Bugie a fin di pene

Incontri e racconti. Lo scopo di entrambi è scopare.

È notte fonda quando lei rientra da una serata fuori con le amiche. Si infila nuda nel letto. Si appoggia a me. Io l’ho sentita tornare ma sono ancora più addormentato che sveglio. Col suo corpo scivola sopra al mio.

Puzza di alcool, di sudore, di fumo.

Il suo corpo è caldo.

“Facciamo l’amore.” mi sussurra mentre sale sopra di me.

Il mio cazzo è più rapido nello svegliarsi rispetto a me. Lui ha già capito la situazione e si è già indurito. Lei lo prende con una mano e se lo punta contro l’apertura fra le gambe.

Io sono ancora mezzo addormentato. Non riesco ancora a reagire. Non sono lucido. Non sono sicuro che questo non sia il sogno che stavo facendo.

Si muove sinuosa con piccoli movimenti. Il mio cazzo dentro di lei. Sono quasi più coccole che una scopata, almeno fin quando non mi sveglio del tutto.

Quando vengo svegliato per fare sesso c’è sempre il momento in cui passo dal dormiveglia alla veglia totale e a quel punto mi sale una voglia e un vigore incontenibili. La afferro per i polsi e con un solo movimento ribalto la nostra posizione. Ora sono io sopra di lei, col cazzo sempre piantato dentro. Inizio a muoverlo, molto più di prima.

“Perché?” le chiedo.

La sto scopando. Lei mugula, un po’ si lamenta come se preferisse il modo in cui lo stava facendo prima.

“Perché?” insisto.

“Cosa?” chiede lei per prendere tempo.

“Perché mi svegli nel cuore della notte e vuoi fare l’amore?”

“Così…” risponde evasiva.

“Dimmelo.” insisto mentre la scopo sempre più forte. Lei geme.

“Lo sai perché…”

“Voglio sentirmelo dire.”

“Perché volevo tornare tua. Subito.”

“Non eri più mia?” la sbatto quasi con rabbia.

“No…”

“Chi? Come?”

“Uno… fuori dal locale. Ballavamo. L’ho provocato. Mi voleva. Ci sono stata.”

“Cosa?”

“L’ho segato. Poi mi ha scopato, contro un muro.”

“Ti è piaciuto?”

“Mi sono sentita una troia.”

“Quindi sì.”

“E non ero più tua.”

Sborro dentro di lei, come vuole sempre dopo che mi tradisce. Poi crollo. Lei dopo due minuti già dorme. Io sono sveglio, troppo sveglio. E già di nuovo eccitato. Mi sego lentamente il cazzo sporco pensando alla scena che lei mi ha descritto.


“Oh, merda!” esclama lei col telefono in mano.

È ancora a letto, seduta. Si è svegliata da poco, dopo le ore piccole fatte ieri sera.

“Oh, cazzo!” aggiunge.

“Che c’è?” chiedo curioso e un po’ preoccupato.

“Il tizio di ieri.”

“Sì?”

“Mi conosce. Mi ha scritto. In effetti mi era sembrato un viso conosciuto, mentre ballavamo.”

“E mentre scopavate no?”

“Ero troppo ubriaca. Non ci ho più pensato dopo. Ero eccitata. Pensavo solo a scoparmelo.”

“E chi è?”

“È un avvocato. Lavora con Davide, nello stesso studio.”

“E come ha fatto scriverti? Cosa ti ha scritto?”

“Si ricordava il mio nome. O mi ha trovato tra gli amici di Davide. Meglio non ti dico cosa mi ha scritto.”

“Vuole scopare ancora?”

“Sì.”

“Quando?”

“Oggi. Propone.”

“Intraprendente il tizio. Devi essergli piaciuta parecchio.”

“Vuole quello che gli ho promesso. Che ieri non gli ho dato.”

“Il culo?”

Non mi risponde. Si limita a guardarmi in modo inequivocabile.

