Elena è così, ti fa qualche accenno su una storia che ha da raccontarmi e sulle prime sembra che sia una storia in cui non è successo quasi niente. Io allora intanto mi immagino una mia versione della storia da scrivere in cui invece far succedere qualcosa. E poi arriva lei con la storia completa e mi sorprende sempre.
Doveva essere solo un weekend sul lago con mio marito. Relax in un posto fantastico, in mezzo alla natura, in un hotel con piscina e vista impagabile su lago davanti e le montagne dietro. Aria pura e profumata, silenzio e tranquillità. Nessun impegno e nessuna aspettativa. Devo ammettere che non ero neanche partita, come mi era capitato altre volte, con intenzioni particolarmente trasgressive. Certo era una situazione ideale per fare del buon sesso con mio marito, quello che farebbero tutte le coppie normali in un contesto simile. Ti riposi, ti annoi quasi, ti rilassi. Ti vien voglia di fare quel sesso lento, fatto bene. Quello che poi alla fine ci si coccola. Quello che se venisse spiato da un voyeur non gli farebbe pensare che tu sia la stessa che ha fatto quelle cose che a raccontarle fanno arrossire.
Tra gli ospiti dell’hotel, forse complice la stagione di vacanza non ancora del tutto iniziata, non c’era neanche molto materiale su cui anche solo immaginare qualche trasgressione. La maggioranza erano persone anziane e la piscina era molto poco frequentata.
Ero lì, stesa sul lettino a prendere il sole, e mi godevo il posto, il panorama, la tranquillità. Un weekend noioso, insomma. Uno di cui non sarebbe rimasta traccia su quel sito di racconti erotici. Non ero delusa da quella prospettiva. Non sentivo la necessità di trovarmi in situazioni trasgressive e tanto più non progettavo di crearmele. Mi piacciono quando spuntano all’improvviso, impreviste. Quelle mi danno il brivido e quelle sono pronta a cogliere. Sono molto ricettiva e molto brava a capire i segnali.
Guardai con la coda dell’occhio mio marito. Lo avevo visto muoversi. Allungare il collo. Guardava qualcosa, senza voler darlo a vedere. Spostai lo sguardo e capii subito. Una ragazza, una delle poche giovani presenti. Molto giovane, una ventina d’anni meno di noi. Carina. Anzi proprio bella. Corpo pienotto, con curve. Apparentemente sola.
In genere non mi dà fastidio se mio marito guarda le altre, tranne quando capisco che le sta apprezzando per caratteristiche sulle quali io non posso competere. In quei casi sento crescere la paura irrazionale di non essere più io la sua preferita.
Quel porco di mio marito se la stava godendo con gli occhi. Sicuro si stava immaginando di scoparla. Così giovane e abbondante nei punti giusti. Feci finta di non essermene accorta. Mi divertiva spiarlo e poi magari coglierlo sul fatto. Di sicuro aveva il cazzo già mezzo duro.
Inizia a fantasticare anche io e crescendomi l’eccitazione mi sparì anche quella poca gelosia. La immaginai in mezzo a noi. Scopata da mio marito. Sì, sarebbe piaciuta anche a me, che solitamente non cerco rapporti col genere femminile. In fondo aveva dei bei gusti mio marito, non mi deludeva.
Era comunque strano che la ragazza fosse sola e infatti dopo una mezz’oretta si palesò il suo ragazzo e in quel momento capii che il weekend sarebbe stato sì rilassante, sì riposante, ma che avrebbe avuto anche un tocco di trasgressione, almeno dal punto di vista dell’immaginazione.
Non feci molto per dissimulare. Inforcai gli occhiali e mi tirai su, rendendo esplicito che anche io stavo fissando quella coppia giovane.
Il ragazzo aveva un gran bel fisico ed era giovane quanto lei. Sembrava essere tornato da una corsa, probabilmente in riva al lago. Il suo corpo tonico e lucido di sudore mi smosse qualcosa. Si era anche tolto i pantaloncini e sotto aveva un costume aderente di cui io cercavo di valutare quanto fosse riempito. Forse non sarebbe successo niente di anomalo quel weekend, ma sapevo già che a sera, nel letto con mio marito, quel ragazzo sarebbe stato presente per lo meno nella mia mente.
“Ti ho visto che la stavi fissando.” commentai con mio marito senza distogliere lo sguardo dalla coppia.
“Ah. E tu adesso stai fissando lui, immagino.” disse sentendosi colto con le mani nel sacco.
