In palestra

Dedicato a quel genio che si è inventato i leggings

“Tutto ok? Mi sembri strano.” mi chiese la mia ragazza mentre tornavamo a casa dalla palestra, quella sera.

“Sì, sì, tutto ok.” risposi e poi mi chiusi in un silenzio fino a casa.

Arrivati a casa lei stava svuotando la borsa della palestra e aveva tirato fuori i leggings usati e sudati.

“Certo che quelli lasciano poco all’immaginazione.” commentai un po’ acidamente.

“Cosa?” chiese lei che non aveva capito.

“I leggings, dico. Quando li metti non nascondono niente di come sei fatta…”

“Ah, e dovrei nasconderlo? Non ti piace il mio corpo?” rispose lei con tono provocatorio.

“Certo che mi piace. Sei bellissima e il tuo corpo è fantastico. Ma intendevo che non ci sono solo io in palestra.”

“E cosa vorresti dire con questo?”

“Niente, solo che forse non ti rendi conto del fatto che non sono solo io a guardarti, insomma, che non passi inosservata…”

Scoppiò a ridere.

“Non me ne rendo conto?” chiese tra una risatina e l’altra.

“Ah, lo sai?”

“Certo che lo so. Credi che non me ne accorga?”

“Di cosa ti accorgi?” rimasi un po’ spiazzato.

“Di come mi guardano alcuni. E di come reagiscono.”

“E come reagiscono?”

“Si arrapano.”

“In che senso?”

“Come in che senso? In quanti sensi vi arrapate voi uomini?”

“No, ma dico, come fai a capire che addirittura si arrapano guardandoti?”

“Non sono l’unica a indossare cose aderenti in palestra…”

“Cioè vuoi dire che…”

“Che non si gonfiano solo i muscoli in palestra.”

“Cioè hai visto delle erezioni?”

“Ma tu non ti accorgi di nulla?”

“Di cosa avrei dovuto accorgermi?”

“Beh, ad esempio stasera. Non hai visto quel tipo che mi ronzava attorno, che si metteva a usare le macchine in modo da avermi sempre in vista. Di solito in modo da guardarmi il culo, come se non potessi vederlo negli specchi. Quando se ne è andato aveva un bozzo nei pantaloncini…” la mia ragazza si mise di nuovo a ridere.

“Ma chi?” chiesi pur conoscendo già la risposta.

“Dai, quel bel ragazzo fisicato con la pelle un po’ scura. Ma io pensavo lo sapessi. Cioè pensavo fossi orgoglioso di quanto attira le attenzioni la tua ragazza. Invece sei geloso? Ti dà fastidio?”

“Eh? No, no… cioè… non lo so…”

“Secondo me puoi solo essere orgoglioso. Ti invidieranno. Mi guardano, si arrapano e pensano che vorrebbero essere al tuo posto.”

“Ma non lo sanno che io sono il tuo ragazzo.”

“Come non lo sanno? Non lo capiscono? Arriviamo insieme in palestra e andiamo via insieme. Ok, magari non capita che ci baciamo davanti a tutti lì in palestra ma si capisce che stiamo insieme.”

“Lui non lo sapeva.” dissi per sostenere il mio punto senza rendermi conto che stavo dicendo troppo rispetto a quello che avrei voluto dire.

“Lui chi?”

“Quel ragazzo.”

“E come lo sai?”

“Ci ho parlato.”

“In che senso.”

“No, niente…”

“Eh no, adesso me lo dici? Avete parlato di me? Cosa vi siete detti?”

“Ma niente di importante, dicevo così per fare un esempio…”

“Ha fatto un commento su di me con te non sapendo che ero la tua ragazza?”

“Una cosa del genere…” dissi non sapendo come cavarmela.

“Cosa ha detto? Voglio sapere.”

“Meglio di no…”

“No, no, adesso me lo dici… se era una cosa che ti ha detto non sapendo che ero la tua ragazza deve essere stata una cosa… volgare… cosa ha detto? Dimmelo.”

Provai a resistere ma c’era un modo infallibile con cui la mia ragazza otteneva da me quello che voleva: provocazioni sessuali. Iniziò a farle e io capii che le dovevo dire qualcosa che placasse la sua curiosità senza però svelare tutto.

“Mi ha detto che… lo avevi arrapato.”

“Davvero? Così ha detto? Rivolto a te? Perché te l’ha detto?”

“Un commento da spogliatoio, tra maschi.”

“Ma di cosa stavate parlando?”

“Non stavamo parlando.”

“E quindi lui si è rivolto a te così e ha detto: quella mi ha arrapato. Che parole ha usato?”

“Ha detto che in palestra una lo aveva attizzato un casino, una cosa del genere.”

“E come hai capito che ero io?” chiese tutta orgogliosa.

“Ti ha descritta.”

“Cosa ha detto?”

“Ha detto che hai un gran culo, qualcosa del genere e che lo mettevi in mostra facendo i tuoi esercizi.”

“E tu a quel punto gli hai detto che ero la tua ragazza o no?”

“Sì.”

“E lui?”

“Lui… ha detto che ero fortunato, qualcosa del genere.”

“Non mi sembra tanto un commento da maschi nello spogliatoio. Secondo me non mi stai dicendo tutto…”

“Magari ha usato termini più volgari ma il succo del discorso era quello.”

“E non ti ha fatto domande su di me?”

