Purtroppo nella realtà non tutti sanno cogliere le ghiotte occasioni erotiche che gli si presentano, ma la premessa era così gustosa che un seguito andava immaginato, e così almeno su queste pagine Elena è stata ricontattata dal ragazzo del weekend sul lago. E chissà poi se finisce qui…
“Sai chi mi ha scritto?” dissi a mio marito con un’aria che gli fece subito intuire che c’era della malizia in quella mia domanda.
“No.” rispose lui, subito interessato.
“Quel ragazzo del weekend al lago.”
“Ah. Ti vuole scopare?”
“Come sei subito volgare. Mi ha scritto che viene in città.”
“Ok, ti vuole scopare.”
“Sì, certo che mi vuole scopare, ma è timido. Mi ha detto che viene qui, non ha preteso niente.”
“Quindi viene da solo, senza la sua ragazza?”
“Sì, da solo. Altrimenti non mi avrebbe scritto. Mi spiace ma si era capito che la sua ragazza non era ancora pronta per certi giochi.”
“Tu cosa gli hai risposto?”
“Gli ho detto che possiamo incontrarci. Ho preso un appuntamento per stasera, in centro.”
“Quindi te lo vuoi scopare. Cosa farete?”
“Certo che me lo vorrei scopare, ma non è così automatico. Mi voglio divertire un po’. Voglio flirtare con lui, non c’è niente di predeterminato. Vedremo come andrà la serata. Magari non succede niente. Forse lui non è ancora pronto per tradire la sua ragazza.”
“Sì, certo, come no.”
“O magari non mi ispira più lui. Magari senza la presenza della ragazza con cui sentirmi un po’ in competizione, o senza la tua presenza per sentire di farti ingelosire, non mi attizza più. Magari lo trovo noioso. Lo sai che non mi basta mica un cazzo per godere. Ci deve essere anche un po’ di intrigo dietro.”
“Sì, certo, come no.”
“Eddai, non essere stronzo.”
“Ok. Scherzo. Lo so come sei. Ma so anche come sono i ragazzi nei loro vent’anni e quindi se dovessi scommettere penso che stasera come minimo gli farai un pompino.”
“Va bene. Su questo non scommetterei contro.”
In effetti da quando l’avevo incontrato avevo una curiosità che mi sarei voluta togliere: come fosse il suo sperma giovane e che gusto avesse.
Ci sedemmo sui tavolini di un locale in una via pedonale del centro, in mezzo a tanta gente, per lo più giovani come lui che facevano serata. Chiacchierammo un po’, del più e del meno. Lui era un po’ impacciato e anche nervoso. Si guardava attorno come se avesse paura che comparisse all’improvviso la sua ragazza, anche se era in un’altra città. Mi divertiva vederlo così teso per quello che poteva succedere tra noi. Non ne vedeva l’ora ma ne era anche un po’ spaventato.
“Io comunque potrei essere tua madre. O potresti essere un amico di mio figlio.”
Fu quella, di fatto, la frase che introdusse quello che era l’elefante nella stanza, di cui ancora non avevamo accennato nelle nostre chiacchiere. La possibilità che ci fosse sesso fra noi. Non era certo una frase che parlava di quello, ma erano le sue implicazioni, i suoi sottointesi, il suo non detto che la rendeva una frase allusiva.
“Non credo pensino tu sia mia madre.” disse dopo essersi guardato attorno nervosamente e poi aver posato gli occhi su di me.
“Perché?” chiesi io finta ingenua.
“Per… per come sei…” mi indicò. Io feci finta di non capire, per indurlo a continuare a parlare. “Per come sei vestita. Quella maglietta sottile… quello che si intuisce sotto…”
“Cosa si intuisce?” chiesi, ben sapendolo.
“Che sei senza reggiseno… si vedono i tuoi… ehm… capezzoli…”
“Ah sì?” dissi io fingendo stupore e tendendo la mia maglietta per sfiorarmene uno. “È perché sono turgidi… Lo sai perché sono turgidi, vero?”
“Cre… credo di sì.”