“Sì, ovvio.” ammisi senza problemi.
“Direi che possiamo solo guardare e immaginare. Guardali, sono giovani, bastano a loro stessi.”
Infatti osservandoli si capiva come fossero una coppia fresca, per cui il mondo attorno a loro era come se non esistesse, per quanto fosse ameno il posto in cui erano. Si amavano ed erano travolti dalla passione reciproca. Due come noi, così vecchi per loro, non li avrebbero neanche notati, figurarsi fissarli con pensieri lussuriosi come stavamo facendo noi verso di loro.
Fu quella piccola altra scintilla di gelosia ad accendermi. Prima il fatto che lei potesse interessare a mio marito più di me. Poi che quel ragazzo potesse essere troppo preso dalla sua ragazza per anche solo notare una come me. La intesi come una sfida e quella che fino a quel momento era stato solo un accenno di fantasia erotica divenne un obiettivo di quel weekend. Fare qualcosa di trasgressivo, coinvolgendo in qualche modo quella giovane coppia, se possibile.
Mi alzai. Passeggiai attorno alla piscina. Passai vicino a lui. Appena lo superai guardai se mi stesse guardando il culo. Notai un muoversi istintivo della testa. Mi tuffai in acqua e nuotai. Arrivata alla sponda mi girai e lui mi stava guardando. Nuotai in apnea verso di lui, arrivai al bordo e mi tirai su proprio davanti a lui. Lo guardai e gli sorrisi. Tutta gocciolante mi alzai in piedi e ritornai verso il mio lettino passandogli a fianco. Lo fissai ma non in volto. Gli stavo fissando il costume. Poi mi girai e gli sorrisi di nuovo. Gli guardai ancora il pacco. Mi sembrò si fosse ingrossato, mi sembrò barzotto. Tutta soddisfatta tornai da mio marito. Bagnata, non solo dall’acqua della piscina, e con i capezzoli turgidi, non solo per l’aria fresca che mi faceva venire la pelle d’oca.
Scene simili andarono avanti per tutta la mattina e io mi sentii soddisfatta. Ero riuscita a provocarlo un po’, a scatenare una qualche reazione. Anche se non ero giovane come la sua ragazza e non avevo le sue curve so che lui mi aveva notata, mi aveva osservata e sicuramente nella sua testa da giovane porco aveva pensato a qualcosa di sessuale che mi contemplava.
La cosa finirà così. Io quella sera avrei pensato al ragazzo durante il sesso con mio marito. Avrei pensato che lui stesse pensando a me mentre scopava la sua ragazza. E allora entrambi avremmo immaginato che il corpo con cui eravamo a contatto fosse quello dell’altro e dell’altra. E questo ci avrebbe appaghato più di quanto ci avrebbe appagato il semplice sesso con i nostri partner. Un tradimento virtuale per dare pepe alle nostre relazioni, decennali o appena nate che fossero.
La cosa sarebbe finita così. E invece a pranzo ci ritrovammo i due come vicini di tavolo, nell’hotel. Io e mio marito, entrambi spinti da interessi non esplicitati, ci facemmo avanti per conversare e fare conoscenza, rompendo la loro bolla di timidezza, gioventù e chiusura verso il mondo fuori dalla coppia. Nonostante la differenza di età trovammo della sintonia e ci trovammo simpatici a vicenda. Tanto che, alla domanda se conoscevamo un posto in cui cenare, proponemmo loro di unirsi a noi in un ristorante in riva al lago che avevamo prenotato. Loro subito accettarono anche se sembrarono un po’ forzati.
“No, ma forse loro vogliono farsi una cenetta romantica per conto loro.” dissi a mio marito mostrandomi comprensiva.
“No, no, va bene… abbiamo tutto il resto del tempo per stare da soli…” disse lui, guardandomi. Lei sembrò meno convinta ma non disse nulla.
Avevo fatto in qualche modo colpo su di lui. Il fascino delle MILF. Fiera di me stessa, sentii che mi stavo bagnando.
“Che intenzioni hai?” mi chiese mio marito indagatore appena restammo da soli dopo pranzo.
“Ma nessuna…” risposi io ridendo. “Solo stare un po’ in compagnia di quella coppia giovane, carpire un po’ di passione che c’è fra loro e poi dopo, stasera, nel nostro letto…”
“Ce li scopiamo?”
“Ma no, scemo. Figurati. Non succederà niente. Intendevo che stasera, io e te, mentre scoperemo ci divertiremo a fantasticare su di loro che magari faranno lo stesso con noi.”
