direi. Quando vorresti farlo?”

Roteò gli occhi. Si morse un labbro. Guardò in basso, in direzione del mio cazzo che era duro. Sembrò rinfrancata da quella visione.

“Stasera?” disse col tono di chi è colpevole.

Non le risposi. Scivolai in basso e andai con la testa fra le sue gambe. Annusai gli umori che colavano fuori dalla fica e poi ci tuffai la faccia. Mentre la leccavo le infilai indice e medio dentro. Poi portai il pollice in basso e premetti contro l’ano che si aprì subito, accogliente. Quella doppia penetrazione digitale era la mia risposta. Quella sera avremmo riprovato.

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