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  • Una storia fra lui, lei e l’altro
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9 – Lei

Dopo qualche mese dall’inizio di quella mia storia clandestina la situazione non accennava a risolversi. Ero rimasta un po’ stupita da me stessa dal modo in cui mi ci ero lanciata dentro, ma, era la spiegazione che mi ero data, era stata una trasgressione una tantum, una botta di vita, un qualcosa che prima o poi capita e che sarebbe finito presto. Invece non sapevo più farne a meno. Quando lui mi chiamava mi facevo sempre desiderare o lo facevo faticare per ottenere un incontro, ma in realtà mi accorsi che aspettavo con impazienza le sue chiamate.

Non ne ero innamorata, anzi ero sempre più convinta che con lui non sarebbe potuta nascere nessuna relazione seria. Però in quei brevi momenti in sua compagnia stavo bene.

Ero felice. E non si trattava solo di come facevamo sesso. Era tutto l’insieme, la condizione di relazione segreta, la condizione di amanti, che mi piaceva. E più mi piacevano quei momenti, più li odiavo quando non ero in sua compagnia. Il senso di colpa nei confronti di mio marito cresceva sempre di più. E il fatto che non fossi innamorata del mio amante rendeva il tutto paradossalmente più difficile. Capita di innamorarsi di un altro e di perdere l’amore per il proprio partner. Io invece continuavo ad amare mio marito ma non sapevo fare a meno di avere anche uno “sfogo” esterno.

Avevo bisogno di confidarmi con qualcuno e cercai di spiegare questa situazione ad una mia amica. All’inizio pensai di dirlo alla mia amica del cuore storica, con cui ero cresciuta e che sapeva tutto di me, come io di lei. Ma poi pensai che forse lei non avrebbe capito. Questa situazione usciva troppo dai binari del mio modo di essere. Temevo che lei mi avrebbe condannata, forse più del tradimento di me stessa che di quello nei confronti di mio marito.

Così lo raccontai ad una amica più recente, una collega. Non so se lo fece solo per paura di contrariarmi o se ne fosse veramente convinta, ma da lei ricevetti un grande sostegno. Mi tranquillizzò e mi disse che non facevo nulla di male, che mio marito non lo avrebbe mai scoperto e che anzi era un modo per evitare che il matrimonio si sfasciasse. In pratica mi disse che facevo bene a divertirmi con il mio amante, anzi che avevo fatto male in tutti questi anni a rimanere così fedele.

In quel momento io avevo bisogno proprio di qualcuno che mi alleviasse il senso di colpa per cui presi di buon grado le sue parole. Diventò la mia confidente. Dopo ogni incontro con lui la aggiornavo. Tra noi le conversazioni diventarono anche piccanti: era curiosa e voleva sapere cosa mi faceva e come era. In fondo ne avevo decantato le doti amatorie.

Questo suo appoggiò mi consentì anche di sfruttarla come copertura. Tante volte la versione ufficiale con mio marito era che fossi in compagnia di questa mia nuova amica quando in realtà ero a scopare con l’amante.

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