“E perché non proviamo invece… io lei me la scoperei volentieri e a te non lo chiedo neanche se ti scoperesti lui, si capiva da come lo guardavi.”
“Sei un porco. No, dai, non funziona così. Non sono una coppia di quel tipo o per lo meno non lo sono ancora. Si capisce. Sono troppo innamorati.”
“Be’, però… proviamoci, magari…”
“No, fidati. Se anche lui ci potrebbe stare, lei non acconsentirebbe mai. L’ho inquadrata.”
“Questo è un modo per dire che tu hai fatto colpo su di lui e invece io non l’ho fatto su di lei?”
“No, è un modo per dire che spesso maschi e femmine ragionano in maniera diversa, soprattutto a quell’età.”
“Tu non mi sembravi una santarellina a quell’età. Non ti sei mai fatta problemi a scoparti altri, anche più vecchi e anche se stavi con me.”
“Io ero…”
“Troia?”
“No. Cioè sì, ma volevo dire io ero io.”
“Troia.”
“Sì. Lei lo diventerà.”
La cena fu piacevole. Chiaramente si sentiva la differenza di età e per lo più fummo io e mio marito a condurre la conversazione. In loro c’era un po’ di soggezione e anche inesperienza. Io feci qualche battuta allusiva che sembrò generare un po’ di imbarazzo. Quanto mi divertivo nel fare così. Ogni tanto mio marito mi lanciava delle occhiate quasi di rimprovero, ma anche di ammirazione divertita.
Tornando dal ristorante all’hotel passammo davanti ad una discoteca bar all’aperto, sul lungo lago. Capii subito che loro erano attratti dal fermarsi e quindi proposi subito di farlo anche se forse era un posto più da giovani come loro. Ballammo, bevemmo qualche cocktail. Il tasso alcolico di tutti noi si era alzato dopo quella sosta. Durante i balli c’era stato anche qualche sfioramento timido. Nulla che avrebbe suggerito qualcosa di più.
Eravamo tutti un po’ brilli nel tragitto tra quel bar discoteca e il nostro hotel. Io camminavo aggrappata a mio marito. La coppia di giovani era dietro di noi, almeno per un tratto del percorso pedonale lungo la riva del lago. Ad un certo punto, infatti, non li sentiamo più e ci giriamo e non ci sono. Che fine avevano fatto? Tornammo un po’ indietro per cercarli e assicurarci che fosse tutto a posto.
Era tutto a posto. Anche troppo. Li vedemmo appoggiati al muretto sotto ad un lampione. Stavano limonando appassionatamente. E non solo: lui le aveva sollevato un po’ la gonnellina e aveva infilato una mano tra le sue gambe. Le stava palesemente toccando la figa, non sapevo se andando anche sotto le mutande, e lei stava gradendo in modo inequivocabile.
Mio marito, eccitato come ma da quella visione, provò ad avere la sua parte cercando di limonare a nostra volta. Ma io volevo guardare i due giovani e lo respinsi. In quel momento lei si accorge di noi, si accorge di avere degli spettatori. Ecco, pensai, li abbiamo disturbati ed ora lei vorrà smettere. Invece incrocia il mio sguardo, lo sostiene per un attimo, ha la bocca mezza aperta dal piacere che le si piega in un mezzo sorriso. Poi riprende a limonarsi il suo ragazzo e a farsi masturbare in pubblico. Mi stupì. L’avevo sottovalutata. Non mi aspettavo quella reazione. Forse era dovuto anche al fatto che fosse un po’ brilla, però le feci mentalmente dei complimenti.
Rientrammo in albergo lasciandoli al loro amoreggiare, ma ci accorgemmo subito quando arrivarono anche loro nella loro camera. Li sentimmo scopare con furia. Sentimmo lei godere rumorosamente. Restammo in ascolto diversi minuti, mentre noi facevamo petting silenzioso. Mio marito godette velocemente con un pompino. Io toccandomi mentre ascoltavo lei e immaginavo come la stava trattando il suo ragazzo.
Anche il mattino dopo i due si diedero da fare e furono rumorosi quanto la sera prima. Il vigore della gioventù. Le botte date dalle spinte di quel giovane toro. Gli orgasmi di lei, sempre rumorosi. Noi ci eravamo appena svegliati e rimanemmo in ascolto, toccandoci. Poi sentimmo che avevano finito. Li sentimmo parlare sul terrazzino confinante col nostro.
