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  • Una storia fra lui, lei e l’altro
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26 – Lei

“Sei felice?” me lo chiese tenendomi per mano. Eravamo fuori a cena, per festeggiare il nostro anniversario di matrimonio. Io rimasi un po’ stupita dalla domanda, poi dopo un po’

annuii sorridendo.

“Sì, abbastanza.” risposi.

“Mi ami ancora?” percepii un attimo di esitazione nella sua voce.

“Sì, certo. Forse in modo diverso da quando ci siamo sposati, ma è normale, no?”

“Sì, questo lo dicono tutti. La nostra situazione però non è del tutto normale.”

“Intendi…” mi sistemai sulla sedia nervosamente.

“Intendo che tu hai un amante.” concluse lui la mia frase, sollevandomi dall’imbarazzo di pronunciare quelle parole che erano sempre strane da dire e da pensare.

“Sì, è vero, ma… è una cosa concordata fra noi. Mi pare che non ti dispiaccia neanche a te la situazione.”

“No, non mi dispiace, almeno la maggior parte delle volte. Ma cosa succederebbe se io ti dicessi di smettere?”

“Io… se me lo chiedessi, se fosse veramente quello che vuoi… io smetterei.” risposi senza essere sicura di essere stata sincera.

“Hai esitato molto nel rispondermi…” commentò acido.

“Senti, ho esitato, sì. Non è facile, per me non è un semplice sfizio.” mi morsi la lingua appena pronunciata questa frase, forse non era la cosa giusta da dire, forse mi era uscita male.

“Cioè? Cosa provi per lui? Lo ami?”

“Dai, basta. Ne abbiamo già parlato tante volte. Lui non si avvicina lontanamente a quello che tu sei per me. Però è comunque una persona importante. Dove vuoi arrivare con queste domande? Mi vuoi far sentire in colpa?”

Mio marito abbassò lo sguardo.

“Non so. A volte temo di perderti…”

“No, questo no. Di certo non per colpa sua. Cioè, lasciamelo dire, ma il fatto che mi dai questa possibilità di sfogare quest’altra me stessa al di fuori della nostra coppia, ho capito che rafforza il nostro rapporto…”

“…a volte vorrei di più.” continuò lui senza aver apparentemente ascoltato quello che avevo detto.

“In che senso di più?”

“Vorrei essere coinvolto.” disse rialzando lo sguardo.

“Coinvolto?”

“Con voi due. Vorrei esserci anche io.”

Stavolta fui io a distogliere lo sguardo. Quello che mi aveva appena detto mi aveva dato fastidio. Impiegai qualche attimo per capire il perché.

“No. Questo no. Questo non puoi chiedermelo.” sibilai in modo definitivo.

“Perché?”

“Non me la sento. Tutta questa cosa funziona perché io sono una con te e un’altra con lui.

Non posso mischiare le due cose. Non lo sopporterei.”

“Perché?”

“Perché no. Non chiedermelo più.” lo guardai male.

Fummo interrotti dall’arrivo del cameriere che ci pose davanti a noi i piatti che avevamo ordinato. Iniziammo a mangiare in silenzio. Io ero nello stesso tempo furiosa con lui per la sua richiesta e preoccupata per averlo deluso. Spaventata dalla prospettiva che lui volesse insistere e dalle conseguenze del mio rifiuto. Provai a pensare se avrei mai potuto accontentarlo, ma era una cosa che non riuscivo a concepire. I miei due uomini erano e dovevano restare distinti.

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