Una storia di generosità
Io e mia moglie avevamo deciso di cominciare a donare il sangue e quindi ci eravamo recati nel centro prelievi più vicino dove eravamo stati accolti da una giovane e gentile dottoressa che ci spiegò come funzionava, quali erano i requisiti, gli effetti e tutto il resto. Noi ringraziammo e confermammo la nostra intenzione a diventare donatori. Lei allora ci diede dei questionari da compilare, per verificare che fosse tutto a posto e che potessimo farlo.
Quando le riconsegnammo i questionari si rese conto dell’errore che aveva commesso.
“Ehm, forse a questo punto dovrei parlare separatamente con ognuno di voi…” disse incerta mentre scorreva velocemente le risposte del questionario di mia moglie.
“Se si riferisce alle risposte che ho dato lì, non si preoccupi, mio marito sa tutto.” intervenne mia moglie che aveva già capito.
Nel questionario c’erano domande riguardo alle abitudini sessuali e, nello specifico, se nell’ultimo periodo si avevano avuto rapporti con partner diversi dai consueti. Mia moglie aveva risposto sì.
“Cioè… quindi…” balbettò la dottoressa.
“Sì, ho fatto sesso con altri uomini. Lo faccio abitualmente, lui lo sa. Anzi lo incoraggia, siamo una coppia… aperta, come si dice.”
“Però vedo che…” disse la dottoressa dando uno sguardo al mio questionario.
“No, lui no. Siamo una coppia aperta dalla mia parte.” intervenne mia moglie. “Cioè a lui piace che io faccia sesso con altri.”
“Ah.” sembrò imbarazzata.
“Ma non si preoccupi.” continuò mia moglie. “Lo faccio sempre usando le protezioni.”
“Certo.” rispose lei. “Ma si tratta sempre dello stesso partner? Cioè è un partner abituale?”
“No. Cioè ce ne sono di abituali, ma incontro anche sconosciuti… partecipo anche a… orge, diciamo così.”
“Ok.” disse arrossendo. “Allora temo che non potrete diventare donatori, con questo… diciamo così… stile di vita. Anche se lo fate in modo protetto siete pur sempre più a rischio di malattie sessualmente trasmissibili.”
“Ah, mi spiace.” disse mia moglie delusa. “Pensavo che bastasse usare le giuste precauzioni.”
“Certo, per la salute è sufficiente, ma per diventare donatori non è il caso.”
“Beh, però lui può, no?” disse mia moglie indicando me.
“Eh, no. Lui farà pur sempre sesso con lei, quindi ha lo stesso profilo di rischio suo.”
“No, lui non fa sesso con me.” disse lapidaria mia moglie.
“Come?” chiese la dottoressa stupita.
“A lui piace che lo faccia con altri. Non lo facciamo tra noi, da anni.”
“Ah.” rimase a bocca aperta e mi guardò quasi con aria di compatimento. Io intanto ero in imbarazzo per la piega che aveva preso la conversazione ma era un imbarazza che mi piaceva provare, faceva tutto parte del rapporto che avevo con il sesso e mia moglie. Una sorta di piacere nell’essere continuamente umiliato.
“Gli faccio solo delle segh… ehm, scusi… lo masturbo con le mani raccontandogli le cose che faccio con gli altri. Per lui è il massimo del piacere.”
La dottoressa mi guardò, come per cercare conferma. Io annuii.
“Ma neanche… sesso orale?” chiese.
“No.” rispose mia moglie.
“O… ok.” balbettò la dottoressa. “Quindi a questo punto…” sfogliò velocemente il mio questionario per verificare se avessi indicato qualche altra condizione di salute che mi rendeva incompatibile con la donazione. “Direi che lui sì, lui è idoneo alla donazione.”
“Bene.” commentò mia moglie.
“Allora procederei a misurargli la pressione e fare qualche altro controllo.” Io cominciai a tirarmi su la manica per liberare il braccio.