A quel punto mio marito voleva la sua parte di sesso. Anche io avrei voluto ma non volevo sprecare una situazione che poteva essere ancora più intrigante. Mi alzai, mi feci un caffè con la macchinetta che c’era nella stanza e poi uscii anche io sul terrazzino. Indossavo soltanto una t-shirt corta, sotto ero nuda. Mi accesi una sigaretta e mi appoggiai alla ringhiera del terrazzino. Se solo lui si fosse affacciato mi avrebbe visto, nuda dalla cintola in giù. Non lo fece, ma sentii che diceva con la sua ragazza che sarebbe sceso per prendere il carica batterie in auto.
Il parcheggio era poco distante, proprio davanti alle nostre camere. Pensai mentalmente al percorso che avrebbe fatto. Doveva passare sotto ai balconi delle stanze. Restai lì, a fumare. Mio marito mi reclamava dentro, ispirato dalla visione del mio culo nudo.
Il ragazzo passò lì di sotto. Istintivamente alzò lo sguardo e mi vide. Si bloccò un istante, stupito dalla visione che gli stavo donando. La mia figa, il mio pelo, esposti pochi metri sopra di lui. Non feci nulla per ritrarmi, per nascondermi. Mi lasciai guardare e anzi lo salutai con un cenno, per fargli capire che sapevo che mi stava vedendo mezza nuda e non era un problema. Anzi dal mio atteggiamento era abbastanza chiaro che mi facesse piacere. Vedo che lancia uno sguardo timoroso verso il terrazzino della loro camera, per controllare che non ci fosse la sua ragazza, che non stesse vedendo che lui mi stava osservando.
Nonostante lei non ci fosse fu forse quel pensiero a suggerirgli di proseguire, di non fermarsi a guardare un’altra donna nuda.
Intanto da dentro alla stanza mi giungevano all’orecchio complimenti ed epiteti volgari di mio marito. Elogiava il mio culo e il mio essere troia. E dire che non sapeva che mi stavo offrendo alla vista del ragazzo. Era troppo impegnato a fotografarmi.
Allora mi girai. Il ragazzo intanto era arrivato alla sua auto. Io guardai verso mio marito. Gli feci qualche smorfia provocante mentre con una mano mi sollevavo la maglietta per fargli fotografare anche il seno e con l’altro mano mi coprivo la figa, simulando pudore oppure anticipando una masturbazione. Nel mettermi in quelle pose per mio marito inarcai la schiena e spinsi verso fuori il mio culetto che fu così in bella vista per il ragazzo. Mi girai per riuscire a vedere con la coda dell’occhio cosa stesse facendo. Era fermo a fianco della sua auto, guardava verso di me. Con una mano si toccava il pacco da sopra ai pantaloncini. Lo avevo eccitato. Continuai a posare per mio marito, ignaro di non essere l’unico spettatore, e mi appoggiai ad una delle sedie che c’erano sul balcone. Mi misi in una posizione oscena, a pecora col culo ben aperto ed esposto verso il ragazzo. Mi sentii scopata dal suo sguardo. Ero super eccitata. Aspettai il suo ritorno, il suo passaggio sotto al nostro terrazzino, il suo indugiare il suo sguardo, da sotto, verso la mia figa ormai bagnata in modo forse palese e il mio ano pulsante fra le chiappe.
Mio marito si godette una Elena super calda e vogliosa, nella scopata che facemmo subito dopo, non sapendo che non era stato l’unica causa di quella mia eccitazione, anzi non certo la causa primaria.
Quel mattino poi ci ritrovammo tutti e quattro a bordo piscina. Lei sembrava imbarazzata, forse le era passata la sbornia della sera prima e si ricordava come si era mostrata ai miei occhi. Io, perfida, feci qualche battuta sul fatto che li avevamo sentiti divertirsi ieri sera e stamattina. Lei arrossì e non parlò per minuti. Non era ancora la troia che però prometteva di diventare.
Poi restammo ogni coppia per conto suo ma nel pomeriggio, facendomi sentire, proposi a mio marito di andare in camera perché avevo voglia di scopare. Feci un accenno al fatto che potevamo anche far rumore senza disturbare nessuno. Me lo limonai un po’ davanti a tutti, prima di alzarci e dirigerci verso la camera. Passammo a fianco dei ragazzi. Mio marito teneva una mano sul mio culo, come sempre. Mi girai a guardarli. Sorridevano, lei imbarazzata e lui anche, ma anche allupato.