“No, cosa avrebbe dovuto chiedermi?”

“Non so, tra donne in una situazione così nello spogliatoio a parti invertite secondo me qualche domanda ci sarebbe stata…”

“Tipo se uno è bravo a scopare… se la lecca… cose così…”

“Ah…” non sapevo cosa dire.

“Ti ha chiesto cose del genere, vero?”

“Ehm… qualcosa…”

“Qualcosa tipo…?”

“Ad esempio… se… lo prendi in culo…”

“Ah. E tu cosa hai risposto?”

“Gli ho detto di no.” mentii. “Cosa avrei dovuto rispondere?” dissi quasi incazzato.

“Potevi farlo sognare un po’. Così magari stasera a casa si masturbava pensandomi…” disse con tono eccitato.

“Potresti tu farmi sognare un po’ e darmelo, ogni tanto.” risposi seccato.

“Lo sai, ne abbiamo già parlato. È una cosa che deve venire. Non è una cosa che si decide. Quando mi sentivo pronta io non lo eri tu e viceversa. Prima o poi capiterà.”

“Col tuo ex capitava, però.”

“Vuoi litigare? Te l’ho già detto. Lui era più bravo a farlo capitare.”

“Quindi è colpa mia.”

“È colpa che abbiamo un rapporto diverso. Lui su tante altre cose era peggio di te.”

“Ma era meglio proprio su quella…”

“Però io sto con te e non più con lui, vorrà dire qualcosa no? Dovresti esserne contento.”

“Sì… sì…” risposi seccato dall’ammettere che aveva ragione.

“Dai, amore…” disse lei con quel tono con cui si faceva sempre perdonare di tutto.

“E quindi tu vuoi che di te si sappia in giro che sei una che dà via il culo?” ritornai ad attaccarla.

“Non in giro…” disse lei un po’ spiazzata. “Ma mi piace pensare di essere per un istante il sogno erotico di uno che si arrapa solo vedendomi in leggings mentre faccio gli squat.”

“Eri già il suo sogno erotico…” ribattei senza pensare.

“Cosa vuoi dire?”

“Che…” perché cazzo non sapevo stare zitto una volta ogni tanto. “Che già si stava masturbando pensando a te.”

“Si stava masturbando? Si stava facendo una sega nello spogliatoio della palestra?”

“Sotto la doccia.”

“Cioè tu lo hai visto che si segava sotto la doccia e lui ti ha detto che stava pensando a me non sapendo che ero la tua ragazza?”

“Più o meno.”

“Wow.”

“Wow cosa?”

“È eccitante. Quindi gli hai visto il cazzo in erezione?”

“Intravisto.” mentii in modo poco credibile.

“Com’è? Dai pantaloncini sembrava decisamente ingombrante, ma forse era solo un effetto.”

“Non è messo male.” mentii di nuovo, ancora meno credibilmente.

“Tu ti sei eccitato?”

“Perché avrei dovuto?”

“Nel sapere che la tua ragazza era la fonte di eccitazione di un altro che si stava segando pensando a lei… secondo me avresti dovuto eccitarti… anzi secondo me ti sei eccitato, non è vero?”

“Un po’ sì.”

“Dai, vi siete segati insieme sotto la doccia? Parlando di me? Lo troverei molto eccitante.”

“Davvero?”

“Sì, certo. Ancora meglio di due uomini che si battono per te, due uomini che si segano insieme per te… pensando a scoparti insieme magari. Avete detto questo? Avete immaginato di farlo in tre con me?”

“Eh? No, no.”

“Lui secondo me lo ha pensato. Ma anche tu lo hai pensato secondo me. Non mentire.”

“Pensato… forse sì… il pensiero c’è stato… ma era solo un pensiero…”

“A me non dispiacerebbe…”

“Ma cosa dici?”

“Dai… lui è un gran figo… sarebbe divertente farlo in tre… mi pareva che anche a te piacesse l’idea… poi è chiaro che la pratica può non essere facile, ma almeno come fantasia… io te e lui… eccita anche te, no?”

“Forse sì…”

“Altro che forse… lo sento che sei eccitato… poi finalmente potrebbe essere l’occasione per il culo…”

“Mi daresti il culo solo perché lo facciamo in tre?”

“Beh… la figa sarebbe occupata…”

“Cazzo…”

“Prova a immaginarlo…”

“Quindi lui ti scoperebbe e io dovrei intervenire solo dopo… e troverei solo il culo disponibile… è così che andrebbe?”

“Beh… difficilmente il contrario…”

“Perché?”

“Perché lui ce l’ha molto più grosso del tuo, non è vero?”

“Sì…” ammisi.

“E quindi sarebbe dura prendere lui di dietro…”

“Cazzo… cazzo… cazzo…” cominciai a imprecare perché con il solo uso delle parole e un leggero sfregamento lei mi stava facendo venire.

Due sborrate quella sera, tutte e due mentre nella mia testa l’immagine era quella di lei inculata da quel ragazzo.

4 commenti su “In palestra”

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  3. E se i leggings li indossasse il marito? Beh l’effetto vi assicuro è notevole un gioco che va consumato moolto in privato 😛😛😛

    E comunque anche noi donne siamo sensibili ai pacchi volanti in palestra, sembriamo disattente, almeno per quel che mi riguarda vi confermo che non lo è affatto 😄

    TE

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