
(e altre questioni numeriche)
LA PROPRIETÀ ASSOCIATIVA DELL’ADDIZIONE
40 + 38
“Allora, com’è scopare con un quarantenne?” chiesi con tono scherzoso a mia moglie dopo aver cercato di dare il meglio di me nel sesso. Era il giorno del mio compleanno e dunque ironizzavo sull’aver raggiunto quella soglia psicologica di età e giocavo sul fatto che lei fino al giorno prima aveva scopato con un me stesso ancora trentenne e quindi era come se fossi per lei un nuovo amante.
Lei, palesemente soddisfatta, si tirò su appoggiandosi su un gomito e mi guardò con una espressione sarcastica.
“Ho sempre apprezzato il modo in cui scopano i quarantenni.” rispose stando al gioco.
Io non colsi subito il significato che lei voleva dare a quella frase. Pensavo fosse solo un modo di dire e quindi ribadii il concetto, come se lei non avesse capito cosa intendevo.
“Eh, ma finora non l’avevi ancora provato.”
“Che cosa?”
“Com’è scopare con un quarantenne. Cioè fino a ieri non lo ero. È una battuta. Voglio dire…”
“Sì, l’ho capita la battuta. Non sono mica scema. Sei tu che non hai capito.”
“Cosa?”
“Che non è vero che non avevo ancora provato come scopa un quarantenne.”
“In che senso?” chiesi io allarmandomi un po’ perché pensavo di essermi perso qualcosa.
“Non dovresti essere stupito. Lo sai benissimo.”
La guardai interdetto e poi finalmente capii.
“Ah… intendi lui… aveva quarant’anni?”
Mia moglie, quando era ancora la mia fidanzata aveva avuto un amante. Un amante più grande di lei. Non ricordavo avesse ben quarant’anni, cioè l’età che avevo io adesso. All’epoca io ero rimasto ignaro di tutto, poi la cosa era venuta fuori dopo qualche anno ed io l’avevo subito perdonata. Anzi mi ero eccitato e le avevo chiesto di raccontarmi tutto, eccitandomi ancora di più.
“Sì. Aveva quarant’anni.”
“E tu? Quanti ne avevi?” le chiesi non ricordandomi bene.
“Io? … ventitre mi pare.”
“Cazzo!” esclamai.
“Cosa?”
“Niente… pensavo…”
“A cosa pensavi?” chiese lei sospettando subito qualche mio pensiero non del tutto lecito.
“Pensavo… a come sarebbe… per me.”
“Cosa?”
“No, niente.” cercai di smorzare capendo che mi stavo addentrando in discorsi pericolosi.
“Dimmelo.” disse lei quasi minacciosa.
“Ma niente, dai, una fantasia così. Pensavo a come sarebbe scopare una ventitreenne.”
“Non azzardarti neanche a pensarlo.” disse lei gelosa, poi però aggiunse: “A lui piaceva molto.”
“Non ne dubito. Poi per lui la ventitreenne eri tu.”
“Cosa vuoi dire?”
“Che eri una gran figa. E una gran porca.”
“Ero?”
“Lo sei ancora, ma lo eri alla grande.”
“Però non ero una gran porca, a ventitre anni.”
“Ti sbagli, lo eri. Ricordo cosa mi hai raccontato di avere fatto con lui.”
“Appunto. Con lui. Come ero con te a ventitre anni? Cosa ti ricordi?”
“Eri…” cercai di ricordare. All’epoca scopavamo, certo. Eravamo giovani e allupati. Però lo facevamo in modo molto normale, senza troppe cose strane. Aveva ragione. “Eri… normale.”
“Era lui che mi faceva essere porca. Un quarantenne con una ventenne. Un mix tremendo.”
“Con questo non mi aiuti, però.”
“A far cosa?”
“A non pensarci a come deve essere scopare una ventitreenne.”
“Ne conosci qualcuna?” indagò mia moglie oscillando continuamente tra la provocazione e la gelosia.
