La proprietà associativa dell’addizione

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Lei era stesa nuda sul letto a pancia in giù, con la testa appoggiata ad una coscia dell’uomo che invece era mezzo steso e mezzo seduto, appoggiato con la parte alta della schiena al cuscino a sua volta appoggiato alla testata del letto. Con le dita lei stava giocherellando col pene mezzo moscio di lui e mentre lo faceva lo osservava con attenzione.

“Che fai? Non ti ricordavi più com’era il mio cazzo?” chiese lui stupito dal comportamento di lei.

“No. In un certo senso non l’ho mai dimenticato.” rispose lei ringalluzzendo l’orgoglio di lui.

“Allora perché lo guardi così?”

“Niente, notavo come il cazzo per certi versi rimane più giovane del resto del corpo.”

“Vuoi farmi sentire vecchio, adesso?” chiese lui un po’ seccato.

“Lo sei, no?” rispose lei perfida ma poi per farsi subito perdonare si allungò con la testa per andare a baciargli la cappella. Lui cominciò ad indurirsi di nuovo.

“Lo pensavi anche pochi minuti fa, che sono vecchio?”

“Quando?” rispose lei fingendo di non aver capito per provocarlo.

“Quando urlavi di piacere perché ti stavo sfondando il culo.”

“No, lì mi sembravi ancora quello di una volta. E anche io mi sentivo ancora ventenne, come le prime volte.”

“Ti mancava il mio cazzo? Perché ti sei rifatta viva?”

“Mi mancava? Sì, forse sì. Abbiamo parlato di te con mio marito. Mi sei tornato in mente. Lui adesso ha l’età che avevi tu la prima volta che mi hai scopato. Te lo ricordi?”

“Certo che me lo ricordo. E lui ti scopa ancora male come sempre?”

“No, è migliorato.”

“È come me adesso? Ti fai inculare da lui o hai continuato a non darglielo?”

Lei non rispose subito. Sembrò pensarci un po’ su. Nel frattempo il cazzo di lui era di nuovo eretto al massimo e lei passò un po’ di tempo a leccarlo e succhiarlo, fissandolo negli occhi con uno sguardo arrapato e arrapante.

“Sì, mi incula adesso. Ogni tanto. Ma… non potrà mai essere come era stato con te. Anche solo perché io non sarò mai più la ventitreenne che scopriva tutte quelle perversioni sessuali.”

“Se non avessi voluto allontanarti da me te ne avrei fatte scoprire tante altre.”

“Non è stata colpa mia.”

“Ah no?”

“No. Sei tu che ti sei innamorato. Che volevi di più da me. Volevi fare un figlio. Quante cazzate. Hai rovinato tutto. Con te era bello perché eri l’amante, non mi sarei mai messa con uno come te.”

“Hai ragione, sono stato un coglione. A volte la vecchiaia non è sempre saggezza. Colpa del tuo culo, però.”

“Ti sei innamorato del mio culo e hai pensato di esserti innamorato del mio cuore.”

“Era facile confonderli.”

Lei si tirò su e si mise sulle ginocchia. Poi salì a cavalcioni dell’uomo, rivolgendo verso di lui la schiena. Prese in mano il suo cazzo e se lo puntò fra le chiappe. Poi si abbassò lasciando che il cazzo penetrasse in lei attraverso il buco del culo. Iniziò a fare su e giù, ansimando rumorosamente e toccandosi le tette.

“Mmh, quanto ti piaceva fare questo. Incularti da sola. Non ti bastava mai.” commentò lui.

Lei si lasciò andare all’indietro, appoggiandosi con la schiena al suo petto, facendo in modo che il cazzo rimanesse piantato dentro di lei. Piegò la testa in modo da andare a baciare l’uomo che intanto le afferrò un seno e le stimolò la fica con l’altra mano.

“Oh, sì, infilami le dita.” mormorò lei.

“Vorresti dentro qualcosa più che le dita, vero?”

“Come quella volta?”

“Sì, quando portai quel mio amico.”

“Perché lo abbiamo fatto solo quella volta?”

“Non so, sei stata tu a non volere più.”

“Ero cogliona anche io. Ero troppo giovane.”

“Vuoi rifarlo? Posso trovare qualcuno, se vuoi.”

“Chi?”

“Non so, posso pensarci.”

“Voglio uno giovane. Uno che abbia la mia età di allora.”

“Non è che poi se te lo trovo smetti di nuovo di scopare con me e vuoi solo lui?”

“No, adesso che ho ritrovato il tuo cazzo non lo mollo, se tu non fai più lo stronzo.”

“Promesso.”

Lei si sfilò e cambiò posizione. Si mise a pecorina, allargandosi le chiappe.

“Ora scopami tu.” gli disse. “Come prima. Come sai fare tu.”

