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  • Una storia fra lui, lei e l’altro
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13 – Lei

Mi mancava. In quei mesi mi era mancato. Non capivo se mi mancava lui o mi mancava avere un amante, avere un’altra persona con cui avere quel livello di intimità e poter essere due persone diverse, una con mio marito e una con l’amante.

Più di una volta ero stata tentata di chiamarlo, di rivederlo, nonostante avessi giurato a mio marito che la storia era finita, che sarei stata fedele. Ma non l’avevo fatto perché sapevo che bastava un singolo incontro per ricaderci dentro completamente. Non tanto per il giuramento di fedeltà, quello lo avevo già infranto in passato e mi capitò di infrangerlo anche in quei mesi, con un uomo incontrato per caso. Una singola notte di sesso che non aveva fatto altro che lasciarmi la nostalgia dell’altra relazione.

Ed ora mio marito se ne veniva fuori con quella proposta: tornare ad avere un amante, con il suo consenso. Era serio mentre me lo diceva? Sembrava esserlo, ma forse aveva parlato in momenti in cui il suo raziocinio era alterato da uno stato di eccitazione sessuale. Oppure era sinceramente convinto che la cosa avrebbe potuto funzionare, ma sarebbe stato veramente così? Avrebbe veramente accettato la cosa una volta ricominciata, messo di fronte alla realt di un tradimento continuo?

Aveva ragione quando diceva che la mia relazione adultera non aveva messo in pericolo la nostra coppia, ma sarebbe stata la stessa cosa se io non avessi più dovuto nascondermi e, per forza di cose, limitare gli incontri nella frequenza e nella durata?

Non me la sentivo, non ce la facevo. In quei giorni diverse volte avevo preso in mano il telefono avevo aperto i messaggi verso il suo contatto, qualche volta avevo anche iniziato a scrivere, poi avevo sempre chiuso o cancellato, senza inviare niente.

Non ebbi il coraggio di consultarmi nemmeno con la mia amica. Non so perché non me la sentivo di dirle che mio marito sembrava voler accettare di essere cornuto, mi sembrava di denigrarlo e non mi sembrava giusto.

Vivevo in questo stato di incertezza fino a quando mi capitò di vederlo per caso. Ero in una delle vie del centro quando lo vidi entrare in un negozio, in compagnia di una donna. Mi avvicinai alla vetrina per sbirciare dentro senza essere vista, sfruttando anche il fatto che fuori cominciasse a far buio. Era proprio lui ed era con una donna ben più giovane di me e anche molto carina, magra e con lunghi capelli biondi. La osservai provarsi delle scarpe sotto lo sguardo compiaciuto di lui. La stavo odiando. Ero gelosa. Avrei voluto essere io lì con lui, dentro al negozio, a farmi regalare un paio di scarpe bellissime. Mi sentii sostituita, lei era più giovane, più bella… chissà se la scopava come faceva con me?

Me ne andai rabbiosa e disperata. A sera, a casa, fui scontrosa ed aggredii mio marito per ogni minima cosa. Il giorno dopo presi il telefono e chiamai l’amante.

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