Ci pensai su un attimo. O meglio feci finta di pensarci un po’, in realtà una mi venne in mente subito.
“C’è la nuova tirocinante, in azienda.” dissi.
“Com’è? Carina?” chiese mia moglie e non sapevo bene quanto dovevo essere sincero.
“È… sì, sì… è carina.”
“Molto carina?”
“Sì.” ammisi.
“Ci hai già fatto dei pensieri porchi su di lei? Prima di sapere di questa coincidenza di differenza di età?”
“Ehm… no.”
“Sincero. Tranquillo, non mi arrabbio. Sono solo pensieri.”
“Ok. Sì.”
“E come ti sembra? Secondo te è una porcellina?”
“Uhm… no, sembra una brava ragazza, tranquilla, per bene, timida.”
“Io come sembravo a quell’età?”
“Tu… anche tu… sembravi una brava ragazza…”
“E non lo ero?”
“Sì, lo eri, però…”
“Però cosa?”
“Però quello che mi hai raccontato che facevi con lui… ecco, non era proprio da brava ragazza.”
“Cosa ti ricordi che facevo non da brava ragazza?”
“Eh, eri fidanzata con me eppure… ti facevi scopare sulla sua scrivania… mi ricordo.”
“Solo scopare? Secondo me ti ricordi anche qualcos’altro, qualcosa che ti ha sempre eccitato sentirmelo raccontare.”
Intanto il mio cazzo era tornato dritto e duro e mia moglie lo accarezzava con le unghie.
“Ti facevi scopare, glielo succhiavi e…” deglutii nervosamente. “E… ti facevi inculare.”
“Mi facevo inculare?” disse lei fintamente scandalizzata. “Ma se ero vergine di culo? A te non l’avevo mai dato.”
“Eh, lo so. A lui invece sì.” risposi a metà tra l’offeso e l’eccitato.
“E lo hai capito il perché? Arrivato a quarant’anni lo hai capito?”
“Sì. Perché lui era un quarantenne esperto e a te piaceva troppo fare la ragazzina giovane ma già molto troia ed esperta.”
“Bravo. La tua collega pensi lo sia?”
“Sia cosa?”
“Vergine di culo?”
“Ma che ne so. Le giovani di oggi sono diverse, più disinibite…”
“Ma lei come ti sembra? Secondo te? Ha il fidanzato?”
“Sì, ce l’ha. L’ho visto un giorno.”
“E come ti è sembrato?”
“Un ragazzino. Timido e inesperto come ero io.”
“E dunque?”
“Ma cosa vuoi che ti dica?”
“Voglio che tu mi dica le tue fantasie su di lei. Se sei diventato un porco come lo era il mio amante quarantenne.”
“Ah sì? Ma cosa vuoi? Vuoi che faccia come lui? Vuoi che mi scopi la mia collega? Che ti tradisca, che ti metta le corna?”
“Non ti devi azzardare o ti taglio le palle.” disse minacciosa stringendomele tra le dita e pungendole con le unghie.
“Perché? Tu l’hai fatto all’epoca e io ti ho perdonato. Perché io non potrei farlo?”
“Perché io so quanto possono essere troiette le ragazze di ventitre anni con gli uomini quarantenni. E so anche quanto gli uomini quarantenni possono perdere la testa per loro, dimenticando le proprie mogli.”
“Non è vero, lui ti scopava e basta, hai detto che non c’era niente fra voi.”
“Non c’era niente per me. Non vuoi sapere perché è finita? Perché lui aveva cominciato a dire che voleva lasciare la moglie, che voleva fare un figlio con me. Aveva perso la testa. Il culo di una ventitreenne disponibile e vogliosa vi fa questo effetto.”
“Non me lo avevi detto, questo.”
“Eh no, era già tanto che mi avevi perdonato per aver fatto la zoccola, ci mancava solo metterti la paura che avessi potuto lasciarti per lui.”