“Poi forse è anche la mia minigonna? Dici che è anche per quello?” lo stuzzicai facendo toccare le nostre gambe sotto al tavolo.
“Eh… sì, anche quella…” disse lui deglutendo nervoso.
“Quindi se io adesso ti baciassi non si scandalizzerebbe nessuno, vero? Penseranno al massimo che tu sia con una MILF… no?”
“Beh… non più di quando lo hai fatto quella volta…”
Mi bagnai più di quello che ero già bagnata al pensiero di quella scena pazzesca e naturale allo stesso tempo. Mi piegai verso di lui, ma col tavolino in mezzo era scomodo. Allora mi alzai e andai a sedermi sulle sue gambe, per limonarmelo con calma e con passione. Lo sentii indurirsi ancora di più di quello che era già contro la mia coscia. Abbassai una mano per tastarlo. Sembrava proprio avere un gran bel cazzo.
Attorno ci stavano guardando forse. Davamo spettacolo, sicuramente. Un po’ per la differenza di età fra noi ma ancora di più per l’audacia e l’intensità del nostro amplesso di lingue.
“Ci vieni con me in bagno?” gli chiesi con voce roca nell’orecchio.
“Ehm…” si guardò un attimo intorno, imbarazzato.
“Sì, lo capiranno tutti se ci alziamo insieme e andiamo dentro al locale. Lo capiranno cosa andrai a fare con la tua MILF, e ti invidieranno.”
“Ok, andiamo…” disse.
Non era partito convinto di tradire la sua ragazza. Si sentiva sicuramente in colpa nel farlo. Però non aveva resistito e mi aveva scritto. Memore di cosa gli avevo fatto vedere in quel weekend al lago. Poi non aveva resistito e aveva accettato di incontrarmi. Gli era venuto duro appena mi aveva visto, me ne ero accorta, e da quel punto lì non mi avrebbe più detto no a nulla, figurarsi ad un pompino nel bagno di un locale.
“Oh, wow.” dissi appena vidi finalmente il suo cazzo svettare fuori dai pantaloni. Decisamente un cazzo interessante, col vigore dei vent’anni per di più.
Lo osservai un po’, me lo rigirai fra le mani. Soppesai le palle piene. Era magnifico e invitante, se non fosse stato per un particolare. Mi avvicinai, annusai meglio ciò che gia stavo sentendo da un po’ e alzai lo sguardo.
“Da quanto non lo lavi?” gli chiesi con tono accusatorio e forse un po’ materno.
“Da stamattina, sono stato in giro tutto il giorno… mi spiace non riuscivo a tornare in hotel prima di vederti, ho sudato tutto il giorno e pisciato in bagni pubblici… ti capisco se non lo trovi gradevole.” mi disse, dimostrando maturità e autocontrollo. Altri avrebbero potuto dire: “zitta troia e succhiamelo” sbattendomelo contro il viso. La sua risposta sincera invece me lo fece apprezzare. Non tanto da mettermi in bocca quella sua appendice maleodorante, ma abbastanza da farmi venire qualche idea perversa. In fondo avevo proprio voglia di succhiarglielo, di assaggiarlo, quindi in qualche modo dovevo fare.
“Bisogna allora che gli diamo una lavata.” dissi alzandomi. “Vieni a casa mia?”
“A… a casa tua?”
“Sì. Ti faccio fare una doccia.”
“Ma… e…”
“Sì, ci sarà mio marito, se è questo che ti preoccupa. Ma non te ne devi preoccupare…”
“Ah…” mi guardò pensieroso e ammirato.
“Tranquillo. Magari un giorno ci arriverai anche con la tua ragazza ad avere un rapporto così rilassato e aperto riguardo al sesso. Ti piacerebbe?”
“Beh… forse sì…”
“Ti piacerebbe che lei facesse quello che faccio io, con un altro?”
“Mah… non… forse…” non mi rispose di sì solo perché forse non ci aveva ancora pensato ma istintivamente si sentiva eccitato a quella idea.