Non ci incrociammo più fino a tarda sera. Sia noi che loro avemmo poi l’idea di prendere un cocktail a bordo piscina. La sera era magnifica, la location meravigliosa e romantica. Luna piena e brezza. C’era poca gente. Musica soft in sottofondo.
Con i cocktail in mano ci sedemmo sui lettini e chiacchierammo. Parlammo di relazioni, di coppie, di amore. Erano giovani e innamorati. Credevano nell’amore profondo e nella fedeltà assoluta, soprattutto lei. Io guardai lui che distolse immediatamente lo sguardo. Il messaggio non verbale era chiaro, se lui avesse avuto l’occasione di tradirla per scopare con me non si sarebbe tirato indietro. Forse lei un giorno capirà che questo atteggiamento può convivere con un rapporto solido e di immutato amore.
Restammo soli. Il bar a bordo piscina aveva chiuso. Gli altri avventori erano tornati nelle loro camere. Un po’ di luci erano state spente. C’era silenzio, sotto la luna. Senza dire niente presi per mano mio marito e lo trascinai verso una zona più in ombra. Lo feci stendere su un lettino. Poi mi sfilai le mutandine e salii sopra di lui, cavalcandolo in un amplesso.
Guardai verso i nostri giovani amici. Ci stavano guardando, quasi rapiti. Mi concentrai per un po’ sul cazzo di mio marito, ondeggiando il mio corpo per goderne appieno. Quando guardai di nuovo nell’altra direzione li vidi che avevano cambiato posizione. Lei era china su di lui. Gli stava facendo un pompino.
Quella visione incentivò il mio orgasmo. Mi sollevai un po’ e lascai che fosse mio marito a spingersi dentro di me fino in fondo. Guardai verso di loro. Lui si era alzato in piedi. Spingeva la testa della sua ragazza contro se stesso e intanto guardava verso di me. Godemmo entrambi guardandoci.
Poi successe tutto in un attimo. Lei si ritrasse, quasi sorpresa dagli schizzi ricevuti in bocca. Poi si accorse che lui stava guardando noi. Sembrò seccata dalla cosa. Si alzò e si allontanò velocemente, molto contrariata. Lui incespicò un po’ cercando di tirarsi su i pantaloni, per correrle dietro. Provò a prenderle la mano per fermarla o per accompagnarla, ma lei lo spinse via. Era imbarazzata per quello che lui le aveva fatto fare e non aveva gradito che lui fosse concentrato anche su di noi, probabilmente.
Non li sentimmo più scopare, né quella sera, né la mattina dopo, ma io sapevo che non era finita e sapevo cosa fare.
Ero di nuovo sul balconcino, indossavo un body. Aspettai, sapevo che sarebbe passato. E forse lui sapeva che mi avrebbe trovato, infatti alzò subito lo sguardo. Mi slacciai il body e iniziai a toccarmi, mentre lui mi fissava. Lo vidi sistemarsi il cazzo nelle mutande, dato che l’erezione che io gli avevo provocato aveva reso la sua posizione scomoda. Andò poi verso la sua auto e allora io chiamai fuori mio marito, dicendogli di smetterla di fotografarmi. Mi inginocchiai e iniziai a fargli un pompino mentre con la coda dell’occhio controllavo il ragazzo. Ci stava guardando, dal parcheggio. Mio marito gli dava le spalle, ancora non si era accorto di avere uno spettatore.
Cambiammo posizione. Io mi appoggiai alla ringhiera abbassando la schiena e restando con le gambe dritte, offrendo le terga a mio marito. Il ragazzo si mosse, avvicinandosi all’edificio per tornare nella sua stanza, passando di nuovo sotto di noi.
“Ehi, ma c’è…” mormorò mio marito, stupito di vederlo.
“Sì, lo so.” dissi io per tagliare corto e fargli capire che era stato tutto fatto apposta.
“Troia…” sbuffò soddisfatto mentre io ancheggiavo sensualmente per invitarlo a prendermi come volevo essere presa.
Non staccai gli occhi dal ragazzo che si stava avvicinando, così come lui non staccò lo sguardo da me. I suoi pantaloncini erano tesi e gonfi sul davanti. Quando fu giusto sotto di noi lasciai andare un gemito più forte degli altri, in seguito ad una spinta più forte delle altre da parte di mio marito.
“Sì… nel culo… sì…” sussurrai a voce sufficientemente alta da farmi sentire da lui.
Andammo a far colazione con quella sensazione di essere molto soddisfatti per aver fatto un buon sesso trasgressivo e allo stesso tempo con quella voglia di chi ne vuole di più.