“Ma io sono diverso. Non mi innamorerei di lei, non le chiederei di lasciare il fidanzato.”
“Ah no? Non ti sentiresti in competizione con lui? Non vorresti sapere lui come la scopa, quanto ce l’ha grosso, solo per poi sentirti superiore a lui?”
“Lui faceva questo?”
“Sì. Mi chiedeva di te e poi ti sfotteva, diceva che eri uno sfigato che non mi sapevi scopare, che non mi sapevi far godere, che non eri abbastanza uomo per me. Cose così. Da lì poi è scattata in lui la voglia di portarmi via da te, di dimostrare di essere ancora meglio di uno più giovane.”
“Ma tu glielo lasciavi dire?” chiesi ferito.
“Le cose riguardanti il sesso sì. Sul resto no, mi arrabbiavo perché non ti rispettava.”
“Perché le cose riguardanti il sesso sì?”
“Perché erano vere.”
“Cioè?”
“Cioè i quarantenni scopano decisamente meglio dei ventenni. Dovresti esserne contento, adesso.”
“Vale anche per le donne?”
“Sì. Hai qualche dubbio?”
“No. Penso sia vero. Però allora perché hai paura che io possa andare con una ventenne?”
“Perché voi siete stupidi e vi fate ammaliare da quello stupido concetto di verginità ed inesperienza. Vi fa sentire dei grand’uomini, quando invece è solo insicurezza. E quindi entrare per primi in una ragazza, nel suo culo per di più, o farle provare il miglior orgasmo anale mai provato vi fa innamorare di lei.”
“Voi invece non vi innamorate di chi vi sodomizza?”
“No, perché se lui non ci piace del tutto è ancora più bello.”
“Cioè?”
“Per il sesso ci piacciono stronzi. Per il resto no.”
“Sono solo generalizzazioni, ogni caso è a sé.”
“D’accordo, ma meglio non rischiare.”
“E quindi?”
“E quindi tu una storia con una ventitreenne troia non te la fai. E invece ti occupi di scopare la quasi quarantenne qui presente, che sa essere molto più troia di una ventenne, soprattutto se a scoparla è un altro quarantenne.”
“Solo scopare?” la provocai.
“Be’, visto che è il tuo compleanno posso anche farti un regalo.”
“E cioè?” chiesi speranzoso.
“Puoi sodomizzarmi.”
“Solo perché è il mio compleanno?”
“Dipende.”
“Da cosa?”
“Vediamo se a quarant’anni sei diventato bravo a mettermelo nel culo come era bravo il quarantenne che me lo ha aperto. In quel caso potrai averlo sempre, come sempre poteva averlo lui.”
“Non te l’ho mai scopato bene come lui, finora?”
“No.”
“Allora forse sono proprio i quaranta che ci fanno migliorare in quello. Oppure dobbiamo fare prima pratica con qualche ventenne, per migliorare.”
“Non ci provare, stronzo.”
“Stronzo?”
“Sì.”
“Allora mi sa che sono sulla buona strada per piacerti come lui nel sesso anale.”
“Fanculo.”
“Era proprio quello che pensavo di fare.”
La presi e la girai e senza tanti complimenti e preparazioni la scopai da dietro. Era anche lei eccitatissima ed ebbe un orgasmo nel giro di poco. Approfittai di quel momento per cambiare buco e incularla. Non so se fui all’altezza del vecchio amante, ma mi sembrò apprezzare.
Mentre pompavo dentro di lei pensavo a quando lei era giovane e mi tradiva con quello. E questo pensiero mi fece sborrare.
complimenti bello bello
letto tutto d’un fiato
Grazie
bravo! Non c’è altro da dire. Aspetto sempre un tuo racconto nuovo perché scrivi veramente bene
Grazie, mi fa piacere
bello, le donne sono sempre un passo avanti.
UGO
E a noi uomini ci piacciono così, intanto guardiamo loro il culo
esatto!!