Andammo con la mia macchina fino a casa. Entrammo e salutammo mio marito che era davanti alla televisione a guardarsi dello sport. Gli dissi che lo avevo portato lì perché doveva farsi una doccia. Apparentemente sembrò una cosa normale che io arrivassi a casa con un ragazzo. Quasi ci ignorò. Sapevo che non era così, sapevo che gli era venuto istantaneamente duro al vedermi rientrare con lui, ma faceva parte del gioco che fingesse indifferenza.
Accompagnai il ragazzo in bagno ed entrai con lui. Aprii l’acqua della doccia, per farla arrivare alla temperatura giusta e intanto lo guardai. Era imbabolato.
“Che fai? La doccia vestito? Non ti spogli?” gli dissi canzonandolo un po’.
“Mah… ehm…” sembrò stupito dal doversi spogliare davanti a me, come se non avesse capito cosa sarebbe successo di lì a poco. Era semplicemente travolto dalla mia intraprendenza e non sapeva come muoversi, nel timore forse di commettere errori.
“Dai, che problema c’è? Tu mi hai già visto nuda, no? Io ti ho già visto il cazzo. Spogliati.”
Lo fece, mostrandomi il bel fisico che già avevo ammirato nella piscina di quell’hotel, con l’aggiunta del cazzo nudo e rigido.
“Prego.” gli dissi aprendogli la porta a vetri della doccia e invitandolo ad entrare.
Poi lo guardai qualche minuto mentre si insaponava il corpo. Ero eccitata da far schifo in quel contesto insolito.
“Vuoi che ti insaponi la schiena?” gli chiesi ma non aspettai la risposta. In un attimo mi denudai ed entrai nella doccia.
Inizialmente feci proprio quello che gli avevo chiesto. Mi feci passare il bagnoschiuma e, aderendo a lui col corpo, gli passai le mani insaponate lungo tutta la schiena muscolosa. Scesi giù fino alle chiappe sode con diversi passaggi anche in mezzo, sfiorandogli il buco. Lo sentii sussultare a quei contatti. Capii che per lui erano insoliti. Forse la sua ragazza non lo toccava lì. Forse lui non si faceva toccare lì, pensando non fosse “roba da uomini”. Ma il suo irrigidirsi e poi rilassarsi mi fece capire quando gradisse il mio tocco in quelle zone. Anche il suo cazzo, durissimo e in quel momento finalmente pulito, lo testimoniava.
Mi inginocchiai e lo presi in bocca. Pochi secondi, un paio di succhiate, un passaggio delle mie dita dalle palle lungo il perineo fino al buchetto, e mi schizzò in bocca. Era buono, abbondante, pizzichino al palato, non denso. Ne valeva la pena di assaggiarlo.
E con della sborra così gustosa la mossa successiva era quasi obbligata. Mi alzai in piedi e avvicinai il mio viso al suo, per baciarlo. Esitò un istante, sapeva che le mie labbra e la mia lingua sarebbero state ancora sporche. Forse la sua ragazza non glielo aveva mai fatto, ma la sua curiosità di porco gli fece accettare quel limone salato.
“Perché non hai portato la tua ragazza?”
La voce di mio marito ci sorprese entrambi. Non ci eravamo accorti che da qualche minuto ci osservava appoggiato alla porta della nostra camera da letto. Io era seduta a gambe aperte appoggiata alla testata del letto e il ragazzo era inginocchiato e piegato in avanti, dedito a leccarmela. Da buon giovane sarebbe già stato pronto ad un secondo giro col suo cazzo già rigido da un po’, ma io volevo e lui stesso voleva, ricambiare un po’ di sesso orale.
“Ehm… no… lei non è per queste cose…” disse interrompendo il cunnilingus e girandosi verso mio marito.
“Peccato, devi cercare di farle cambiare idea… era proprio una bella ragazza, avevo una voglia di scoparmela quando l’ho vista… con quel suo bel culetto abbondante e quelle tette…”
“Se fosse qui la faresti scopare da mio marito? Mentre tu scopi me?” gli chiesi intervenendo e cambiando posizione, scivolai verso il basso, predisponendomi ad una imminente penetrazione da parte sua.