“Ma lui quanto ti conosce? Cioè sa ad esempio che sei sposata?”

“Credo di sì. Secondo me lo abbiamo anche incontrato qualche volta che c’eri anche tu.”

“Quindi si diverte a farmi cornuto.”

“Cazzo…” esclama.

“Che c’è adesso?”

“Niente. Non me l’aspettavo questa cosa.”

“Va beh, ma non mi sembra un grosso problema. Voglio dire, non è poi questo gran mistero che mi tradisci. Non è il primo a scoprirlo. Basta che gli dici di no e la pianterà di scriverti. Ora ci prova perché ieri ha visto che sei un po’ troia. È normale.”

“Ma non gli ho detto di no.”

“In che senso?”

“Gli ho risposto che si poteva fare…”

“Cioè mentre eri qui che parlavi con me gli stai scrivendo che ci stai?”

“Sì…” dice mordendosi il labbro e guardandomi con gli occhioni per chiedere perdono.

“E quando?”

“Oggi.”

“E dove?”

“Propone il suo studio. Dice che al sabato non ci sta nessuno.”

“Lui propone, e tu?”

“Gli ho detto: ok.”

“Beh, tu gli sei piaciuta, ma mi sa che anche lui ti è piaciuto, se sei così lesta a rispondere.”

“Sì… scusa…”

Si alza, uscendo da sotto le coperte. Va verso il bagno.

“Che fai?” le chiedo.

“Vado a farmi una doccia. Anzi prima un clistere, poi una doccia.”

“O.. ok.”


L’ho accompagnata in centro. L’ho lasciata sotto allo studio di lui. Lei è salita, sexy ed elegantissima. Io sono rimasto in giro.

Incontro un amico. Andiamo a bere qualcosa. Mi chiede di lei, dico che è in giro a fare shopping. Controllo il telefono. C’è un messaggio di lei.

“Mia moglie dice che ne avrà ancora per un po’, quindi possiamo ordinare ancora altro da bere, se vuoi.” dico al mio amico.


“Adesso mi racconti tutto.” le dico quando sale in auto.

“Trova un posto in cui possiamo fermarci. Voglio fare l’amore con te. Poi ti racconto.”

“Arriviamo a casa, intanto mi racconti. Poi quando siamo lì facciamo sesso.”

“L’amore. Con te è amore.”

“Vorrei fosse sesso, ogni tanto.” le dico un po’ acido.

“L’amore è meglio del sesso.”

“Anche di quello di oggi pomeriggio?”

Sembra pensarci un po’ su. Poi mi risponde.

“Diverso. Quello di oggi è stato diverso.”

“Diverso quanto? In che senso? Perché sei stata così tanto da lui?”

“Perché non mi decidevo a dargli quello che voleva…”

“Il culo?”

“Sì.”

“Perché?”

“Perché a volte mi piace farmi desiderare, lo sai. E mi piaceva quello che mi stava facendo per convincermi.”

“A volte. Sì.”

“Poi ad un certo punto è successa una cosa.”

“Cosa?”

“Ero seduta su di lui. Lui in poltrona. Impalata su di lui. Andavo su e giù, sul suo cazzo. E abbiamo sentito un rumore.”

“Un rumore?”

“Sì. Qualcuno era entrato nello studio. Qualcun altro aveva deciso di passare in studio, nonostante fosse sabato pomeriggio. Lui ha urlato Chi è? e una voce ha risposto.”

“Una voce?”

“Sì… era Davide.”

“Cazzo!”

“Lui allora mi ha detto: lo facciamo venire qua? e io: ma sei pazzo? anzi smettiamola subito e allora lui: guarda che lui non vede l’ora di scoparti.”

“Chi? Davide? E tu che hai fatto, allora? Hai fermato tutto?”

“Io… io stavo per avere un orgasmo sul suo cazzo… ero vicina… cioè in pratica stavo venendo… e allora mi sono detta finisco e poi smettiamo… intanto lui era lì che mi parlava all’orecchio.”