Lui si tirò su quasi stancamente. Non si sentiva più un ragazzino, si sentiva tutti gli anni che aveva, ormai più vicino ai sessanta che ai cinquanta, ma per fortuna se c’era una parte del corpo che aveva mantenuto vigore, quella era il suo cazzo, per lo meno con una donna come quella che implorava di essere sodomizzata.

Lei si era rivestita, pronta a tornare a casa, come niente fosse. Lui invece era ancora nudo e la stava accompagnando alla porta. Lei lo guardò. Il corpo non era sicuramente bello come lo era quando lui aveva quarantanni. Ma anche all’epoca il suo corpo non era certo come quello del suo fidanzato e attuale marito. Eppure lei ne era attratta, oggi come allora.

“Allora ci rivediamo presto?” chiese lui.

“Sì.” disse lei abbassando gli occhi quasi vergognandosi, come faceva anni prima.

“E intanto cerco di trovare qualcuno per fare una cosa a tre. Un ventenne.”

“Sì. Anche un po’ di più, anche verso i trenta, non è un problema.”

“Ok.”

Lei sembrò esitare, non uscì come sembrava essere sul punto di fare.

“Cosa c’è?” chiese lui.

“No, niente… pensavo una cosa.” disse lei scuotendo la testa.

“Cosa?”

“Penso che mio marito si scopi la tirocinante. Come facevi tu con me.” disse lei parlando velocemente e buttando fuori quel pensiero.

“Ah, allora è migliorato davvero lui.”

“Sì, ma io sono gelosa.”

“Perché?”

“Perché penso che lei sia come ero io. Cioè, cazzo, quanto mi facevi essere troia tu? Impazzisco all’idea che ci sia una come me con mio marito.”

“Non ero io a farti essere troia. Eri troia, io te lo tiravo solo fuori.”

“Sì, va bene, ma cosa devo fare?”

“Che vuoi che ti dica? Non pensarci, è solo sesso. Come fra noi.”

“Come fra noi adesso o come fra noi allora?”

“Che differenza fa?”

“Ti ricordo che tu ti eri innamorato, volevi il cuore oltre al culo. E se mio marito volesse il suo cuore?”

“E perché lo dici a me? Cosa ci posso fare io?”

“Non lo so… era una idea, così… una idea folle, ma lasciamo stare…”

“No, dimmi.”

“Niente, pensavo… cioè, se qualcuno sostituisse mio marito nel… nel culo di lei… magari evito che lui si affezioni al cuore… cioè un modo per far finire la relazione…”

“E io cosa c’entro?”

“Potresti essere tu quello che lo sostituisce…” disse lei mordendosi le labbra nervosamente.

“Io? Con una di ventitre anni?”

“Sì, ci hai sempre saputo fare con le ragazze e… diciamo che nel sesso ho verificato che non avresti nulla da temere nel confronto con mio marito. Cioè secondo me lei preferirebbe te.”

“Ma dimmi una cosa, se tu quando scopavi con me e scopavi poco col tuo ragazzo, avessi conosciuto un ultracinquantenne che ci provava con te, cosa avresti fatto?”

“Avrei… non lo so… a uno con i tuoi modi, le tue tecniche, forse non avrei resistito. In fondo già tradivo il mio ragazzo e mi piaceva farlo.”

“E poi? Con chi avresti scopato da lì in avanti?”

“Con lui… e col mio ragazzo… e…”

“E?”

“E forse anche con quello con cui già scopavo, hai ragione. Non basta mai.”

“Ok. Però posso provarci.”

“Cosa?” disse lei non capendo.

“Con quella ragazza, dimmi come trovarla. Male non farò alla relazione che ha con tuo marito.”

“No, va be’, lasciamo perdere.”

“Ma tu sei sicura che lui se la scopi?”

“Sicura al cento per cento no, ma una donna le capisce queste cose.”

“Beh, se arrivo a scoparmela potrei scoprire anche questo e fartelo sapere con certezza.”

Lei esitò, prima si era convinta che fosse una buona idea, poi che fosse una cazzata e adesso stava dubitando di nuovo.

“E ti direi anche se è come te o se eri meglio tu…”

“Ok, va bene.”

Gli spiegò chi fosse, come contattarla. Poi se ne andò, piena di dubbi e sensi di colpa per essere tornata a scopare col suo vecchio amante, per aver imbastito quella strana relazione, per aver architettato quelle cose alle spalle di tutti. Ma mentre era in auto che tornava a casa era anche piena di voglia di tornare a scopare con lui, di organizzare una cosa a tre e anche di andare a casa e scopare col marito, anche per fargli capire che gli poteva dare tutto quello che gli dava quella ragazza.

Non si smette di fare cazzate, invecchiando, ma le si fa con più consapevolezza.

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