Quando vidi scendere dal treno il mio amante gli corsi incontro come una ragazzina e lo abbracciai e baciai molto platealmente con la lingua. Provavo una sensazione di libertà.
Nella nostra città dovevamo comunque muoverci con cautela, volevo evitare che qualcuno che conoscevo mi vedesse in compagnia di un uomo che non era mio marito e che questo desse inizio a dei pettegolezzi sgradevoli. Lì, invece, nella stazione di una grande città mi godevo il fatto di non dovermi preoccupare di niente. Sentii il suo cazzo indurirsi tra i nostri corpi ed ero così in vena di trasgressione che mi sarei fatta scopare lì sul posto.
Erano cose che avrei potuto fare quando volevo con mio marito. Con lui non avevo certo bisogno di nascondermi, ovunque fossi. Però c’era qualcosa di diverso nel rapporto che avevo con i miei due uomini. Non sapevo spiegare bene il motivo ma, con tutto il bene che gli volevo, certe cose con mio marito non mi davano lo stesso brivido.
Prendemmo un taxi per andare nella suite lussuosa che aveva prenotato il mio amante. Fin dall’inizio del tragitto lui mi prese una mano e se la mise sul pacco, facendomi sentire quanto fosse ancora duro. Lo massaggiai facendo finta di niente, mentre lui scambiava due convenevoli con il tassista. Poi mi spostò per un attimo la mano per abbassarsi la cerniera.
Lo guardai stupita, lui mi sorrise e mi fece cenno di continuare. Infilai così la mia mano nei suoi pantaloni, aggirando anche le mutande per entrare in contatto con la pelle nuda del suo cazzo. Mentre lui proseguiva la conversazione con il nostro conducente, erano passati a parlare di calcio, mi mise per un istante la mano sulla nuca, spingendo leggermente. Era un chiaro segnale di cosa volesse. Io lo guardai spaventata, scuotendo la testa. Lui invece annuì con l’aria di chi non ammetteva rifiuti e di chi mi diceva di stare tranquilla. Abbassai la testa e avvolsi con la bocca la punta del cazzo che avevo fatto sbucare dall’apertura dei pantaloni. Il tutto durò pochi secondi, gli bastava il gesto, non aveva bisogno che gli facessi un pompino completo. Fuori cominciava a fare buio, ma se qualcuno avesse guardato dentro al taxi, nel bel mezzo del traffico della capitale, avrebbe potuto vedere tutto. Da come ci salutò il tassista, da come mi guardò mentre scendevo capii che qualcosa doveva aver visto.
Entrati nella suite non gli diedi neanche il tempo di appoggiare le valigie. Mi inginocchiai davanti a lui, spingendolo contro la porta, e portai a termine il pompino facendomi venire in bocca.
Successivamente facemmo la doccia insieme e poi ci preparammo per uscire a cena. Io mi vestii in modo audace e provocante. Mi venne in mente mio marito e il fatto che mi aveva chiesto di tenerlo informato. Pensai che una foto di come ero vestita gli avrebbe fatto piacere e gliela inviai. Non mi piaceva molto mischiare i due rapporti, non mi piaceva pensare a mio marito quando ero con l’amante. Ma me lo aveva chiesto ed io ero stata forse un po’ poco rispettosa nei suoi confronti facendogli sapere solo all’ultimo momento di quel weekend. Mi rispose chiedendomi se avessi già scopato. Istintivamente risposi con una bugia.