“Cazzo, ma quando godi non capisci proprio più niente! Cosa ti diceva?”

“Mi diceva: dai facciamolo venire qua, così vede il tuo culo e si unisce a noi e il culo te lo scopa lui, lui va pazzo per il tuo culo, dai ti scopiamo insieme, hai mai avuto un cazzo in figa e uno in culo?

“Ho paura di conoscere la tua risposta.”

“Non ho risposto. Stavo godendo, non ho risposto. Lui lo ha chiamato e ci ha raggiunto. Mi ha salutato. Non sembrava neanche sorpreso di trovare due che scopavano, e che una fossi io. Non ho avuto il coraggio di guardarlo. L’ho solo sentito.”

“Non ci credo? Ti ha scopato quindi?”

“Inculato.”

“Va beh, inculato, scopato. Insomma. Ti sei fatta scopare da due insieme. Troia. E uno era il nostro amico. Cazzo. Cazzo.”

“Scusami…”

“Era tutto organizzato. Erano d’accordo quei due stronzi, sicuro.”

“L’ho pensato anche io. Sì, non è stato casuale.”

“Cazzo!”

“Però è stato bello…”

“Troia!”

“Che fai? Dove vai?”

Svolto in una stradina laterale, siamo a metà strada tra il centro e casa nostra.

“Volevi fare l’amore? Facciamolo.”

“Qui?”

Accosto a lato strada.

“Qui. Non resisto fino a casa. Devo scoparti.”

“E se arriva qualcuno?”

“Non mi sembra tu ti faccia dei problemi ad accogliere chi arriva a sorpresa, chiunque egli sia.”

“Ok.” mi risponde sorridente e si prepara.

Scendo dall’auto, vado dal lato passeggero. Apro la portiera e la trovo già in posizione. La scopo. Vengo nel giro di poco.


“Beh, ce l’ho fatta.” dice lei, mentre si ricompone e io riparto con l’auto.

“A fare cosa?”

“A fare l’amore prima che arrivassimo a casa.”

“In che senso ce l’hai fatta?”

“Non hai capito nulla?”

“No. Cosa.”

“Me lo sono inventato. Mi serviva qualcosa che ti eccitasse troppo. Ed è stato interessante vedere cosa ti ha eccitato così tanto.”

“Stronza!”

“Dai che ti è piaciuto.”

“E quindi? Cosa è successo veramente? Perché è durata tanto?”

“Cosa è successo? Sono entrata. A novanta sulla sua scrivania. Cazzo nel culo. Due minuti. Ha sborrato e mi ha mandato via.”

“E tutto il resto del tempo?”

“Sono andata in giro con un’amica a fare shopping.” dice ridendo.

Rido anche io. Non siamo normali.

4 commenti su “Bugie a fin di pene”

  1. speedily8f1ac40649

    Noo.. Il culo ha bisogno di tanto cazzo, più della figa.. Il vero sesso e soprattutto nel buco.. E poi le corna sono anche più lunghe e lucide ❤️

  2. Mi è piaciuto il dettaglio del clistere bravo Henry! La pratica aiuta negli anni. Da ragazza ero terrorizzata del dopo soprattutto in caso di una fellatio finale…eh che dire mi è capitato di farlo non volontariamente e confermo che la sottomissione è l’unica parte bella per il resto è spiacevole.

    Mi ero illusa per davvero della doppia, ci sarebbe stata bene sai?! Non con persone che ti conoscono oddio no..!

    Ma quale donna non si è concessa a più uomini, non contemporaneamente intendo, ma che si conoscono fra loro, io ritengo parecchie e il luogo comune risulta sempre quello, siamo troie ahahah lo confermo e voi porci no??!

    Henry ben scritto love!

    Elena T.

    1. Non è il primo clistere che compare nei miei racconti. Ma almeno così vedi che ti do retta.

      Mi spiace per averti illuso. Non tutte le scopate finiscono col (doppio) buco.

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