“Ehm… sì, forse sì…”
“Davvero? Ti eccita l’idea che lei scopi con un altro?”
“U… un po’ sì… se poi io ho te in quel momento… direi che saremmo pari…”
“E invece adesso non siamo affatto pari, tu stai per scoparti Elena.” si intromise mio marito che intanto si stata spogliando anche lui.
“Dai, lascialo stare.” lo difesi io. “La sua ragazza non è ancora pronta per questi giochi, sono giovani. Ma l’importante è che lui sia ben predisposto e non sia geloso, diamogli tempo alla loro coppia.”
Il ragazzo iniziò a scoparmi. Mio marito si posizionò al nostro fianco, segandosi mentre mi guardava. Inutile dire che la sua presenza mi eccitava più di quanto non fossi e lo ero già a mille.
“Ti piace scopare mia moglie?” gli chiese.
“Oh… sì…”
“Quanto mi piacerebbe scoparmi la tua ragazza… quel suo culo…”
“Questo non credo…” commentò il ragazzo.
“In che senso?”
“Il culo… non potresti scoparla nel culo…” disse interrompendo gli affondi in me.
“Perché no?”
“Non vuole.”
“Non ti dà il culo?”
“No.”
“E tu lo vorresti?”
“Beh… sì, certo. Mi piacerebbe provare.”
“Provare? Non l’hai mai fatto neanche tu?” intervenni io.
“Ehm… no…”
A quella risposta restammo tutti un po’ in sospeso. Ognuno di noi stava probabilmente immaginandosi cose che forse non aveva il coraggio di dire.
“Sai cosa ci vorrebbe per la tua ragazza?” fu mio marito a rompere il silenzio.
“No. Cosa?”
“Un amante più esperto. Uno che la convinca. Anzi no, di solito in quei casi non c’è bisogno di convincerle. Con gli amanti sono più disponibili e curiose. Con quelli più esperti ancora di più. Probabilmente sarebbe proprio lei a voler provare, a voler imparare. Non avrebbe paura dei giudizi del proprio fidanzato e si lascerebbe andare e imparerebbe ad apprezzarlo. Poi si concederebbe anche a te, magari fingendo ancora inesperienza, ma invece tranquilla del fatto che anche con la tua inesperienza e il tuo essere impacciato lei potrebbe godere nel fare sesso anale.”
“Ti piacerebbe se succedesse così?” mi inserii io prima che lui reagisse a quella ipotesi provocatoria di mio marito.
“Io… io… no, non vorrei che avesse l’amante…” bofonchiò.
“E perché il tuo cazzo è diventato più duro?” lo provocai. “Perché sei un porco a cui invece piace tutto ciò che gira intorno al sesso?”
“No…” rispose lui non volendo ammettere la verità.
“Peccato. Perché sai cosa farei se tu fossi il porco che penso tu sia?”
“No.” continuò a dire, ma stavolta con curiosità.
“Potrei farti provare.”
“Cosa?”
“Ma sei scemo?” intervenne mio marito. “Quella troia di mia moglie, quell’amante delle pratiche sodomitiche che è mia moglie ti sta offrendo il suo culo e tu per non ammettere che ti ecciterebbe un casino se uno come me insegnasse alla tua ragazza a godere col culo, ci stai rinunciando?”
“No, io…” poverino, lo stavamo confondendo con le nostre perversioni.
“Dai, vieni qui che ti faccio vedere.” disse mio marito, con tono paterno.
Mi fece posizionare a pecora, col culo ben esposto. Prese il nostro lubrificante e se ne mise un po’ sulle dita per spalmarmelo attorno e dentro al mio ano. Poi fece continuare lui, guidandone il movimento.
“La tocchi mai la tua ragazza lì? Le infili almeno un dito nel culo?”
“Sì, a volte, mentre sta sopra di me.”
“E come reagisce?”
“A me sembra che le piaccia tantissimo. Ma lei nega.”
“Allora è come dico io, con te si vergogna. Ha solo bisogno di provare con qualcuno con cui non si vergogna.”