“Non so se è il caso di farlo in questo momento.” intervenne mia moglie. La dottoressa la guardò con aria interrogativa e lei fece un cenno in direzione della mia zona tra le gambe. La dottoressa si sporse in avanti per guardare. Mia moglie aggiunse: “Si può misurare la pressione durante una erezione?”
“Beh… no… cioè uno deve essere a riposo…” continuò a fissarmi il pacco con aria sbalordita. “Ma…?”
“Cosa c’è?” chiese mia moglie che a quel punto si stava divertendo.
“Ma… non è una imbottitura?” chiese la dottoressa.
“No.”
“Ma…”
“Sì, è parecchio dotato mio marito, vuole vedere?” si fece in avanti per cominciare a slacciarmi i pantaloni.
“Io credevo che… ingenuamente…” commentò la dottoressa. “Che le vostre, diciamo così, abitudini sessuali fossero dovute ad una inadeguatezza di lui… non so se mi spiego.”
“No, no. È tutta una cosa mentale. A lui piace così. Lui si eccita solo se io lo faccio con altri e si eccita anche, come adesso, se ne parliamo, se viene umiliato pubblicamente per queste sue voglie.” dicendo questo intanto stava liberando il mio cazzo da pantaloni e mutande.
“Capisco…”
“E comunque una sorta di inadeguatezza c’è.” aggiunse mia moglie sventolando il mio cazzo davanti alla dottoressa. “Le assicuro che non è per niente agevole prendere una cosa del genere. Come le ho detto non gli faccio neanche sesso orale perché con la mia bocca piccolina faccio fatica. Poi io pratico molto il sesso anale, se lo immagina farlo con un pene così largo?”
“Sì…” rispose la dottoressa che era rimasta a bocca aperta di fronte alla mia dotazione sessuale. Forse se lo stava proprio immaginando, ma a giudicare dalla reazione sembrava non considerarla una cosa così scomoda come diceva mia moglie. La sua faccia era avvampata di rosso.
“Poi un’altra inadeguatezza c’è…” continuò mia moglie, decisa a svuotare il sacco di tutti i miei segreti sessuali. “Come ho detto si eccita solo in quel modo, altrimenti fa fatica a farselo venire duro… e quando si eccita così invece è talmente eccitato che basta pochissimo per…” dicendo questo mia moglie afferrò la mia cappella con la mano, chiudendogliela attorno. Quelle parole,quel gesto, lo sguardo della dottoressa e l’umiliazione che stavo provando mi fecero raggiungere un orgasmo. Cominciai a schizzare, limitato fortunatamente dalla mano di mia moglie che fece in modo che restò quasi tutto lì.
La dottoressa ci passò dei fazzoletti per ripulirci, imbarazzata ma anche divertita. Di sicuro non era così sconvolta e turbata, i medici ne devono sentire di ogni, ma era rimasta molto sorpresa e spiazzata dal nostro comportamento e dalle nostre rivelazioni.
“Ecco. Forse è il caso che ritorni un altro giorno, quando è più tranquillo, in modo da poter procedere alla prima donazione.” ci informò adottando di nuovo un tono più professionale.
“Ok.” risposi io ubbidiente.
“D’accordo, ma rimane un problema.” disse mia moglie. “Io lo conosco. Lui la prossima volta che viene ripensa al fatto che lei conosce le sue perversioni, la sua condizione di cornuto e tutto il resto… insomma, per me gli verrà di nuovo duro appena la vede…”
La dottoressa sembrò contenere una risatina.
“Farò in modo di non essere io a visitarlo, la prossima volta.” suggerì.
Salutammo e ce ne andammo, io pieno di eccitante vergogna e mia moglie di buonumore malizioso.
La settimana successiva tornai da solo al centro prelievi. Come promesso non fu la dottoressa giovane a visitarmi, ma un dottore anziano.
Ma quando fu il momento di praticare un elettrocardiogramma quel dottore venne chiamato da una infermiera e poco dopo nella stanzetta entrò la dottoressa.
