Da qualche giorno non mi rispondeva al telefono. Le mandai un messaggio anche se preferivo sempre sentirla a voce, sia per lei, così non rimanevano tracce compromettenti sul suo telefono, sia per me perché mi ero reso conto che parlandoci ero molto più in grado di convincerla a lasciarsi andare. Con i messaggi per lei era più facile rispondermi con un rifiuto. Quando la incalzavo con le parole le facevo cadere le ultime barriere moraliste che possedeva.
La risposta al messaggiò tardò molto e recitava più o meno così: “Non posso rispondere.
Incontriamoci al Caffè della piazza, domani sulle 18.”
Mi stupì quell’incontro in quel luogo pubblico (da mesi ci vedevamo solo in luoghi clandestini o, al massimo, nel mio ufficio). Non avevo buoni presentimenti.
All’appuntamento, infatti, lei non si presentò ma arrivò un’altra donna che mi chiese se ero io e si presentò come una sua amica.
Mi spiegò che era stata scoperta dal marito (glielo aveva confessato lei stessa, scoprii poi) e che quindi non voleva più vedermi.
“Non vuole o non può?” le domandai con tono un po’ risentito.
“Tutte e due, credo. Dai, è sposata, non può continuare, lo sapevi fin dall’inizio che sarebbe finita, no? Mi ha sempre parlato di te come di uno che se ne fregava abbastanza e che non aveva problema a trovarsi delle donne con cui scopare, no? Quindi accettalo e lasciala stare.”
“Va bene, guarda, non sono certo il tipo da farne una tragedia. Non ero certo innamorato di lei. Ero affezionato, diciamo. Non sono tante quelle con cui ho avuto una relazione clandestina così lunga e così… appassionata. Mi dispiace che si chiuda così, ecco tutto.”
“Senti, anche lei mi ha sempre parlato in un certo modo della vostra relazione, però non ha mai smesso di amare il marito. Le dispiace anche a lei, ma le cose sono sempre state chiare da quello che mi ha detto.”
“Sì, sì, certo. Ma perché ha mandato te? Non poteva venire lei di persona? O almeno rispondermi al telefono.”
“Dai, lo sai benissimo perché ha mandato me e perché non ti ha più risposto.”
“Mh, no, non lo so. O almeno non sicuro. Prova un po’ a spiegarmelo.”
“Certo che sei proprio stronzo, aveva ragione.”
“Io? Stronzo? Naaah.” dissi ridendo.
“Sei proprio uno pieno di sé. Lo sei così tanto che anche quando vieni scaricato, vuoi un bel contentino per il tuo ego.”
“Va be’, aveva ragione, mi ha descritto bene. Ti avrà parlato anche di qualche mio difetto, però. Allora? Perché non è venuta lei?” le feci l’occhiolino. Lei scosse la testa.
“Perché se veniva… o se ti rispondeva… sapeva che tu eri capace di convincerla a venire a letto con te almeno un’ultima volta. E in quell’occasione di convincerla a salutarvi almeno un’altra volta e… così via. Contento?”
La guardai tronfio. Stavo un po’ recitando la parte del duro, in realtà. Chiudere questa storia mi pesava parecchio. Tra noi si era creata una sintonia perfetta, sessualmente parlando. Nessuno di noi due si era innamorato dell’altro, lei forse per incompatibilit caratteriale fra noi, io per la mia corazza cinica. Però era innegabile che fra noi non fosse solo ed esclusivamente sesso. C’era qualcosa in più ed ero convinto che anche lei la pensasse così.
Squadrai l’amica che aveva fatto da ambasciatrice e continuai la mia recita da playboy.
“Ok. Che peccato. Me ne farò una ragione… Dovrò trovare una sostituta per consolarmi…
Di te che mi dici?”
“Senti, bello, va bene che lei mi ha parlato bene di te… da quel punto di vista, ma se anche non vedi un anello nel mio dito ho già un uomo.” mi mostrò la mano.
“Per la tua amica avere un uomo non è stato un problema, anzi, le preferisco quelle che hanno già un uomo.”
Lei aveva ancora la mano alzata verso di me. La chiuse a pugno lasciando fuori il dito medio.
“Smettila subito. Non lo farei mai, soprattutto nei confronti della mia amica.”
“Ah. Interessante. Magari fra un po’, quando a lei è passata la nostalgia delle nostre scopate…”
“Ma sei proprio uno stronzo!”
Le presi la mano che ancora mi faceva il gestaccio, gliela girai e mimai un baciamano galante.
Mi guardò male ma poi si mise a ridere.
Quando se ne andò, dopo averle guardato il culo (non male, ma non al livello di lei), tirai fuori il telefono e scorsi la rubrica. Da quale mia vecchia amica potevo farmi consolare? Mi venne spontaneo un sogghigno quando vidi il nome della sua segretaria.
Stronzo ero e stronzo rimanevo.