“Sentite.” mi intromisi io. “Io non mi vergogno di farmi ravanare nel culo dalle vostre dita, però non mi vergogno neanche se ci infilate un bel cazzo.”
“Vedi.” disse mio marito. “Diventano così poi, le troie. Forza, tocca a te fare un po’ di esperienza su come si inculano le donne.”
Fu breve ma intenso. Troppo eccitato lui per durare e troppa foga per l’emozione. Lo avesse fatto in quel modo alla sua ragazza le avrebbe fatto solo male. Io invece seppi accoglierlo, grazie anche al livello di eccitazione fuori dal normale per quella situazione trasgressiva e quei discorsi perversi.
Per cercare di frenarne le spinte e ritardarne la venuta a metà amplesso cambiammo anche posizione. Io mi stesi sulla schiena con le gambe aperte e il culo un po’ sollevato. Guardandolo in faccia e allungando le mani verso di lui potevo guidarne un po’ i movimenti. Finimmo con lui che crollò su di me. Il suo cazzo non perse subito consistenza e il mio ano restò sufficientemente morbido da non espellerlo subito.
Lo accarezzai come per rassicurarlo, dalla nuca alla schiena, fino anche alle chiappe. Dopo qualche minuto così allungai un po’ il movimento fino a insinuare le dita tra i muscoli dei glutei. Lo sentii risvegliarsi. Il suo cazzo riacquistò definitivamente vigore, non avendolo mai perso del tutto, dilatando leggermento il mio ano ancora aperto.
Guardai mio marito.
“Amore. A cosa pensi? Tu non sei ancora venuto?” gli chiesi mentre lui, stancamente, segava il suo cazzo mezzo duro.
“Stavo pensando alla sua ragazza. Al culo della sua ragazza.”
“Hai voglia di inculare?”
“Certo. Non ti è bastato lui? Ne vuoi ancora?”
“No. Ho in mente un’altra cosa.” guardai il ragazzo, poi di nuovo mio marito, che capì subito.
“Sai, amico, c’è un’altra cosa che fa bene fare se si vuole imparare bene a metterlo nel culo alle donne e farglielo piacere.” parlò mio marito mentre si spostava sul lettone con noi.
Non ci furono tante altre parole. Non venne esplicitato cosa stava per succedere. Il ragazzo sollevò la testa e mi guardò un po’ intimorito. Io lo rassicurai con la mia espressione e poi gli presi il viso fra le mani e lo portai verso di me. Iniziammo a limonare in modo molto dolce. Percepii il sussulto che ebbe nel momento in cui sentì le dita di mio marito, fredde per il lubrificante, toccarlo intorno all’ano e insinuarsi dentro.
“Lascialo fare. Capirai com’è e saprai farlo meglio quando lo farai alla tua ragazza.” lo rassicurai continuando poi subito dopo a intrecciare le nostre lingue e labbra.
Mugolò di dolore e piacere quando mio marito entrò in lui. Sotto il suo cazzo era scivolato fuori dal mio culo ma sentivo che era rimasto durissimo. Lo raggiunsi con una mano e lo guidai di nuovo dentro di me. Venni inculata di nuovo da lui tramite le spinte di mio marito. Non fu solo il ritmo giusto e gli affondi meno violenti, ma anche la situazione perversa a portarmi ad un intenso orgasmo anale ma soprattutto mentale.
Mio marito che inculava il ragazzo che mi inculava. Sembrava tutto uscito dalla mente porca di uno scrittore di racconti erotici che conoscevo.
Eh dai l’intreccio dei miei due amanti è tanta roba ma la prossima volta lo vorrei dietro senza profilattico..sono molto combattuta ma ci ragioneremo insieme…intendo entrambi senza!
Ora c’è un debito da saldare e la curiosità sarà logorante nei due ragazzi…vediamo se saprà lavorarsela per bene.
Sarei troppo sfacciata ad augurare a tutti i lettori, inclusi anche quelli silenziosi, di giocare e godere come noi? Beh fatelo nel dubbio porci!
ELena T.
Adoro…