Vedemmo arrivare il ragazzo da solo. Sembrava un po’ scontroso, ma venne a salutarci.
“Siamo in partenza. E… niente… vi saluto, anche da parte della mia ragazza.”
“Non viene a far colazione?” gli chiesi.
“Ehm, no. Abbiamo un po’ litigato e poi… ecco… no, niente.”
“Che c’è? Qualche problema?”
“No, è che voleva evitare di incontrarvi…”
“Perché? Le abbiamo fatto qualcosa di male?”
“No, no, voi no, è lei che si sente, insomma, dopo ieri sera… il fatto di essersi fatta vedere mentre… ecco, mentre me lo succhiava… dice che l’ho costretta, abbiamo litigato… che si vergogna di quello che ha fatto…”
“Oh, mi spiace…” gli dissi sincera e istintivamente mi venne da accarezzarlo.
Poi mi fermai. Lo guardai negli occhi. Lui ricambiò. Lo vedevo smarrito e dispiaciuto per quel mancato coinvolgimento della sua ragazza in giochi che lui forse avrebbe voluto invece fare ancora di più. Mi venne spontaneo fare una cosa impensabile eppure che mi sembrò così naturale, pazzescamente naturale.
Gli diedi un bacio. Leggero e delicato. Poi mi staccai e guardai mio marito, immobile e incredulo.
Mi rigirai verso il ragazzo e mi avvicinai di nuovo alla sua bocca. Cominciammo a limonare con passione.
Sentii una presenza vicina a noi. Aprii gli occhi e vidi il cameriere che stava sparecchiando il tavolo, in modo un po’ incerto perché distratto da noi due. Mi guardai attorno e tutti ci stavano fissando.
Tastai l’inguine del ragazzo. Duro come il marmo e di notevole ingombro. Quanto avrei voluto inginocchiarmi, tirarglielo fuori, succhiarglielo e bermelo lì davanti a tutti.
Lui era imbarazzatissimo. Ci salutò. Fece per andarsene. Si capiva che era combattuto tra ciò che avrebbe voluto fare e ciò che poteva fare. Lo rincorsi. Gli lasciai il mio numero di telefono e lo baciai di nuovo.
Poi mi sentii trascinare via da mio marito, verso la nostra stanza. Non era arrabbiato con me, anche se gli avevo fatto fare un po’ la figura del cornuto davanti a tutti, era solo arrapato e voleva scoparmi forte.
“Che cazzo di troia che ho sposato…” bofonchiava soddisfatto tra sé e sé mentre io ridevo divertita e gli correvo dietro tirata per un braccio.
In autostrada, mentre tornavamo a casa, scorrevo le foto che mio marito mi aveva girato tra quelle fatte in quei giorni sul lago. Mentalmente sceglievo quali avrei potuto spedire a quel ragazzo se mi avesse scritto. Anzi non se mi avesse scritto, ma quando. Sapevo che l’avrebbe fatto prima o poi. Forse al primo piccolo screzio con la sua ragazza o alla prima erezione da lei non soddisfatta.
Volevo arrivare a scoparmelo, ormai avevo quell’obiettivo. Anche mio marito voleva che me lo scopassi, arrivati a quel punto. Ma entrambi speravamo di riuscire a creare una breccia in quella coppia innamorata. Non una breccia per rovinarla, ma una breccia per aprire loro nuovi orizzonti. Il materiale umano c’era, anche se lei era ancora spaventata da certe cose, si capiva. Ma lavorandomi lui e dicendogli come muoversi con lei forse avremmo raggiunto il nostro scopo.
Magari durante un altro weekend in quel posto incantevole sul lago.
Ce ne fossero di più di donne come Elena …
ben scritto.. grazie.. a tutti e due.
P
Grazie, ce ne fossero anche di più di lettori come te che lasciano un commento. Siete tutti come dei voyeur che guardano da lontano. Se qualcuno in più si fa avanti e dice la sua mi fa piacere.
Ma sai cosa…non mi ha mai chiamato!
Che bello essere giovani e credere nell’amore assoluto ma anche loro capiranno col tempo..quando tradisci ami più intensamente. Sarà il senso di colpa? Bah chissà io non ho forse mai provato un senso di colpa, perlomeno non lo ricordo 😂😂😂 che troia che sono 😔😜🫣
Elena T
Non ti ha chiamato, ma magari potrebbe farlo, almeno qui su questo sito di racconti…
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