Alla sua vista, al ricordo dell’incontro precedente e al sentirla dire “Si spogli e resti in mutande.” potevo forse smentire la previsione di mia moglie e non farmi venire una erezione? Ovviamente no.
“Si può fare l’elettrocardiogramma con questo?” dissi indicandomi il cazzo che gonfiava e tendeva le mutande.
“Sì. Faremo finta che sia un ECG un po’ sotto sforzo…” commentò ridacchiando e fissandomi il cazzo che sembrava sul punto di spuntare oltre l’elastico.
Io intanto ero terrorizzato e speravo ardentemente nello stesso momento che entrasse nella stanza qualche infermiera e notasse il mio stato. Non successe. Ma intanto la dottoressa iniziò a parlare.
“Senta, io le volevo chiedere una cosa. Come si fa a… diciamo… entrare nel giro in cui è sua moglie? Cioè, voglio dire… è un giro? Come si partecipa? Capisce cosa intendo?”
“Ehm…”
“No perché ho parlato con il mio fidanzato… gli ho raccontato la vostra situazione… ed è venuto fuori che anche a lui non dispiacerebbe, diciamo così, condividermi con altri… anche se non vorrebbe certo smettere di fare sesso con me e poi vorrebbe anche lui partecipare… diciamo che a differenza sua lui vorrebbe farne parte…”
“E lei?”
“Io? Io… mi ha molto incuriosita sua moglie… ho sempre avuto un’attrazione per trasgressioni di questo tipo ma non ho mai saputo come poterle mettere in pratica e quindi… ecco, volevo sapere…”
“Di sicuro essere introdotti e presentati da qualcuno che fa parte del… giro… è il modo migliore. Le posso dare il numero di telefono di mia moglie.”
“Ah… grazie… certo che è incredibile…” disse fissandomi il cazzo la cui punta aveva ormai oltrepassato l’elastico delle mutande ed era visibile.
“Cosa?”
“No, niente… un cazzo così… sprecato…” commentò perdendo ormai del tutto il tono professionale.
L’elettrocardiogramma intanto aveva finito. La dottoressa guardò il rotolo di carta che veniva stampato e iniziò a togliermi le ventose e le pinze.
“Resta lì.” mi disse, passando al tu, e andando a chiudere la porta a chiave.
Poi tornò verso di me e infilò le mani sotto la gonna per abbassarsi le mutande fino alle caviglie. Alzò un piede dopo l’altro per sfilarsele del tutto e poi salì sul lettino dove ero steso, alzandosi la gonna e allargando le gambe. Vidi una figa pelosa e curata. Le labbra sembravano già un po’ aperte e il clitoride visibile. Si calò su di me andando ad appoggiare la sua figa contro il mio cazzo coperto ancora dalla mutande.
“Cerca di resistere, faccio presto…” mi disse con voce roca iniziando a premere quella sua parte del corpo contro la mia.
Io non resistetti ed iniziai a sborrare ma chiaramente la durezza del cazzo non la persi istantaneamente e quindi lei ebbe tempo, anche se non tanto effettivamente, di strusciarsi fino a raggiungere anche lei l’orgasmo.
Mi ripulì dalla mia sborra e dal gel usato per l’elettrocardiogramma. Poi consultò il grafico e mi disse che era tutto a posto.
“Quindi ora posso donare?” chiesi.
“Sì. Magari aspetta un quarto d’ora in sala d’attesa prima di andare nella sala prelievi. In modo da riprenderti un po’.”
“Ok.”
“Chiamerò tua moglie. Però non mi dispiacerebbe riuscire a provare quello che tua moglie dice essere… inadeguato.”
“Però così non potrei più donare, poi.”
“Io mi tengo molto controllata e se tu non hai altri comportamenti a rischio… con le giuste precauzioni ti dirò che puoi farlo.”
“Bene. Mi piace essere generoso.”
“Mi sembra tu lo sia decisamente. Con tua moglie e con gli altri. E spero anche con me.”